La Russia domina la prima edizione EUBC Cup a Budva

Pubblicato il 16 ottobre 2023 alle 08:10
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

La Russia domina la prima edizione EUBC Cup a Budva.

Italia (2 agenti e 1 bronzo) sfortunata. Europei U22 a novembre in Montenegro

di Giuliano Orlando

Conclusa la prima edizione dell’EUBC Cup, svoltasi nella “splendida enclave” di Budva in Montenegro, come afferma il sito FPI, ignorando il significato del termine. L’ente europeo, presieduto da Ioannis Filippatos, che sta dimostrandosi lungimirante e innovativo, ha goduto del concreto sostegno finanziario del Presidente IBA, il russo Umar Kremlev, che aveva annunciato l’evento al Congresso Straordinario dell'EUBC tenutosi a Istanbul il 13 luglio scorso. Il cospicuo supporto finanziario assicurato ai pugili e non solo, allargato ai primi otto, come il sottoscritto aveva suggerito tempo addietro, non è stato inutile. L’IBA ha dato l’opportunità a ben 98 atleti di ricevere da un minimo di 1000 dollari (ai quattro esclusi dalle semifinali), 5000 ai quattro delle 13 categorie fermatasi alla soglia delle finali, 10.000 ai secondi fino ai 15.000, ai vincitori. Il totale dell’esborso supera di poco il mezzo milione di dollari, che aggiunti a quelli elargiti per l’ospitalità a molti atleti e nazioni, va ben oltre il milione di dollari. Cifra che al momento nessun altro ente potrebbe sostenere senza uno sponsor come Gasprom. Il richiamo ha fatto presa su una trentina di nazioni, in particolare la Russia che ha portato a Budva una squadra completa e molto forte, compresi alcuni campioni o vice nazionali in carica e un paio di giovani assai promettenti. Il bilancio di 4 ori. 2 argenti e 3 bronzi é comunque sotto le previsioni a conferma che il livello europeo è salito e non di poco e anche a Budva lo si è constatato. Cito lo spagnolo Escobar (57) e l’azero (60) Aliyev, capaci di battere Liashkov e Tovmasian e ancor più il moldavo Paraschiv (67) che elimina Idigov, campione nazionale russo in carica. Non solo: l’altro ispano Martinez (71) capace di costringere alla resa Skomorokha dopo neppure 3 minuti, oltre alla conferma dell’olandese Kraus, che supera nettamente il quotato Karmanov negli 80 kg. Segnali che la Russia non è più lo spauracchio di un tempo, anche se il suo bacino d’utenza resta enorme. I quattro vincitori russi sono molto bravi e a mio parere nei 48 kg. Soian non aveva perso contro il bulgaro Swebahtin. Del poker russo, oltre a Batlaev (51) e Bihamov (75) si sono distinti Kuznetson (54) vice campione nazionale e ancor più Mamedov (63.5) che domina da alcune stagioni in patria, vincitore al Golden Belt di Marrakesh, per ricordare solo l’ultimo successo. Mamedov impone agli avversari un ritmo offensivo infernale che lo porta al successo. Deludenti Shcheblykin (86) bronzo nazionale, dominato in finale dal bielorusso Alfiorau, dalla boxe essenziale, come il supermassimo Doronichev, sconfitto dall’austriaco Hagag, nato in Egitto, bronzo agli europei di Yerevan 2022, a sua volta dominato in semifinale dal croato Milun, che nel 2018 in Romania (U22) perse netto dal nostro Mouhiidine, allora diciannovenne. A proposito dell’azzurro, impedito a disputare la finale contro l’armeno Manasyan, battuto due volte in precedenza, deve molto all’arbitro romeno Ion Mihai, nella semifinale contro Khanapiev, il russo del Daghestain, nel Caucaso meridionale sul Mar Caspio, confinante con la Georgia, ritenuto il territorio più islamizzato in assoluto, oltre che poverissimo, dove scandali e attentati sono all’ordine del giorno. Lo scorso agosto un incendio doloso ad un distributore costò 35 morti e 65 feriti.  Mesi addietro la polizia intervenne con metodi pesanti ad una manifestazione contro l’arruolamento forzato dei giovani mandati a combattere in Ucraina. Khanapiev contro l’azzurro ha usato tutti i mezzi meno leciti: tenute, testate e colpi alla nuca in modo plateale. L’arbitro lo ha richiamato una dozzina di volte come farebbe un nonno al nipotino: bonariamente. Il risultato è stato che l’azzurro non ha potuto disputare la finale per il forte ematoma al naso. Perdendo l’opportunità di vincere il torneo e 15.000 dollari, ridotti a 10.000 come secondo

Altro particolare: a fronte del 30-27 di quattro giudici, l’ungherese Sandor Babai ha optato per un incredibile 29-28 al russo! Per chiudere, sarebbe opportuno che i suoi maestri insegnassero a Khanaiev ad essere più corretto e anche più educato, visto che dopo il verdetto è sceso dal ring senza salutare, ignorando anche il saluto di Aziz.  L’Italia ha portato al torneo 8 atleti guidati dai tecnici Sumbu Kalambay, Gennaro Moffa, Giovanni Cavallaro e dal fisioterapista Edoardo Capitanucci. Il bilancio non è esaltante, ma ci può stare. Serra (54) ha conquistato il bronzo, battendo nei quarti il magiaro Virban con sicurezza, poi ha trovato il bulgaro Radev, oro allo Strandja a Sofia, ottimo rimessista, che lo ha costretto ad inseguirlo, facendo il suo gioco. Nei 57 il campione italiano Iozia è uscito all’esordio, battuto in modo chiaro dal macedone Rustemovski, più deciso e continuo. Anche il leggero Canonico, subito fuori contro l’azero Aliyev che ha fatto valere un tasso tecnico superiore. In questa categoria ha vinto come da pronostico il francese Oumiha, da tempo pro, ori mondiali e argenti olimpici, unico transalpino sul podio dei quattro iscritti, impegnato in finale più di quanto dica il 5-0 col bulgaro Rosenov, altro oro allo Strandja, molto migliorato da quello visto agli europei 2022. Ottimo il torneo del barese Malanga, (67) giunto in finale battendo fior di avversari. Prima il serbo Abbasov, campione europeo, ai vertici russi prima di approdare in Serbia, poi l’azero Isgandarov e in semifinale lo sloveno Petric che aveva cercato il contatto duro a corta distanza. Evitato dall’azzurro, che purtroppo pagava le troppe testate che gli costavano il mancato ok medico per la finale. Dove poteva giocarsela col moldavo Parashiv, bronzo europeo 2022, dove venne battuto in semifinale da Abbasov 5-0. Resta comunque una prestazione superlativa. Nei 71 il Cavallaro più giovane (22 anni a novembre) ritrova il mancino israeliano Kapuler che aveva battuto agli europei in Armenia, sia pure di misura. A Budva si invertono le parti e Kapuler va avanti. Sorge spontanea la domanda del perché spesso gli altri migliorano e i nostri no. Eppure si allenano al meglio in tutti i sensi. L’altro Cavallaro, quello meno giovane (28 anni) passato tra gli 80 kg., batte il turco Aykutsun e lo spagnolo del Nord Africa Jalidov. Nei quarti affronta l’ennesimo russo passato in Serbia, l’esperto Mironchikov, sceso di categoria, disputando un match generoso con l’handicap delle ferite che lo condizionano. Si va ai vantaggi e tre giudici premiano Vladimir (5-2). Vincitore del torneo, superando in finale lo slovacco Csemez, con un verdetto molto dubbio. Mouhiidine, per arrivare in finale, oltre al russo, si era imposto sul turco Acar e lo spagnolo-cubano Reyes per l’ennesima volta, sia pure col brivido (bout review), denotando una discreta condizione. Nei +92 l’emiliano Lenzi non ha demeritato contro Babic, anche se alla fine tre giudici su cinque hanno premiato il serbo ed escluso l’azzurro. Il bilancio conclusivo ha portato 9 nazioni all’oro sulle trenta presenti (Russia 4, Bulgaria 2, che attinge grazie all’allenatore caraibico sempre più ai cubani, come fa la Serbia con i russi, vincendo con Sebahtin e il cubano Ibanez (57). Un oro anche a Francia, Armenia, Polonia, Moldavia, Bielorussia, Croazia e Serbia). In finale sono arrivate 13 paesi (Spagna, Italia, Slovacchia e Azerbajan si sono fermate all’argento) e sul podio in 21 nazioni. Gli atleti sul ring erano 157. Queste le nazioni presenti: Russia 13, Armenia 12, Azerbajan e Moldavia 10, Spagna 9, Italia, Bulgaria e Ungheria 8, Slovacchia e Bielorussia 7, Turchia, Israele e Croazia 6, Serbia e Romania 5, Albania, Montenegro, Francia e Slovenia 4, Polonia e Olanda 3, Kosovo, Macedonia, Austria e Grecia 2, Malta, Bosnia Herzegovina, Cipro 1, oltre ad una formazione IBA. Il presidente dell'Associazione di boxe del Montenegro Alexander Klemenko ha guidato con maestria il LOC organizzativo supportato dalla televisione che ha trasmesso la manifestazione al completo in tutto il territorio europeo. Scelta extra lusso quale delegato tecnico di Franco Falcinelli, ex-presidente ad interim AIBA ed EUBC, che ha fatto valere la lunga esperienza e la capacità organizzativa. Una nota positiva anche dal settore arbitri e giudici, non certo immuni da errori, ma in questa occasione meno devastanti dal solito. La sede finale ha cambiato struttura. Dal Palasport Mediterraneo è approdata nella città vecchia prospicente il mare con effetti decisamente spettacolari. Per il Montenegro e Budva, il commiato dalla grande boxe è di breve durata. I prossimi europei U22, in un primo tempo programmati a Baku, dopo i drammatici fatti nell’enclave Nagorno-Karabakh, hanno costretto l’Azerbajan a rinunciare all’evento. Prontamente il presidente Alexander Klemenko, che ha rilanciato la boxe locale come mai in passato, si è detto pronto alla sostituzione e il sindaco ad interim del comune di Budva, Nikola Jovanovic ha dato il pieno assenso per questa nuova rassegna in guantoni, fissata dal 10 al 21 novembre. L’edizione precedente si è svolta a Maribor in Croazia dove l’Italia ha conquistato due ori maschili (Baldassi e Commey) e altrettanti femminili (Sorrentino e Tessari). La rassegna è giunta alla settima edizione, nata nel 2012, ferma quattro anni, rilanciata sempre dal suo inventore Franco Falcinelli, con tappe successive in Romania (2017-2018) in Russia (2019), Italia (2021) e Croazia (2022).

Giuliano Orlando