A Monza, un Lorusso sbiadito, lascia all’inglese Essomba l’europeo dei gallo.

Pubblicato il 21 maggio 2023 alle 20:05
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

 

A Monza, un Lorusso sbiadito, lascia all’inglese Essomba l’europeo dei gallo. Vincono Chessa, Moricca, Paparo, Elmaghraby, Kogasso e Spahiu 

di Giuliano Orlando

MONZA. La brutta copia di Alessio Lorusso (21-5-2), il bel campioncino visto battere il francese Thomas Masson per l’UE e lo spagnolo Sebastian Perez per l’europeo dei gallo, si è fatto sfilare la cintura dall’inglese Thomas Essombe (12-8-1), camerunese naturalizzato inglese, che a 35 anni realizza l’impresa della vita. Professionista dal 2009, una carriera non certo esaltante, lungo la quale aveva in passato perso tutte le opportunità a livello inglese. Otto sconfitte non sono poche, anche se alcune discutibili.  Prima di affrontare Lorusso, l’11 novembre a Sheffield era stato battuto dal connazionale Marcel Braithwaithe (14-3), dimostrando comunque una buona condizione. Sufficiente per venire in Italia, raccogliere una buona borsa e portare a casa la cintura europea. Due piccioni con una fava. Un vero peccato, perché il nuovo campione non è destinato a lasciare il segno nella storia della categoria e grande delusione per il pubblico accorso in gran numero al Palazzetto dello Sport di Monza, che offriva un colpo d’occhio decisamente confortante, con quasi 3000 spettatori, che hanno invano incoraggiato il ragazzo di casa, apparso incerto e impreciso, incapace di dare una svolta ad un confronto che round dopo round, si orientava sempre più nettamente verso l’angolo dello sfidante. Lorusso si è mosso molto, ma senza mai portare le serie che facevano la differenza nei match precedenti. Un particolare lascia sorpresi: Lorusso all’angolo non veniva sollecitato e spronato. Atteggiamento indispensabile, venuto a mancare. Essombo, dalla struttura da mosca, non ha fatto nulla di eccezionale, semplicemente, vista l’inerzia dell’italiano, si è limitato ad anticiparlo con diretti veloci anche se isolati. Quelle poche volte che Lorusso prendeva l’iniziativa, portando le serie, lo sfidante andava in difficoltà a dimostrazione che bastava una prestazione all’altezza del valore reale del campione, per mantenere la cintura. Purtroppo così non è stato e l’europeo, giustamente, ha preso la strada d’oltre Manica. Le cause possono essere molteplici e alcune abbastanza evidenti. La prima riguarda i continui cambiamenti di allenatori e sedi che hanno segnato il cammino di Lorusso, dai maestri Gigliotti a Fragomeni e altri. La boxe di Lorusso è di alta qualità, ma il meccanismo per realizzarla è frutto di una preparazione accurata e lunga. A Monza non si è visto il campione atteso. Rigido e incerto, si faceva sorprendere dai pugni prevedili del rivale e non replicava a dovere. Che i giudici, ormai una consuetudine, siano stati severi con Lorusso non sorprende più.  All’EBU evidentemente, hanno l’ordine di non fare sconti all’Italia, mentre altrove confezionano giudizi casalinghi scandalosi. Personalmente avevo tre punti per l’inglese, i tre giudici sono andati oltre. Spettatore tra i numerosi pugili presenti, anche Luca Rigoldi, prossimo al tentativo di tornare campione continentale dei supergallo, quasi sicuramente in Inghilterra, accompagnato dal suo maestro Gino Freo, sorpresi e delusi a loro volta dalla prestazione opaca di Lorusso. “Una prova di Lorusso, sotto ogni aspettativa – hanno commentato entrambi – di fronte ad un avversario alla sua portata. Peccato veramente, visto il pubblico accorso a vederlo. Una serata storta può capitare a tutti, ma quando difendi il tuo capitale da professionista devi fare in modo che non accada. Non aveva idea di come controbattere un avversario prevedibile, che ha fatto il minimo indispensabile per vincere, da formichina intelligente, senza mai rischiare”.                        Il resto della serata ha offerto altri sei match molto graditi dal pubblico. In apertura il non ancora ventenne Christian Chessa (3), allievo della OPI Gym seguito dal maestro Franco Cherchi, ha domato lo sgorbutico Aziz El Ghouiyal (0-9), marocchino residente a Brescia, che si è confermato rissoso e troppo spesso oltre il sopportabile. La decisione dell’arbitro di fermarlo dopo il terzo conteggio, anche se non era in forte difficoltà, è derivata dalle scorrettezze continue. Chessa a sua volta non è si è fatto innervosire, ma ha continuato a colpirlo sopra e sotto, con successo, rallentando la velocità di un avversario furbo e più esperto, utile a fargli fare esperienza.  Ci sono collaudatori e collaudatori, nel caso di Marco Delmestro (1-36), 43 anni, attivo dal 2009, un record che dice tutto, sorprende e non poco che la federazione dia l’ok per proseguire l’attività e che gli organizzatori lo ingaggino per combattere. Averlo proposto contro Morgan Moricca (2) superwelter milanese di 28 anni, dopo il positivo debutto dello scorso marzo, pur vincendo anche il secondo impegno, non ha offerto una prova soddisfacente, avendo trovato un avversario che per la boxe è l’aspetto negativo. Delmestro non intende scambiare, va avanti con la testa, lega e spinge, fa tutto ad eccezione che boxare. Oltre a colpire quando ha l’avversario alle spalle, come ha fatto al quinto tempo, costringendo giustamente, l’arbitro Poggi a squalificarlo. A questo punto mi chiedo se ingaggiare soggetti di questo tipo, sia utile alla boxe. La risposta è fortemente negativa. Lo stesso Moricca, rientrando negli spogliatoi, appariva contrariato: “Come fai a combattere contro un avversario che fa l’impossibile per evitare lo scambio. Spero di non ritrovare più questi non pugili”.  Il massimo Alessio Spahiu (4), bresciano di Gardone, genitori albanesi residenti in Italia da tempo, già campione italiano dilettanti nel 2014 a Gallipoli e argento l’anno dopo, diverse presenze alle World Series, dopo una lunga sosta, nel 2021 decide di passare pro. Ambizioso ma anche consapevole che per migliorare deve avere l’opportunità di allenarti con sparring veri, ha deciso di andare a New York, meglio nel quartiere di Brooklyn nello storico gym dove sono passati tutti i più grandi campioni. Per il quarto incontro è tornato in Italia, affrontando Enea Keci (15), quasi un connazionale, 27 anni, nato in Albania, residente nel Veneto, dopo un round nel quale ha cercato di ribattere all’offensiva del rivale, si è spento progressivamente, risentendo dei pugni pesanti dell’avversario. Match a senso unico, con Spahiu sempre in attacco, denotando progressi nell’esecuzione dei colpi e nella continuità.  Quando nel quinto round, l’arbitro Florentini ha fermato la sfida, Keci era in difesa passiva e non replicava. Le proteste per la decisione facevano parte del già visto. In realtà Keci è stato subito in difficoltà e non ha mai dato l’impressione di saper replicare. Spahiu, che si è ritrovato anche un taglio sotto l’occhio sinistro (testata) tornerà a New York per riprendere gli allenamenti e fare ulteriori miglioramenti. Altro giovane di belle speranze, il leggero Francesco Paparo (4-0-1), 21 anni, prodotto della Francis Boxe, ha confermato i progressi tecnico-tattici, battendo il pugliese Pietro Caputo (2-1), 27 anni, dai buoni trascorsi in maglietta, bronzo ai campionati 2019, pro dal 2022, giunto a Monza deciso a proseguire nella striscia positiva. Purtroppo per lui, ha trovato un rivale più giovane e anche superiore sul piano tecnico. Caputo, che si era gettato subito all’attacco, veniva incrociato dal destro e finiva al tappeto, compromettendo sia il round che l’andamento dell’incontro. Resosi conto della difficoltà dell’impresa, oltre ai pugni usava metodi al limite del regolamento, che l’arbitro Licini ha sottovalutato, con numerosi richiami amichevoli, senza mai ufficializzarli. Sbagliando, perché probabilmente avrebbe evitato il taglio allo zigomo sinistro di Paparo. Che ha vinto bene, usando i colpi diritti, il gioco di gambe e la superiore velocità di esecuzione. Caputo ci ha provato in tutti i modi e con tutti i mezzi, rischiando in un paio di occasioni di venire ancora contato, specialmente nel sesto e ultimo round. Era attesa la prova del cruiser Jonathan Kogasso (8) 27 anni, congolese di nascita, cresciuto nel gym di Voghera dal maestro Gigliotti, contro il veneto-moldovo Sergiu Sinigur (6-1-1), 33 anni, allenato dal maestro Gino Freo. Dopo tre riprese a senso unico, con l’africano a dettare legge, colpendo da ogni posizione, offrendo alta qualità tecnica e facendo soffrire parecchio l’avversario, al calo di Kogasso  il moldovo confermando orgoglio e resistenza, andava a sua volta l’assalto e in particolare al quinto round, riusciva a colpire l’avversario con precisione. Il ritorno di Kogasso nell’ultima ripresa eliminava ogni dubbio sul verdetto largamente per lui. Per l’allievo di Freo la prima sconfitta, comunque onorevole; nel match più spettacolare della serata. Gigliotti a incontro concluso, mi svelava che il suo allievo è rimasto fermo a lungo, essendosi fratturato la mano destra e in allenamento rotto un timpano. “Ci siamo presentati con pochissime sedute di guanti e questo ha determinato il calo dopo tre round ottimali. Kogasso ha un potenziale atletico e tecnico notevole, tra l’altro stiamo operando per ottenere la cittadinanza italiana, essendo residente a Voghera da circa vent’anni. Appena ottenuta lanceremo la sfida per il tricolore”. Due supermedi imbattuti: Mohamed Elmaghraby (7) nato in Egitto, 27 anni, residente a Bollate da anni, pro dal 2021, si allena nella palestra dei Salvemini e il romano Franco De Mita (4-1), dalla struttura da medio scarso, si sono affrontati sulle sei riprese. Ha vinto nettamente l’egiziano, che i numerosi fans chiamano “Momo”, buon tecnico veloce e anche discretamente mobile, decisamente superiore al romano, orgoglioso ma dai chiari limiti tecnici. I due hanno una prerogativa comune: l’assoluta mancanza di potenza. Nell’occasione avrebbero potuto disputare venti e più riprese senza rischi di atterramenti. Una serata di ottima boxe, che il commissario di riunione Luca Rigolfi ha tenuto sotto controllo perfettamente, quindi senza alcun intoppo. Unico rammarico la sconfitta imprevista di Lorusso che gli è costata l’europeo dei gallo. Nel pomeriggio, allestite dalla Boxe Bollate, si sono disputate le semifinali delle Cinture Lombarde, una manifestazione sollecitata dal presidente regionale Massimo Bugada per riportare in auge un torneo dal glorioso passato. I vincitori si esibiranno sabato prossimo 27 maggio sul ring allestito nella bellissima piazza prospicente il Castello di Melegnano, per l’organizzazione della Scuola di Boxe di Alessio Taverniti. A completare la serata tre incontri riservati a professionisti cresciuti nella zona. Nei gallo Alex Foglia dei Gladiators affronta l’esperto Alfredo Di Bartolo, nei supermedi Daniele Reggi, allievo di Alessio Taverniti opposto a Ignazio Di Bella, infine Jessica Belusci cresciuta sotto la guida del maestro Marco Antognaccetti, incrocerà i guantoni con Antonina Cuti. Per la prima volta Melegnano ospita una riunione di boxe, col supporto fattivo del sindaco Vito Bellomo e di tutta la giunta e del presidente della Polisportiva Olimpia 2023, avvocato Pier Antonio Rossetti.                                                                                                                                                                                  Giuliano Orlando