Fine settimana bollente con sfide iridate in Europa e negli USA.

Pubblicato il 26 settembre 2023 alle 21:00
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

 

Fine settimana bollente con sfide iridate in Europa e negli USA.

Successi per Mouhiidine e Cavallaro a Monaco.

 

di Giuliano Orlando

 

La boxe riprende fiato in questo fine settimana con serate in oltre venti nazioni in Europa e negli altri continenti. Dagli USA al Canada, Cile, Guatemala e Messico. In Europa a Londra due appuntamenti importanti, cinque riunioni in Germania, Francia, Belgio, Austria, Ungheria, Spagna, Rep. Ceca e in Turchia ad Antalya, con la stuzzicante sfida tra i massimi, aspiranti al mondiale, Murat Gassiev (30-1), 29 anni, russo di nascita e armeno di passaporto, pro dal 2011, sconfitto solo dall’ucraino Olek Usyk da cruiser (2018) a Mosca e lo svedese Otto Wallin (25-1-1nc), 32 anni, unico stop da Tyson Fury nel 2019 ai punti. Entrambi risiedono negli USA. In Africa boxe in Congo, Uganda, Tanzania e in Malawi. In Asia oltre che in Thailandia, luci sul ring allestito all’Intercontinental Hotel di Dacca la capitale del Bangladesh, lo stato limitrofo all’India, con molti giovani locali in ascesa. In Inghilterra, al Bethnal Green, londinese, boxe al femminile. Nei superleggeri, Carolina Dubois (7), 22 anni, mancina e sorella d’arte, il fratello Daniel (19-2), 26 anni, pro dal 2017, dopo una partenza a razzo, 15 vittorie con 14 KO, finiva out contro il connazionale Joe Joyce, nel novembre 2020. Riprendeva e conquistava il WBA nel 2022, che lasciava all’ucraino Olek Usyk (20) lo scorso agosto sul ring polacco di Wroclaw, che lo stendeva al nono round. La sorellina è stata un talento precoce nelle categorie giovanili, campionessa europea jr. e youth (2016-17 e 18), iridata 1018-2019 assoluta, presente ai Giochi di Tokyo, out nei quarti. Prima sconfitta contro Valentina Bustamante italo-cilena residente a Pavia, allieva del maestro Fabio Paragnani. Avversaria di sabato la messicana Magali Rodriguez (22-6-4), 31 anni, pro dal 2009 come peso gallo, reduce da un prezioso pareggio contro la quotata francese Estelle Mossely (11-0-1) a Dushanbe nel Tajkinstan, mantenendo la cintura Silver WBC, leggeri. Stavolta la posta in palio, vale quella dei superleggeri IBO vacante. Carolina è favorita netta, ma la messicana non avendo nulla da perdere, giocherà le sue carte al meglio. In contemporanea a Wembley, per la Matchroom di Eddie Hearn, l’australiano Jai Opetaia (22), 28 anni, pro dal 2015, alla prima difesa della cintura cruiser IBF oltre che alla prima trasferta. Il longilineo di Sydney ha conquistato il titolo superando il lettone Mauris Briedis (28-2) il 2 luglio 2022 a Broadbeach nel Queesland, dopo una battaglia senza esclusione di colpi. Lo aspetta il trentenne di Manchester Jordan Tompson (15), pro dal 2015, attività svolta all’ombra di casa e un assalto non facile considerato che il mancino della Tasmania ha qualità notevoli, anche se non è un picchiatore. Ritengo che per il britannico sia difficile scalzarlo. Un altro cruiser, Cheavon Clarke (6), 32 anni, originario della Jamaica, lunga carriera in maglietta, dal 2011 al 2021, miglior risultato l’argento europeo nel 2017 a Kharkiv in Ucraina, pro dalla scorsa stagione, affronta il ceco Vasil Ducar (14-6-2), rivale soft per l’Internazionale IBF. Largo alla boxe rosa, con Ellie Scotney (7), londinese di 25 anni, pro dal 2020, dopo l’europeo conquistato nel 2022, ai danni della spagnola Mary Romero, lo scorso giugno a Wembley ha detronizzato Cherneka Johnson (15-2), 28 anni, neozelandese, facendo sua la cintura IBF supergallo, che difende contro la veterana argentina Laura Soledad Griffa (20-8), 37 anni, pro dal 2014, vista in Francia nel 2019, dove rimediò due sconfitte. Pronostico scontato per la titolare.                                                                                                    La scorsa settimana sempre a Wembley, il cinese Zhilei Zhang (26-1-1) ribattendo in modo ancora più netto il britannico Joe Joyce (15-2), a 40 anni, sembra aver trovato una seconda giovinezza. Zhang nel 2008 a Pechino venne messo KO al quarto round nella finale olimpica dei supermassimi dal nostro Roberto Cammarelle, mentre a Londra 2012 lo fermò il locale Anthony Joshua di misura, nell’edizione che passerà alla storia per il furto colossale ai danni del mancino di Cinisello Balsamo, nella sfida per l’oro olimpico. Un furto concertato dall’AIBA e gli organizzatori della Matchroom, che avevano stipulato un ricco contratto con Joshua neo professionista, col titolo d’Olimpia. Cammarelle aveva stravinto quella finale, ma la politica sporca ebbe la meglio. Zhang è rimasto dilettante fino al 2013, chiudendo con due sconfitte a Cuba, contro gli allora rampanti Toirac e Lourdet. Si trasferisce negli USA a Bloomfield nel New Jesey e inizia la nuova carriera nel 2014 a 31 anni guidato dai fratelli Terry e Tom Lane. Il mancino cinese pur vincendo i primi 24 incontri non entusiasma. Il 20 agosto 2022 a Jeddad in Arabia Saudita, conosce la prima sconfitta di fronte al croato Filip Hrgovich (16), 31 anni, pro dal 2017, battuto da Cammarelle ai mondiali 2013 in Kazakistan, sfidante per la cintura IBF. A sua volta il cinesone dopo quella sconfitta accetta l’offerta degli inglesi per affrontare Joe Joyce che mette in palio l’Interim WBO. La borsa è buona il rischio accettabile.  Il match si svolge il 15 aprile scorso e la sfida tra la delusione degli inglesi, finisce a favore di Zhang al decimo round su decisione del medico, che ritiene la situazione dell’occhio destro di Joyce troppo pericolosa per proseguire. Al momento dello stop il cinese era in netto vantaggio. La rivincita voluta dall’inglese si è risolta al terzo round e il destro di Zhang ha concluso una situazione che fin dal primo tempo si capiva come sarebbe andata a finire. Un Joyce lento e impacciato, era bersaglio facile per Zhang, che pur con qualche chilo in più, mostrava braccia veloci e precise. Adesso per il quarantenne cinese si parla di Joshua come prossimo avversario e si pensa addirittura a Usyk e Tyson Fury.                                                                                                                                                                                         Negli USA, l’attenzione è rivolta al T Mobile Arena di Las Vegas, dove è stata fissata l’ennesima difesa dell’idolo dei messicani Sauli Alvarez (59-2-2), 33 anni, nativo di Guadalajara, pro dal 2005, re dei supermedi di cui è titolare Ibf, WBC, WBO e WBA che trova Jermell Charlo (35-1-1), nativo della Luisiana, ma residente a Richmond nel Texas, suo coetaneo, entrambi sono nati nel 1990, famiglia di pugili di alto livello, il gemello Jermall (32) è campione in carica WBC dei medi. Sfidante di qualità, titolare delle stesse quattro cinture nei superwelter, passato dalla Golden Boy di De La Hoya (2008-2015) al misterioso Al Hayman. Il salto di due categorie è il punto interrogativo di questo confronto, della cui organizzazione fa parte anche Alvarez che si gestisce da solo e partecipa agli eventi che lo riguardano, con Tom Brown. Gli allibratori non hanno dubbi sulla vittoria del messicano, mentre i tecnici sono più cauti, considerando le indubbie qualità dello sfidante, che punta sulla velocità e la precisione. Alvarez nelle ultime prestazioni ha mostrato qualche segno di stanchezza, più che giustificata, per un pugile passato pro nel 2005 a 15 anni, salendo dai superwelter fino ai mediomassimi, conquistando il mondiale in ogni categoria. Ultimo di otto fratelli, tutti portati da papà Santos in palestra, la mamma di origine irlandese a giustificare i suoi capelli rossi. Multimiliardario, nel garage che vale 10 milioni di dollari splendono Ferrari, Bugatti e Rolls Royce, ama i cavalli e nel suo ranch alleva purosangue bianchi. Ha uno yatch valutato 60 milioni di biglietti verdi. Gioca volentieri ed è anche fortunato. A Las Vegas ricordano quando spazzolò il banco vincendo 250.000 dollari. Il test odierno non è proibitivo, ma nasconde molte insidie.                                                                                                                                                                      

      In Italia, nonostante i proclami del presidente che ci presenta come una potenza assoluta dobbiamo accontentarci di un campionato tricolore supergallo, fissato a Monserrato nel cagliaritano tra il locale Matteo Lecca (11-2), 27 anni e il calabrese di stanza a Binago (Mi) Iuliano Gallo (11-4), 31 anni, fermo dal 2020 al 2022, tormentato da problemi alle mani. Un rientro non facile, giocato in trasferta.                                                                          

    La lombarda Jessica Bellusci (4), 24 anni, allenata e gestita dal maestro Marco Antognaccetti, il 7 ottobre vola al Place Bell di Laval in Canada, per affrontare l’imbattuta canadese di origini francesi Caroline Veyre (5), eliminata da Irma Testa nei quarti di finale dei giochi di Tokyo, dopo una sfida molto equilibrata. “Non ci nascondiamo le difficoltà di questo impegno - le parole del suo maestro – e che siamo sfavoriti, ma questo non esclude che Jessica salirà sul ring per vincere”. La riunione di Laval ha il suo clou, col mondiale IBF e WBO dei minimosca tra Evelin Bermudez (18-1-1), argentina e la sfidante di casa Kim Clavel (17-1).

Passato praticamente sotto silenzio il dual match del 16 settembre a Tremblay-en-France, tra la nazionale transalpina e quella cubana. Non è la prima volta che queste nazioni si affrontano, ma è la prima volta assoluta di una rappresentanza femminile caraibica, fuori dall’isola. L’ok era stato dato dalla Federboxe cubana da oltre un anno, ma in precedenza non era mai apparsa ad alcun campionato o torneo. Tre i match disputati, due vittorie transalpine e una per Cuba. Nei 57 kg. la titolata Delphine Mancini fa valere la maggiore esperienza sulla giovane Lennys Cala Masa, (3-0), nei 66 kg. Victoire Piteau batte nettamente Ariane Imbert Lomothe, per la verità solo coraggiosa (3-0). Nei 75 kg. la longilinea Yakelin Estornell, lottava alla pari con la locale Solana Ayivi, e due giudici su tre la premiavano (2-1). Come previsto, la formazione maschile ospite, formata dai migliori e titolati atleti, ha travolto una Francia che ha ottenuto una sola vittoria sui sei match. Nei +92, dove il non eccezionale Djamili Aboudou ha avuto la meglio, sul giovane Fernando Arzola Lopez, argento mondiale in carica più casuale che reale. Personalmente, lo ritengo una pippa e non cambio idea dopo aver visto il filmato contro il francese. Gli altri risultati.  57: kg. Ivan Horta (C) b. Riad Labidi (F) rance); 63,5: Lazaro Alvarez (C) b. Antar Badri (F); 71: Jorge Cuellar (C) b. Ismaël Gbodialo (F); 80: Arlen Lopez Cardona (C) b. Raphael Monny (F); 92: Julio Cesar La Cruz (C) b. Soheb Bouafia (F).

Il 23 settembre al Chapiteau de Fonteville, nel Principato di Monaco, nel quartiere di Montecarlo, l’IBA (ex AIBA), ente non riconosciuto dal CIO, sponsorizzata dalla Gazprom, azienda governativa russa, con la partecipazione di Putin, ha organizzato una serata di ottimo livello, con pugili di prima scelta, compresi gli azzurri Aziz Mouhiidine, vice campione del mondo nei 91 kg., delle ultime due edizioni, con verdetti scandalosamente di parte e Salvatore Cavallaro nei 75, a sua volta spesso sul podio a mondiali ed europei. Il primo a ribattuto l’armeno Narek Manasyan, già superato nella semifinale iridata in Uzbekistan lo scorso aprile. L’asiatico, consapevole dell’inferiorità ha boxato in modo ostruzionistico, legando ed evitando di fare vero pugilato. L’azzurro ha vinto nettamente, ma senza poter brillare. Il siciliano Cavallaro ha dovuto faticare e non poco per avere la meglio del kazako Raiys Nurkanat, argento agli asiatici 2022, battuto in finale dall’uzbeko vice mondiale Jafarov. L’azzurro ha messo a frutto la maggiore esperienza, colpendo e uscendo dalla reazione di un rivale mai domo, anche se poco fantasioso. Per i due italiani 10.000 dollari dovuti al vincitore. Presentati come fenomeni, i due cubani Arlen Lopez, doppio oro ai Giochi di Rio 2016 e Tokyo 2021 e Arzola Lopez, iridato youth, di cui ho già espresso il mio parere, sono stati sonoramente sconfitti. Arlen dall’olandese Gradus Kraus, mentre il gigante d’argilla ha rischiato addirittura il KO, contro il modesto e stagionato croato Mark Milun che gli ha imposto ben due conteggi. Applausi per il pro francese Sofiane Oumiha (4), tre ori mondiali e l’argento ai Giochi 2016, vincitore per kot sull’argentino Nicolas Ariel Blanco (9-1) al sesto tempo, in palio l’Intercontinentale WBA leggeri. Non ha convinto il mediomassimo venezuelano, Albert Ramirez (17), 4° per la WBA, pur vincitore su Lenin Castillo (24-5-1), dominicano esperto. Sbrigativo il superleggero di casa Hugo Micallef (7) sul ceco Denis Bartos (12-8), KO al primo tempo.

 

Giuliano Orlando