Tricolore superpiuma a Trieste, Hassan batte Broili. La Bustamante punta a Parigi 2024

Pubblicato il 22 settembre 2021 alle 14:00
Categoria: Boxe
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TRIESTE. Hassan Nourdine (13-5) espugna Trieste e cinge il tricolore superpiuma, impresa notevole visto che sulla carta l’avversario Michele Broili (13-22-2) oltre che più giovane, godeva dell’incitamento del pubblico. Le due situazioni favorevoli non hanno fatto la differenza, semmai il contrario. Sul ring, per cinque riprese Broili è rimasto passivo, subendo l’iniziativa dell’avversario, che ha sfruttato al meglio la situazione. Arricchendo il vantaggio con un conteggio sopportato dal triestino al terzo round. Solo alla sesta tornata Broili è uscito dal letargo offensivo, iniziando a portare quei colpi lasciati inattivi per metà incontro. Non che la riscossa suonasse note trionfali, ma creava un equilibrio che frenava l’emorragia sopportata per troppe riprese. A quel punto solo una riscossa clamorosa avrebbe potuta creare l’inversione di tendenza. Che purtroppo l’allievo del maestro Denis Conte, non ha realizzato per merito di Nourdine, che è stato bravo a gestire la situazione, lasciando qualche ripresa a Broili, senza rischiare. Per essere certo del successo ha ripreso in mano la situazione nell’ultimo round, cancellando definitivamente ogni illusione per il tatuatissimo pugile di casa. In sede di presentazione, il maestro Conte, mi aveva assicurato che avremmo visto un Broili diverso dal solito. Non più l’irruento guerriero senza un tema tattico. “Ha imparato a muoversi sul tronco e replicare con lucidità”. Sul ring Broili ha mostrato una maggiore mobilità, quindi una difesa migliore, ma per cinque round non ha mai preso l’iniziativa, limitandosi a indietreggiare. Un invito a nozze per l’allievo di Davide Greguoldo, il maestro della Skull Boxe Canavesana, che guida l’allievo dal tempo dei dilettanti, e spiega: “Quando abbiamo accettato di combattere a Trieste, sapevamo che anche se non facile, ce la potevamo fare. Hassan ha una boxe più completa, un repertorio superiore e una maggiore mobilità. Questo è accaduto puntualmente. Broili non attaccava perché l’avversario era più rapido e non gli permetteva di andare oltre la difesa. Una volta acquisito un vantaggio consistente, Hassan ha diminuito il ritmo lasciando l’iniziativa sempre controllata, all’avversario. Questo abbiamo fatto e il risultato ci ha dato ampiamente ragione. Che due giudici abbiano segnato 98-91 è significativo, anche perché rispecchia quanto è successo sul ring. Il 96-95 di un giudice non lo commento, spero solo che chi di dovere intervenga”. Sul fronte opposto, c’è molta delusione ed è più che comprensibile. L’Ardita Boxe, società triestina nata nel 2018, gestita da Denis Conte, dopo aver allenato per anni alla ‘Pino Culot’, dove accolse Broili sedicenne, fino al passaggio alla giovane palestra, seguendo il suo maestro, si era esposta finanziariamente nell’organizzare la serata, costata circa 20.000 euro, con un rientro dell’80%. Passivo contenuto grazie agli sponsor e all’incasso con la presenza contingentata di 350 spettatori, contro i 600 usuali: “Lo abbiamo fatto perché eravamo convinti di potercela fare, dopo aver visto i miglioramenti in allenamento. – esordisce Conte – Purtroppo sul ring Michele è rimasto bloccato dall’emozione. Per assurdo avesse combattuto in trasferta avrebbe reso sicuramente meglio. Ad ogni ripresa mi sgolavo che attaccasse, ma la risposta era che non trovava il tempo delle repliche. Solo dopo la metà ha iniziato a far meglio ma la sconfitta è stata netta e dolorosa”.

Adesso?

“Abbiamo già iniziato il percorso per riprovare, decisi a non mollare. Il pugile ha 28 anni e ha capito perfettamente di essere stato inferiore alle attese, ma anche deciso a guadagnarsi una nuova opportunità. Ha fatto i complimenti ad Hassan. Nessuna acredine, semmai un rapporto di stima. Certo, la nostra voglia di riscatto è fortissima”.

Parlo col nuovo campione, informandolo che è il primo pugile nato all’estero che conquista il tricolore dei superpiuma. Una categoria che ha visto l’aretino Mario Redi (28-7-7) conquistare la nuova cintura l’11 dicembre 1970 a Novara, battendo il tarantino Oronzo Pesare (17-5), che tre mesi dopo si prese la rivincita sul ring di Bologna. Titolo perduto alla prima difesa contro Ugo Poli (42-22-7) a Sondrio in Lombardia. A livello statistico, il siciliano Giovanni Girgenti, attivo dal 1965 al 1976, ha combattuto per i superpiuma ben dieci volte, lo stesso record nei piuma. Nessuno come lui. Negli ultimi sette anni, si è assistito ad una situazione particolare: dal 2015 in avanti il campione ha tenuto la cintura un anno. Ecco i nomi: Pisanti 2015; Alfano 2016; Micheli 2017; Magnesi 2018; Carafa 2019; Alfano 2020 e adesso Nourdine. Il primo tricolore ad essere nato all’estero, esattamente a Tazzarine nel Sud del Marocco il 13 giugno 1987, origini berbere, trasferitosi in Italia giovanissimo, scuole svolte ad Asti e sempre ad Asti, i primi pugni in palestra, dove approda solo a 22 anni, dopo lunga attività come calciatore di buon livello. Per quanto riguarda il nuovo campione, l’incontro col maestro Davide Greguoldo è determinante per la scelta agonistica. Campione piemontese nel 2015, agli assoluti tenutisi a Roseto degli Abruzzi, incontra all’esordio Paolo Di Lernia che vincerà il titolo e l’avventura si conclude subito. “L’anno dopo – ricorda il suo maestro – decidiamo il passaggio al professionismo, visto che Hassan aveva già 29 anni e comincia così la nuova avventura”.

Un avvio di carriera non facile, sia nella trasferta in Belgio che la sconfitta contro Tiganas.

“Vorrei fare una premessa: come per tutti o quasi i professionisti italiani, il pugilato è una passione. Hassan viene in palestra dopo il lavoro e quindi qualcosa paga in merito al rendimento di chi fa boxe a tempo pieno. Certo sono state due sconfitte pesanti, entrambe nel 2018. La prima a Charleroi in Belgio contro il portoricano Abraham Nova (20), ancora non troppo conosciuto, oggi ai vertici nei pesi piuma, anche se vorrei mettere a fuoco che al momento del KO, al settimo round, Hassan era alla pari nel cartellino dei giudici. E quella contro Tiganas al secondo round, con un pugno della domenica a freddo. Nella boxe ci sta”.

Avete accettato la sfida contro Kaba campione italiano superleggeri. Un rischio non calcolato.

“Kaba era rimasto senza avversari e Mario Loreni, ci chiese se eravamo disposti ad affrontarlo per una buona borsa, considerato che non era un picchiatore. Hassan era d’accordo e perdemmo ai punti. Fu un errore, perché la differenza di categoria era evidente. Contro Broili avevamo valutato tutto. Soprattutto che combattevamo nella giusta categoria e che il triestino era alla nostra portata. Come il ring ha dimostrato. Anche se non è più un giovanissimo, Hassan ha sempre voglia di migliorarsi e per farlo da parecchie stagioni trascorriamo le ferie negli USA, da Los Angeles e Miami e Las Vegas, facendo i guanti con pugili di valore”.

Il campìone è giustamente soddisfatto, ma tiene i piedi per terra: “Mi ha sorpreso la tattica passiva del mio avversario. Pensavo che mi avrebbe assalito dal primo minuto. Quando ho realizzato che Broili badava solo a difendersi, ho preso io l’iniziativa e l’ho mantenuta fino al quinto round. Nella seconda parte ho gestito la situazione, senza rischiare nulla. Mi ha sorpreso il 96-95 di un giudice, per di più un piemontese. Se non lo avessi fatto contare, cosa sarebbe successo? Comunque, nessun commento. Adesso mi concedo un breve riposo e poi si torna in palestra per migliorare ancora. Spero di poter disputare alcune difese e poi fare un pensierino in Europa”.

Oltre al tricolore superpiuma Mario Loreni ha allestito un contorno di ottimo valore. Il promoter bresciano è quello che in questo 2021 ha svolto più attività e, visti i programmi in prospettiva manterrà il ruolo di capofila. Al Palachiarbola di Trieste, la sua Promo Boxe Italia, col figlio Graziano matchmaker, oltre alla sfida tricolore, ha presentato tre pugili dalle ottime prospettive future. Il leggero napoletano Gianluca Picardi (10-1) 29 anni di Casoria, in attesa di affrontare il vincente tra Vairo Lenti e lo sfidante Marvin Demollari, per lanciare la sfida al neo campione, incrocia Maichol Escobar (9-23-2) anni 34, pro dal 2009 in Nicaragua dove è nato. Nel 2011 si trasferisce in Europa, soggiornando in Francia e Spagna, fermandosi in Italia a Vicenza dal 2017 dove risiede e si allena. Ha incontrato tutti i pesi piuma e leggeri nostrani, perdendo alla distanza. Solo Luca Rigoldi nel 2018 riuscì a batterlo per KO. Picardi ha combattuto con intelligenza, non rischiando più di tanto contro un pugile rotto a tutte le malizie e molto resistente. Un test utile per la prossima sfida che dovrebbe offrirgli la seconda opportunità tricolore, dopo averla fallita d’un soffio proprio contro Vairo Lenti.

Il maestro Fabio Lampugnani è sempre più orgoglioso della sua allieva Valentina Bustamante (2) che migliora ad ogni incontro. Lo ha fatto nella precedente stagione quando era ancora dilettante, vincendo il torneo in Svezia, dopo l’argento in Portogallo e in Olanda. Battendo atlete di valore che sono andate a Tokyo. Lo scorso gennaio ha vinto nei leggeri il titolo assoluto ad Avellino. Avrebbe meritato ampiamente di prendere parte ai Giochi olimpici. Purtroppo per colpa del Covid 19, è saltata la selezione americana, dove in rappresentanza del Cile, dove è nato il padre - avendo doppio passaporto - avrebbe sicuramente ottenuto il pass. Fabio Lampugnani, che l’ha guidata fin da quando, accompagnata dal padre, entrò in palestra a Pavia giovanissima, ne spiega l’evoluzione tecnica. “Nei primi anni affidava tutto alla forza fisica, poco curandosi dell’aspetto tecnico. In particolare con le ragazze bisogna capire quando è il momento del cambiamento, senza forzare le cose con anticipo. Valentina ha un temperamento da guerriera e ama la battaglia. Saper indirizzare questa caratteristica in abbinamento alla parte schermistica e quindi alla tecnica è un lavoro di grande pazienza. Ci sono riuscito negli ultimi anni e i progressi si sono visti”. A Trieste ha dato un saggio delle sue qualità, dominando dal primo all’ultimo minuto, l’esperta serba Ksenija Medic (2-20-2) 23 anni, professionista dal 2016 a 18 anni, attiva in tutta Europa (Turchia, Francia, Ungheria, Montenegro, Germania, Georgia e Spagna), vista più volte in Italia, la prima nel 2018 al debutto di Sara Corazza e l’ultima a Livorno, lo scorso febbraio sconfitta da Martina Righi. Contro la Bustamante ha badato solo a non essere travolta, ha faticato parecchio per tenere i sei round. Nel dopo match ha confessato candidamente che una forte come Valentina l’incontrata poche volte e nessuna a 57 kg. Vittoria schiacciante e anche il desiderio di non considerare chiuso il sogno olimpico. “A Parigi nel 2024 avrò 28 anni, l’età giusta per dare il meglio. Ho letto che il presidente D’Ambrosi si è detto aperto all’ingresso dei professionisti per i Giochi. Mi metto a disposizione per l’evento. Sono la campionessa italiana in carica, penso di meritare questa opportunità, visto che combatto da peso piuma, pronta ad affrontare ogni rivale anche nei leggeri”. Questo il suo avviso ai naviganti della FPI. Il medio Giovanni Rossetti (5-1) 20 anni di Sava (Taranto), campione italiano dilettanti nel 2019 a Roma, nell’occasione il più giovane (18 anni) dei vincitori, è tornato a combattere dopo la sconfitta contro il palermitano Gianluca Pappalardo, sia pure di stretta misura, nella finale per il titolo FPI. Una frenata imprevista, dell’allievo di Mimmo Quero. Per il rientro è stato scelto il serbo Ognien Raukovic (8-22), rivale di routine, ma quello che importava era capire se il talentuoso pugile avesse tratto utile lezione per il futuro. Rossetti ha vinto senza affanno, giostrando con eleganza e abilità, anticipando un rivale che ha messo tanta buona volontà ma sempre una linea sotto l’avversario. Il ragazzo svezzato a Cuba e fatto crescere da Cataldo, ha talento da vendere, per questo la mia personale impressione e che debba ancora convincere sé stesso ad essere più cattivo e disposto a soffrire se dovesse occorrere. Contro Raukovic ha portato l’uno due, ma raramente le serie, che avrebbero concluso il match. Un tranquillo allenamento, che non ha risolto il problema. A questo punto la risposta ci sarebbe tutta: chiedere a Pappalardo la rivincita, per risolvere e cancellare ogni dubbio. L’evento è stato inserito tra le attività di promozione della Fpi per la VII edizione della Settimana Europea dello Sport-European week of sport EWos lanciata dalla Commissione Europea nel 2015 e coordinata ed organizzata in Italia dal Dipartimento per lo sport e da Sport e Salute Spa.

Giuliano Orlando