Boxe: assegnati a Rivisondoli (Aq) i Guanti d’Oro femminili

Pubblicato il 18 luglio 2018 alle 15:47:30
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

A Rivisondoli nell’aquilano, piccolo centro montano a quota 1320 metri, posto ai piedi della Maiella, antico borgo medievale fortificato, le cui mura contornano il centro storico, si è svolta la sesta edizione del Guanto d’Oro femminile. Francesca Casagrande (57) e Rebecca Nicoli (64) entrambe esordienti alla rassegna che hanno conquistato il Guanto d’Oro.  Assenti alcuni nomi di vertice, come Silva, Mostarda, Mesiano, Testa, Carini e Alberti, il tasso tecnico non è sceso, semmai l’equilibrio delle contendenti, ha creato un clima di sfide dall’esito incerto, che ha alzato l’asticella dell’emozione. Conferme e novità hanno caratterizzato l’edizione appena conclusa. Delle quattro vincitrici 2017 presenti, solo due (Bonatti e Canfora) si sono confermate, mentre Fadda, Spagnoli, Concetta Marchese e La Barbera, hanno dovuto cedere il passo. Non hanno preso parte a questa edizione Mostarda, Testa e Carini che avevano vinto nel 2017 a Milano.

48 kg. Assente la romana Silva, tradizionale rivale della piacentina Bonatti, il campo si è ristretto. Dopo aver vinto la propria semifinale, la Bonatti e la giovane esordiente Di Bari (19 anni), promosse a spese della romana Grossi e della cosentina Guzzi, si sono trovate per la prima volta di fronte. La Di Bari pur perdendo ha dimostrato sensibili miglioramenti al passaggio dalle youth alle elite. La mancina Bonatti (21 anni) ha fatto valere la sua fisicità, l’esperienza e le qualità di una tra le migliori in campo europeo. Onore comunque alla laziale, che ha lottato con onore. Per la piacentina è il secondo successo dopo quello del 2017 e l’argento del 2016.

51 kg. Dopo il silenzio successivo alla deludente prova agli europei youth, posta in lista d’attesa dal ct Renzini, il rientro di Giovanna Marchese, classe 2000, era atteso con una certa curiosità. Per giungere in finale, la campana delle FFOO, ha superato facilmente la pugliese Ceo, molto meno la genovese Fadda, titolare 2017. Battaglia incerta, decisa dalle preferenze, quindi lasciando il dubbio aperto sulla vincitrice. Dall’altra parte del tabellone, la romana Grubissich, saltato il turno dei quarti, incocciava sulla pugliese Garganese che la impegnava allo spasimo, visto il 3-2 conclusivo per la trentenne romana. A sua volta impeccabile in finale, dominando la più giovane (quasi 12 anni), incapace di cambiare tattica per evitare i colpi d’incontro dell’avversaria. La Marchese dopo la deludente prova, scoppiava in lacrime e forse questo dovrebbe farle capire che per tornare in alto come lo era nelle categorie giovanili, dovrà darsi una regolata nell’impegno di preparazione, preso spesso alla leggera. Per la Grubissich, il giusto premio alla carriera.

54 kg. Sfida finale tutta piemontese tra la Delaurenti, bronzo europeo e la biellese Lamagna, medagliata agli U22 in Romania. Battaglia sul filo del pugno in più. Per i giudici 3-2 per la Delaurenti, ma applausi divisi a metà, visto il grande equilibrio. Uno degli incontri più intensi e appuntamento per la rivincita agli assoluti. Per accedere in finale la canavese, batteva facile la campana Barretta e con un più di fatica l’abruzzese Savchuk. La Lamagna faticava e non poco con la laziale Cecchi, argento 2016 e vicecampionessa italiana, come dimostra il 3-2. La Delaurenti si è ripreso il Guanto d’Oro dopo l’assenza a Milano nel 2017. 

57 kg. Nel 2017, Concetta Marchese classe ’98, aveva conquistato il Guanto d’Oro 2017, per rinuncia in finale della collega Alessia Mesiano, entrambe delle FFOO. Variamente commentato il WO. La Marchese a Rivisondoli, saliva di categoria, il che è sempre un rischio, quando non sia dettato da effettiva necessità. Il suo posto è stato preso da un nome inedito. Parliamo della bergamasca Francesca Casagrande (25 anni) da una sola stagione sul ring. In precedenza tanta pallavolo, praticata ad alto livello e lasciata per un incidente alla spalla. In finale. Nonostante i limiti tecnici denunciati, ha sopperito col furore agonistico, a spese della romana Podda, più alta, meglio impostata ma meno decisa, che ha praticamente rinunciato alle repliche, pur potendo far valere esperienza e maggiore allungo. Molto onestamente Francesca riconosce di dover migliorare e di parecchio per aspirare a salire in una categoria in cui milita una certa Alessia Mesiano, iridata in carica. 

60 kg. Nel 2017 si impose alla grande Irma Testa. A sostituirla egregiamente la casertana e amica Martusciello, tricolore in carica e vice europea U22, che ha superato in finale l’altra Marchese, la più quotata Concetta, molti successi nelle categorie giovanili. Il salto di categoria si è fatto vedere e sentire, pagando un gap di struttura fisica che a gioco lungo ha fatto la differenza. Entrambe allieve della Excelsior del maestro Brillantino recentemente scomparso, non hanno lesinato energie, dando alla sfida un ottimo tasso spettacolare e tecnico. Giusto il successo della Martusciello e anche l’avviso alla Marchese che la sua categoria è quella dei 57 kg. Il cammino per arrivare in finale, sicuramente agevole per la Marchese ai danni della Giudici e della coraggiosa e generosa marchigiana Flalhi. La Martusciello prima batteva la toscana Righi e poi la giovane Chaabi, (19 anni) allieva della Tifata Perugino, apparsa affaticata dopo il successo sulla Coffey. Della finale abbiamo già detto.

64 kg. La pavese Rebecca Nicoli, 18 anni, prosegue nella striscia vincente, continuando ed essere la più giovane dei vari tornei, al passaggio del primo anno da elite. Dopo gli U22 in Romania, conquista il Guanto d’Oro al primo tentativo, battendo in finale la non certo facile e arrendevole campana Donniacuo, nove anni più anziana, già vincitrice del torneo nel 2016 nei 69 kg. oltre 70 incontri nel curriculum, presenze in nazionale e agli europei assoluti, contro i 20 della mancina, allieva del maestro Birardi, che nonostante la scarsa esperienza e quindi certe ingenuità, conferma la mano molto pesante e il giusto temperamento per superare le difficoltà contingenti. Nel caso specifico, al termine del secondo round, in perfetta parità ha saputo imporre il suo ritmo e vincere chiaramente la terza e decisiva ripresa. Eppure la Nicoli ha rischiato di uscire in semifinale, per l’incompetenza di due giudici che hanno assegnato la vittoria alla siciliana Incognito. Martellata per tre round, come hanno riconosciuto i giudici Volpin (30-26) e Harstea (30-27), oltre a Chiappini (29-28), mentre il campano Golino e la sarda Zanzi segnavano 29-28 per la Incognito, che definire incomprensibile e un complimento. Ci auguriamo, ma ci sia consentito il dubbio, che chi di dovere faccia capire che su quella strada si finisce nel fossato alla prima curva. 

69 kg. Nella finale di questa categoria, si sono trovate di fronte due campana dal diverso percorso. La Canfora, bronzo europeo in carica e la Amato, 29 anni di stanza a Roma, una carriera fra ritiri e ritorni. La sfida è risultata la più spettacolare e combattuta di tutto il torneo. Tre riprese all’americana, tra due guerriere indomite. La Amato in semifinale, smentendo il pronostico a lei sfavorevole, aveva battuto l’azzurra Floridia a conferma di una condizione ottimale. La Canfora, campana, allieva del maestro Colucci, col successo a Rivisondoli, ha centrato il poker al Guanto d’Oro, record assoluto. La Amato, riconoscendo la vittoria della Canfora, rimpiangeva i troppi mesi di assenza dal ring. Perché? “Perché sono una testa di legno. Potessi tornare indietro non farei più certi sbagli”. A 26 anni, può sempre rifarsi e viste le energie non è da escludere possa alzare al cielo il Guanto d’Oro prossimo. 

75 kg. Cambio della guardia previsto. La marchigiana Paoletti, 21 anni, scoperta agli assoluti 2017 dove aveva vinto negli 81 kg. scesa nei medi si è imposta con chiarezza alla veneta Diulgher che a sorpresa in semifinale aveva fatto meglio della Eusepi. Sulla vittoria della Paoletti nulla da eccepire, ma deve migliorare e non poco per aspirare ai quartieri alti europei. Al momento ha il fisico, ma ancora poca decisione nelle fasi offensive, quindi manca di sicurezza. Che sicuramente troverà lungo la strada dell’esperienza. 

81 kg. L’abruzzese La Barbera non ha saputo bissare il successo di Milano 2017, battuta nettamente dalla laziale Giacomelli, 22 anni, tornata a combattere dopo lungo silenzio. La pugilessa di Colleferro, ha mantenuto la grinta degli esordi e questo successo potrebbe essere il viatico per tornare in auge. Sempre che il ritorno abbia un seguito. Presente in veste di spettatrice Flavia Severin, la fresca campionessa europea di Sofia. A bordo ring, il presidente Vittorio Lai, i consiglieri Rosa e Baldantoni, il ct Renzini e tutte le autorità di Rivisondoli, per un evento per loro eccezionale.

Articolo scritto da Giuliano Orlando