In fuga controvento. Pedalando sulle strade del mondo alla scoperta di se stessi: la recensione

Pubblicato il 20 novembre 2020 alle 12:00:41
Categoria: Libri di Sport
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Con la forza dell’entusiasmo raggiungi e realizzi ogni traguardo.  Paola Gianotti – In fuga controvento. Pedalando sulle strade del mondo alla scoperta di se stessi – bradipolibri Editore – Pag. 230 – Euro 15.00.

di Giuliano Orlando

Chi è oggi Paola Gianotti? Lo spiega senza girarci troppo attorno. “Cinque anni fa pensavo di diventare commercialista, anche se sapevo che era qualcosa di estraneo da me. Ho messo la prua in quella direzione. La grande azienda a Milano, tra finanza e consulenza, dalle nove del mattino alle undici di sera. Poi ho costituito la mia società, che pensavo fosse la mia strada. Sbagliando”. A distanza di cinque ha cambiato tutto ed è la donna più veloce del mondo ad aver circumnavigato il globo. Autrice di libri, testimonial della campagna nazionale per la sicurezza dei ciclisti. Lavora come coach nelle aziende, opera sui progetti per aiutare le donne dei Paesi del Terzo mondo e continua a macinare km. in bici. Ormai ha superato quota 120.000, e non ha nessuna voglia di smettere. Le ultime fatiche le racconta in questo libro. Scoprendo la “Red Bull Transiberian Extreme”, gara di ultracycling tra le più toste al mondo. Seguendo lo storico percorso del treno che da Mosca arriva a Vladivostok, per decenni la città chiusa dell’Unione Sovietica, quella che nascondeva i deportati in Siberia. Parte il 15 luglio 2015, dalla Piazza Rossa di Mosca, con la benedizione del pope alle bici. Quattordici tappe folli, lungo percorsi difficili e pochissime opportunità di rifornimenti. Qualcuna supera i mille km., su strade trafficatissime con i tir che sembrano saette. Finisce terza in classifica con Paolo. Nel libro ci sono aspetti di grande valore sociale. Prima ciclista invitata al Parlamento Europeo grazie all’interessamento dei Verdi. Pedalare è diventato una fede. Non poteva mancare il Giro dell’Europa. Dall’Italia alla Francia, in Germania e Danimarca fino alla Norvegia nel 2016 dove a Oslo consegna le 10.000 firme per far assegnare il Nobel alla bicicletta. Mentre pedala verso Oslo, viene attraversata dall’idea di tornare negli USA. Per scoprire quello che aveva dimenticato nel 2013 e ‘14. Non tanto per un nuovo record, quanto per una nuova buona azione. La sua amica Barbara, le ha raccontato che sua sorella Federica fa il medico volontario in Uganda e le infermiere locali guadagnerebbero tempo se potessero spostarsi in bici. Intanto ha già deciso come chiamare questo tour americano: 48 stati, 48 giorni, 48 bici.  Che realizza senza tentennamenti, nonostante il grande caldo e un dolore al ginocchio destro che la tormenta non poco. Ma l’impresa riesce al meglio, con tanto di record: 48 stati, 43 giorni e 70 biciclette che porta in Uganda per le infermiere. Finito? Vogliamo scherzare, c’è il Giappone da scoprire in bicicletta. Un bel Giro nella Terra del Sol Levante è anche utile per trovare i fondi atti a costruire un’officina in Uganda, dove sono arrivare le bici, ma all’occorrenza serve poterle aggiustare in caso di rottura. Tedofora in occasione delle Olimpiadi invernali 2018 svoltesi a Pyongchang in Korea del Sud. Insiste e non poco nella campagna sulla sicurezza per il ciclista. Inizia il “Giro di Paola”, che prosegue anche in questo 2020, durante il “look-down”, per donare mascherine agli ospedali di Torino e Ivrea. Conclude col Giro del Piemonte per valorizzare il territorio e installare cartelli stradali invitando al rispetto del ciclista, che replica con la stessa finalità in Toscana a settembre.

Giuliano Orlando