Haney scalza Prograis nei superleggeri WBC. Ramirez sconfitto da Espinoza. Zara conquista il Silver EBU

Pubblicato il 10 dicembre 2023 alle 20:12
Categoria: Boxe
Autore: Redazione datasport.it

 

Haney scalza Prograis nei superleggeri WBC. Ramirez sconfitto da Espinoza. Zara conquista il Silver EBU

di Giuliano Orlando

Al Chase Center di San Francisco, Devin Haney (31), 25 anni, pro dal 2015 a 16 anni, davanti al pubblico di casa, ha scalzato e asfaltato Regis Prograis (29-2), 34 anni, pro dal 2012, nato a New Orleans in Luisiana, campione WBA nel 2019, cintura perduta in Inghilterra contro Josh Taylor (19-1). Tornato al vertice il 26 novembre dello scorso anno a Carson (USA), battendo il mancino californiano Josè Zepeda (37-4), 34 anni, per il WBC. Molto abilmente il campione uscente aveva rilasciato dichiarazioni a gogo, cercando di alzare le sue quotazioni che gli scommettitori, a giusta ragione, gli negavano. Haney per contro si era limitato a dire che questo confronto era una tappa intermedia, verso il traguardo del possesso di tutte le altre cinture, come ha fatto nei leggeri. Il confronto diretto è stato talmente squilibrato da risultare perfino noioso. Haney lo ha semplicemente dominato, gestendo la fatica come un farmacista, senza esagerare. Si fosse impegnato un pelino di più, Prograis non avrebbe ascoltato il gong della fine. Sconfitto ai punti, con i tre giudici concordi sul 120-107, specchio di una punizione pesante, che comprende il conteggio al terzo tempo sul destro e il viso diventato una maschera di sangue. L’orgoglio di resistere non mi trova d’accordo, ma i suoi mentori non se la sono sentita di chiudere qualche ripresa prima. Adesso lo sconfitto dovrà riflettere bene sul proseguimento o meno, mentre il campione di fresco conio inizierà la scalata alle altre sigle. Senza escludere un successivo balzo nei welter.  Per la gioia di Eddie Hearn (Matchroom), il cubano Andy Cruz (2), 28 anni, un curriculum in maglietta da fuoriclasse, oro a Tokyo nei leggeri, tre volte iridato (Amburgo 2017, Ekaterinburg 2019 e Belgrado 2021), conferma di poter salire a breve nei top ten. Al secondo impegno da pro, ha spedito nel mondo dei sogni al terzo round il messicano Jovanni Straffon (26-6-1), 30 anni, pro dal 2010, ex IBO nel 2021, mancino dal sinistro pesante, come indicano i 19 KO messi a segno su 26 vittorie. Sulla carta match molto impegnativo, sul ring la statura pugilistica di Cruz ha fatto la differenza. Già al primo round il messicano sotto il destro ha rischiato il botto, nella seconda ha tentato di reagire senza farcela e al terzo tempo, sotto il mitragliamento del cubano, ha costretto l’arbitro a dare lo stop dopo neppure un minuto del round. A Cruz resta l’Internazionale IBF leggeri e un futuro di rilievo. Sempre al Chase Center, il superleggero australiano Liam Paro (24) mantiene la cintura Global WBO, costringendo Montana Love (18-2-1) di Cleveland alla resa al sesto tempo. Lungo applauso per Myo Yoshida (17-4), graziosa giapponesina residente a New York, che non ha dato scampo a Ebanie Bridges (9-2), giunta dall’Australia, costretta a lasciare nei guantoni il titolo gallo IBF.  Breve e intensa la sfida tra il giovane e imbattuto medio Amari Jones (10), 21 anni, residente a Las Vegas, pro dal 2021 e il più anziano Quilisto Madera (14-5). 31 anni, pro dal 2014, che per quattro riprese ha risposto agli attacchi di Jones. Alla quinta, ormai in debito d’ossigeno, ha costretto l’arbitro a sospendere la sfida. La polizotta brasiliana di San Paulo, Beatriz Ferreira (4), 31 anni, la più medagliata da dilettante: argento ai Giochi di Tokyo e ai mondiali 2022, oro ai Giochi militari e nella Coppa del Mondo 2021, raccoglie il quarto successo ai danni della texana Destiny Jones (5-2) di 25 anni, messa kd nella settima ripresa e fermata in quello successivo. La vincitrice nel quinto round riportava una ferita all’occhio sinistro.                                                                                                                                                                   In Florida nella Charles F. Dodge City Center a Pembroke Pines, festa grande per i messicani che hanno scommesso sul loro idolo Rafael Espinoza (22), 29 anni, di Guadalajara, pro dal 2018, capace di battere il cubano Robeysy Ramirez (13-2), 29 anni, pro dal 2019, dopo una carriera da dilettante dal 2009 al 2018, con questi numeri (126+ 23-), fra le poche sconfitte, una nel 2012 ad Assisi la subì contro Vincenzo Picardi. Doppio oro a cinque cerchi (2012-2016), due mondiali falliti.  Da pro, dopo l’esordio negativo, battuto da Adan Gonzales (5-4-2) nel 2019, Ramirez non aveva più conosciuto sconfitte e non pensava certo di perdere la cintura WBO piuma contro Espinoza. Invece è accaduto l’imprevisto. Lo sfidante dalla struttura atletica imponente ha costretto Ramirez allo scambio continuo, usando un buon gioco di gambe, mandando spesso fuori misura il campione, che al quinto round riusciva a farlo contare ma non ad ammorbidirlo. Semmai il contrario. Addirittura acquisendo i punti per la vittoria nell’ultima ripresa, con Ramirez al tappeto, in stretta difesa per non arrendersi. Match di altissimo livello. I punteggi: 114-112, 115-111 e 113-113 a conferma dell’equilibrio.                                                                                                                                                                     All’Arena di Dubai (Emirati Arabi), Evgeny Tishchenko (13-1) oro ai Giochi di 2016 e iridato 2015, tenendolo lontano col lungo sinistro, alternato col montante, ha messo subito in difficoltà Leon Harth (22-6-1) nato in Armenia, residente in Germania, che ha tentato invano di accorciare lo scambio gettandosi in avanti. Tattica suicida, pagata con un primo kd in avvio e conclusa al sesto, definitivamente out. L’interrogativo è sapere se la sfida assegnava il primo titolo dei super cruiserweight WBA, oppure rientrava nei bridge? L’altro russo, da cruiser, Muslim Gadzhimagomedov (3), oro iridato dello scorso maggio, dato vincitore da una giuria prezzolata, ai danni dell’azzurro Aziz Moujjdine, ha costretto al ritiro Artur Mann (20-49 all’ottavo round, dopo un match a senso unico.                                                                                                                                                                  Nel mitico stadio Roland Garros di Parigi, dove si svolgerà il torneo olimpico 2024, il beniamino di casa, il massimo Tony Yoka (11-3), oro di Rio 2016 e iridato 2015, rientrava dopo la duplice sconfitta contro Martin  Bakule (20-1) e Carlos Takama (40-8-1), affrontando il belga, nato in Costa D' Avorio, Ryad Merhy (32-2), 31 anni, già titolare IB nei massimi leggeri, incassando il terzo stop consecutivo. lncontro abbastanza monotono, con Yoka incapace di aumentare il ritmo per distanziare un rivale che ha usato con intelligenza il diretto sinistro, anticipando le intenzioni offensive del francese, che al termine  dei dieci round  si trovava indietro per due giudici su tre, il terzo aveva il pari. A rendere meno amara la sconfitta, vincevano i due Yoka impegnati, il superwelter Victor (3) su Armin Benchia (2-1) 6 t. e Axel (1) al debutto superava Kevin Lesa Nguiveson (6-5) ferito al terzo round.                                                                                                                                   Allo stadio “Signora Chiara" di Calangianus (Sassari), il beniamino di casa Christian Zara (11-2) 26 anni, pro dal 2019 batte il basco Sebastian Perez (14-4-1), 27 anni pro dal 2015, sui 12 round e conquista il vacante EBU Silver, che ha sostituito l’Unione Europea. Successo importante in un momento molto difficile per la boxe italiana, costretta a inseguire invano i trofei all’estero, dove le giurie hanno sempre un occhio di riguardo per gli atleti di casa. Il pugile sardo ha vinto con merito e pazienza, nel senso che ha saputo aspettare i momenti favorevoli e mettere a segno i pugni necessari per il vantaggio. Dodici round in fotocopia, con Zara velocissimo sulle gambe, evitando la corta distanza che Perez ha cercato invano per tutto il match. Verdetto di misura, che ritengo corretto, anche se in Spagna, probabilmente l’avrebbero assegnato al pugile di casa. Ha combattuto purte Vincenzo Picardi (11), 40 anni, contro Nestor Maradiago (9-20-2), 22 anni del Nicaragua, residente dal 2020 a Venezia, professionista dal 2016 a 15 anni. Match sgorbutico e non facile, con Maradiago sicuramente più pesante che pressava con la testa in avanti, portando sventole larghe che l’arbitro non si è mai sognato di sanzionare. Nel terzo round, su una di queste, colpiva Picardi sbilanciato, che finiva al tappeto e veniva contato. Il match andava avanti con molto clinch e pochi colpi puliti. Picardi portava quelli più precisi, attento a non prendere testate che, ripeto, l’arbitro avrebbe dovuto punire. Al verdetto per il campano, molti dissensi ingiustificati, visto che il kd costa un punto e anche la ripresa. Il match era sulle sei e non capisco dove stava la vittoria per l’ospite?

Giuliano Orlando