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Mi ritorni in mente...: Quando gli dei compiono gli anni...

Pubblicato il 2 novembre 2012 alle 11:12:31
Categoria: Notizie di attualità
Autore: Fabio Codebue

Martedì scorso, 30 ottobre, ricorreva l'anniversario della venuta al mondo di Diego Armando Maradona.

È strano per tutti vedere come passino gli anni, c’è chi se li sente addosso e chi li vede accumularsi negli altri. Solo lui, El pibe de oro, il ragazzo d’oro, sembra sempre uguale a sé stesso, forse  perché non è mai stato uguale a niente e a nessuno. Nessun paragone è mai stato davvero possibile con lui. Eduardo Galeano, uno dei più grandi scrittori viventi del sudamerica, e forse il più grande scrittore di calcio, dice di Dieguito: “Maradona è incontrollabile quando parla, molto di più quando gioca”. E la sua vita è stata e sembra ancora un gioco eterno, con il pallone tra le gambe e i piedi ben  piantati in terra, ma la testa, e le gambe, e le mani quasi protese  verso il futuro, verso il cielo.
 
Nel nostro piccolo vogliamo ricordarlo nella sua sfera sacrale. Non è un caso se per lui, da lui, si è coniata l’espressione Mano de Dios. E non è un caso che in molti vedano Maradona circonfuso da  un’aura sacra, come i Re Taumaturghi di un tempo, come i sovrani  asiatici paragonati al Sole. Dice Emir Kusturica, nel suo Maradona by  Kusturica: "È un dio. E agli dei si perdona tutto". Canta Manu Chao con i Mano Negra: "Santa Maradona priez pour moi", Santa Maradona prega per me. Nei campi da calcio è sempre stato l’Onnipotente, lui che ha travalicato le leggi della fisica usando un corpo che a vedersi sembrerebbe adatto solo al subbuteo, facendo passare, scendere e salire palloni quasi contro le leggi dell’impermeabilità dei corpi e della gravitazione universale, lui che per davvero, per una città intiera è stato al pari di San Gennaro e per una nazione una divinità azteca. E pensare cosa avrebbe potuto fare se non si fosse fatto di cocaina (parole sue). Paradiso e inferno in un corpo solo.
 
Per molti è dunque un dio, anzi un Dio con la D maiuscola. Ci riferiamo alla Iglesia Maradoniana, che conta ormai 120.000 adepti e per cui, ovviamente, martedì scorso era Natale dell’anno 52 d.D. (dopo Diego). E così pregano loro: 
 
 Diego nostro che sei nei campi
 
 santificato sia il tuo sinistro, venga a noi la tua magia.
 
 Possano i tuoi gol ricordarsi in Terra come in Cielo.
 
 Dacci oggi la magia quotidiana, perdona gli inglesi
 
 come noi perdoniamo la mafia napoletana,
 
 non ci far cadere in off-side e liberaci da Havelange e Pelé

Enos Mantoani
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