Dell’andare in treno e altre coincidenze

Pubblicato il 25 gennaio 2024 alle 15:01
Categoria: Libri di Sport
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 Dell’andare in treno e altre coincidenze

Dodici grandi scrittori illustrano i diversi stati d’animo di chi affronta un viaggio su rotaie. A cura di Francesco Cosi e Alessandra Repossi. Illustrazioni di Luca Terenzi Dell’andare in treno e altre coincidenze – edicicloeditore – Pag. 136 – Euro 20.00

di Giuliano Orlando

C’è solo l’imbarazzo della scelta nel bel libro “Dell’andare in treno e altre coincidenze”, che Alessandra Repossi e Francesco Cosi hanno curato con autori prestigiosi, capaci di proporre il treno negli aspetti più vari, dandogli quell’anima vibrante da protagonista. In movimento o anche fermo, il suo procedere racconta storie di assoluto interesse. Il treno che si ferma pochi minuti nell’interscambio dopo London Bridge verso Woolwich è la chiave di lettura per risolvere il caso di una morte che sembrava irrisolvibile. Arthur Conan Doyle, un maestro del giallo, l’inventore di Sherlock Holmes e del fidatissimo Watson, porta per mano il lettore, coinvolgendolo al punto di sentirsi parte in causa. Il treno di Luigi Pirandello non ha fermate e neppure misteri da risolvere. L’attore della sua storia si chiama Belluca e rappresenta il Fantozzi del passato: vittima di tutto e tutti. In ufficio è l’ultima ruota del carro, il bersaglio quotidiano del capo ufficio. Per non parlare della situazione di famiglia. Nel piccolo appartamento convivono moglie, suocera e la sorella della suocera, tre cieche che pretendono di essere servite e riverite appena Belluca torna a casa dal lavoro. In aggiunta, sette ragazzini sulla cui vivacità nessuno dubita a cominciare dai vicini. Belluca è la vittima di tutti, fino al giorno in cui scatta nella sua testa qualcosa di inaspettato. L’impiegato modello che dice sempre sì, una notte sogna un treno che lo porta a Firenze, Bologna, Torino, Venezia e non si ferma, prosegue la sua corsa anche quando si risveglia e arriva in ufficio. Ribellandosi al suo superiore, raccontando di essere arrivato in Siberia e anche nel Congo. Il ricovero è d’obbligo. Le ipotesi tra le più svariate: encefalite, infiammazione della membrana, febbre cerebrale. Niente di tutto questo, Qualche giorno dopo sbollita la sbornia, Belleca rientra nei ranghi, meglio nel suo rango. Ma qualcosa è cambiato, il capo ufficio non può più pretendere troppo e tra una registrazione e l’altra, quando il treno dei suoi sogni riappariva, dovrà lasciarlo viaggiare in Siberia o nel Congo. “Si fa in un attimo, signor Cavaliere mio. Ora che il treno ha fischiato…”. Matilde Serao, grande giornalista e scrittrice tra l’ultima parte del 1800 e i primi del 900, nel suo viaggio a Gerusalemme, in quel periodo sotto la gestione turca, si scaglia senza mezzi termini sul treno che dal porto di Jaffa, in quell’epoca sgangherato e popolato da varia umanità, porta a Gerusalemme in altura. Spiega: I battelli egiziani, austriaci, francesi e russi arrivano a Jaffa al mattino, e chi sbarca ha solo il tempo di fare una breve colazione per non perderlo. La dissertazione sulla storia mitologica la bellezza della città millenaria, i suoi abitanti e tutto il resto, fa da contrapposizione alla critica feroce sul mezzo e chi lo occupa. La colorita prosa, che tradisce la radice napoletana, è un cammeo imperdibile. Quando ho trovato tra gli autori Mark Twain, ho provato un piacere in più. L’autore de “Le avventure di Tom Sayer” e quelle di Huck Finn, è stato il primo nella vasta letteratura statunitense a farmi emozionare. La sua vita, il senso dell’umorismo e l’infanzia dove si è adattato a tutti i lavori, mi sono rimasti scolpiti nella memoria. Il racconto in questione risale al 1867, in occasione del primo viaggio che tocca Francia e Italia, arrivando in Palestina. Successivamente nel 1893, soggiornerà per un anno a Firenze, con la moglie Olivia Langdon, malata, che si spegnerà nella città del Giglio, dove verrà sepolta. Nel racconto in terra di Francia, la sua ironia ti mette addirittura in imbarazzo. Come il segno negativo sui treni francesi, che paragona ad una prigione, è un dipinto assoluto. Leggendo questo breve saggio di Samuel Langhorne Clemens, il vero nome del grande maestro, sono tornato indietro nel tempo, quello del ginnasio, quando le avventure di Tom Sawyer mi emozionavano come gli eroi di Emilio Salgari. Il libro offre anche le firme di Italo Svevo, di H. G. Wells, lo scrittore inglese che seppe unire il mondo della fantasia con la realtà britannica da diventare uno degli autori più letti dell’Union Jack. Anche Grazia Deledda, la grande scrittrice sarda, Nobel nel 1926, ci porta nell’isola, la sua isola. Guido Gozzano, Marcel Proust, Luciano Zuccoli, Dino Garrone e Virginia Woolf completano una splendida dozzina, dando al treno un ruolo di protagonista nelle situazioni più disparate.. In calce le opere dalle quali sono tratti i racconti. Uno stimolo per completare l’antipasto offerto da questo libro. Confermo alle curatrici il mio plauso per le scelte ultra indovinate.

Giuliano Orlando