Week end al femminile a Londra. I precedenti risultati e le prossime sfide nel mondo. Firmata a sorpresa la sfida Joshua-Tyson tra i massim

Pubblicato il 13 novembre 2020 alle 21:33:33
Categoria: Boxe
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Il colpo di gong più importante del fine settimana (14 novembre) lo batte la Match Room di Eddie Hearn, al Wembley Arena londinese, puntando sulla boxe femminile, in particolare sulla irlandese Katie Taylor (16) che mette sul ring il poker titolato (WBC, WBA, WBO e IBF) dei leggeri, affrontando la modesta spagnola Miriam Gutierrez (13), 37 anni, pro dal 2017, titolare europea e interim WBA nel 2019, contro avversarie inesistenti, alla prima trasferta all’estero. Sulla carta match improponibile, vista la sproporzione di valori. La Taylor, che ha vinto tutto in maglietta, si concede un test senza rischi, in attesa di confronti ben più impegnativi e remunerativi. Sicuramente più equilibrata la sfida superpiuma tra la titolata locale Terry Harper (10-0-1), 24 anni, pro dal 2017 dopo una carriera dilettantistica ad alto livello, regina IBO e WBC e Katharina Thanderz (13), 32 anni, nata in Norvegia, dove ha risieduto fino ai sette anni, per trasferirsi in Spagna ad Altea, patria del padre, iniziando l’attività agonistica, prima con la kick, poi col pugilato, mantenendo la nazionalità norvegese. Pro dal 2016 a 28 anni, battendo al debutto l’italiana Angela Cannizzaro. L’anno dopo conquista l’europeo superpiuma e nello stesso anno, l’internazionale WBC dei leggeri a spese della brasiliana Danila Ramos (8-2) sul quadrato di Oslo il 16 novembre 2019. Buona attaccante, ma di una linea sotto l’inglese che, dopo la cintura WBC (2019), compie un capolavoro spodestando la superpiuma finnica Eva Wahlstrom (23-2-1), 40 anni, europea (2012-14) e titolata WBC dal 2015. In carriera aveva perduto solo contro la star Taylor, per la cintura leggeri. A Sheffield l’8 febbraio scorso, oltre che battuta, venne anche contata nel settimo round. Saltata la terza sfida iridata che riguardava la cintura vacante gallo WBA. L’inglese Rachel Ball (6-1), 29 anni, pro dal 2017, unica sconfitta contro la Thanderz nel 2019 MD, doveva affrontare l’argentina Jorgelina Guanini (9-1-2), 28 anni, pro dal 2015, che nell’unica trasferta in Spagna nell’ottobre 2017 a Las Palmas, perdeva dalla locale Davinia Perez (6-3), 30 anni, che dopo quel successo ha infilato tre sconfitte a fila. Mentre Jorgeline raccoglieva due successi e un pareggio. Per questa opportunità, si è preparata a Jesi sotto la guida del maestro Lorenzo Alessandrini, intenzionata a chiedere la nazionalità italiana, grazie ai nonni anconetani. La richiesta per il mondiale è arrivata due settimane addietro, non sufficienti per scendere nei gallo. Avrebbe dovuto sostituire Ebania Bridges (4), australiana di 34 anni, pro dal 2019, una rivale improponibile, feritasi in allenamento. Possibile che il match si svolga a peso libero. Nel cartellone, due sfide inglesi: supermedi: John Docherty (9) contro Jack Cullen (18-2-1); mediomassimi: Thomas Whittaker (4) contro Jermaine Springer (7-1); nei gallo: l’anglo-pakistano Ukashir Farooq (13-1) contro il messicano Angel Aviles (20-5-1). Nella notte a Las Vegas, per la Top Rank, il campione welter WBO, Terence Crawford (36), 33 anni, pro dal 2008, già campione leggeri e superleggeri, titolare welter WBO dal 2018, scalzando l’australiano Jeff Horn. Una carriera da grande fuoriclasse quella del mancino di Omaha (Nebraska), ottimo anche nei dilettanti (58+12-) anche se fallì la selezione ai Giochi di Pechino 2008 nei leggeri. In carriera non ha fallito un solo impegno, tra gli sconfitti figurano Burns, Gamboa, Beltran, Indongo, Postol, Khan e appunto Horn che nel 2018 era imbattuto. Questa è la 15° sfida con un mondiale in palio. Avversario è l’inglese Kell Brook (39-2) della scuderia Match Room di Eddie Hearn, già iridato IBF nel 2014, detronizzato dal kazako Golovkin nel 2016 a Londra, fallendo la successiva opportunità a Sheffield contro Errol Spence. I pronostici sono largamente per Crawford e il ring dovrebbe confermarli. Anche se nella boxe la sorprese non finiscono mai. L’altro mondiale riguarda Joshua Franco (17-1-2), 25 anni, titolare supermosca WBC, che concede la rivincita all’australiano Andrew Moloney (21-1), 29 anni, pro dal 2014, sconfitto di stretta misura nel precedente match.

Lo scorso week end, gli occhi erano puntati sulla sfida di Hollywood (Usa) tra l’imbattuto e giovane Devin Haney (25), 21 anni, campione leggeri WBC e il datato cubano Yuriorkis Gamboa (30-3), 38 anni. Daney ha dominato dall’alto di una struttura fisica da superleggero, mentre il caraibico resta un piuma. Fatto questo distinguo, il match non è mai decollato per due ragioni. Haney non sa variare i temi e Gamboa è arrivato al deposito. Anche se le dichiarazioni del vincitore esaltano la sua prestazione, dubito possa diventare quel fenomeno auspicato da molti esperti. Come da pronostico ha vinto lo stagionato massimo cinese Zhilei Zhang (22), argento ai Giochi di Pechino 2008, messo a nanna da Roberto Cammarelle, su Devin Vargas (22-7) per ko al quarto round. Il gigante croato Filip Hrgovic (12), 28 anni, bronzo a Rio, infligge a Rydell Booker (Usa 26-4), 39 anni, il primo KO in carriera, dopo 5 round a senso unico. Meno di un minuto (59”) il tempo che Arthur Biyarslanov (7), 25 anni, superleggero russo, di stanza in Canada ha concesso al malcapitato e stagionato messicano Juan Jose Martinez (28-10). Il welter Reshat Mati (8) vince sull’altro messicano Marcos Mojica (17-6-2) KO2, mentre il piuma Raymond Ford (7) costringe Rafael Reyes (18-11) del Nicaragua, alla resa al terzo tempo. Sempre il 7 novembre, il promoter californiano Tom Brown, ha puntato tutto sui massimi, cinque sfide tra giganti che la USA FOX ha ripreso nella serata al Microsoft Theatre di Los Angeles senza pubblico. I due cubani in programma hanno avuto vita facile. Luis Ortiz (32-2), 41 anni, ottimo dilettante, pro dal 2010, due sfide perdute con Wilder (WBC), si è disfatto di Alexander Flores (18-3-1),30 anni, messo giù con un paio di colpi al corpo in soli 45”. La scusa della testata non regge, mentre conferma la scarsa resistenza, confermata dal terzo KO su altrettante sconfitte. L’altro caraibico Frank Sanchez (16) 28 anni, struttura impressionante, martella senza pietà il vecchio Brian Howard (15-4), 40 anni, dal 2010 nei pro, costretto ad arrendersi al quarto tempo. Polite Michael Coffie (11), pro dal 2017 a 31 anni, passeggia contro Joey Abell (35-11), 35 anni, decisamente logoro, incapace di reggere alle bordate del coloured di New York, fermato al secondo round. Il portoricano Carlos Negron (22-3), 33 anni, non ha mezze misure, tre sconfitte, tutte per KO, stavolta batte il quasi coetaneo Rafael Rios (11-3) KO al secondo tempo. Steven Torres (4) arriva dalla Pennsylvania, ha 22 anni ed è alto 2,01, fisico da basket, per ora mena forte, Joshua Tuani (2-2), 40 anni, al secondo anno da pro ha retto due tempi scarsi. Il ricco promoter russo German Titov, è deciso a far decollare il cruiser Evgeny Tischchenko (8) puntando ad una opportunità mondiale a tempi brevi: In questa attesa l’oro (immeritato) ai Giochi di Rio, ha incamerato l’europeo WBO, dopo l’Intercontinentale. Sul ring di Ekaterinburg, ha spedito KO al secondo round lo scozzese John Mc Callum (12-2), 32 anni, che non perdeva dal 2015, anche se svolge attività discontinua. Prosegue l’imbattibilità del maturo russo Evgeny Romanov (15), 35 anni, pro dal 2016 a 31 anni, (europeo e mondiale jr. (2003-2004), tre argenti (2005-2006-2008) e un oro (2009) ai campionati russi, storico successo contro Wilder nel dual match tra Russia e USA nel 2008), ha spedito KO al secondo round, Siarhei Liakhovich (27-9), 40 anni, bielorusso ex iridato WBO nel lontano 2006 battendo Lamon Brewster. In palio il Global WBO. Il superwelter Magomed Kurbanov (21), 25 anni, nativo del Dagestan, residente a Ekaterinburg dove ha disputato quasi tutti gli incontri, ha concesso due round a Dmitry Mikhaylenko (23-7), 34 anni, ormai in discesa libera, alla quarta sconfitta a fila.

In prospettiva la boxe si preannuncia con stuzzicanti appuntamenti. Il 12 dicembre a Las Vegas sarà di scena la Top Rank (Bob Arum) che punta sul piuma Shakur Stevenson (14) già mondiale piuma WBO, sfidante del vincitore tra il campione superpiuma il mancino Jemal Herring (USA 22-2), 35 anni, vanto dei marines e l’inglese Carl Frampton (28-2), 32 anni, sfida prevista a gennaio 2021, chiamato a sostituire quella nei superpiuma WBC, tra il campione Miguel Berchelt (37-1) e Oscar Valdez (28-0), entrambi messicani, avendo riscontrato la positività al Covid19 di Berchelt. In cartellone il leggero Felix Verdejo (27-1),27 anni, del Portorico, pro dal 2012, dopo i Giochi di Londra, dove nei quarti venne battuto dall’ucraino Vasyl Lomachencho che vinse l’oro, bissandolo dopo quello del 2008 a Pechino. Lo affronta il giapponese Masayoshi Nakatami (18-1), 31 anni di Osaka, deciso a recuperare l’unica battuta di arresto contro Teofimo Lopez (1), l’attuale triplo campione leggeri (WBA, IBF e WBO), dopo la vittoria su Lomachenko del 10 ottobre scorso a Las Vegas. Chi vince compie un bel balzo in avanti tra i leggeri. Atteso l’esplosivo supermedio portoricano Edgar Berlanga (15) tutti vinti al primo round, come del piuma cubano Robeisy Ramirez (5-1) doppio oro olimpico (2012 e 2016), quindi del medio carioca Esquiva Falcao (27) argento a Londra e del minimosca col pepe nei guantoni, Jesse Rodriguez (12), 20 anni, del Texas, fratello minore di Johua Franco, titolare supermosca WBC, impegnato il 14 novembre a difendere la cintura contro l’australiano Andrew Moloney. Il giorno precedente, 11 dicembre, sempre a Las Vegas la Zuffa Boxing, presieduta da Dana White, 51 anni, attiva con la MMA dal 2017, esordisce col pugilato, affidandosi alle donne, in particolare all’imbattuta Claressa Shields (10) che dopo una carriera di vertice nelle dilettanti, (oro olimpico 2008-2012) e tre mondial,i si è ripetuta tra le pro. Al momento detiene le cinture WBC e WBO superwelter, dopo aver comandato nei medi con tutte le cinture disponibili. Contro di lei, la canadese Marie Eve Dicarie (17) titolare IBF, guerriera tenace. L’altra protagonista è la mancina portoricana Amanda Serrano (38-1-1), 32 anni, attiva dal 2009, residente a New York, una carriera di vertice, macchiata da una sola sconfitta contro la svedese Frida Wallberg (11-1) a Linkoping il 27 aprile 2012, al termine di una sfida molto equilibrata, per la cintura superpiuma WBC. Alla prima difesa della Wallberg a Stoccolma il 14 giugno 2013, affronta l’australiana Diana Drazak (13-3). Il match dopo un avvio favorevole alla svedese, cambia di colpo dopo la quinta ripresa, per colpa di una testata involontaria della Drazak. La svedese appare stordita e all’ottavo round finisce al tappeto KO. Si capisce che è successo qualcosa di grave. Portata in ospedale viene operata per un’emorragia al cervello. Si salva ma la carriera è finita. I filmati confermeranno che il trauma fu causato dalla testa del quinto round. La sua vincitrice, dopo una prima difesa vittoriosa, sale nei leggeri e affronta la belga Delfine Persoon (44-3) l’indomita guerriera che tra il 2019 e il 2020, a 35 anni, ha impegnato allo spasimo per due volte Kaite Taylor (16). La Drazak finisce KO al nono round e decide per il ritiro. Per contro la Serrano ha proseguito sempre al vertice. Stavolta difende la cintura WBO e quella WBC (interim) dei piuma, dall’assalto di Sarah Mahfoud (10), 31 anni, pro dal 2017, nativa delle Far Oer, un arcipelago di 18 isole vulcaniche, con governo autonomo, facenti parte della Danimarca, posto tra l’Islanda e la Norvegia. La Mahfoud è titolare IBF piuma, cintura conquistata il primo febbraio scorso a Copenaghen, contro l’argentina Brenda Karen Carbajal (16-5-1), 29 anni, battuta ai punti. Inizialmente si trattava dell’interim, ma dallo scorso luglio la IBF lo ha promosso a cintura regolare. E’ guidata da Mogen Palle (86 anni), attivo dal 1957, con la figlia che lo supporta. Compito quasi proibitivo battere la Serrano, ma provare non è mai sbagliato. Dopo l’annuncio del divorzio di Saul Alvarez (53-1-2), 30 anni, campione WBA medi, dalla Golden Boy di Oscar De La Hoya, iniziato nel 2009, si aprono situazioni nuove a tutti i livelli. Mentre il messicano si gestirà autonomamente, con tutti i rischi del caso, compreso quello di un isolamento, la Golden Boy e l’emittente DAZN, pensano al rientro del kazako Gennady Golovkin (40-1-1), impegnato nella difesa ufficiale IBF contro il polacco Kamil Szeremeta (21) 31 anni, alla prima trasferta fuori dall’Europa. Match ripreso dalla DAZN che spera in una prestazione del kazako di alto livello, per programmare sfide più appetitose e gradite dal pubblico. Novità anche sul fronte dei massimi: il WBC, molto attivo anche in tempi di Covid 19, dopo aver inventato la nuova categoria tra i cruiser e i massimi, ha aperto le porte alla sfida tra il loro campione, Tyson Fury (30-0-1), 32 anni, attivo dal 2008, il 28 novembre 2015 a Dusseldorf in Germania, spodesta l’ucraino Wladimir Klitschko (64-4), che deteneva le quattro cinture massimi (WBA, IBF, WBO e IBO) da parecchi anni. Il successo gli dà alla testa e ne combina di tutte e di più. Viene destituito in toto, ma recupera tre anni dopo, e il 22 febbraio 2020 a Las Vegas spedisce KO Wilder e torna titolare WBC e il protetto di Eddie Hearn, l’altro inglese Anthony Joshua (23-1), 31 anni, pro dal 2013, titolare WBA, WBO e IBO, con un comunicato che di fatto mette fuori gioco tutti i pretendenti del momento a cominciare da Deontay Wilder che stava concludendo il terzo scontro con Tyson, come i vari Alexander Povetkin e Dillian Whyte, che dovranno attendere non poco. L’accordo per la sfida Joshua-Tyson, prevede due sfide, quindi non meno di un anno tra primo incontro e la rivincita. Con grande soddisfazione e business della Match Room e di Bob Arum (Top Rank) che ha sostituito Frank Warren per Tyson. Stessa situazione per l’inglese Daniel Dubois (15), 23 anni, gestito da Frank Warren, titolare ad interim WBC, oltre che titolare Commonwealth e BBB, che il 28 prossimo a Westminster (Londra), affronta l’altro inglese Joe Joyce (11), 35 anni, per l’europeo vacante. Scontro tra due picchiatori. Nel frattempo Joshua difenderà le cinture il 12 dicembre a Londra, affrontando lo stagionato bulgaro Kubrat Pulev (28-1), 39 anni, al secondo tentativo iridato. La prima volta, lo travolse Wladimir Kitschko il 15 novembre 2014, al quinto round, sul quadrato di Altona in Germania. Ma anche stavolta il pronostico gli è contrario nettamente.

Giuliano Orlando