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Il WBC Grand Prix giunto alle semifinali.

Pubblicato il 17 agosto 2025 alle 06:10
Categoria: Boxe
Autore: Wilma Gagliardi

 

Il WBC Grand Prix giunto alle semifinali.

Nei piuma vince Qmali (Opi), battendo il favorito Nash (USA), esce il superleggero Priolo. Appuntamento a Settembre sempre a Ryad.

di Giuliano Orlando

Nell’ampia struttura Global Theater Boulevard di Ryadh, in Arabia Saudita, per la verità quasi deserta, si sono svolti i quarti di finale del Grand Prix allestito dal WBC, col presidente Mauricio Soulaiman che ha premiato tutti i pugili impegnati. L’iniziativa, supportata finanziariamente dall’emiro saudita Turki Alashchik, è giunta al terzo appuntamento. L’esordio lo scorso aprile, presenti 120 pugili, 32 per ciascuna delle quattro categorie interessate: piuma, superleggeri, medi e massimi. In partenza erano 41 le nazioni invitate. Escluse Russia e Bielorussia. Nell’organizzazione anche la OPI dei Cherchi, presente col piuma Muhamet Qamili. Gli altri tre italiani: Fiorenzo Priolo (superleggeri), Giovanni Sarchioto (medi) e Davide Brito (massimi).  Al primo turno è uscito il medio romano Giovanni Sarchioto (20-1) battuto a maggioranza dall’ucraino Maksyn Molodan, perdendo l’imbattibilità e l’opportunità di compiere un salto di qualità alla sua portata. Molta della responsabilità va all’angolo, dove era presente anche il c.t. della nazionale e organizzatore Giovanni De Carolis. Vincevano Qamili, Priolo e Brito destando buona impressione. Nella fase successiva (20-21 giugno) ottenevano il passa per i quarti il piuma Qamili con una bella prova contro il ghanese Holy Dorgbetor, dalla struttura impressionante.

L’italiano lo ha attaccato dal suono del gong iniziale fino al termine dei sei tempi previsti, ottenendo il verdetto unanime. Disco rosso per il massimo Davide Brito, origini dominicane, sconfitto dal bosniaco Ahmed Krnjic, dal limitato repertorio tecnico ma abile nel gestire il match. Dopo una buona partenza, Brito andava in debito d’ossigeno e si arrendeva al quinto round. Promosso anche il superleggero torinese Fiorenzo Priolo, dopo una battaglia serrata contro il turco Efe Derin Konuk, residente a Dubai. Dopo un avvio in salita, costretto a subire un conteggio, l’allievo del maestro Cristian De Martinis, ottimo anche come pugile, costruiva il pieno recupero che lo portava alla vittoria. Il terzo appuntamento di metà agosto premiava i vincitori con l’accesso alle semifinali. Nei piuma il nostro Muhamet Qamili (17), 25 anni, compie un piccolo miracolo, battendo sia pure con verdetto a maggioranza, il quotatissimo ventenne Troy Nash (5-1) ritenuto uno dei giovani più talentuosi nella categoria, reduce da una carriera dilettantistica notevole. Lo ha dimostrato anche a Ryad, confermando grande scelta di tempo con l’uno-due, che inizialmente sembrava comandare il match. Ma non aveva fatto i conti con la generosità e il talento di questo campioncino nato in Albania ma cresciuto all’ombra del Cupolone romano, italiano a tutti gli effetti. Fuori torneo il pari avrebbe premiato entrambi. Due giudici su tre hanno scelto la boxe più concreta di Qamili. Facendo felice la famiglia Cherchi, presente col patron Salvatore e i figli Christian e Alex. 

Per l’accesso alla finale troverà il francese Yoni Valverde (16), 24 anni, con la vocazione dell’attaccante non stop. Nella sfida dei quarti ha superato il difficile mancino nigeriano Yusuf Adeniji (16-1) longilineo che si affida al sinistro per concludere la fatica. Nella prima ripresa aveva messo al tappeto il transalpino col destro, ma l’arbitro, sbagliando, aveva ritenuto la caduta una scivolata. Il proseguo del match premiava giustamente Valverde non molto preciso ma sempre lui a tenere l’iniziativa. Adeniji è stato troppo prudente per puntare al successo. Il mio pronostico? Punto su Qamili. Dall’altra parte troviamo Bekizizwe Maitse (9-1), mancino sudafricano dalle lunghe leve, che ha superato a maggioranza Iman Joshua Lee (USA), 14-1, sul filo del punto. Sfida tra due longilinei dalla boxe similare, con Maitse che finisce meglio. Il messicano Brandon Mejia (11), 21 anni e una boxe concreta, buon gioco di gambe, ha battuto chiaramente l’uzbeko Ayubkhon Bakhtiyorov (8-1) sulla carta il favorito del torneo. Mejia ha sempre anticipato l’avversario, abituato allo scambio di forza e impreparato contro un rivale veloce e mobile. Che può puntare alla finale.  Nei superleggeri speravo che anche il torinese Fiorenzo Priolo (11-1) fosse presente alle semifinali. Purtroppo ha trovato sulla sua strada il sudafricano Ntethelelo Nkosi (10-2), 28 anni, che dopo i primi tre round che avevano visto la boxe più precisa e brillante dell’italiano, costituire un buon bottino per spuntarla, alla quarta tornata la svolta imprevista che ha cambiato l’iter della sfida. In uno scambio violento, Priolo sbagliava il tempo del destro e si faceva trovare scoperto sul fianco sinistro.

Un errore pagato a caro prezzo. Nikosi partiva a sua volta trovando la mascella di Priolo con grande potenza e precisione. L’italiano andava al tappeto, si rialzava prontamente ma da quel momento il vento del match gonfiava la vela del sudafricano, mentre Priolo perdeva la brillantezza dei primi round. Non è stata una resa, ma la vittoria sfumava round per round. Il conteggio, Priolo lo aveva subito anche negli ottavi ad opera del turco Efe Derin Konuk in avvio del match, ma senza lasciare traccia. Stavolta il giovane torinese (22 anni) è stato più lento e meno aggressivo, dando l’impressione fosse in surmenage. Niente di drammatico, solo il dispiacere di interrompere una striscia che sembrava potesse proseguire in avanti.  Dando a Nikosi il merito di possedere energie e potenza, che sicuramente metterà a frutto nella sfida per la finale, contro Carlos Utria (12) un bel guerriero di 22 anni, dal temperamento battagliero. Il colombiano ha avuto ragione di Spencer Wilcox (11-1) canadese coraggioso, ma una linea sotto. Nell’altra parte del girone, l’ucraino Danilo Lozan (15) la spunta sul kazako Sanatali Toltayev (4-1) potente ma dalla boxe sporca, che ha causato l’interruzione del confronto al quinto round, con Lozan ferito al sopracciglio e sulla fronte, per testate che l’arbitro ha ritenuto involontarie. Da quanto visto in tv, la prima era abbastanza intenzionale. Avrà il tempo per rimarginarle. Sul fronte opposto trova l’uzbeko Mujibillo Tursunov (8) 26 anni, un guerriero costruito nell’acciaio che ha scambiato colpi per sei round contro il messicano Misael Cabrera (17-3-1) a sua volta votato alla battaglia. Ho vinto Tursunov, più forte e giustamente premiato, anche se nel terzo tempo, ha subito un richiamo ufficiale per eccesso di pugni sotto la cintura.                                                                                                                         

La categoria dei medi è risultata la più ricca di emozioni con due incontri conclusi prima del limite. Il canadese Derek Pomerleau (14) 25 anni, conferma la potenza dei suoi pugni, mettendo in carniere l’undicesimo KO su 14 successi. A farne le spese l’ucraino Dmytro Rybalko (5-1-1) nel secondo round. Inizialmente la sfida sembrava equilibrata, con i due molto prudenti. Nel round successivo, Pomerleau metteva alle corde l’ucraino colpendolo col destro al viso, pugno che Rybalko non digeriva e la scarica successiva consigliava saggiamente l’arbitro allo stop. L’altro stop lo subiva il supermuscolato francese di colore Ephrem Bariko (12-1) contro il colombiano Carlos Sinisterra (13-1). La sfida era iniziata col francese che scaricava colpi su colpi sul rivale, alcuni andavano a bersaglio ma la maggioranza finivano a vuoto. Questo per due riprese. All’inizio della terza era ancora il transalpino ad avanzare, ma stavolta la reazione di Sinisterra cambiava le sorti del match. Due diretti al volto centravano il francese e per lui si chiudevano le lampadine. Finiva al tappeto ed erano vani i tentativi di risollevarsi. Impresa notevole del colombiano che centra il decimo KO su 13 vittorie. L’australiano Dylan Biggs (16-1) non ha faticato più di tanto a battere il coraggioso ucraino Petro Frolov (12-2). Biggs ha fatto valere la miglior scelta di tempo, rubando il tempo ad un rivale tecnicamente inferiore, che ha tentato inutilmente di chiudere l’avversario alle corde. Sul finire del confronto Frolov subiva una ferita al sopracciglio, ma questo non fermava il suo ardore combattivo, tanto che si aggiudicava l’ultimo round. Ma nel computo totale il vantaggio di Biggs era netto. A salvare il bilancio francese ci pensava il mancino Lancelot Proton de la Chappelle (18-1-1), 27 anni, dato vincitore grazie allo scoring system tiebreaker, sul messicano Emiliano Aguillon (13-1-1). Personalmente avrei preferito Aguillon, per la pressione esercitata, anche se il francese nella parte finale è parso più preciso.                                                       

Nei massimi l’uzbeko Lazizbek (7), oro olimpico a Parigi, battendo il nostro Mouhiidine all’esordio dei Giochi, verdetto più politico che reale, ha rinunciato a proseguire il torneo, lasciando il posto al marocchino Youness Baalla (2-1-3) che aveva battuto con grande facilità. Sostituzione che è servita solo a far combattere il modesto nordafricano, superato senza problemi dal trentenne Dante Stone (USA) giunto alla 20° vittoria e una sconfitta. L’americano ha confermato mestiere e velocità, componenti che lo proiettano in semifinale con buone possibilità di proseguire. Ha vinto anche il bosniaco Ahmed Krnjic (6), 28 anni, che aveva eliminato il nostro Davide Brito prima del limite. Ha sconfitto l’ucraino Tsone Rogava (21-1). 32 anni, che macchia il record da pro, dopo aver tentato di superare un rivale che sa dosare gli sforzi con molta intelligenza. Avanza anche l’argentino Kevin Ramirez (11-0-1), 25 anni, che supera il polacco Piotr Lacz (14-1) dopo sei round equilibrati, per split decisione. Sbrigativo il sudafricano bianco Keaton Gomes (13-3), 26 anni, che conferma la bontà dal suo pugilato veloce e preciso, con un buon gioco di gambe. Devon Young (9-1) pugile lineare ma prevedibile, centrato dai pugni precisi del rivale si è arreso alla fine del primo round.                                                                    

 Al termine dei quarti, delle 42 nazioni in partenza, sono rimaste in undici a contendersi le buone borse in palio, con 200.000 dollari ai vincitori delle finali che si svolgeranno il 20 dicembre. Il Sud Africa è presente con tre pugili, due ne hanno Colombia, Francia e Ucraina, uno per Italia, Messico, Uzbekistan, Canada, USA, Argentina e Bosnia. Fuori Kazakistan, Polonia, Cina e Turchia.

Giuliano Orlando