Serie A, Milan-Atalanta: quanti incroci da ex

Pubblicato il 21 dicembre 2017 alle 19:25:55
Categoria: Serie A
Autore: Matteo Sfolcini

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La sfida di sabato sera a San Siro tra Milan e Atalanta non sarà una partita come le altre: sia perchè sarà fondamentale per conoscere le vere ambizoni rossonere (al momento a quota 24 punti insieme proprio ai bergamaschi) sia per le tante storie che si intrecciano sul campo. Sono tanti infatti i giocatori che hanno vestito entrambe le maglie e che adesso cercheranno una personale rivincita contro chi non ha avuto il coraggio di credere in loro o che ringrazieranno chi li ha fatti crescere ma ha dovuto salutarli forse troppo presto.

Due di questi sono sicuramente tra le più belle rivelazioni di questa meravigliosa Atalanta. Cristante e Petagna infatti sono cresciuti insieme nel settore giovanile rossonero per poi intraprendere strade diverse ma ritrovarsi, dopo poche stagioni, insieme a Bergamo. La storia di Andrea è stata legata ai colori del Milan per molti anni, in cui ha avuto anche l'onore a 17 anni di esordire in Champions League. I rossoneri però dopo vari prestiti in Serie B, tra cui Latina, Vicenza e Ascoli, hanno deciso di non puntare più su di lui lasciandolo andare per soli 5 milioni alla corte di Gasperini. Il Milan si è tenuto almeno un diritto di ricompra e anche una percentuale sulla futura rivendita del giocatore.

Così non è avvenuto per Cristante, che anche lui ha esordito giovanissimo nel palcoscenico della Champions League trovando un mese dopo in campionato anche la sua prima rete da professionista proprio contro i bergamaschi, ma che a fine stagione viene ceduto a titolo definitivo al Benfica per 6 milioni. Nella nuova realtà portoghese fa fatica a imporsi e la sua avventura dopo due anni riparte dall'Italia con i prestiti infelici al Palermo e a Pescara per poi trovare finalmente la sua rinascita con la maglia della Dea, che lo acquista per una cifra intorno ai 5 milioni. Entrambi grazie alle prestazioni con l'Atalanta e al grande lavoro di mister Gasperini si sono meritati la chiamata della Nazionale maggiore con cui hanno esordito sotto la guida di Ventura, oltre a far alzare verticalmente il costo dei loro cartellino, ora ambiti dai maggiori club europei.

Tanti dunque i rimpianti del Diavolo che si è accontentato di sottrarre ai bergamaschi il talento di Bonaventura, arrivato tre anni fa al Milan, e quelli dei giovani Conti e Kessiè, approdati quest'estate a Milanello nella faraonica campagna acquisti cinese. Se Jack è stato uno dei pochi a salvarsi in queste drammatiche stagioni dei rossoneri, dove almeno si è tolto la soddisfazione di alzare a 27 anni il suo primo importante trofeo della sua carriera (la Supercoppa italiana vinta a Doha), per gli altri due è ancora troppo presto per dare delle valutazioni definitive. Conti, che ha fatto tutta la trafila nelle giovanile nerazzurre, dopo le prime ottime uscite a San Siro, si è dovuto sfortunatamente fermare a causa del grave infortunio al ginocchio che lo terrà lontano dai campi almeno fino a febbraio, mentre Kessiè anche lui partito con il turbo ha rallentato i giri del motore con il passare delle partite finendo travolto dal caos rossonero. Sabato a parlare sarà solo il campo, e vedremo chi tra i protagonisti di questa sfida farà passare un brutto Natale alla loro ex squadra.