L’IBA apre a Russia e Bielorussia ai mondiali donne e uomini

Pubblicato il 7 marzo 2023 alle 08:03
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

L’IBA apre a Russia e Bielorussia ai mondiali donne e uomini, boicottati da molte nazioni, in guerra col CIO. La FPI in sintonia col CONI, fedele al Comitato Olimpico.

di Giuliano Orlando

Il presidente dell’IBA, il russo Umar Kemler, ha dichiarato guerra aperta al Comitato Olimpico, riconoscendo la presenza a pieno titolo di Russia e Bielorussia, a tutti i tornei, ai mondiali femminili e maschili con le squadre nazionali e gli inni ufficiali. Decisione in netto contrasto col CIO che esclude le due nazioni dai Giochi Olimpici, ritenendole responsabili dell’aggressione all’Ucraina. La prima conseguenza tangibile riguarda i prossimi mondiali femminili, con l’assenza ufficiale di undici nazioni (Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Ucraina, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia, Irlanda, Olanda, Norvegia e Svizzera) destinate ad aumentare prima dell’avvio ufficiale. Già il pesante boicottaggio lascia capire che la frattura è insanabile e la strada scelta dall’IBA, totalmente dipendente dal presidente, sostenuto finanziariamente della Gasprom, azienda legata allo stesso Putin, non lascia dubbi sull’esito del risultato. Non solo, l’ostilità concreta dell’IBA rende praticamente impossibile il riconoscimento del pugilato da parte del CIO, in proiezione Giochi di Los Angeles 2028. Kemler ha già dichiarato che l’IBA è decisa a viaggiare da sola, rappresentando la boxe mondiale e quindi non ottemperando all’imposizione del CIO. Personalmente ritengo sia un suicidio. Una guerra donchisciottesca. L’ipotesi di far nascere un’associazione in contrapposizione con l’IBA appare sempre più evidente. I primi segnali della fronda erano apparsi lo scorso aprile ad Assisi, in occasione delle elezioni del nuovo presidente EUBC, in sostituzione di Franco Falcinelli. Ruolo ricoperto dal dottor Ionnis Filippatos (Grecia), vincitore d’un soffio sull’olandese Boris Van der Vorst, sostenuto in particolare da Francia e Spagna favorevoli ad un cambiamento di fondo. A livello mondiale due sono le opportunità. Salvo cambiamenti, quest’anno si dovrebbero tenere le elezioni IBA per il rinnovo delle cariche. Non è da escludere una clamorosa sconfitta del gruppo in carica, che ha alleati forti in Asia, ma anche avversari non meno forti in America ed in Europa. Qualora ci fosse la conferma di Kemler, potrebbe affacciarsi l’ipotesi di una nuova associazione guidata da Boris Van der Vorst, sicuramente ben vista dal CIO. A quel punto l’IBA si troverebbe isolata. Altro interrogativo: quante nazioni sono disposte e rinunciare ai Giochi olimpici, in cambio di premi ai campionati mondiale e continentali? Inoltre, il mercato americano del professionismo sfoltirebbe ulteriormente le file fedeli a Kemler. L’Italia al momento, prosegue nei programmi stabiliti in sintonia con le direttive del CONI. La presenza italiana ai mondiali femminili e maschili al momento viene confermata dallo stesso presidente dottor Flavio D’Ambrosi, che chiarisce: “Non ho ricevuto alcuna informativa contraria da parte del CONI, quindi saremo presenti alle due rassegne”. Questa la risposta in occasione di un’intervista concessa ad un sito internazionale. Ad Assisi, sono in pieno allenamento Roberta Bonatti (48 kg), Giordana Sorrentino (50 kg), Sirine Chaarabi (52 kg), Olena Savchuk (54 kg), Irma Testa (57 kg), Alessia Mesiano (60 kg), Rebecca Nicoli (60 kg), Assunta Canfora (63 kg), Angela Carini (66) e Melissa Gemini (70 kg). Le prove generali le hanno sostenute in occasione di due tornei. Alcune al Golden Belt Series, allestito direttamente dall’IBA, a Marrakesh in Algeria. Presente in forza la Russia, assenti USA e Canada, le nazioni britanniche, mentre Cuba, Francia e Brasile hanno scelto la presenza di poche unità. Assenti anche Cina Giappone e Uzbekistan. Venti nazioni al femminile (81 atlete), 28 le maschili (116 atleti). L’Italia con 6 uomini (Iozia, Cavallaro jr., Cavallaro, Commey, Mouhiidine e Lenzi), sette donne (Bonatti, Sorrentino, Charaabi, Savchuk, Testa, Mesiano e Canfora). Il bilancio finale è stato di due ori (Charaabi e Mouhiidine), 2 argenti (Savchuk e Cavallaro) e tre bronzi (Canfora, Iozia e Lenzi). Irma Testa è stata sconfitta all’esordio dalla russa Vorontsova. Di ben altra consistenza lo Strandja di Sofia in Bulgaria, con 36 nazioni per gli uomini (229 atleti) e 28 per le donne (141 atlete). Presenti campioni olimpionici, mondiali e continentali. Uzbekistan con 27 uomini e 6 donne, Kazakistan e India, oltre alla Bulgaria hanno messo sul ring il meglio. In campo maschile gli uzbeki, si confermano la nazione che oltre ad ospitare la rassegna mondiale potrebbe risultare la più forte in assoluto. Il Kazakistan penalizzato da verdetti iniqui, ha presentato ottimi elementi. La Bulgaria è stata favorita da giudici parziali, mentre USA e Brasile sono riusciti a vincere un oro a testa. L’Italia ha raccolto un argento e un bronzo nei maschi e due bronzi al femminile. La nostra attività internazionale è legata alle decisioni del CONI, l’elemosiniere ufficiale di tutte le discipline olimpica. Nulla vieta di pensare che l’Italia possa prendere parte ai mondiali femminili dal 14 al 26 marzo a New Delhi e a quelli maschili a Tashkent Uzbekistan nella prima parte di maggio, dove Russia e Bielorussia parteciperanno ufficialmente. Comunque i loro risultati saranno ininfluenti, non avendo valore per il CIO. A questo punto l’IBA scompare ed entra in gioco il CIO, che diventa l’unico responsabile per tutto quanto riguarda i Giochi 2024, ospitati in  Francia, a cominciare dalle selezioni per scegliere i titolari. Ragion per cui i risultati di New Dehli e in Uzbekistan, in chiave russa non avranno nessun peso, essendo esclusi in partenza. Nel rispetto delle normative relative alla Carta Olimpica e altre norme pertinenti. Che recita: Tutti gli atleti devono rispettare e conformarsi alle disposizioni della Carta Olimpica attualmente in vigore, incluse ma non limitate alla Regola 41 (Nazionalità degli Atleti) e alla Regola 43 (Codice Mondiale Antidoping e Regolamento Olimpico) Codice di movimento sulla prevenzione della manipolazione delle competizioni). Possono partecipare solo gli atleti che rispettano la Carta Olimpica, il Codice Mondiale Antidoping e il Codice del Movimento Olimpico sulla Prevenzione della Manipolazione delle Competizioni, comprese le condizioni di partecipazione stabilite dall'EOC e le regole della boxe approvate dal CIO ai Giochi Europei del 2023.                                                                           

Chiarito questo punto, l’IBA resta fuori da ogni segmento a cinque cerchi. In Italia il CONI è da sempre in linea col CIO, che dal 2016 (Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016 e Tokyo 2020), impedisce all'International Boxing Association di gestire sia il torneo olimpico che le qualificazioni.                                                                                       

A Cracovia in Polonia, sotto l’egida del CIO, dal 23 giugno al 2 luglio scatta il cammino verso Parigi, con la diminuzione dei maschi, da otto a sette categorie. A Pechino 2008 erano 11, a Rio 2016 solo 10, ridotte a 8 a Tokyo, a Parigi solo 7. Mentre salgono le donne. A Londra 2012 e Rio 2016 erano 3, a Tokyo 5 e a Parigi arriveranno a 6.  A Parigi, 124 uomini e altrettante donne. L’Europa ha diritto a 44 atleti equamente divisi. Questi i posti maschili (16 nei 51 kg, nei 92 kg e nei +92 kg., 18 nei 57 kg, 20 nei 63,5 kg e 71 kg, 18 negli 80 kg.). Le sei categorie donne. 50 kg, 54 kg, 57 kg e 60 kg. (22); 66 kg e 16 nei 75 kg. (20). Le altre sedi. L’America (22 ottobre, 5 novembre) a Santiago, del Cile, nel corso dei Giochi Panamericani. L’Oceania (19 novembre, 2 dicembre) a Honiara nelle Isole Salomone, ai Giochi del Pacifico. L’Asia (23 settembre, 8 ottobre) ha scelto Hangzhou in Cina, ai Giochi Asiatici. L’Africa sceglierà i suoi primi titolari nel corso dei Giochi Africani ad Accra nel Ghana dal 4 al 19 agosto. Nel 2024 si concluderanno le qualificazioni con due raggruppamenti mondiali. Nel primo si assegnano 28 ticket maschili e 21 alle atlete. Nel secondo, 20 agli uomini e 23 alle donne. In entrambi i tornei ogni nazione può iscrivere solo un atleta nelle categorie nelle quali è ancora esclusa. La Francia che ospita l’evento ha diritto a 6 posti (3M/3F), Infine l’Universality Places, formata dagli esperti scelti dal CIO, dispone di 4 pass maschili e 5 femminili. Tutto questo senza che l’IBA abbia diritto di presenza!

Giuliano Orlando   

 

Come avevo previsto e già trattato in precedenza, l’argomento relativo ai rapporti sempre più tesi tra il CIO e l’International Boxing Association, torna di stretta attualità col previsto e temuto boicottaggio di nazioni importanti ai mondiali femminili e maschili allestiti dall’IBA presieduta dal russo Umar Kemler in aperto conflitto col CIO. Ai mondiali femminili fissati a Nuova Delhi in India da metà marzo, hanno già ufficializzato la loro assenza: Usa, Canada, Gran Bretagna, Irlanda, Svezia e la Repubblica Ceca, ma non è improbabile si aggiungano altre nazioni. Più o meno lo stesso discorso per la rassegna iridata maschile programmata in Uzbekistan, nella capitale Tashkent nella prima parte di maggio. Il fronte americano è quello più deciso a rompere con l’International Boxing Association, a sua volta decisa a percorrere la sua strada, consapevole di essere praticamente fuori dai Giochi Olimpici 2028. Per contro l’America e anche buona parte dell’Europa puntano forte sulle olimpiadi per evidenti ragioni pratiche. La prima è che l’anno prossimo a Parigi, quindi la Francia, ospita la rassegna a Cinque Cerchi e nel 2028 saranno gli USA a Los Angeles ad organizzare i Giochi. Il CIO ha già fatto sapere che con questa governance l’esclusione è certa, quindi la rottura appare insanabile. Per molti Paesi rinunciare ai Giochi significa perdere i contributi che arrivano dai Comitati nazionali. L’Italia tra queste.