Sfide mondiali negli Usa, con tanti cubani protagonisti. Zara tenta l’europeo Silver

Pubblicato il 8 dicembre 2023 alle 13:12
Categoria: Boxe
Autore: Redazione datasport.it

 

Sfide mondiali negli Usa, con tanti cubani protagonisti

Zara tenta l’europeo Silver

di Giuliano Orlando

In abbinata con la Convention, WBA, l’8 dicembre, boxe al Caribe Royale Hotel di Orlando in Florida. Il presidente dell’ente Gilberto Mendoza dopo la “Notte dei campioni” di venerdì, ha annunciato altri eventi che si concluderanno il 16 dicembre a Conakry in Guinea. In questa occasione si è affidato alla BoxLab Promotion di Shane Shapiro, che ha sotto contratto numerosi cubani, portoricani e venezuelani. Clou affidato al caraibico Kevin Hayley Brown (3-0), 29 anni di Camaque, pro dal 2022, dopo una carriera in maglietta iniziata nel 2009 a 14 anni, proseguita fino agli inizi del 2022. Nel 2012 in Armenia, vinse l’oro iridato da youth e pur militando a lungo nella nazionale, una sola volta ha vinto il titolo nazionale, nel 2019 a Camaguey dove è nato nel 2004, trovando negli altri tentativi avversari di valore che lo hanno superato, quali Yudel Johnson, Andy Cruz, Yasnier Toledo Lopez, Jorge Moiran e soprattutto Roniel Iglesias vincitore tre volte su cinque confronti. Per trovare spazio nella nazionale, dovette attendere fino al 2021 titolare ai mondiali di Belgrado, dove si fermò sulla soglia del podio per merito del georgiano Guruli, con un verdetto di 3-2, molto discusso. Passa pro il 21 agosto 2022, mettendo KO al secondo round Jose Alberto Gazo (31-14-1), 40 anni del Nicaragua. Combatte sempre a Orlando. Per la quarta fatica, affronta lo stagionato dominicano Marcos Leonardo Jimenez (25-10), 37 anni, attivo dal 2005, alternando vittorie e sconfitte. Altri cubani sul ring.  Il leggero Idalberto Umara (11-1), 22 anni, oro iridato youth nel 2018, battendo il quotato russo Popov in finale. Pro dal 2021, risiede a Miami. Per lui c’è Fradimil Macayo (16-1), 26 anni, mancino venezuelano, della stessa scuderia. L’ambizioso medio Yoan Urrutia (13) 27 anni, pro dal 2021 incrocia i guantoni col più giovane domenicano Euri Cedeno (6-0-1), 24 anni, titolare ai Giochi 2021 dove giunse ai quarti, un guerriero che non sale sul ring per fare la vittima designata. Il longilineo Hugo Noriega (9-1), superwelter di 1,90, 33 anni, pro dallo scorso ann, (unica sconfitta contro il connazionale Damian Lescaille (6), mancino di 24 anni, residente a Miami), trova Abass Baraou (13-1), debuttante negli USA, rivale per nulla facile. Il tedesco, cosfidante all’europeo, è reduce dalla vittoria dello scorso marzo in Inghilterra, contro Ferenc Katena (11-13-3), romeno di nascita, inglese di residenza. Nel ricco cartellone anche i gallo Opeyemi Adeyemi (9-0-1) nigeriano di 23 anni, pro dal 2018 al debutto negli USA, opposto al portoricano Jason Vera (6-5) pro dal 2013, dall’attività scarsa. L’imbattuto Guerra Vargas (6), pro dal 2019, arriva dal Portorico e affronta il connazionale Pedro Hernandez (7-16-1), 37 anni, pro dal 2006. 

Venerdì suona il gong anche a Calangianus (Sassari) col gemellaggio calcio-boxe. In attesa del derby nel campionato di Eccellenza tra Calangianus e Tempio Pausania allo stadio "Signora Chiara", l’intrattenimento tocca al pugilato, che presenta il beniamino di casa Christian Zara (10-2) 26 anni, pro dal 2019 contro il basco Sebastian Perez (14-3-1), 27 anni pro dal 2015, in gioco il vacante EBU Silver, che ha sostituito l’Unione Europea. I due segni negativi per il sardo portano il nome di Vincenzo Picardi (10), 40 anni, che vedremo impegnato, si fa per dire, contro Nestor Maradiago (9-19-2), 22 anni del Nicaragua, residente dal 2020 a Venezia, professionista dal 2016 a 15 anni. L’inossidabile Vincenzino bloccò l’ascesa di Zara il 6 agosto 2021 a Stintino per la cintura tricolore e il 25 novembre 2022 a Mantova per l’allora UE. Lo spagnolo è andato a vuoto due volte per l’UE e una volta per l’europeo assoluto, disputato a Monza nel novembre 2022. Riporto il commento che pubblicai sull’evento sempre su Data Sport. 

“Un Lorusso ad orologeria ha spedito lo spagnolo Perez KO al 12° e ultimo round, dopo averlo dominato per tutto il match, diventando il nuovo campione d’Europa dei pesi gallo, titolo vacante. Questo almeno per tutto il pubblico e penso anche per gli spettatori che l’hanno seguito in televisione. Ma dietro questo successo meritatissimo, ci sono ombre sia pure non ufficiali, ma molto credibili, che hanno il sapore della beffa sfiorata. Chi ha visto i cartellini dei tre giudici, assicura che al penultimo round, uno aveva sei punti e l’altro due per lo spagnolo, il terzo segnava un punto per Lorusso! Se questo è vero, siamo al punto in cui l’EBU è arrivato al fondo di un tunnel senza ritorno. Cosa sarebbe successo se si fosse andati ai punti, con la vittoria di Perez? Come avrebbero reagito i tanti spettatori, straconvinti del largo successo del loro beniamino? Ci chiediamo come possono essere designati questi giudici inadeguati o in malafede. Per la precisione erano il belga Daniele Van De Wile che ha arbitrato mondiali importanti, ma forse è arrivato al capolinea, il lettone Vladislav Kadikis (ci chiediamo se valeva il costo di una strasferta niente male, per un soggetto tanto incapace)  e il francese Cristophe Fernandez.  Arbitro lo svizzero Fabis Guggeheim, supervisore l’altro svizzero Pete Stuki di provata esperienza. Ci chiediamo cosa scriverà nel rapporto sui giudici. Il match si è snodato senza emozioni nel senso che Lorusso con apparente facilità arrivava al bersaglio colpendo preciso lo spagnolo, con un rapporto di dieci a uno. Perez più basso non è mai arrivato a chiudere la distanza e a colpire preciso un Lorusso troppo rapido negli spostamenti e in assoluta tranquillità. E’ vero che non forzava, ma i pugni arrivavano sia sul viso che al corpo di un Perez, tecnicamente molto limitato. Personalmente avevo quattro punti per Lorusso ed ero stato molto severo con l’italiano. Questa EBU va commissariata e riformata! Dopo 15 anni, ovvero dal 2007, l’Italia torna sul trono europeo”.                                                                            Credo che non servano altri commenti.

Confronto rovente al Chase Center di San Franciso (USA), domani 9 dicembre. Il californiano di San Francisco, Devin Haney (30), 25 anni, pro dal 2015, a 16 anni, re incontrato nei leggeri dal 2019, una carriera senza macchia da predestinato, ha deciso di salire di categoria. In precedenza ha superato tutti gli avversari con facilità, da Gamboa a Linares e Diaz, è andato a prendersi in Australia a Melbourne le tre cinture che gli mancavano (IBO, WBO e WBA) battendo due volte George Konbosos (21-2), che le aveva sfilate ad un certo Teofimo Lopez (19-1), non uno qualunque. L’ultimo sfidante è stato l’ucraino Lomachenko, che pur battendosi bene, ha fallito l’attacco alle cinture. Adesso Haney ha deciso di salire nei superleggeri, sfidando Regis Prograis (29-1), 34 anni, pro dal 2012, nato a New Orleans in Luisiana, campione WBA nel 2019, cintura perduta in Inghilterra contro Josh Taylor (19-1). Il 26 novembre dello scorso anno a Carson (USA), battendo il mancino californiano Josè Zepeda (37-4), 34 anni, per il WBC, torna al vertice. La difesa contro il portoricano Danielito Zorrilla (17-2), portoricano di 30 anni, sul ring di New Orleans, è più impegnativa del previsto e un giudice assegna la vittoria allo sfidante. Per sua fortuna gli altri due lo salvano. I pronostici per la difesa contro Haney non gli concedono scampo. Semmai scommettono sul round in cui si arrenderà. Il campione fa spallucce e replica: “Avete letto il suo record? Dal 2019 ha sempre concluso ai punti. Io sono un superleggero naturale, lui ci prova. Inoltre il mio pugno punge di più. Al peso l’ho guardato negli occhi e non aveva il fuoco del vincitore”. Addirittura pensa alla prossima difesa, magari contro Subriel Matias (20-1), il portoricano di 31 anni, che ha difeso a novembre la cintura IBF, costringendo alla resa del sesto round, l’uzbeko Shohjahon Ergashev (23-1) 27 anni, pro dal 2015, primi incontri in Russia, poi l’arrivo negli USA, dove colleziona vittorie importanti, al punto di giungere alla sfida con Matias da favorito. Ma il ring racconta una storia diversa. Da seguire il cubano Andy Cruz (1), 28 anni, un curriculum in maglietta da fuoriclasse, oro a Tokyo nei leggeri, tre volte campione del mondo (Amburgo 2017, Ekaterinburg 2019 e Belgrado 2021). Nel giugno 2022 tenta di lasciare l’isola, ma viene bloccato dalla polizia, su soffiata anonima, sospeso a vita dall’attività sportiva. A fine 2022, lascia regolarmente Cuba e si trasferisce nella Repubblica Dominicana. La Matchroom di Eddie Hearn lo mette sotto contratto e domani disputa il secondo match da pro. L’avversario scelto è il messicano Jovanni Straffon (26-5-1), 30 anni, pro dal 2010, ex IBO nel 2021, mancino dal sinistro pesante, come indicano i 19 KO messi a segno su 26 vittorie. Un test impegnativo per l’emergente Cruz, deciso a bruciare le tappe.  Anche in Florida nella struttura Charles F. Dodge City Center a Pembroke Pines, il protagonista è un cubano: Robeysy Ramirez (13-1), 29 anni, pro dal 2019, dopo una carriera da dilettante con questi numeri (126+ 23-) dal 2009 al 2018, fra le poche sconfitte, una nel 2012 ad Assisi la subì contro Vincenzo Picardi, con doppio oro a cinque cerchi (2012 – 2016) ma due mondiali falliti.  Da pro, dopo l’esordio negativo, battuto da Adan Gonzales (5-4-2) nel 2019, Ramirez non ha più conosciuto sconfitte. A Pembroke Pines, difende la cintura WBO dall’assalto del messicano di Guadalajara, Rafael Espinoza (21), 29 anni, pro dal 2013, attività svolta quasi totalmente in Messico. Pronostici netti per il campione, che potrebbe arrivare alla sfida stellare contro il giapponese Naoya Inoue (25), 30 anni, pro dal 2012, il fenomeno assoluto, che il 26 dicembre in Giappone a Tokyo, difende la due cinture (WBC, WBO) supergallo che detiene e tenta di scalzare le altre due (WBA, IBF) dai guantoni del filippino Marlon Tapales (37-3).                                                                                                                 Mi sposto a Dubai negli Emirati Arabi, all’Agenda Arena, dove il campione di Rio 2016, il russo Yevgeny Tishchenko (12-1), contro il tedesco Leon Harth (22-5-1), nato in Armenia, si giocano la cintura WBA dei supercruiser, categoria appena istituita.                                                                                                    Secondo successo per la peso piuma Giulia Lamagna (2) sul ring della palestra Massimo Rivetti di Biella, davanti ad un buon pubblico che l’ha incoraggiata verso una convincente vittoria. La toscana Antonina Cuti (0-6) nonostante l’età non più verde, oltre le 40 primavere, si è dimostrata rivale tenace e mai doma, che ha lottato fino al termine dei sei round. “Sono sulla buona strada, il professionismo è la giusta scelta per il mio futuro. Onore alla mia avversaria, che aveva anche mani pesanti. Averla battuta in modo netto, mi conforta”.

La Lamagna argento europeo U22, tricolore dilettanti 2020, argento 2019 e 2021 e bronzo 2022.

Si svolgerà il 5 aprile 2024 a Bologna, il primo titolo femminile EBU Silver pesi leggeri, allestito dalla Promo BoxeItalia di Mario Loreni. La sfida riguarda Pamela Noutcho Sawa (6) campionessa italiana e la britannica Barker Porter. (7-2), 29 anni di NewCastle.

Giuliano Orlando