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Oggi molte auto sono computer con ruote: SIM integrata, app sullo smartphone, comandi vocali, mappe sempre aggiornate e assistenti alla guida. Comodo, sì. Ma la domanda che inizia a farsi strada tra gli automobilisti è semplice: quante informazioni sta raccogliendo il veicolo, e dove finiscono? Capire cosa succede dietro le quinte non è da “paranoici”: è buon senso digitale, come controllare le autorizzazioni di un’app o aggiornare un router.
L’evoluzione non riguarda solo lo schermo più grande o l’audio migliore. L’auto moderna vive di sensori, telecamere, radar, GPS e connettività: tutti elementi che servono a migliorare sicurezza, comfort e manutenzione. Il punto è che, per funzionare bene, questi sistemi generano dati: alcuni restano in locale, altri viaggiano verso server del produttore o servizi terzi (ad esempio mappe, assistenti vocali, streaming, diagnostica remota). Più funzioni “smart” attivi, più aumenta la superficie di raccolta: non è per forza un male, ma vale la pena sapere cosa si sta accettando.
Non esiste un’unica lista valida per tutti i modelli, però le categorie ricorrenti sono abbastanza prevedibili. Prima dell’elenco, una regola pratica: se una funzione “impara” le tue abitudini o ti offre suggerimenti, quasi sempre usa dati.
Ecco i dati più comuni che possono entrare in gioco:
L’obiettivo dichiarato di solito è migliorare funzioni e assistenza. Il rischio, se non si gestiscono bene i consensi, è ritrovarsi con una profilazione più ampia del necessario.
Qui vince chi è pratico. Prima di smanettare ovunque, entra nel menu privacy del sistema infotainment e nell’app ufficiale del costruttore: spesso è lì che si decide cosa inviare.
Inizia da questi passaggi rapidi:
Non serve trasformarsi in tecnici: basta puntare all’essenziale e lasciare attivo solo ciò che porta un vantaggio reale.
Gli assistenti alla guida sono tra le tecnologie più interessanti perché uniscono sensori, visione artificiale e decisioni in tempo reale. Proprio per questo generano molti dati (anche solo per elaborare la scena stradale). Il tema è doppio: privacy e illusione di delega. Se vuoi un quadro chiaro su cosa fanno davvero e su quali sistemi meritano fiducia, può aiutare l’approfondimento sugli ADAS 2025: i 7 assistenti che “guidano per te”.
La tecnologia in auto non va demonizzata: va governata. Un approccio equilibrato è questo: attiva la connettività per ciò che ti serve (navigazione, emergenze, manutenzione), limita ciò che è “nice to have” e tieni d’occhio i consensi dopo ogni aggiornamento. Se cambi telefono o vendi l’auto, ricordati di rimuovere l’associazione dall’app e cancellare i profili: è un dettaglio che molti saltano, ma fa la differenza. E se un giorno ti accorgi che un sistema chiede più permessi del previsto, la scelta più intelligente è semplice: meno dati, stesso controllo.