La “Notte dei campioni” allestita sabato dall’IBA in Thailandia, punta sui cubani La Cruz e Arlen Lopez, oltre agli iridati di Tanshket

Pubblicato il 13 luglio 2023 alle 15:00
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

 

La “Notte dei campioni” allestita sabato dall’IBA in Thailandia, punta sui cubani La Cruz e Arlen Lopez, oltre agli iridati di Tanshket

 

Il segretario generale dell’IBA, l’inglese Chris Robert, ha presentato a Tucket in Thailandia la “Notte dei Campioni”, con presenze di alto rango a giudizio dell’organizzazione.  Si tratta della prima rassegna ufficiale dell’ente mondiale del pugilato dilettantistico dopo la decisione del CIO di espellerla definitivamente dal contesto dei Giochi Olimpici, dopo essere stata sospesa dal 2019. Decisione presa all’unanimità, nonostante il giudizio del professor McLaren, che aveva condotto una dettagliata indagine relativa agli sviluppi sulla situazione dell’IBA in merito. Il CIO chiedeva un generale miglioramento tecnico e normativo, in particolare la gestione amministrativa, tecnica (arbitri e giudici), la sponsorizzazione (Gazprom) e il rinnovo delle elezioni. Il dossier presentato al Comitato Olimpico, assicurava che tutto era andato per il meglio, che l’IBA aveva assolto le richieste a quindi meritava di tornare nel seno del CIO. Tesi respinta in toto dal CIO, che dopo aver letto il testo ha espulso definitivamente l’ente dall’associazione mondiale delle discipline olimpiche. Il segretario dell’International Boxing Association ha presentando l’evento in uno dei più importanti hotel cittadini, definendo la manifestazione “La ciliegina sulla torta per i pugili di alto livello, selezionati per affrontare i migliori rivali” aggiungendo che “Il torneo è la piattaforma per diventare leggende”. Ognuno può esprimere la propria opinione, spetta a chi ascolta o legge, valutarne la veridicità. Mia opinione si tratti di una rassegna indubbiamente valida, ma con alcuni protagonisti al di sotto delle attese. L’IBA tra l’altro, senza sborsare le cifre folli dei mondiali, riconosce ai vincitori 10.000 dollari e 5000 agli sconfitti. I premi hanno comunque sollecitato l’interesse dei cubani, considerato che al momento l’isola non gode di buona salute finanziaria. Per il vero, due presenti hanno un passato di alto rango, ma anche un futuro piuttosto nebuloso. Nei 92 kg. il cubano Julio La Cruz, dal palmares illustrissimo (otre a due vittorie olimpiche nel 2016 e 2021 e un bronzo nel 2012, ha conquistato cinque ori mondiali), purtroppo per lui il recente passato lo indica in netto calo, sia per l’età (quasi 34 anni) e una carriera lunga un ventennio, ma soprattutto legato al tipo di boxe ostruzionistica e sparagnina, premiata a lungo dai giudici, succubi della solita sudditanza che si riserva ai titolati. Ho assistito da bordo ring a vittorie importanti senza che che il caraibico avesse tirato un vero pugno, ma solo spolverate. L’ultimo successo lo ha raccolto ai mondiali di Belgrado 2021, rubando letteralmente l’oro al nostro Aziz Mouhiidine, che lo aveva strameritato. Al torneo iridato a Tashkent, di pochi mesi addietro è uscito ai quarti, battuto dall’uzbeko Mullojonov, poi superato dal russo Gadzhimagomedov, che in finale ebbe il regalo dell’oro, su ordine del presidente IBA, anche se il ring aveva indicato chiaramente la vittoria dell’azzurro Mouhiidine, vittima dell‘ennesimo scippo. Il nostro gigante si era preso la rivincita lo scorso febbraio su La Cruz al Golden Belt Series, uno dei tornei allestiti dalI’IBA, in questo caso a Marrakesh in Marocco, dove in finale ebbe la meglio anche per i giudici. In Thailandia La Cruz troverà un altro cubano anche se da anni milita in Spagna dove ha la nazionalità. Si tratta di Enmanuel Reyes che di sconfitte contro l’italiano ne ha raccolto diverse, dagli europei ai mondiali. Alla preolimpica di Cracovia, si è fermato in semifinale, superato netto dall’irlandese Marley (22 anni) che in finale ha fatto la parte dello scolaretto contro Mouhiidine. Negli 80 kg. titoli importanti anche per l’altro cubano, il falsa guardia Arlen Lopez Cardona, 30 anni compiuti, grande talento ma dal rendimento incostante, spesso incolpato di preferire la compagnia femminile alla fatica dell’allenamento. Nonostante l’hobby alternativo agli allenamenti, ha vinto due olimpiadi (2016, 2021) e il mondiale nel 2015. Deludente in Uzbekistan, fuori dal podio, battuto dal cinese Thouhetaerbieke, ora dovrà dimostrare di aver capito la lezione. L’avversario è il russo Khataev, 28 anni, terzo ai Giochi di Tokyo e bronzo mondiale in carica. Ai Giochi europei 2019 a Minsk, in Bielorussia, venne battuto dal nostro Simone Fiori, che giunse al bronzo. Purtroppo l’anno dopo, alla preolimpica di Londra non seppe ripetersi e perse il tram per Tokyo, che invece afferrò il russo arrivando al podio più basso. Un fighter con poca fantasia ma di grande temperamento. Sulla carta disco verde per Lopez, sul ring può cambiare tutto. Anche se non più giovanissimo, nei 51 kg. il mancino uzbeko Hasanboy Dusmatov, 29 anni, oro olimpico 2016 e mondiale lo scorso maggio a casa sua, fulminando in finale il francese Bennama, dopo tre tentativi andati a vuoto (2015, 2017 e 2021), al momento è il numero uno. Lo affronta l’ispano Molina Salvator, già battuto in semifinale ai mondiali, con grande facilità. Sarebbe stata più attesa e stimolante la sfida col giapponese Tsuboi, a sua volta iridato nel 2021, che in Uzbekistan tenne testa al pugile di casa, premiato con un 3-2 molto dubbio.  Nei 71 kg. la sfida tra il campione iridato Muydinkhujaev (Uzb), che in semifinale venne sfacciatamente favorito contro il cubano Sotolongo Inglesias e il kazako Bekbauov (Kaz), ovvero i due finalisti mondiali, sia pure nei 67 kg. ha sapore di battaglia all’ultimo pugno e questo assicura spettacolo. Nei 63,5 kg: Tursunov (Uzb) contro Pidnuch, il thailandese presente ai mondiali, fermato ai quarti dal tajko Usmonov. A sua volta l’uzbeko ha esperienza da vendere. Oltre ai cinque incontri maschili nel cartellone figurano due sfide al femminile. Nei 75 kg. c’è la turca Elif Guneri, 35 anni, che il solito bene disinformato ha affermato non aver offerto (…nessun momento esaltante negli ultimi anni).  La turca vanta due titoli europei nel 2016 e 2019, inframmezzato dall’argento nel 2018. Un argento mondiale (2019) e quattro bronzi (2014, 2016, 2018, l’ultimo nel 2022 a Istanbul negli 81, battuta in semifinale dalla giovanissima lituana Stonkute (classe 2001) giunta all’oro. La turca ai mondiali 2023 a New Dehli è stata eliminata dalla kazaka Khalzova, giunta terza, che ritrova a Phuket. In India aveva battuto la brasiliana Pereira e la thai Manikon che il solito disinformato l’ha data vincitrice sulla Guneri. Le due si ritrovano e stavolta il risultato potrebbe cambiare, considerato che l’asiatica gioca in casa. Nei 63 kg. altra rivincita col risultato già scritto, ma allestita nel gioco dei dispetti. Si tratta dell’olandese De Clear, una brevilinea battagliera ma dai contenuti tecnici limitati. Ricordiamo che l’Olanda fa parte delle nazioni che non riconoscono l’IBA e quindi boicottano ogni loro torneo. Megan De Clear non è la migliore della categoria, battuta ai campionati olandesi 2021 e 2022 da Chelsay Heijnen e non fa parte della nazionale. Per contro, il club della De Clear è sempre stato in conflitto con la federazione e quindi la decisione di andare ai mondiali, sia pure a titolo personale, non fa una piega. Semmai doveva essere l’IBA a valutarne il valore effettivo. Non lo ha fatto e si capisce bene il perché. Nell’ipotesi che la De Clear avesse vinto il titolo, l’Olanda non l’avrebbe riconosciuto. Tra l’altro non ha fatto molta strada anche se prima di arrendersi alla messicana Solis Acosta, aveva superato la tajika Nilujar Boboyorova. contrariamente a quanto scritto dal tuttologo, che assegnava il successo all’asiatica. La sfida in Thailandia è quindi una rivincita, sia pure con l’americana nettamente favorita. L’IBA sapeva benissimo che l’olandese avrebbe aderito all’invito, pagandole tutto il disturbo e assicurando alla De Clear un minimo di 5000 dollari. L’ente aveva rivolto un paio di inviti anche all’Italia, declinati poiché al momento gli azzurri dopo le fatiche di Cracovia sono tutti in vacanza. Per l’IBA è un ritorno in zona, lo scorso dicembre, ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, ebbe luogo la terza edizione del Global Boxing Forum, definita “Champion’s night” dove la nostra Irma Testa ebbe la meglio sulla kazaka Karina Ibragimova. Nell’occasione figurarono nel cartellone i pluricampioni iridati e ori olimpici quali il francese Sofiane Oumiha, i cubani Roniel Iglesias e Yoenlis Hernandez Martinez, il russo Muslim Gadzhimagomedov e il professionista uzbeko nei +92 Bahkodir Jalolov.                                                                         

Invierò l’articolo come faccio quasi sempre al presidente federale, che da tempo non prende atto del ricevimento. Niente di preoccupante. Recentemente il Consiglio Federale, ha chiuso la rivista Boxe Ring dopo oltre un secolo, cancellando di fatto la memoria storica del nostro sport. Il motivo? Il cartaceo non ha futuro, quindi meglio eliminarlo, anche se costava alla FPI una miseria, diciamo 25.000 euro all’anno. Non commento, ma confesso che la decisione mi addolora. E rifletto sul fatto che i posteri ricorderanno che sotto l’attuale presidenza, la rivista venne cancellata. Che tristezza.

Giuliano Orlando