La strada per Istanbul. Un viaggio epico in bicicletta.

Pubblicato il 26 novembre 2022 alle 19:11
Categoria: Libri di Sport
Autore: Redazione Datasport.it

 La strada per Istanbul.  Un viaggio epico in bicicletta.

Riproposto dopo vent’anni lo storico e lungo percorso in bici fino alla capitale d’Oriente.

Emilio Rigatti – La strada per Istanbul.  Un viaggio epico in bicicletta. Pag, 288. Euro 13.00 - Tascabili Edicicloeditore.                                                                                                                       

di Giuliano Orlando

Riproposto dopo vent’anni lo storico e lungo percorso in bici fino alla capitale d’Oriente. Emilio Rigatti – La strada per Istanbul.  Un viaggio epico in bicicletta. Pag, 288. Euro 13.00 - Tascabili Edicicloeditore.                                                                                                                       

di Giuliano Orlando

Riproporre l’esperienza di un viaggio a pedali, dopo vent’anni, ha una doppia valenza: la nostalgia del tempo che fu e attualizzare l’impresa per stuzzicare il lettore facendo affidamento sul senso dell’imitazione. Anche se uno solo dei nuovi lettori, dovesse provare le stesse emozioni del terzetto di allora, sarebbe il caso di festeggiare e non poco. Chiedendo ad Altan, dalla mano magica il ricordo del bis, con un tratto indimenticabile. La cover del libro, da sola, vale l’acquisto. Emilio Rigatti con quel viaggio, inaugurò il ruolo di scrittore, in aggiunta al resto, dalla corsa a piedi alla canoa e tante altre attività. Avendo recensito e quindi letto, molti dei suoi lavori, garantisco sulla qualità, ricercatezza e quella sana autoironia che completano un quadro di stuzzicante lettura. Partendo dalla “strada degli orti”, a San Nicolò frazione di Ruda nell’udinese, verso la ‘Luna d’Oriente’ e arrivare a Istanbul nel 2002, in bicicletta, rappresentava pur sempre una bella e impegnativa pedalata di almeno 2000 km. Il terzetto compì l’impresa alla grande e il libro racconta con dovizia di particolari un percorso discretamente facile, anche se nulla è facile quando la strada ti è sconosciuta. L’itinerario percorre la Slovenia dove scopre un allevamento di struzzi, la Croazia incuneandosi nella Slavonia, con osservazioni che superano l’aspetto itinerante, ma si soffermano su particolari emotivi e d’ambente. I cardellini che li accompagnano per lunghi tratti, la contadina che nasconde il viso, i pioppi che cambiano colore secondo l’umore del vento. Spazio per una festa all’insegna della birra locale. L’ingresso in Serbia, lasciando una Vukovar livida, sotto un cielo color muffa di gorgonzola, seguendo il corso del Danubio    con molta discrezione. Lasciano la frontiera serba con grandi pacche sulle spalle, sotto la pioggia estiva. Il viaggio prosegue da Novi Sad a Smederevo, spesso in autostrada rischiando niente male. A Vojvodina scoprono che Paolo Rumiz porta le mutande sotto la tuta da bici. Inammissibili per un ciclista e quindi da togliere. La cerimonia è immortalata sul cellulare. Sosta a Smederevo, in un hotel degno dei racconti più noir. Per fortuna funziona la doccia e le lenzuola sono pulite, si vedono il Danubio e le zanzare. Il primo scorre tranquillo, le seconde si ubriacano del sangue dei tre pedalatori. Per contro, vengono seguiti per parecchi km. da una troupe televisiva, come il trio delle meraviglie. Anche in Bulgaria il loro viaggio desta curiosità e attenzione, quindi riprese televisive e addirittura interviste. Il paesaggio è vario ma non certo esaltante. Paesini e armenti, polvere e venditori lungo la strada. Ma trovano anche una vallata perfetta e il passaggio dall’Islam al post comunismo consumistico di Velingrad, dove il turismo è rumoroso e sembra di essere nell’Italia anni ’50. Il doganiere bulgaro li saluta con un gran sorriso, quelli turchi con poca degnazione e fanno pagare il visto cinque euro a testa oltre a sette barriere prima di approdare nella nazione con la mezza luna. Cambia in meglio alla prima sosta in albergo, quindi a pedalare in una nazione dove i minareti sono infiniti. Arrivati alla meta, stanchi ma neppure troppo, debbono pensare al ritorno in nave. Temono sia una vera odissea, visto la peripezia dell’entrata. Invece è talmente facile sta restarci addirittura…male. Scherzo ovviamente. Da prendere sul serio per contro i consigli dei nostri pedalatori per coloro che li vogliono imitare.

Giuliano Orlando