Boxe, Alvarez-Jacobs, pugni e milioni a Las Vegas

Pubblicato il 3 maggio 2019 alle 21:48:20
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

Pugni milionari dall’America. In primis Canelo Saul Alvarez (51-1-2), 28 anni, “pel di carota” messicano,  il campione più pagato sul mercato, contro Daniels Jacobs (Usa 35-2) 32 anni, cresciuto sulle strade di Brownsville quartiere di New York tra i più fatiscenti.  Campione Usa dilettanti 2006, l’anno dopo ai trials per i Giochi di Pechino 2008, viene battuto da Shawn Estrada. Dopo quella sconfitta passa pro a 20 anni. Inanella 19 vittorie tra il 2007 e il 2010 e con tale record tenta la conquista della cintura medi WBO vacante sul ring di Las Vegas, affrontando il russo Dmitry Pirog, nato a Temryuk non lontano dalla penisola di Crimea, 5 anni più anziano del rivale, attività svolta tra Russia e Germania, per la prima volta negli Usa.

Il match è intenso, e Jacobs, sembra potersi imporre grazie alla maggiore velocità e precisione. La svolta al quinto tempo, con Pirog che centra col destro il mento dell’americano e cancella ogni velleità del rivale, incapace di recuperare. Jacobs era in vantaggio per i tre giudici. Il campione russo dopo tre difese vincenti, decide di ritirarsi. Si laurea e nel 2017, entra a far parte della DUMA, il parlamento russo. Jacob smaltisce la botta, rientra dopo 5 mesi e riprende a vincere. Si ferma nel marzo del 2011, quando gli viene riscontrato un tumore. Per sua fortuna il riscontro è benigno e dopo 18 mesi torna a combattere e riprende la striscia vincente. Il 9 agosto 2014 a New York, affronta l’australiano Jarrod Fletcher che si era guadagnato la chanche superando a Montecarlo l’ucraino Max Bursak ai punti. Il match non ha storia, Jacobs vince per KO al quinto round e diventa campione WBA. Quattro difese vinte sempre prima del limite, poi il confronto con Gennady Golovkin il 18 marzo 2017. Ci sono quattro cinture in palio, tre del kazako (WIBF) e quella WBA dell’americano. Jacobs subisce un conteggio al  quarto tempo e questo lo condiziona per buona parte del match. Si riprende nella parte finale ma è troppo tardi. Disputa altri due match e nel frattempo, si libera la cintura IBF e viene scelto assieme all’ucraino Derevyanchenko, che nei dilettanti ha svolto attività nelle WSB, anche nella squadra italiana, ottenendo ottimi risultati. La sfida è fissata ancora a New York e la lotta risulta più equilibrata del previsto. Il successo arride a Jacobs per MD, poco gradito dall’ucraino che riteneva di aver vinto. Stavolta per Jacobs la torta è davvero speciale. Non solo perché il piatto è il più ricco mai ottenuto in carriera, ma perché non sono in pochi a puntare su di lui. Alvarez sorride sornione, sicuro di vincere, per arricchire anche il parco titoli. Il messicano a giudizio personale è favorito e potrebbe addirittura spuntarla per KO. Il pugile di Gaudalajara dal suo esordio, avvenuto a soli 15 anni, nel 2005, pur pagando parecchi centimetri in altezza e allungo, è migliorato tecnicamente e tatticamente. Anche se contro Golovkin ritengo avesse perso in entrambe le occasioni, sta raggiungendo il top della condizione e Jacobs, anche se ha eleganza superiore nel fraseggio tecnico, non ha la sua concretezza e resistenza. Inoltre il “protettore” e manager di Alvares, Oscar De La Hoya, ha valutato bene il rischio della sfida. Non altrimenti ha dichiarato che la prossima sfida non sarebbe contro il kazako, ma forse con Jermaill Charlo (28) che è della stessa scuderia di Alvarez, mentre sempre secondo De La Hoya, Golovkin potrebbe affrontare Demetrius Andrade (27), titolare WBO di 31 anni, entrato nella Matchroom di Eddie Hern, che fila d’amore d’accordo con la Golden Boy, le due imprese organizzano spesso assieme.  Questi i progetti a divenire. 

Nella stessa serata a Stokton in California, stavolta per la Top Rank di Bob Arum, il russo residente in Canada, Artur Bertebiev (13) 34 anni, difende la cintura mediomassimi IBF contro il naturalizzato americano Radivoje Kalajdzic (24-1), 27 anni, nato in Bonja Herzegovina, un longilineo di 1.88, molto tecnico al primo tentativo iridato. Altra  sfida mondiale, categoria supermosca IBF, tra il filippino Jerwin Ancajas (30-1-2), 27 anni e il giapponese Ryuichi Funai (31-7), pronostico tutto per il campione.

Eddie Hern, che sta soggiornando negli USA da settimane, ha fatto conoscere il prossimo avversario di Anthony Joshua (22) nella sua prima trasferta fuori Inghilterra. Si tratta del messicano Andy Ruiz (32-1) sulla carta su misura per far bella figura al campione.  L’impianto che lo accoglie è il Madison di New York e la DAZN riprenderà l’evento in diretta, in una serata nella quale combatterà la star irlandese Katie Taylor (10) che difenderà le cinture WBA, WBO e IBF leggeri, contro l’altrettanto famosa ma datata Delfine Persoon (43-1) belga di 34 anni, titolare del WBC, dominatrice in Europa.

Tornando a casa nostra, lo sfidante dei medi, Matteo Signani (28-5-3) andrà in Polonia per tentare di strappare la corona europea al locale Kamil Szeremeta (19), di cui abbiamo un pessimo ricordo. Il polacco ha infatti conquistato la cintura EBU a spese di Alex Goddi lo scorso anno a Roma. La sfida dovrebbe concretizzarsi a luglio, anche se c’è un dubbio. La Knock Out Promotion è in trattativa col manager di Bob Brandt (Usa 25-1), titolare WBA, dove Szeremeda è collocato al quarto posto. Se andasse in porto, Signani dovrebbe attendere un cosfidante, che potrebbe essere il tedesco Jack Culcay o il francese Andersen Prestant titolare UE. Richiesto a Christian Cherchi sulla situazione, ha risposto con un diplomatico: “Ci stiamo lavorando, al momento ci prepariamo ad andare in Polonia”.

L’ucraino Olek Usyk (16) già titolare WBA dei massimi leggeri, mancino di grande caratura tecnica, ha ufficializzato il passaggio nei massimi col debutto nella nuova categoria, fissato il 25 maggio a Oxon Hill nel Maryland (Usa). Affronta il francese nato in Cameroon e guidato dalla OPI 82, ovvero Carlos Takam (36-5-1), come primo test nella nuova categoria. In caso di successo, Usyk, che la WBA colloca già al secondo posto, ha già lanciato la sfida al campione Trevor Bryan (Usa 20) che forse non si aspettava una sfida così pericolosa.

Nel frattempo il cattivo ragazzo Deontay Wilder (40-0-1), 33 anni, titolare WBC dei massimi dal 2015, dopo aver rischiato di lasciare a quel matto irlandese di Tyson Fury la cintura, torna a combattere a New York, affrontando il connazionale e coetaneo Dominic Breazeale (20-1), titolare ai Giochi di Londra nel 2012, battuto dal russo Omarov, all’esordio,  al secondo tentativo iridato. Il primo andò molto male: messo KO al settimo tempo nel 2016 da Joshua a Londra. Vedremo stavolta se durerà qualche round in più.

a cura di Giuliano Orlando

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