Tanto spettacolo e tanto pubblico a Merate. Vincono Chessa, Foglia, Reggi, Sarchioto e Badaoui

Pubblicato il 14 marzo 2023 alle 15:03
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

 

Tanto spettacolo e tanto pubblico a Merate. Vincono Chessa, Foglia, Reggi, Sarchioto e Badaoui

di Giuliano Orlando

MERATE. Una bella serata nella struttura polisportiva Aquamore, all’insegna del pugilato che si ripresentava nella cittadina nel lecchese, dopo un’assenza di ben 24 anni. Rientro premiato sia dal pubblico accorso numeroso oltre ogni aspettativa che dallo spettacolo offerto da tutti i protagonisti. Merito della perfetta organizzazione allestita dalla Opi Since 82 e in particolare dalla Testudo-Taverniti, avendo nel titolare del gym Scuola di Pugilato di Alessio Taverniti, l’infaticabile factotum della serata. Mentre Alex Cherchi, ha tenuto i contatti con l’assessorato allo sport, per definire gli aspetti burocratici e i contatti con i pugili. Proprio il fattivo patrocinio del Comune di Merate, che ha denominato “Merate Boxing Night”, questo appuntamento, è stato determinante per il buon esito della manifestazione, onorato dalla presenza del presidente  del Comitato Lombardo Massimo Bugada, dal sindaco di Merate, Massimo Panzeri e dall’assessore allo sport Alfredo Casaletto, appassionato della noble art, che ha espresso grande soddisfazione: “Da ragazzo assieme a mio padre, seguivo in televisione le imprese di Patrizio Oliva, Kalambay, fino a Giovanni Parisi e mi appassionai al pugilato. Adesso, sia pure sporadicamente frequento la palestra con qualche ripresa di guanti. Mi sono documentato e l’ultima volta che venne allestita una serata di boxe a Merate, fu il 10 luglio 1999, col monzese Luciano Lombardi sul ring. Tempo addietro ho conosciuto Alessandro Cherchi, figlio del grande Salvatore, che ci ha onorato della sua presenza, un manager che ha guidato una marea di campioni, ed è nata l’idea di allestire una serata di buona boxe. Confesso che alla vigilia temevo che il rischio del vuoto di pubblico diventasse una realtà. Invece è andato tutto bene, addirittura oltre le più rosee previsioni. Ho conosciuto anche Alessio Taverniti, che ha organizzato la serata alla perfezione. Quello che più mi ha entusiasmato è stato il pubblico partecipe ma mai oltre il normale tifo. I pugili hanno dato il meglio, gli ultimi due incontri, hanno offerto spettacolo assoluto, riportandomi alle imprese del passato. Anche il sindaco è rimasto sorpreso in modo positivo della serata. Visto il successo non è da escludere un bis.”                                              In effetti, sulla carta l’assenza così prolungata del pugilato a Merate, poteva rappresentare un handicap per il buon esito della serata. Nella realtà, la risposta è stata superiore alle previsioni e oltre 500 appassionati si sono presentati ad assistere all’evento, che non ha tradito le attese. Già l’apertura della serata col doppio confronto riservato ai dilettanti, è stata accolta con grande partecipazione.  Nel primo confronto, il ragazzo di casa Mattia Maldi, sulla soglia della laurea in architettura, nonostante l’impegno ha dovuto lasciare al vittoria all’allievo della Rocky Marciano, il combattivo Tullio Forneris, mentre Alessandro Caiafa, altro allievo di Taverniti, ha ottenuto una bella affermazione contro Shady Abdou della Domino di Pino Caputo, bene impostato, ma che a gioco lungo ha dovuto dare il passo a Caiafa, più concreto e resistente. Tra i professionisti inizia il giovane gallo mancino Alexandro Foglia (4), 20 anni, seguito all’angolo da papà Salvatore che gestisce la palestra Gladiator a Vanzago, contro Aziz El Ghoniyal (0-6), marocchino residente nel bresciano, che inizia alla grande assalendo il giovane rivale, usando non solo i pugni, ma anche tenute e colpi scorretti. L’arbitro lascia correre per diversi round, poi si sveglia e cerca di frenare gli eccessi di Aziz, che nel frattempo, calmati i bollori, inizia a subire l’offensiva più ragionata di Foglia, usando scorrettezze plateali. Nel quarto round arriva sia pure tardivamente, il primo richiamo e poco più avanti anche le squalifica, per un gesto offensivo di El Ghoniyal, probabilmente giunto alla fine delle riserve atletiche. Un test utile per Foglia, bene impostato ma ancora molto ingenuo. Il supergallo Christian Chessa (2), 19 anni, allievo di Franco Cherchi alla OPI, dal passato in maglietta ricco di soddisfazioni, compresi titoli e presenze agli europei giovanili, atleticamente bene strutturato, concede all’inglese Braidon Pace (1-4) residente a Malta, meno di un minuto. Centrato dal destro pesante al mento, finisce seduto sul tappeto, incapace di rialzarsi dopo i 10”, frastornato dal colpo micidiale, raccogliendo il quarto KO al passivo. Chessa ha mostrato la maglietta con la scritta Forza Daniele, ricordando la battaglia di Scardina, per uscire dal tunnel in cui è scivolato. Incoraggiamento raccolto da tutti i presenti.  Il welter Francesco Sarchioto (16-2), 28 anni di Anzio, professionista dal 2017, ha debuttato in Lombardia, risalendo sul ring, dopo la pesante sconfitta subita da Francesco Russo (13-2) per il tricolore superwelter a Roma a fine ottobre. Un rientro soft nelle previsioni e nei fatti. Il non più verde Dione Galea (3-6), oltre le 40 primavere, la cui carriera iniziata nel 2007 con due incontri persi, stop fino al 2010 e 2011, dove disputa e vince tre incontri sempre a Malta dove risiede. A quel punto Galea sparisce dal ring, per ricomparire nel 2021, boxando in Italia tre volte con altrettante sconfitte. La quarta volta non cambia la tendenza negativa. Centrato al primo round da un destro preciso, viene contato e finisce la ripresa in stretta difesa. Al suono del secondo gong, denuncia un fastidio al braccio destro che a suo dire, giustifica l’abbandono. Unica nota speciale, l’estemporanea coda di cavallo tipo rasta, di dubbio gusto estetico.                                                                                                                                                        Amici fuori dal ring, i supermedi Daniele Reggi (5), 24 anni, dal pugno pesante, come dimostrano i tre KO messi a bersaglio e Marcello Muccio (0-0-2), 28 anni, si sono affrontati sui sei round, offrendo pugni e spettacolo a iosa. Ignorando la lunga distanza, hanno scelto lo scambio corto all’americana, scambiandosi tonnellate di pugni. Alla fine ha prevalso la migliore impostazione tecnica dell’allievo di Taverniti, nonostante la generosità di Muccio, famiglia salernitana, allenatosi nel gym di Giacobbe Fragomeni, che ha disputato il match della vita, reagendo fino all’ultimo secondo della sfida. Verdetto giusto, anche se il pari non sarebbe stato uno scandalo. Conclusione alla grande, col match clou riservato ai leggeri Grimaldi ed El Badaoui, in palio il titolo del trofeo nazionale messo in palio dalla FPI, che promuoveva il vincitore al passaggio nella prima serie, quindi nell’élite della categoria. Biagio Grimaldi (5-1), 21 anni, cinisellese cresciuto all’ombra della Rocky Marciano, sotto le cure di Biagio Pierri, che annovera nel suo curriculum la scoperta di Roberto Cammarelle, oro olimpico e mondiale, il dilettante italiano più medagliato in assoluto. Passato pro, si è affidato alle cure del maestro Franco Cherchi (Opi Gym), un passato di altissimo livello da professionista, campione d’Europa, dalla boxe elegantissima e da anni apprezzato insegnante, allenando alcuni dei più quotati professionisti italiani. Grimaldi da pro è cresciuto parecchio, superando nel precedente incontro, il promettente romano Manolo Baccini a sua volta dal record immacolato e conquistando nell’occasione la finale del Trofeo federale. L’avversario della finale è stato Darwin El Badaoui (2-2-1), nato e residente a Rivoli, papà tunisino, mamma piemontese, dal record modesto solo in apparenza.  Perde al debutto nel maggio 2021 da Valerio Nocera che ha già disputato sei incontri, quattro vinti. Il match seguente lo disputa a Ginevra in Svizzera, il 18 novembre 2021 contro Bryan Venant Fanga (6-1-1), camerunense di 28 anni, beniamino di casa e lo spedisce KO al secondo round.  La seconda sconfitta a Roma, ad opera di Armando Casamonica (9) a fine marzo 2022, che fa valere la maggiore esperienza. Lo scorso dicembre concede la rivincita a Fanga e ottiene un pari molto casalingo sui sei round. Per questa sfida, il maestro Antonello Grandelli e il suo aiutante Salvuccio Consoli, della Boxe Nichelino, hanno studiato le caratteristiche di Grimaldi, preparando Darwin a contrapporre le giuste contrarie per batterlo. “Siamo abituati a preparare i nostri ragazzi conoscendo la tipologia tecnica dell’avversario. Così è stato contro Grimaldi, pugile molto forte ma monotematico, frontale e quindi abbiamo preparato Darwin sulla mobilità e sulla velocità. Cosa che ha eseguito in modo perfetto per tutto l’incontro”.  Nei dilettanti con quale palestra ha combattuto? “Proviene dalla Boxe Grugliasco e quando nel 2021, a 22 anni, è passato pro, arrivando da noi, aveva alle spalle oltre cento incontri. Debbo dire che è un ragazzo esemplare, in palestra è anche un esempio per i più giovani. Ha grandi doti e può crescere ancora. Contro Grimaldi ha avuto qualche momento difficile, ma è stato bravissimo a superarlo con abilità. Adesso puntiamo al titolo assoluto”.                                                                                                                                                                   Sul ring Darwin ha sfruttando alla grande le qualità di rimessista, veloce di braccia e mobile sulle gambe, oltre alla grande resistenza sulle otto riprese, dove Grimaldi ha imposto un ritmo forsennato, inseguendo l’avversario per tutta la durata del match. Il merito del vincitore sta nella lucidità tattica, anticipando nelle riprese iniziali, resistendo in quelle centrali e replicando in quelle finali, dove si pensava pagasse il prezzo dello sforzo. Un successo meritato, anche se Grimaldi merita gli applausi come il vincitore, non fosse altro per la generosità dimostrata. Purtroppo gli è mancata la lucidità tattica che il suo maestro Cherchi gli ha consigliato fin dal primo round. Non doveva avanzare frontale, ma muoversi sul tronco, entrando a corta distanza col minimo danno. Quando l’ha messa in pratica ha vinto i round (tre), diversamente era l’ospite a spuntarla come è stato per cinque riprese. Ripagandosi con la velocità alle bordate del rivale e legando abilmente quando andava in difficoltà. Se le sconfitte servono per crescere, mai come questa è stata utile. In un’eventuale rivincita non è da escludere il capovolgimento del verdetto, avendo Grimaldi margini di miglioramento notevoli. Di sicuro il pubblico si è divertito, assistendo ad una sfida di alto contenuto tecnico. Visto il successo non resta che augurarci un bis a Merate che scopre la boxe dopo 24 anni e la festeggia nel modo migliore con un successo di pubblico e di spettacolo.

Giuliano Orlando