Sperandio e la Cecchi, doppio tricolore romano. Il 27 novembre mondiale a Fondi

Pubblicato il 22 novembre 2020 alle 21:00:31
Categoria: Boxe
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Davide Buccioni ha messo a segno il primo colpo organizzativo di questo travagliato periodo, dove l’obbligo delle mascherine e del distanziamento, fotografano un reale clima di guerra, con l’aggravante che il nemico è un fantasma inafferrabile, diabolicamente vigliacco e subdolo, capace di colpire senza mai apparire. Offrire sport è il segnale di non volersi arrendere, semmai di accettare la sfida per vincerla. Tra l’altro l’organizzatore romano col Covid19 ha già ingaggiato un duello feroce nella prima ondata e averlo vinto, gli ha dato la spinta per non cedere mai. Il cartellone che la BBT Boxing Team ha allestito al Palasantoro di Roma, ha mantenuto la premesse, offrendo lo spettacolo che il sito FPI e Gazzetta it, hanno offerto agli appassionati. Il sito rosa in verità ha avuto molti problemi tecnici, lungo la trasmissione, al contrario del sito federale che ha completato il servizio con interviste ai protagonisti. Il clou puntava sul doppio tricolore. I protagonisti non hanno tradito le attese e i favoriti hanno centrato il bersaglio.  Nei mediomassimi si doveva colmare il vuoto lasciato da Davide Faraci, che lo aveva conquistato nel giugno 2019 a Udine, stoppando il detentore Nicola Cirelli al settimo round. Dopo averlo difeso a Firenze il 27 novembre 201, superando il non più verde Vigan Mustafa, 44 anni, origini del Kosovo, ma da decenni nella città del Giglio con la famiglia, fermato all’ottavo tempo per ferita, Faraci lo lasciava vacante. Da allora la cintura ha fatto la parte della bella addormentata. L’incarico di risvegliarla lo ha assolto il romano Adriano Sperandio (11-1), 32 anni che ha nettamente superato il cosfidante Luca Spadaccini (6-1-3), abruzzese di Pescara e allievo della Diodato.  Match più accademico che agonistico. Sperandio che possiede un ottimo tasso tecnico, purtroppo privo di potenza, ha attuato la giusta tattica di sfruttare la maggiore velocità e precisione, colpendo sia dalla corta che dalla media distanza, essendosi reso conto che i lunghi sinistri non avrebbero frenato gli attacchi di Spadaccini, confermatosi coraggioso ma dotato di un modesto repertorio offensivo. Dieci round in fotocopia, non monotoni ma neppure spumeggianti, dominati da Sperandio, salvo un paio di riprese, nelle quali il romano si è riposato. Spadaccini non è mai stato in partita e i suoi ganci quasi sempre fendevano l’aria e quando arrivavano mancavano di esplosività. Confesso che ritenevo l’abruzzese in grado di dare più consistenza alla pressione, come aveva fatto nei precedenti incontri. Contro Sperandio è sempre stato in ritardo, dando al nuovo campione poche occasioni di preoccuparsi. Ho scritto match accademico, perché il romano non ha mai forzato, mantenendo un ritmo costante e la giusta mobilità, senza sforzarsi più di tanto, consapevole di non poter vincere prima del limite, ma sicuro di avere l’autonomia per diventare campione italiano, con largo margine come testimoniano i punteggi: 98-93; 97-93; 98-92. Traguardo raggiunto grazie al suo team e al padre, che lo ha sempre sostenuto fin dai primi passi sul ring.  A 32 anni, coglie quel titolo che aveva solo sfiorato nei dilettanti: argento nel 2012 e 2013, battuto da Manfredonia e Rosciglione in finale, mentre nel 2011, il pugliese Capuano lo superava all’esordio. Lo stesso percorso dell’altra romana Maria Cecchi (5), 25 anni, nei supergallo, nel confronto con la concittadina Anna Lisa Brozzi (2-2), 26 anni.  Dieci round dalle due facce. La prima assai prudente da parte di entrambe, il cui studio reciproco significava scarsa operosità e quindi la stagnazione dello spettacolo, anche se la Cecchi in questa fase riusciva a mettere qualche colpo in più. La seconda parte ha visto la volontà delle due nel cercare la strada del successo, con l’unico metodo valido: portare colpi a bersaglio. Pure in questo frangente la mancina Cecchi, mostrava una scelta di tempo migliore, cogliendo vittoria e tricolore. Anche lei, come Sperandio, aveva fallito in maglietta.  Statisticamente le due cosfidanti, nelle dilettanti hanno percorso un tragitto abbastanza speculare, con tre presenze agli assoluti. La Brozzi debutta ai tricolori nel 2015, con la Olimpic Romans Boxe, ci riprova nel 2016 ancora senza esito positivo e finalmente nel 2018, (57 kg.) coglie il bronzo sul ring di Pescara nei 57 kg. in parallelo con la Cecchi, allieva dell’Accademia Roma Est, che la imita nei 54 kg. In precedenza ci aveva provato inutilmente nel 2016 e 2017.

Per Davide Buccioni, un ulteriore titolo a rafforzare lo potenza di fuoco della scuderia, che venerdì 27 novembre a Fondi (Latina) mette sul ring il suo pezzo migliore, l’imbattuto superpiuma Michael Magnesi (17) contro l’esperto e validissimo Patrick Kinigamazi (32-2), 37 anni, ruandese di nascita, ma residente in Svizzera dal 2002, a Thones, Cantone di Ginevra, lingua francese, confinante con Annecy, la cittadina capitale dell’Alta Savoia in Francia, tesserato per la Federazione elvetica ancora dilettante, mantenendo sempre la nazionalità africana. In palio il mondiale IBO vacante. La riunione sarà visibile in Prime Time su Sportitalia (Can. 60 DT e Can. 560 in HD) a partire dalle ore 21.00 e - in diretta streaming – sia sul Canale Ufficiale Youtube della F.P.I. che su Gazzetta.it. La serata ha visto il rientro del già campione italiano dei medi, Khalil El Harraz (13-1-1), 27 anni, nato a Rimini, residente a Roma da anni, fermo dalla sconfitta rimediata a Vienna il 23 novembre 2019 e non in Germania, contro lo spagnolo residente in Austria, Marcus Nader (22-1-1), per l’Internazionale IBF. La lunga sosta non lo ha arrugginito, mostrando sul ring velocità e precisione, contro un mestierante come il croato Ivica Gogosevic (12-34-2), 36 anni, pro dal 2013, che ha capito subito di doversi preoccupare non tanto di perdere, ma di farlo nei previsti sei round. Dopo il conteggio subito nel secondo round, ha fatto il maratoneta, evitando lo scontro diretto, riuscendo a finire in piedi. Per El Herraz, un buon allenamento, in vista di prove più impegnative. Il supergallo Cristopher Mondongo (8-2), 30 anni, pro dal 2017, cioccolatino di Roma, invece del previsto Antonio Mennillo ( 3-1), 23 anni, campano di Gioia Sannitica, ottimo dilettante, che dopo 3 vittorie, sale nei superpiuma e il 7 agosto a Grosseto, finisce KO al secondo round contro il mancino di Tarquinia, l’imbattuto Christian Gasparri (5) uno dei giovani (21 anni) migliori. Al suo posto è arrivato il greco Paris Stavropoulos (2-2), residente a Londra, che nel primo round dimostra di saperci fare e di avere mestiere da vendere. Purtroppo, nel secondo round, subisce uno stiramento al braccio sinistro e questo lo condiziona. Nel terzo round, deve arrendersi definitivamente. A questo punto, il 4 dicembre a Livorno, Mondongo sarà spettatore in prima fila, essendo lo sfidante del vincitore tra il locale Jonathan Sannino (12-1-1), 27 anni, ottimo tecnico e il romano Giovanni Tagliola (7-5), 25 anni, reduce da ben tre sconfitte consecutive!  Su questa scelta ci sarebbe da rifletterci e non poco, ma è inutile cercare il dialogo con i sordi. Mario Loreni mi ha informato di aver inviato la sfida del suo Mattia De Bianchi (10), ma di non aver ricevuto alcuna risposta. La sfida livornese assegna la cintura vacante, dopo che Alessio Lorusso è sceso nei gallo. Tra Sonnino e Mondongo c’è un precedente importante: il 14 dicembre 2018 a Roma, il livornese che era avanti nel punteggio, finiva KO al sesto round, unica sconfitta in carriera. La possibile rivincita dovrebbe risultare al gusto tricolore. Debutto vincente del superwelter Cristiano Perrone (1), il nuovo acquisto della BBT, 21 anni e molte vittorie per KO nei dilettanti. Il test proposto, Dario Borosa (1-8), croato di 23 anni, residente in Belgio, ha badato esclusivamente a limitare i danni. Riuscendo a chiudere i quattro round in piedi.  Il romano ha fisico e forza, ma anche tanto da imparare a cominciare dal movimento del busto. Avanzare frontalmente, può starci contro un Borosa, diverso il rischio contro avversari che replicano con la stessa moneta. Ne sa qualcosa il supermedio Francesco Russo (8-1), la stessa struttura di Perrone, finito clamorosamente KO a Roma, il 30 luglio scorso di fronte al modesto abruzzese Gianmarco Ciofani, che ha semplicemente allungato il destro e Russo gli è finito contro. Perrone era al debutto e quindi ha tutto il tempo per migliorare la tecnica, visto che la struttura è di prima qualità. Davide Buccioni, archiviata la pratica del doppio tricolore, è chiamato al prossimo appuntamento del 27 novembre, Dove il suo Michael Magnesi tenta di ridare all’Italia un mondiale che manca dal 2016. Titolo conquistato dal romano Giovanni De Carolis (28-9-1), 36 anni, ancora in attività, diventato titolare WBA supermedi il 9 gennaio di quattro anni fa, sul ring di Offenburg, battendo il tedesco Vincent Feigenbutz (32-3) ko all’11° round, difendendolo il 16 luglio a Preuzlauer Berg, sempre in Germania, pareggiando contro Tyron Zeuge (24-1-1). Purtroppo a distanza di quattro mesi, il 5 novembre 2016 a Postdam, dovette cederlo allo stesso Zeuge. L’augurio è che un altro romano, sappia ripetere l’impresa vincente.

Giuliano Orlando