A Milano grande boxe e tanto pubblico. Kogasso esalta, vincono Morello, Lorusso, Paparo ed Hermi.

Pubblicato il 14 aprile 2024 alle 16:04
Categoria: Boxe
Autore: Wilma Gagliardi

 

A Milano grande boxe e tanto pubblico. Kogasso esalta, vincono Morello, Lorusso, Paparo ed Hermi.

di Giuliano Orlando

MILANO. Dopo il successo all’Allianz del 16 dicembre, la The Art of Fighting di Edoardo Germani ha concesso un bis sontuoso, ottenendo la risposta del pubblico che ha apprezzato appieno lo spettacolo offerto dai pugili. Nella boxe il KO è come il gol nel calcio e il gigante d’ebano Jonathan Kogasso (11), 28 anni, allievo di Vincenzo Gigliotti che lo ha svezzato e fatto crescere, ha fatto davvero un grande gol sul ring, annientando il serbo Goran Babic (8-2-2), 32 anni, pro dal 2021, diventato svedese e arrivato a Milano da titolare del titolo del Mediterraneo dei massimi leggeri. Si presentava con un ottimo biglietto da visita, avendo recentemente messo KO all’ottavo round il beniamino di casa, Kamel Kouaulm (12-3) sul ring di Charleroi in Belgio. Il pubblico di Milano attendeva questo confronto con molta partecipazione e curiosità. Kogasso aveva impressionato nel precedente match contro il francese Clavier, finito KO alla sesta ripresa. Come sempre i pugili con la dinamite nei guantoni piacciono al pubblico e Kogasso era chiamato ad una conferma importante. Il nostro gigante ha risposto alle attese in modo clamoroso. Babic è rimasto verticale due minuti e mezzo, poi ha annusato il tappeto sul destro corto del rivale, altra ricaduta ancora col destro di Kogasso e poi il ruzzolone definitivo sulla combinazione precisa e potente. Il tutto è durato 2’38”. Pubblico in delirio e grande soddisfazione e commozione del vincitore. Che conquista il suo primo titolo internazionale e il prossimo appuntamento dovrebbe metterlo di fronte all’imbattuto calabrese Roberto Lizzi (6), 22 anni, per il titolo italiano. Sarà la prova definitiva per indicare il migliore della categoria.

Non meno attesa la sfida che vedeva di fronte Dario Morello (23-1) e Luca Chiancone (9-1-2), preceduta da confronti dialettici sempre più serrati. Anche in questo caso in palio la cintura del Mediterraneo dei medi. Passando dalle parole al ring, la risposta ha premiato nettamente il meno giovane bergamasco Morello, che ha trovato una seconda giovinezza dopo l’inciampo del 2022 contro l’inglese Luther Clay, riportandosi in vetta nella nuova categoria. Lo ha fatto con grande personalità e intelligenza tattica, evitando lo scontro a breve distanza, che avrebbe favorito la potenza del triestino, incapace di chiudere un rivale che lo anticipava sistematicamente. Al termine delle dieci riprese i tre giudici premiavano Morello con uno striminzito 98-96 che non rispecchiava la superiorità del mancino calabro-bergamasco, la cui superiorità è stata ben più netta. Dieci round in fotocopia, con Morello che anticipa e Chiancone che insegue senza troppa convinzione.


Il rapporto dei colpi era nettamente a favore del primo, ma questa è la mia opinione, diversa da quella dei giudici. Ma non ero il solo, visto che l’annuncio del punteggio è stato accolto con una marea di fischi. Il futuro dei due non è dato sapere, anche se la prima sconfitta di Chiancone segna un punto di svolta della categoria, dove a giusta ragione dovrebbe inserirsi anche il fiorentino Yassin Hermi (14-1-1), 22 anni, pro dal 2020, che Chiancone lo ha affrontato già due volte per la cintura nazionale con un pari e una sconfitta da molti ritenuta discutibile. Non solo, nella prima sfida, l’arbitro ritenne che il montante al fegato che aveva messo al tappeto Chiancone, fosse un colpo basso e punì Hermi col richiamo. Il video chiarì che aveva sbagliato, negandogli una vittoria meritata. Hermi ha debuttato a Milano in modo sbrigativo, costringendo alla resa in due round Michele Mora (11-55), 31 anni, del Nicaragua residente in Spagna, non nuovo alle scene italiane. La cui esperienza non è servita ad evitare le bordate precise di un rivale troppe spanne sopra. Hermi, che si è allenato nel gym di Giacobbe Fragomeni a Milano, la prossima volta va inserito tra i protagonisti e non in apertura. Si è presentato bene anche l’ex campione d’Europa Alessio Lorusso (25-5-2), il comasco-milanese di 28 anni, croce e delizia del boxing. Come detto in sede di presentazione, il talentuoso pugile, in carriera ha conquistato il titolo italiano, quello dell’Unione europea e poi l’europeo EBU. Perduto lo scorso maggio contro il modesto inglese Tommaso Essomba. Il promoter Germani è convinto che saprà tornare in vetta. A Milano gli ha messo di fronte il nicaraguense Kevin Trana (15-14-2), 29 anni, residente da anni in Slovacchia, dove ha sede una numerosa squadra di collaudatori.  Kevin era reduce da un pareggio in Inghilterra contro Faraqat Ali (8-0-1), netto favorito sulla carta. Lorusso ha vinto largamente le otto riprese, mostrando ottima tenuta e ritrovata condizione fisica. Ha pure offerto al pubblico le combinazioni offensive dove estro e precisione si gemellano e danno spettacolo. Trana è pure finito al tappeto al quarto round, perdendo tutte le riprese. Ugualmente ha cercato in tutti i modi di reagire e questo gli ha fatto onore. Per Lorusso è pronto il prossimo rivale da affrontare l’8 giugno a Monza. Si tratta di Mohammed Obbadi (24-2), 30 anni, pro dal 2015, marocchino residente da anni a Cascina Toscana, nelle vicinanze di Firenze. A sua volta un bel campione irrealizzato, visto che ha fallito i due tentativi internazionali. Mosca naturale salirà nei piuma per affrontare Lorusso e sarà una sfida davvero interessante e incerta.  Era molto atteso il giovane leggero Francesco Paparo (7-0-1), 22 anni fatto crescere all’ombra dello zio Francis, che conduce una palestra a Milano, dove si allenano numerosi aspiranti campioni. Francesco tra questi, giunto all’ottavo confronto senza aver compiuto il salto di qualità atteso. C’è voluta la sfida col piemontese di Rivolta, Jacopo Lusci (8-8-1), 35 anni, pro dal 2016, due tentativi tricolori falliti, salito sul ring per dimostrare di avere ancora qualcosa da dire. Al di fuori del risultato, è stato di parola, pur perdendo nettamente contro un Paparo che di fronte ad un attaccante generoso ma prevedibile ha offerto una prova davvero entusiasmante, finalmente sciolto e deciso, ha colpito preciso e convinto, facilitato dalla tattica offensiva del rivale, che si esponeva alle repliche di Paparo. Bravi entrambi, anche se con traguardi diversi. Un bel match, facilitato dalle caratteristiche opposte che hanno assicurato lo spettacolo e i meritati applausi del pubblico. Paparo ha dichiarato di essere pronto per il titolo italiano. Penso che debba fare altra esperienza. In particolare, meno rigido sul tronco e portare i colpi con più scioltezza. Comunque è sulla buona strada. 

Hanno debuttato al professionismo due lombardi: il leggero Cristinel Bindar e il mediomassimo Komi Paul Amefiam. Il primo, ventenne cremonese della Boxing School, bronzo agli ultimi assoluti di Chianciano, dopo il liceo tecnico (economia e lingue straniere), frequenta l’Università di Pavia e vuole laurearsi, amando molto lo studio. In palestra dal 2016, campione italiano schoolboy 2017, argento jr. nel 2018, e ancora campione youth 2020. Agli assoluti di Chianciano ha conquistato il bronzo. A Milano ha incrociato il datato Cristian Danilo Guido (9-6), di 45 anni! Professionista dal 2014, in Argentina fino al 2018, poi negli USA (2023) e rientro in Italia. Contro Bindar ha limitato i danni, perdendo tutte le sei riprese come previsto. Prova positiva per il giovane debuttante. Per Amefiam è stato scelto, il moldovo Semion Martiniuc (1-5), 37 anni, pro dal 2021, ha combattuto anche in Ucraina e in casa. Ha vinto come previsto il pugile di casa, contro un avversario che mirava a finire in piedi. Amefian ha grandi potenzialità, ma al momento è ancora lontano dal realizzarle. Per capire come si possa far crescere  un brevilineo, posso permettermi di chiedere informazioni ai tecnici del gym della Bolognina che hanno trasformato Pamela Noutcho da attaccante arruffona in una macchina da guerra quasi perfetta. Tra le annotazioni di una serata indovinata e affollata, la constatazione di un ricambio generazionali tra gli spettatori, composto da giovani che rappresentano la sicurezza di un futuro importante. Indovinatissima la presenza dei più popolari rap italiani, il che significa che in questa corrente di pensiero musicale, la boxe è indicata tra le loro preferenze. Lo aveva già fatto Daniele Scardina, al quale facciamo tanti auguri di ripresa totale. Vorrei pure chiedere a Edoardo Germano di trovare una collocazione idonea ai giornalisti e non metterli nella piccionaia scelta per l’occasione. Debbo anche sottolineare che alla mia richiesta di spostamento, non ha avuto incertezze nel farmi cambiare il posto. 

Giuliano Orlando