Pirlo: ''I 10 anni al Milan sono stati i più belli della mia vita''

Pubblicato il 8 maggio 2018 alle 15:55:19
Categoria: Notizie Calcio
Autore: Marco Corradi

Andrea Pirlo non è mai stato di molte parole, ma si è lasciato andare a delle lunghe riflessioni a margine della consegna del 12° Premio Giacinto Facchetti, che gli è stato assegnato nella stagione che l'ha visto chiudere la sua carriera e lo vedrà disputare la propria gara d'addio tra qualche giorno. Dal palco d'onore della Sala Buzzati, sono arrivate le parole dell'ex regista, che è partito andando a ritroso nella sua carriera e ricordando i suoi esordi col Brescia: ''Baggio è il calcio: da lui ho imparato tanto, mi ha trasmesso tutto. Devo molto anche a Mazzone, che mi ha provato per primo da play: da lì in poi è stato tutto naturale. Avevo iniziato da bambino giocando con una palla di spugna - racconta Pirlo -, calciavo tutto ciò che fosse simile a una palla e provavo a dare traiettorie ad effetto, e sono arrivato in Serie A. Ricordo ancora il momento in cui l'Inter ha chiamato il mio procuratore: ero molto emozionato, tifavo per i nerazzurri da bambino. Iniziai bene la preparazione con Simoni, giocai una ventina di gare, anche in Champions. Ero soddisfatto, poi decisero di mandarmi in prestito alla Reggina perchè Lippi scelse così. Pazienza, da lì la mia storia ha preso un'altra piega''. Dopo l'Inter e la Reggina, il Milan: ''Dopo il prestito non volevo più tornare all'Inter, Galliani contattò il mio agente e dissi subito di sì. Sono stati 10 anni stupendi, i più belli della mia vita, nei quali ho vinto tutto - racconta, visibilmente emozionato -: una cavalcata straordinaria, e ovviamente la prima Champions è stata la più bella ed emozionante, non si scorda mai. Ancelotti? Un secondo padre per me e per tanti compagni, ci siamo tolti grandi soddisfazioni insieme e ci ha insegnato tanto dal punto di vista umano e calcistico. Lo ringrazierò sempre''.

 

 

Pirlo era stato accostato al ruolo di viceallenatore dell'Italia qualora Ancelotti fosse diventato il ct, e viene incalzato sul possibile futuro da tecnico: ''Ne ho parlato con Carlo, ci siamo sentiti anche poco fa e abbiamo parlato dell'eventualità di lavorare assieme - spiega l'ex regista -, ma sono ancora giovane e voglio riflettere bene sulle prossime scelte da fare. Tutti i miei ex compagni dicevano di non voler diventare allenatori, e poi sono arrivati su panchine importanti. Per ora non ci penso, ma inizierò a fare il corso perchè il patentino da allenatore può fare sempre comodo. Devo ammettere che lavorare con Conte mi ha fatto venire un po' di voglia di allenare''. In chiusura, Andrea Pirlo passa ad altri argomenti: ''Dopo tanti anni la delusione di Istanbul rimane, ma non possiamo tornare indietro: avevamo giocato il miglior primo tempo di sempre e ancora adesso non mi spiego cosa sia successo. Per qualche giorno avevo pensato di smettere - svela Pirlo -, poi per fortuna ci ho ripensato e ci siamo presi una rivincita. Il Pallone d'Oro? Non ci ho mai pensato, c'erano altri campioni in quell'epoca e mi accontentavo di vincere come squadra. Allegri e Gattuso? Il mister è un ottimo allenatore, ha sempre cercato di dare un'impronta alla squadra: a volte si gioca bene e a volte male, ma alla fine conta il risultato. Gattuso, invece, lo vedo molto bene: è un po' invecchiato - ride -, ma non pensavo che facesse tutto questo in pochissimo tempo: ha dato un'anima e un senso d'appartenenza al Milan. Sono molto contento per lui''.