Il mondo piange Muhammad Ali: le sue frasi più celebri. Foto

Pubblicato il 4 giugno 2016 alle 11:59:32
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

Il mondo piange Muhammad Ali. Il leggendario campione di pugilato, scomparso all'età di 74 anni, lascia in eredità uno stile unico sia sul ring che fuori. Al di là dei suoi enormi meriti sportivi (oro olimpico ai Giochi di Roma 1960, detentore del titolo mondiale dei pesi massimi dal 1964 al 1967 e dal 1974 al 1978), Ali verrà ricordato per i suoi gesti umanitari e, soprattutto, per le sue parole mai banali. Dal rifiuto di combattere la guerra del Vietnam, alla difficile ma orgogliosa convivenza con il morbo di Parkinson contro cui lottava dal 1984 - quando il male gli fu diagnosticato -. La notizia della sua scomparsa ha fatto rapidamente il giro del mondo e occupa le home page dei principali siti sportivi e non. Di seguito alcune delle frasi che resero famoso Muhammad Ali.

"Cassius Clay è un nome da schiavo. Io non l'ho scelto e non lo voglio. Io sono Muhammad Ali, un nome libero. Vuol dire amato da Dio. Voglio che la gente lo usi quando mi parla e parla di me".

Dopo avere battuto Sonny Liston, 1964: "Sono il re del mondo, sono carino, sono cattivo. Ho scosso il mondo, ho scosso il mondo, ho scosso il mondo".

Sul rifiuto di arruolarsi nell'esercito americano, 1966: "Non ho niente contro i Vietcong, loro non mi hanno mai chiamato negro. I veri nemici della mia gente sono qui".

Nel 1965: "E' difficile essere umili quando si è grandi come me".

Dopo la storica vittoria contro Foreman a Kinshasa, 1974): "L'ho detto a tutti quelli che mi criticano che sono il più grande di tutti i tempi. Non datemi perdente fino a che non ho 50 anni".

Nel 1984: "La gente dice che parlo lentamente oggi. Sai che sorpresa. Mi sono beccato 29mila pugni in faccia. Ma ho guadagnato 57 milioni di dollari e ne ho risparmiati la metà. Di pugni forti ne ho presi pochi. Sai quante persone di colore vengono uccise al giorno d'oggi da colpi di pistola o da coltellate senza incassare una lira. Magari parlo lentamente, ma la mia testa è a posto".

Ancora nel 1984: "Le mie sofferenze fisiche sono state ripagate da quello che sono riuscito a ottenere nella vita. Un uomo che non è coraggioso abbastanza da assumersi dei rischi, non otterrà mai niente".

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