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La fabbrica della nebbia

Pubblicato il 8 luglio 2025 alle 20:07
Categoria: Libri di Sport
Autore: Wilma Gagliardi

 La fabbrica della nebbia

Delizioso racconto per capire un fenomeno atmosferico, capace di creare situazioni immateriali e nel contempo fantastiche – Gino Cervi – La fabbrica della nebbia. Piccolo viaggio sentimentale dentro quel che cancella e svela - Ediciclo editore - Pag. 96 – Euro 9.50.

di Giuliano Orlando

Mi sono approcciato alla recensione di questo tascabile, insito nella collana “Piccola filosofia del viaggio” che si avvicina ai 50 titoli, con la solita curiosità, ritenendo comunque di leggere una nozionistica e forse prolissa esposizione di un fenomeno atmosferico che avvolge in particolare i paesi del Nord Europa e l’Italia nella parte settentrionale, con punte nella Bassa padana tra il Piemonte e la Lombardia con infiltrazioni in Emilia e nel Veneto. La trattazione scientifica la trovi nelle pagine 13 e 14, nella voce nebbia nel “Grande dizionario della lingua italiana” della Utet (1061-2002) neppure troppo recente. Il resto è un delizioso racconto dell’autore, scritto con la semplicità dei grandi scrittori, che scivola pagina dopo pagina, come una ghiottoneria che non vorresti ma finisse. L’autore ha alle spalle una montagna di esperienze editoriali, attivo a tutto campo, in particolare su argomenti sportivi, con libri su Fausto Coppi e altri nel mondo del ciclismo fino ad un reportage riguardante l’edizione del Giro d’Italia 2020, quello della pandemia. Ma pure sul calcio: “AC Milan, le storie” e tanto altro. Confessa la fede rossonera.  Attualmente, appena superata la soglia della sessantina, si definisce “meccanico dei libri degli altri”. Questa fatica nella nebbia è una favola vera, partita dalla pianura pavese, dove la coltre bianca, anche se in netto calo, è ancora protagonista nelle stagioni definite fredde. Nascere e crescere in una cascina ai bordi dei boschi della Zelata, negli anni ’60, significava, come esordisce l’autore: “Nascere dentro la nebbia”. Meglio ancora: “Sono nato nella fabbrica della nebbia”. Da quella dichiarazione, nasce la favola di un ragazzo che l’affronta dai tempi della scuola e ne entra in tale confidenza da diventarne cultore e amico. Il viaggio da casa a scuola, con la nonna che si faceva il segno della croce, mentre il piccolo Gino saliva sulla Simca verde, guidata dalla mamma, tanto coraggiosa quanto ansiosa, mentre lui aveva il compito di indicare la strada, sporgendosi fuori dal finestrino, per scorgere la striscia che delimitava strada e bosco. L’autore ha il pregio di raccontare, affascinando il lettore, trattando i più svariati momenti con l’immediatezza del flash che illumina e la chiarezza di chi ha nella semplicità una ricchezza e non un limite. La nebbia, assoluta protagonista anche nel calcio. Benevola alleata a Belgrado nel novembre 1988, contro la Stella Rossa, che costringe l’arbitro a sospendere la partita con i diavoli indietro e gli ultras serbi, veri delinquenti, inferociti per lo stop. Il giorno dopo, il Milan passa ai rigori e Arrigo Sacchi ringrazia l’amica nebbia. C’è poi l’attenzione su Alberto Arbasino, personaggio dalle cento sfaccettature.  Carriera accademica da Milano alla Sorbona e ad Harvard, giornalismo e salotti bene, mostre, teatri, televisione e altre situazioni. Ma il vero Arbasino è nel cuore di Pavia, tra palazzi e cancelli, muri sbrecciati e nebbia a volontà. Mario Soldati e ancor più Gianni Brera esprimono la loro opinione sulle terre della nebbia. Il primo la scopre, il secondo la racconta, confermando cognizione assoluta, partendo da Carlo Magno semplicemente incantevole. Tutto ed è tanto, in meno di cento pagine di piccolo formato. Un miracolo meraviglioso e imperdibile. Grazie Gino Cervi.     

                                                                                                     

   Giuliano Orlando