Trionfo di Alvarez su Charlo a Las Vegas.

Pubblicato il 3 ottobre 2023 alle 09:10
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

 





Trionfo di Alvarez su Charlo a Las Vegas.

In Inghilterra esplode la Dubois. In Italia Lecca e Balli nuovi campioni nazionali

di Giuliano Orlando

Las Vegas, confermata la legge non scritta ma sempre valida, che nel pugilato il salto di categoria, quando sono in gioco le cinture mondiali, salvo pochissime eccezioni, è sempre rischioso e la sfida tra Sauli Alvarez (60-2-2), 33 anni, nativo di Guadalajara, pro dal 2005, re dei supermedi (Ibf, WBC, WBO, WBA) e Jermell Charlo (35-2-1), nativo della Luisiana, ma residente a Richmond nel Texas, suo coetaneo, salito dai superwelter ai supermedi, lo ha confermato ampiamente. La tematica metteva di fronte la consistenza del campione e l’abilità tattica dello sfidante, ottimo nel gioco di gambe e rapido nelle serie a lunga distanza. Il match ha espresso un Alvarez in splendida forma padrone del ring, colpitore implacabile, da tutte le angolazioni, sempre in anticipo sulle intenzioni di uno sfidante incapace di esprimere il proprio tasso tecnico. Un solo sprazzo di Charlo, nella quinta, l’unica a suo favore, senza seguito. Semmai il seguito è stato per lo sfidante quello di arrivare al termine, con due kd al passivo, limitando i danni. Vista la condizione del messicano, nonostante la lunghissima carriera, iniziata nel 2005 a 15 anni, la prospettiva di arricchire il lauto conto in banca sembra destinato a salire ancora. Per la cronaca, I’ultimo degli otto figli di papà Santos (mamma di origine irlandese a giustificare i suoi capelli rossi) è uno dei più ricchi sportivi. Multimiliardario, nell’immenso garage sonnecchiano Ferrari, Bugatti, Jaguar, Porche e Rolls Royce. Nel ranch, purosangue a iosa. Non poteva mancare lo yatch, giocattolo da 60 milioni di dollari. Il primo scotto per lo sconfitto lo ha annunciato il WBO, passandola la cintura all’australiano, Tim Tszyu (23), 28 anni, figlio d’arte, con l’impegno di difenderla il 15 ottobre contro Brian Mendoza (22-2), 29 anni di Albuquerque (USA) sul ring di Broadbeach, in Australia.  Le altre tre sigle: WBC, WBA e IBF, confermano Jermell, con l’obbligo di difendere gli scettri a tempi brevi. Nella serata allestita da Tom Brown e dallo stesso Alvarez, molti altri confronti ricchi di sorprese. Il primo riguarda il welter Mario Barrios (28-2), texano di 28 anni, vincitore del cubano Yordenis Ugas (27-5) 37 anni, fuggiasco dall’isola verso la Florida nel 2010, dopo i Giochi di Pechino nel 2008, dove battè nei quarti il nostro Mirko Valentino, ma sconfitto in semifinale dal francese Douda Sow. Il caraibico dato favorito, iniziava nel modo peggiore finendo al tappeto nel secondo round. Nelle riprese successive sembrava in netto recupero, ma sul destro del texano, l’occhio sinistro si gonfiava, riducendo la visuale e il rendimento. Nell’ultimo tempo altro conteggio e vittorie netta per Barrios, che conquista l’Interim WBC. Tanti applausi del pubblico per l’emergente Elijah Garcia (16), 20 anni, mancino nato in Arizona, capace di domare l’ostico messicano Armando Resendiz (14-2) che prima di arrendersi all’ottavo tempo, dopo due conteggi, ha dato filo da torcere al giovane Garcia, che ha molte frecce nel proprio arco sia tecnico che caratteriale. Veloce e potente, oltre che resistente è uno dei più interessanti prospetti dei medi. Pugni pesanti tra due giganti non più di primo pelo, ma ancora validi. Parlo di Frank Sanchez (23), 31 anni, cubano residente a Miami e di Scott Alexander (17-6-2), 34 anni, californiano di Los Angeles. Ha vinto il cubano per getto della spugna dall’angolo di Scott, ma lungo i minuti di battaglia, entrambi hanno visto le streghe. La differenza l’ha fatta la potenza e resistenza di Sanchez, mantenendo la cintura Continental WBC. Altra sorpresa, la prima sconfitta del superwelter Jesus Alexandro Ramos (20-1), 22 anni, pro dal 2018, mancino di Casa Grande in Arizona, imposta da Erikson Lubin (26-2), 28 anni, pugile di colore, pro dal 2013. Match dai due volti: la prima parte a favore di Ramos che ha messo sotto pressione l’avversario. Nella seconda, situazione capovolta e vantaggio per Lubin, abile nel trovare bersaglio e superare con abilità le folate offensive dell’avversario. I giudici assegnano all’unanimità la vittoria a Lubin, con punteggi diversi. Il 115-113 ci può stare, mentre il 116 al 112 e ancor più l’assurdo 117-111, falsano l’andamento del confronto. Il pari non sarebbe stato uno scandalo. In apertura, l’ucraino Olek Gvodyk (20-1), 36 anni, residente negli USA, ex iridato mediomassimi WBC (2018-2019), fermo dal 2019, è rientrato quest’anno nel team di Bob Arum, disputando nell’occasione il terzo match, spedendo KO al secondo tempo, l’attempato brasiliano Isaac Rodrigues (28.5), 38 anni, attivo dal 2005, con un destro potente e preciso. L’ucraino punta ad una nuova opportunità iridata di sigla. Il massimo cubano Lenier Pero (10), 30 anni, passato pro nel 2019, dopo oltre un decennio di dilettantismo, disputando circa 130 incontri, indicato come il nuovo Stevenson, dopo gli ori mondiali e Olimpici da youth nel 2010, ridimensionato col passare del tempo. Ai Giochi di Rio nel 2016, dopo il successo sul nostro Guido Vianello, venne fermato dal croato Filip Hrgovic ai quarti. Attivo fino al 2018, passa pro l’anno dopo disputando i primi incontri in Germania col promoter Enrico Schuetze. Nel 2022 si trasferisce a Miami in Florida, affidandosi a Shane Shapiro, residente a Los Angeles che gestisce pugili provenienti dalle zone caraibiche. Con lui ha disputato gli ultimi cinque incontri, riportando lo scorso febbraio l’importante vittoria sull’ucraino Viktor Vykhryst (11-1), ex europeo nel 2017, a sua volta imbattuto, finito KO all’ottavo round. In attesa di un’opportunità importante, ha affrontato il modesto argentino Ruben Andino (17-9), KO dopo meno di tre minuti. Pero non è un fuoriclasse, ma nel gruppetto delle seconde schiere, può dire la sua.

In Europa, sul ring turco di Antalya, atteso il risultato della sfida che indicava il prossimo cosfidante IBF nei massimi, tra Murat Gassiev (30-2), 29 anni, russo di nascita e armeno di passaporto, pro dal 2011, già iridato IBF e WBA nei massimi leggeri, sconfitto solo dall’ucraino Olek Usyk da cruiser (2018) a Mosca e lo svedese Otto Wallin (26-1-1nc), 32 anni, unico stop da Tyson Fury nel 2019 ai punti. Entrambi residenti negli USA. A sorpresa l’ha spuntata lo svedese, per split decision. Vedendo il match in tv, il dubbio mi pare assai lecito. Wallin ha usato il sinistro la sua arma migliore, con grande abilità, mentre Gassiev ha cercato di chiudere la distanza, non sempre con successo. Due giudici hanno premiato il nordico (115-113), il terzo ha visto il dominio di Gsssiev: 117-111. Anche in questo caso l’equilibrio è stato il vero protagonista.  In Inghilterra, appuntamenti iridati. Il primo a Wembley, per la Matchroom di Eddie Hearn che dava a Jordan Tompson (15-1), 30 anni, pro dal 2015, attività svolta all’ombra di casa di tentare l’assalto alla cintura cruiser IBF, tenuta saldamente nei guantoni di Jai Opetaia (23), 28 anni, mancino della Tasmania, pro dal 2015 alla prima difesa e alla prima trasferta fuori dal nuovo continente. Niente da fare per lo sfidante, scosso e contato già alla prima ripresa, finito al tappeto nel terzo, sotto l’incalzare di Opetaia che chiudeva la partita al quarto round, con Thompson al tappeto per l’ennesima volta. Mi chiedo quale senso abbia avuto questo tentativo dell’inglese e quindi di Hearn. Bastava vedere in che modo l’australiano aveva conquistato il titolo a spese del lettone Mauris Briedis (28-2), non certo l’ultimo arrivato, il 2 luglio 2022 a Broadbeach nel Queesland, dopo una battaglia senza esclusione di colpi.

Tanto impossibile era il compito per Jerman, perfino troppo facile la difesa della cintura supergallo IBF, della locale Ellie Scotney (8) 25 anni che, dopo l’europeo conquistato nel 2022, ai danni della spagnola Mary Romero, lo scorso giugno a Wembley detronizza Cherneka Johnson (15-2), 28 anni, neozelandese. Avversaria scelta l’argentina Laura Soledad Griffa (20-9) 37 anni, già vista in Francia nel 2019, dove rimediò due sconfitte, strabattuta sui dieci round a Londra. Il vacante europeo femminile leggeri, ha trovato la nuova titolare nella mancina Rhiannon Dixon (9), 28 anni, pro dal 2019, nativa di Warrington nel Chesire, facile vincitrice della norvegese Katharina Thanderz (16-2), 35 anni, pro dal 2012, europea superpiuma nel 2017, residente in Spagna, atleta con la valigia sempre pronta per ogni destinazione, comunque ancora valida, anche se l’ostacolo inglese era troppo arduo per superarlo. Un titolo anche a Cheavon Clarke (7), 32 anni, origini della Giamaica, buona carriera in maglietta, vincitore del modesto ceko Vasil Ducar (14-7- 2) che gli è valso l’International IBF cruiser. In locandina la nostra Martina Bernile (5-3-1), 37 anni, al secondo ingaggio a Londra nel giro di pochi mesi, ex europea mosca, impegnata contro l’emergente Maisey Rose Courtnay (5), 23 anni, che ha vinto sui sei round, ma la novarese residente a Milano, si è fatta rispettare vincendo almeno due round, come ha confermato il punteggio di 58-56.

Boxe al femminile anche alla York Hall, nel quartiere londinese di Bethnal Green. Di scena Carolina Dubois (8), 22 anni, mancina e sorella d’arte, il fratello Daniel (19-2), 26 anni, pro dal 2017, dopo una partenza a razzo, 15 vittorie con 14 KO, finiva out contro il connazionale Joe Joyce, nel novembre 2020. Riprendeva e conquistava il WBA nel 2022, che lasciava all’ucraino Olek Usyk (20) lo scorso agosto sul ring polacco di Wroclaw, che lo stendeva al nono round. La sorellina è stata un talento precoce nelle categorie giovanili, campionessa europea jr. e youth (2016-17 e 18), iridata 1018-2019 assoluta, presente ai Giochi di Tokyo, out nei quarti. Prima sconfitta contro Valentina Bustamante italo-cilena residente a Pavia, allieva del maestro Fabio Paragnani. Stavolta ha superato il fratellone, conquistando la cintura IBO vacante a spese di Magali Rodriguez (22-6-4), messicana di 31 anni, attiva dal 2009. Avversaria di tutto rispetto, capace di imporre il pari alla francese Estelle Mossely (11-0-1) a Dushanbe nel Tajkinstan, mantenendo la cintura Silver WBC, leggeri. Anche se la vittoria dell’inglese è risultata nettissima (99-88, 98-89, 97-90) la battaglia non è mancata.  La differenza l’ha fatta la potenza di Caroline, muscolarmente cresciuta, capace di mandare al tappeto col gancio destro la Rodriguez al sesto e al nono round, disabituata a queste genuflessioni. Il pubblico ha applaudito a lungo le due atlete. I critici l’hanno affiancata a Kate Taylor la star irlandese. Il suo clan ha fatto conoscere il proposito di conquistare le restanti cinture di sigla. Non male vista l’età. Poca fortuna per Nadia Flalhi (5-4) al Regent Circus di Swindon in Inghilterra, la marchigiana contro la nigeriana Elizabeth Oshoba (5), argento ai Commonwealth 2022, rimedia la terza sconfitta consecutiva dopo quelle contro Martina Righi e Pamela Noutcho, entrambe per la cintura tricolore. In Italia due titoli nazionali vacanti hanno il nuovo campione. A Monserrato nel cagliaritano, il ragazzo di casa Matteo Lecca (12-2), 27 anni, ha imposto i diritti di una condizione e determinazione superiori sul calabrese, Iuliano Gallo (11-5), 31 anni, residente a Binago (Mi), inattivo dal 2020 al 2022, tormentato da problemi alle mani. A Gallo non sono bastati la generosità e il coraggio. Lecca era superiore in tutto e il risultato lo ha dimostrato. Match fermato al settimo tempo, con Gallo esausto, mentre il nuovo campione mostrava una freschezza notevole, frutto di preparazione perfetta.  A Siena, in palio il titolo supermedi tra due toscani, quasi vicini di casa. Lo ha conquistato il fiorentino Leonardo Balli (7-1-2), 25 anni, con un perentorio KO imposto al primo round, sul senese Simone Bicchi (10-2), 32 anni, guidato dal team Magnesi, apparso intimorito fin dall’avvio. Nel programma il massimo romano Mirko Carbotti un passato importante nei dilettanti, cinque titoli italiani, presente a mondiali ed europei, vince per ko al primo round su Milos Budinic. Il leggero cubano Palmiero Reynier costringe Pietro Caputo alla resa. Il supermedio Giovanni Redi ai punti su Angelo Leonzio. La superpiuma di Valentina Angiolini su Antonina Cuti.

Il francese, Tony Yoka (11-2), 31 anni, oro ai Giochi 2016 a Rio nei supermassimi dopo le sconfitte subite da Martin Bakole (19-1), 30 anni, congolese di nascita, residente in Scozia, cittadinanza inglese e Carlos Takam (40-7-1), 42 anni, attivo dal 2005, camerunese di nascita, francese di passaporto, in carriera ha affrontato tutti i migliori massimi dell’ultimo decennio, ha annunciato il rientro il 9 dicembre a Parigi. Avversario scelto, il belga-ivoriano Ryad Merhy (31-2), 31 anni, attivo dal 2013, ex campione cruiser WBA, superato nel maggio scorso dal sudafricano bianco Kevin Lerena (29-2), campione IBO cruiser (2017-2022). Yoka, che ha cambiato il tecnico, affidandosi a Don Charles, spera di mettersi alle spalle un 2023 da incubo. Oltre alle sconfitte ha divorziato da Estelle Mossely, campionessa olimpica a Rio, che lo ha reso papà due volte.                                                                                                                                                                                                                                                                            Da segnalare il duplice passaggio al professionismo di due azzurre, del gruppo Carabinieri. La peso mosca romana Giordana Sorrentino, 23 anni, che ha già ottenuto il pass per Parigi e Roberta Bonatti, 26 anni di Piacenza, nei mini mosca, allieva di Roberto Alberti della Salus e Virtus, campionessa italiana nel 2017, 2019, 2020 e 2021, bronzo (2019) e argento (2022) europei, titolare ai mondiali del 2019.  Debutto a Fiumicino il 29 ottobre.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  

Giuliano Orlando