L’Europa sempre più autonoma nella gestione dei tornei.

Pubblicato il 27 maggio 2023 alle 15:05
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

 

L’Europa sempre più autonoma nella gestione dei tornei.

Mentre Umar Kremlev il re dell’IBA, nonostante nuoti nei dollari, appare sempre più isolato.  L’ultima sconfitta al torneo di Eindhoven. 

di Giuliano Orlando

Nel 2015, i mondiali dell’AIBA, si volsero a Doha nel Qatar, l’emirato più ricco del mondo, uno sputo di terra fatto a penisoletta, che si affaccia sul Golfo Persico, tra l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, dove i residenti restano giorno e notte nei parallelepipedi di vetroresina che si alzano verso il cielo con l’aria condizionata sempre in funzione, visto il clima invivibile. In quell’occasione chiesi ad un funzionario come spendevano tutti i miliardi che introitavano col petrolio. La risposta fu illuminante: “Il Qatar in effetti ha il problema di essere troppo ricco e questo è anche un pericolo, perché l’eccesso è sempre dannoso. Per questo stiamo diversificando onde evitare che tanta ricchezza diventi negativa per il nostro futuro. Doha oltre ad allestire i mondiali di calcio, ha costruito cliniche per la riabilitazione dopo gravi traumi e terapie in altre specializzazioni, ma non solo, sapendo che il petrolio ha gli anni contati e quindi stiamo già ricorrendo ai ripari a partire dalla costruzione del porto più importante del Golfo”. L’Emirato pensava al futuro, cercando di sfruttare la ricchezza nel modo migliore. Situazione che sia pure in chiave ridotta, sta vivendo l’IBA, l’ente mondiale della boxe dilettantistica. Il presieduta-padrone, il russo Umar Kremlev, sta nuotando in un mare di dollari, grazie allo sponsor Gazprom, azienda parastatale della quale è azionista anche Putin e che il CIO aveva chiesto più volte di chiudere i rapporti. Il munifico sponsor pare abbia stanziato per il 2023, qualcosa come 50 milioni di dollari. Uso il condizionale, essendosi l’ente rifiutato di far conoscere al CIO qualsiasi informazione in merito. Comunque sia l’IBA ha fatto piovere milioni sia sulle due rassegne iridate che ai Golden Belt Series, tornei di sua competenza, il primo quest’anno disputato a Marrakesh in Marocco, lo scorso febbraio, il secondo fissato a Luglio a Maribor in Slovenia. Nonostante la sirena dei premi generosi e anche pericolosi, le defezioni previste non sono venute meno. Semmai superiori alle previsioni, al punto che l’IBA ha pagato viaggi e soggiorno ad una cinquantina di nazioni, ininfluenti per valore, ma utili a far salire il numero delle presenze. Sulla distribuzione dei premi, ho sottolineato da tempo sia riduttiva e negativa. Molto meglio se li avesse amplificati, premiando gli atleti giunti a ottavi e quarti, mantenendo lo stesso monte premi. Nel frattempo l’IBA ha minacciato squalifiche e sospensioni a mezzo mondo, che a suo giudizio non hanno o avessero rispettato i suoi dettami. Non solo ha detto e scritto di voler portare il CIO in tribunale, con accuse pesanti in merito all’organizzazione delle preolimpiche, il giocattolo più prezioso non più nelle mani dell’IBA. Tutto caduto nel vuoto. In aprile emette un comunicato allegando la lista dei pugili, nazione per nazione che a suo giudizio potevano prendere parte alla preolimpica. Un corollario di strafalcioni a conferma dell’ignoranza della situazione in seno all’IBA. Minacciato tutte le nazioni che avrebbero preso parte alla selezione di Cracovia, senza l’avallo dell’IBA. Dimenticando il particolare non secondario che l’ente è estraneo a tutto ciò che riguarda i Giochi. Non solo, in aprile l’Ucraina, faceva sapere che qualsiasi federazione o atleta ucraino dovesse gareggiare con atleti russi o bielorussi, avrebbero stati privati del loro status naturale. A sua volta il CIO replicava che non fosse competenza dello stato le decisioni degli atleti.  Ma lo stesso CIO precisava che gli atleti russi e bielorussi che in qualsiasi modo facessero parte di agenzie militari venivano esclusi dalla competizione. Trovando il pieno appoggio delle 50 associazione che fanno del CIO. Messo alle strette, l’IBA giorni addietro ha offerto l’ennesimo voltafaccia, dichiarandosi pronta ad offrire arbitri e giudici a Cracovia. Chi ha scritto tratti di una marcia indietro ha preso l’ennesimo granchio. Semmai è l’ultima furbata. La ciambella di salvataggio per non affogare del tutto. Abbastanza ridicola, considerato che la richiesta del CIO agli arbitri aveva ottenuto immediata risposta positiva dalla maggior parte del settore, nonostante l’IBA li avesse minacciati di squalifica. Dando l’ok, non ha fatto altro che ufficializzare una situazione già stabilita a dispetto dell’ente di Kremlev. Ma non è finita, dopo la figuraccia al Torneo di Usti nella Repubblica Ceka, alla quale ha preso parte una squadra USA (Il 26 aprile USA Boxing si è ritirata dall’IBA (ex AIBA) di cui faceva parte come membro fondatore sin dalla sua costituzione nel 1946) e nonostante i tuoni e fulmini minacciati dall’IBA alle altre nazioni, il torneo ha visto la partecipazione di tutte le nazioni iscritte (18) salvo la defezione parziale e tardiva di Brasile, Polonia e Francia. L’ultima perla è recentissima. L’IBA annuncia la sospensione a vario titolo di Irlanda, Nuova Zelanda, Germania, Svezia, Olanda, Liberia, Guinea Equatoriale, Islanda e altre che non specifica. E aggiunge: “A partire dal 26 aprile 2023, USA Boxing ha revocato la propria appartenenza all'IBA, privando così i propri atleti, allenatori e funzionari di prendere parte a qualsiasi evento IBA". Sospesa anche la Repubblica Ceca per avere organizzato il “Grand Prix”, consentendo la partecipazione ai pugili USA.

Minacce cadute nel vuoto, come dimostra la presenza al torneo di Eindhoven nei Paesi Bassi partito sabato  26 maggio, dove accanto alla nazione ospitante, sono presentii Germania, Irlanda, Islanda e Svezia, oltre a Bahrain, Belgio, Canada, Capo Verde, Curacao, Danimarca, Inghilterra, Francia, Ungheria, Kuwait, Lituania, Lussemburgo, Montenegro, Marocco, Mozambico, Norvegia, Portogallo, Serbia, Slovacchia e Ucraina. Di Russia e Bielorussia nessuna traccia. Nella presentazione il presidente olandese ha fatto sapere di aver ricevuto minacce dall’IBA per aver accettato nazioni da loro sospese. “Ma noi non ci siamo piegati e l’abbiamo fatto partire, nel segno della libertà che l’IBA nega. L’adesione di tante nazioni è la loro sconfitta. Ci spiace che ci sia questa guerra, ma riteniamo che a sbagliare sia la politica del presidente Kremlev, che vuole imporre la sua dittatura”. La partenza della rassegna segna l’ennesima disfatta dell’IBA. Non fa eccezione il torneo Junior Cup di Vrbas in Serbia, riservato ai pugili delle categorie giovanili, in preparazione agli europei junior fissati nella seconda parte del prossimo mese a Ploiesti in Romania, mentre la rassegna asiatica degli youth è stata fissata a luglio. Iscritte al torneo Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Ungheria, Kazakistan, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Russia ma pure la Repubblica Ceka, che l’IBA ha cancellato. Al dunque, la Russia non è mai arrivata mentre la Cekia ha preso parte alla rassegna mettendosi anche in luce con alcuni giovani emergenti. Per contro la Bielorussia, alleata e consorella della Russia, sta scomparendo a livello organizzativo. Al Memorial Alexey Yukov di Gomez, nel 2021 presero parte Kazakistan, Spagna, Moldovia, Uzbekistan, Kyrghistan e Russia per un totale di 100 atleti. Saltato nel 2022, ha ripreso quest’anno con questi numeri e nazioni: 35 pugili in rappresentanza di Russia e Bielorussia. Annullati gli altri due tornei in programma in Bielorussia. Non servono commenti. Confermando che l’EUBC controlla tutta l’attività continentale in maniera autonoma, mentre l’IBA conta come il due di picche a briscola.

Giuliano Orlando