Scattati i mondiali infarciti di professionisti con USA, Inghilterra e Irlanda assenti.

Pubblicato il 2 maggio 2023 alle 14:05
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

 

Scattati i mondiali infarciti di professionisti con USA, Inghilterra e Irlanda assenti.

L’IBA in guerra col CIO a colpi di miliardi

di Giuliano Orlando

Se l’antico proverbio che afferma come le bugie abbiano naso lungo e gambe corte, divenisse realtà, i quadri alti dell’IBA dovrebbero essere popolati da soggetti con gli arti inferiori ai minimi termini e nasi alla Pinocchio. Nel presentare i mondiali scattati il primo maggio a Tashkent in Uzbekistan, leggo nel comunicato pubblicato dalla FPI, la presenza di 104 nazioni e 640 atleti. Poi vado a vedere i numeri veri e riscontro che le nazioni sono addirittura 107 ma i pugili solo 538, addirittura 102 meno di quanto annunciato. Restando sotto i mondiali di Baku 2011, con 113 nazioni e 570 pugili e addirittura di Milano 2009 con 555 pugili in sole 11 categorie contro le 13 attuali. Ma, oltre all’assenza di USA, Inghilterra e Irlanda fra le protagoniste del passato, va osservato che ben 61 nazioni sono presenti da uno a quattro atleti, assommando nel totale 143 pugili, con una media di poco superiore ai due atleti a testa. Non fosse per Russia, Cina, Azerbajan, Cuba, Uzbekistan, Kazakistan e Kyrgykystan, presenti al completo, il grande appuntamento risulterebbe ben sotto le attese, nonostante la sirena di premi milionari: 200.000 dollari per l’oro, 100.000 all’argento e 50.000 al bronzo. Raddoppiati rispetto all’omologa rassegna femminile, alla faccia della parità di merito. Perdendo inoltre l’occasione di spalmare un monte premi enorme, riconoscendolo a più atleti. Riprendo quanto scritto in un mio precedente articolo.  “Considerato che ai mondiali maschili il montepremi è di 5 milioni e 200.000 dollari, molto più lungimirante sarebbe stato riconoscere l’impegno a 16 atleti per categoria, quelli giunti a ottavi e quarti e non solo ai quattro del podio. Senza alterare il montepremi. Mantenendo i 100.000 dollari per l’oro, 50.000 all’argento e 25.000 per il bronzo, riconoscere 20.000 dollari ai quattro giunti ai quarti e 10.000 agli otto arrivati agli ottavi. Questo per le 13 categorie di peso. Ognuna delle quali sarebbe costata 400.000 dollari. Il totale assomma a 5 milioni e 200 mila dollari. L’esatto montepremi previsto, che avrebbe assicurato a 208 atleti un tangibile riconoscimento, invece di ridurlo a soli 52”.                                                                                                                                                                            Da Abu Dhabi, il presidente dell’IBA ha sparato la bordata del secolo. Ai mondiali 2024 raddoppieranno i premi per il podio: 400.000 $ per l’oro, 200.000 l’argento e 100.000 il bronzo. E dal 2007 l‘IBA paga un milione al primo, mezzo milione al secondo e 250 milioni sempre di dollari ai terzi. Vi sembra normale? Se è vero che l’IBA fa parte delle 76 federazioni, riconosciute dal CIO, c’è un pesante punto interrogativo: l’IBA è sospesa dal 2019, per essere venuta meno a diverse normative di comportamento. Non solo, diverse nazioni a cominciare dagli USA, sono almeno una trentina decise a staccare la spina dall’IBA, entrando nel nuovo ente (WBO). Il russo Umar Kremlev presidente dell’IBA ha lanciato la sua offensiva a colpi di miliardi a lungo termine, ma potrebbe aver fatto i conti senza l’ospite, ovvero la GAZPROM (azienda russa parastatale, con la partecipazione di Putin), elemosiniere dell’ente che in prospettiva potrebbe avere problemi finanziari. Il segnale, anche se può apparire strano, arriva da Cuba, che per la prima volta non ha fatto la grande sfilata del Primo Maggio, nel segno del partito comunista che ancora resiste nell’isola. Colpa del cattivo tempo, il motivo ufficiale. In realtà a Cuba manca la benzina da tempo e le sanzioni contro la Russia, per l’invasione dell’Ucraina, stanno creando problemi all’isola, che non riceve il carburante, costringendo i trasportatori a code di giorni. Gli alleati come il Venezuela sono in crisi e la produzione interna è di bassa qualità. A questo punto anche Gazprom dovrà rivedere i piani in prospettiva e nel 2027 la situazione potrebbe precipitare e quindi anche l’IBA ne sarebbe vittima. Mancando lo sponsor cosa farà l’IBA? Tra l’altro alla vigilia dei Giochi di Los Angeles 2028, la situazione sarà già definita e il CIO sa benissimo che togliendo la boxe, subirebbe un danno sia d’immagine che di introiti televisivi, essendo il pugilato una delle discipline più gettonate. Tra l’altro, pochi giorni addietro uno sciagurato comunicato IBA, dava i nomi dei pugili che avrebbero partecipato alla preolimpica di Cracovia, con errori a dir poco madornali. Ricordando che le federazioni nazionali, i loro pugili, arbitri e giudici, non possono in alcun modo partecipare che non sia sotto il nostro controllo preventivamente approvato dall’IBA. Inoltre l’ente è infuriato perché non conosce i nomi di arbitri e giudici, un centinaio circa, che hanno aderito alla preolimpica. Ignorando volutamente che l’IBA con la rassegna in Polonia e in tutte le altre preolimpiche non c’entra nulla. Di competenza del CIO, che il 22 maggio 2019 ha tolto all’IBA la gestione dei Giochi e il 24 giugno 2022 ha confermato tale sospensione anche per Parigi 2024. Di questo passo, sarà ben difficile che l’IBA rientri nell’alveo olimpico. E potrebbe addirittura essere fuori dal CIO, sostituita dalla World Boxing, il nuovo ente del quale fanno parte una dozzina di nazioni, favorevoli al mantenimento della boxe ai Giochi in sintonia col CIO. L’Italia è presente ai mondiali con sei pugili, 51: Alessio Camiolo, 57: Michele Baldassi, 60: Francesco Iozia, 75: Salvatore Cavallaro, 92: Abbes Mouhiidine, +92: Diego Lenzi. E un corposo seguito composto dal D.T.: Emanuele Renzini, dagli allenatori Gennaro Moffa e Giovanni Cavallaro, dal fisioterapista Fabio Morbidini e come Team Leader, il segretario generale dalla FPI Alberto Tappa. Di far parte della squadra ci aveva provato anche il professionista romano Mirko Natalizi (71 kg.) ma il tentativo è finito nel modo peggiore. Bocciato nel test per inserirsi nel gruppo, ha chiuso il rapporto con la OPI Since 82, con la quale aveva disputato 13 match con altrettante vittorie, perdendo anche la cintura Internazionale Silver WBC. Al momento come ha dichiarato il suo tecnico Stefano Vagni, si allena in una palestra di Acilia, con un nuovo promoter. Sottolineavo, mondiali infarciti di professionisti. La Francia ha iscritto il leggero Sofiane Oumiha, argento a Rio 2016, doppio oro iridato (2017 e 2021), tre match da pro e il mediomassimo Mathieu Bauderlique  (21-2), pro dal 2011, 33 anni, bronzo ai Giochi di Rio, già campione d’Europa (2021) e titolare dell’Intercontinentale WBA. Molto potente ma dalla mascella fragile. L’attuale campione italiano mediomassimi Dragan Lepei, lo mise KO in Francia nel 2017. La grande Cuba, ha inviato la squadra al completo, attratta da premi incredibili, di cui fanno parte quattro professionisti. Stessa scelta dell’Uzbekistan, col +92 Bakhodir Jalolov, presente ai Giochi di Rio 2016, fermato nei quarti, oro a Tokyo 2021, oro mondiale 2019 a Ekaterinburg in Russia. Un gigante mancino di metri 2.01, pro dal 2018, residente a New York, con 12 vittorie tutte per KO, che si presenta ai mondiali, per togliere ai dilettanti veri il premio, forte di una normativa che l’AIBA deliberò nel 2014, senza voler capire le nefaste conseguenze. L’avvio dell’Italia è stato, positivo con le vittorie di Baldassi nei 57 e iozia nei 60 che gli è valso l’ingresso ai 16°. Il primo ha superato il quotato francese Ladidi, il secondo il bielorusso Tunniyeu, con verdetto ai vantaggi. Iozia torna sul ring mercoledì contro il marocchino Hamout, mentre giovedì 4 maggio sarà la volta del mosca Camiolo opposto a Makhmetov del Burundi e del supermassimo Lenzi che incrocia il cubano Lopez, uno dei favoriti al podio. Venerdì tocca ancora a Baldassi contro il messicano Barreras e a Mouhiidine, argento uscente nei 92 kg. per arrivare agli ottavi dovrà battere il vincitore tra il kazako Oralbay e il bulgaro Pantaleev. Sabato sarà la volta del medio Cavallaro, bronzo a Belgrado.

Giuliano Orlando