Giochi Europei: a Baku esame severo per la boxe

Pubblicato il 19 giugno 2015 alle 12:14:15
Categoria: Boxe
Autore: Fabio Codebue

Baku, capitale dell’Azerbaigian, da alcuni anni riferimento abituale per eventi sportivi di richiamo internazionale, in questi giorni è al centro dell’interesse, ospitando gli European Games, rassegna che in molte discipline assegna i pass per i Giochi di Rio 2016. Il torneo pugilistico, pur limitandosi a concedere solo punti nel ranking internazionale, senza alcun ticket olimpico, segna  il record di partecipazione con 40 nazioni al via. Nessun’altra specialità come la boxe. Ubicata nell’elegante struttura del Crystal Zali 2, la manifestazione è iniziata martedì. Il settore maschile (dieci categorie) ha 211 iscritti, quello femminile (cinque) 67 atlete per 24 paesi. Semifinali e finali, tra il 24 e il 27 giugno. Tre nazioni al completo con 15 presenze: Azerbaigian, Russia e Germania, 14 l’Ungheria, 13 Turchia e Italia, 12 Ucraina, Irlanda, Gran Bretagna, Bulgaria e Francia, 11 Moldovia e Bielorussia. Fanalino di coda l’Austria, un iscritto.

I padroni di casa si presentano al meglio, alcuni titolari alle WSB e un paio di ex campioni d’Europa, come Alizada (49) e Mammadov (91) sceso nei mediomassimi, oltre ad Abdullayev (91) vincitore di Russo e Turchi. Proseguendo nella politica della nazionalizzazione facile, dopo Migitinov, Medzhidov, Ibiyev e altri, è stata la volta del leggero Selimov, già promosso a Rio con le WSB, ventinovenne, per anni una colonna della nazionale russa, europeo piuma 2006 e 2010, campione iridato nel 2007 battendo in finale Lomachenko che l’anno dopo ai Giochi di Pechino, lo eliminò al primo turno. Bronzo ai mondiali di Milano nel 2009 mentre a Baku 2011, perse subito per squalifica dal venezuelano Manzanilla, colpito sotto la cintura. Campione russo nel 2006 e 2007, argento nel 2005. Ricordiamo che nel 2014, subì una sconfitta nelle WSB dal nostro Valentino. A Rio difenderà i colori dell’Azerbaigian che rischia di avere nelle proprie file altri russi nazionalizzati.

Per contro la Russia ha aperto ai giovani, portando a Baku atleti nati dal 1990 in avanti, salvo il medio Koptyakov, 28 anni compiuti, campione nazionale ed europeo nel 2011, argento russo nel 2013 e bronzo nel 2014, in concorrenza con Khamukov già promosso a Rio e Chebotarev che punta agli europei di Sofia in agosto. L’altra veterana è Elena Seveleva, 31 anni, nella categoria dei gallo. Diversi i reduci dalle WSB e anche dall’APB. Citiamo il nostro Picardi, gli azeri Mamishzada, Aliyev, Baghirov e Musalov, l’estone Karlson, i francesi Cissokho e Yoka, bocciato anche nell’APB, gli inglesi Fowler e Joyce, i tedeschi Touba, El Hag, Sopa, Radovan e Teziev, gli irlandesi Walsh, Nolan e O’Neill, l’Italia è al completo con i reduci WSB, i moldovi Riscan e Gojan, l’olandese Mullenberger, polacchi, romeni e i russi Besputin e Gimbatov, il ventenne +91, da due anni campione russo, diversi turchi, tra cui Sipal già promosso ai Giochi.

L’Ucraina ha scelto il rinnovamento totale e non poteva fare altrimenti, visto il passaggio al professionismo di tutti i presenti a Londra e altri titolati. Per quanto riguarda le donne, il 90% era presente ai mondiali a Je-Ju in Corea del Sud. Tra queste le campionesse iridate, quali la bulgara Petrova, vincitrice della nostra Davide in finale, le russe Dobrynina e Beliakova, la veterana Saveleva, bronzo in Corea.

La pattuglia italiana scelta da Bergamasco (maschi) e Renzini (donne) ha giustificate ambizioni, ma anche oggettive difficoltà per arrivare a medaglia. I più accreditati sono Mangiacapre (64) e Manfredonia (81), entrambi prime teste di serie. Vianello (+91) e Cavallaro (75) trovano ostacoli fin dai quarti. Per il primo l’irlandese Gardiner e poi Yoka o Bernath, più esperti, anche se il gigante romano può sorprendere essendo in costante crescita tecnica. Il medio mancino Cavallaro ha superato il primo turno battendo il serbo Drenovak, senza incantare. L’inglese Fowler è il prossimo rivale e in caso di successo, improbabile, avrebbe il russo Koptyakov, campione d’Europa 2011, un girone di ferro. Sulla carta il cammino di Picardi (52), D’Andrea (56), Cosenza (60) e Morello (69) dovrebbe fermarsi nei quarti, l’ingresso in semifinale sarebbe una piacevole sorpresa.

Più agevole appare la situazione femminile. La Gordini l’ostacolo più impegnativo, prima delle semifinali lo trova oggi nella la russa Sagataeva, difficile ma non insuperabile. Molte speranze sono riposte sulla titolata Davide (54), argento mondiale in carica, penalizzata dal sorteggio, comunque in un girone discretamente favorevole. Visto che la russa Saveleva, l’irlandese Walsh, l’azera Alimardanova e l’iridata bulgara Petrova si scornano direttamente. Nei leggeri la Marenda se supera la romena Mera in avvio e la tosta francese Mossely, ha buone possibilità di entrare in zona medaglia, nella parte bassa del girone i grossi calibri come la plurititolata irlandese Katie Taylor, al debutto domenica contro la bulgara Elissea, avrà in semifinale la russa Dobrynina, salita di categoria, che non si arrenderà facilmente. Se tutto andrà come ci auguriamo, finalmente per la Marenda il premio dopo tante imprese sfiorate. Buone prospettive anche per la Alberti (64) almeno fino alle semifinali. Meno facile per la Amato (75) circondata da avversarie che la sovrastano in titoli ed esperienza. Già battere l’ucraina Shambir risulterebbe una bella impresa, oltre non sembra possibile.

In un bilancio generale, tornare a casa con tre ori e un paio di altri podi, sarebbe un bottino più che buono. Russia, Azerbaigian, Turchia e forse la Germania, sembrano le più quotate alla frequenza sul podio, l’Ungheria ha molte ambizioni e ottimi atleti. Buone punte da Irlanda, Gran Bretagna, Bielorussia, Armenia, Bulgaria, Moldovia e Francia. Polonia e Romania da scoprire come la nuova Ucraina. Sperando che i giudici siano corretti. Conoscendo l’aria di Baku, dubitiamo sull’equità, per cui le previsioni potrebbero andare a farsi benedire, se saranno guidate e non libere.