De Carolis, Magnesi e Bernile tre sconfitte diverse. Torna la boxe a Bologna e Milano

Pubblicato il 25 marzo 2024 alle 19:03
Categoria: Boxe
Autore: Wilma Gagliardi

 

De Carolis, Magnesi e Bernile tre sconfitte diverse. Torna la boxe a Bologna e Milano.

di Giuliano Orlando

La legge del non c’è due senza il tre, in termini di sconfitte, per la nostra boxe è risultata purtroppo una sentenza puntuale. La prima il 9 marzo, dove al Palasport di Levallois in Francia, intestato a Marcel Cerdan, il non più verde romano Giovanni De Carolis (32-11-1), 39 anni, attivo dal 2007, ha tentato invano per la seconda volta, di conquistare l’europeo supermedi. Nella precedente sfida, il primo maggio 2021 a Manchester, venne sconfitto ai punti dall’inglese Lerrone Richards (18) attuale titolare IBO. Stavolta il francese di colore Kevin Lele Sadjo (22), 33 anni, pro dal 2017, lo ha costretto alla resa all’ottavo tempo, confermandosi picchiatore implacabile, come certificano i 20 successi prima del limite su 22 vittorie. Il transalpino, passato pro nel 2017, ha conquistato l’europeo vacante nel dicembre 2021 a Manchester, battendo l’inglese Jack Cullen (22-4), fermato al sesto round a causa di una ferita sopra la palpebra sinistra, ormai indietro nel punteggio. Nel frattempo dopo quella WBA (2019), lo scorso anno ha preso possesso anche della cintura Intercontinentale WBO. L’italiano è stato campione del mondo WBA supermedi nel 2016, conquistando lo scettro in Germania, e nella prima parte del confronto con Sadjo si è difeso bene, replicando con buone combinazioni al corpo. Al sesto round il campione ha intensificato l’offensiva, costringendo De Carolis alle corde, che per interrompere l’assedio e riprendere fiato, si è inginocchiato. L’arbitro, dopo averlo contato, chiudeva il match. Decisione molto affrettata, anche se a quel punto appariva difficile capovolgere la situazione. Si è trattato della terza sconfitta prima del limite in 17 stagioni da pro. La prima nel 2008 in Ucraina a Kiev, contro il locale Maysym Bursek (37-6-2), inattivo dal 2020. L’altra nel novembre 20016 a Potsdam in Germania, fermato a pochi secondi dalla fine del match, contro Tyron Zeuge (27-2-1), per il mondiale WBA e il Global. Potrebbe essere il segnale per dire basta. Suffragato dalla scelta di operare in campo organizzativo. La A&B Events della promoter Alessandra Branco, venerdì scorso 22 marzo, al Palazzetto Romboli a Colleferro (Roma) ha organizzato una serata di grande richiamo, al centro della quale il consorte Michael Magnesi (23-2), 29 anni, doveva essere il protagonista nella difesa del titolo Silver WBC superpiuma, conquistato il 31 marzo 2023 a Valmontone, superando l’imbattuto argentino Ayrton Osmar Gimenez (19-1), 24 anni e poi difeso a Roma il 27 ottobre scorso, superando l’ostico colombiano Nike Theran (18-1), 26 anni ai punti. L’avversario era arrivato dal Giappone: Masanori Rikiishi (15-1), 29 anni, pro dal 2017, longilineo mancino, dieci centimetri più alto del romano, contrista molto pericoloso, come dimostravano i 9 KO inflitti ai rivali. Una sola sconfitta risalente al 2018, al terzo match da pro. Era alla prima trasferta, in patria hanno la certezza della sua vittoria, Per Magnesi, sicuramente l’avversario più pericoloso. Il presidente del WBC aveva fatto sapere che il vincitore diventata sfidante al mondiale. Il match non ha tradito le attese, semmai le ha superate, offrendo uno spettacolo emozionante. Il nipponico è apparso subito ostico e valido, ma l’italiano per nove round ha offerto il meglio, giostrando con abilità, anticipando e muovendosi bene sul tronco, colpendo in velocità e sfruttando bene i colpi laterali a corta distanza. Masanori non stava certo a guardare, ma round dopo round, lasciava punti importanti al campione. Questo fino al nono round, con i giudici che davano concordi cinque punti all’italiano: 88-83. Al decimo, nonostante il suo allenatore insistesse nell’evitare lo scambio serrato, si assisteva ad una vera battaglia da Far West, un minuto infernale per entrambi, pugni su pugni come piovesse. Nell’occasione quelli più precisi li aveva portati l’ospite che si aggiudicava per due giudici il round. Magnesi in apparenza sembrava ancora in buona condizione, ma così non era. Quello scambio lo aveva prosciugato e nell’undicesimo tempo iniziava il dramma, con Masanori che aveva capito tutto e scagliava colpi su colpi, contro un rivale tenuto in piedi solo dall’orgoglio. L’ultimo round come previsto, era una punizione (due conteggi) che l’arbitro avrebbe potuto evitare, anche se l’atteggiamento dilatatorio era dovuto alla possibilità di dare al campione l’opportunità di giungere in fondo e mantenere la cintura. Calcolo sbagliato, quando la situazione rischia il dramma. Una sconfitta amarissima per Magnesi e il suo clan, quasi una beffa e anche un danno economico importante, visto l’impegno finanziario per portare lo sfidante in Italia. Oltre al timore che i troppi colpi subiti potessero aver prodotto danni al pugile. Che al termine degli esami e dopo la notte trascorsa in ospedale, sono stati esclusi. Con un sospiro di sollievo. Contrariamente ai soliti esperti che hanno blaterato e spiegato perché ciò è avvenuto, personalmente mi limito a dire che soffocare il proprio orgoglio da guerriero non è facile anche se comporta rischi. Se avesse legato come fanno altri, forse sarebbe arrivato alla fine, ma la boxe di Magnesi non è quella del farmacista e contro Masanori per nove riprese è stata perfetta. Poi ha chiesto troppo alla sua autonomia e ha pagato duramente. Questa è la legge del ring. Crudele ma anche emblematica, per farti riflettere sulle sconfitte. Magnesi ha 29 anni, vive di boxe e metterà a frutto una battuta a vuoto, pur se cocente. Non mi sembra il caso di aprire processi oziosi e inutili. Nella serata la non più giovane romana Valentina Angiolini (3-5) 37 anni, passata pro a 35 primavere, modesta anche da dilettane, un bronzo agli assoluti 2019 a Roma, tante sconfitte, ha trovato la sera magica, conquistando il vacante tricolore dei piuma ai danni della lombarda Jessica Bellusci (5-2), in serata decisamente negativa, ben lontana dalle ultime prestazioni. Match fermato all’ottavo tempo, avendo il medico ritenuto pericoloso proseguire a causa del gonfiore all’occhio sinistro della Bellusci, indietro nel punteggio. Hanno vinto i due fratelli Mirko (4) nei massimi e Fabrizio Carbotti (6) leggeri, ai danni dei georgiani, Tamaz Isoria (5-14) e Rati Migriauli (6-22-3). Leggeri: l’ex tricolore Charlemagne Metonyekpon (14-1) si è imposto sul giovane e tenace moldovo Ivan Petrov (6-9-2) sulle otto riprese. Ho seguito la serata dalla televisione e ascoltato il commento dei due speaker, trovando decisamente di pessimo gusto certe critiche al maestro della Bellusci: “Dovrebbe insegnare alla sua pugile a fare la boxe”. Intanto, conoscono le loro storie per dare certi giudizi? Come incensare in modo sfacciato un giornalista loro amico, come se gli altri fossero scartine.                                                    

    Il giorno dopo, sabato 23 marzo a Novarello, Granozzo con Monticello, nel novarese, il promoter Rolando Frascaro con l’apporto di Giovanni De Carolis, hanno allestito il mondiale IBO minimosca vacante tra la beniamina di casa Martina Bernile (6-4-1), 38 anni allenata dal marito e la serba Nina Radovanovic (18-4) 32 anni, guidata da papà Darko, una carriera iniziata nel 2010 a 17 anni, partecipando ai vari tornei europei e mondiali compresi. Nel percorso ha incrociato le nostre Mostarda (2018) e Sorrentino (2021-2023) uscendone sempre sconfitta. Professionista dal 2014, combatte in tutta Europa e in America dai minimosca ai gallo, si batte per tre volte col mondiale in palio, perde per quello dei gallo WBC due volte. Conquista in Belgio nel 2018 l’IBO mosca. Titolare ai Giochi di Tokyo 2021 dove si ferma ai quarti. Presente alla preolimpica di Cracovia in Polonia nei 50 kg. per la Serbia, ma la nostra Sorrentino la stoppa con sicurezza. Ci riprova ai primi di marzo a Busto Arsizio e stavolta è la giordana Hassan Nassar a fermarla ai 16°. Sicuramente ci riproverà a Bangkok in Thailandia a maggio. Forte di tante esperienze, contro la boxe prevedibile e troppo elementare della nostra Bernile, che si è affidata ci ha praticamente giocato e vinto tutte le dieci riprese, rendendo ininfluenti i due richiami subiti nella parte finale del match. Se alla nostra fosse bastato il coraggio e le generosità, sicuramente avrebbe vinto, ma la differenza tecnica fra le due risultava abissale. La serba ha portato tutti i colpi, dai diretti ai montanti sempre un attimo prima della Bernile. Di lei è stata più veloce nel gioco di gambe e nelle schivate. Che un giudice l’abbia vista perdere è semplicemente imbarazzante. Gli altri due le hanno reso giustizia (97-91, 98-92). Nel dopo match la vincitrice si è detta pronta a concedere la rivincita. Fossi nell’italiana, aspetterei un momento, vista la distanza tra le due. Nel programma, il giovane e promettente mancino peso gallo Alex Foglia (8), 21 anni, ha impiegato meno di un round a convincere il georgiano Beka Antonidze (2-4-4) a desistere dalla lotta, per un colpo al corpo. Vince prima del limite anche il welter Jacopo Colli (7-0-1) di Vigevano, 33 anni, sul cinese Seiran Engel (5-17-3), 31 anni, di stanza in Germania, colpito al fegato al quinto round. La non più verde friulana Chiara Gregoris (3-1) residente a Bologna, 37 anni, ha la meglio sulla triestina Sara Lombardi (3-1) dieci anni meno, e anche meno decisione, che le costa la prima sconfitta.                                                                                                            

   In aprile, torna la boxe importante. Il 5 al Palazzo dello Sport di Bologna, per la Promo Boxe di Mario Loreni, la grande occasione per Pamela Malvina Noutcho (6), 31 anni, nata in Camerun, naturalizzata italiana nel 2023, infermiera diplomata, papà ingegnere, messasi in luce agli assoluti 2021 vinti a sorpresa, seconda nel 2022 l’anno in cui passa pro. Brevilinea molto battagliera, ha compiuto nell’ultima stagione un buon salto di qualità, vincendo il tricolore piuma e proiettandosi a questa sfida che vale l’europeo Silver vacante. Sua rivale la britannica Jordan Barker Porter (7-2), 30 anni di Newcastle, ottima contrista, avversaria di tutto rispetto. La manifestazione sarà completata da altri quattro match. debutta la pluricampionessa italiana ed europea youth nei piuma, Biancamaria Tessari contro la serba Marijana Dasovic (0-20-1) 6 t. Primo match anche per il massimo già campione italiano dilettanti, Dmytro Tonyschev, nato in Ucraina, laureato a Padova, italiano di passaporto, contro Michele Ogliari di Crema (2) 6 t. Il quotato welter: Kevin Mustafaj (5) opposto al serbo Marko Petrovic (2-15) 6 t. nella stessa categoria, Antonio Licata (8) di Ferrara, trova lo sloveno Edin Sejdinovic (3-4) 8 t.                                                                                                                                                       

Il 13 aprile all’Allianz di Milano, serata super per l’organizzazione della TAF di Edoardo Germani, dopo il successo di pubblico e spettacolo del 17 dicembre scorso, con le sfide tra Morello e Joshua e tra il gemello Samuel Nmomah e Rossetti che hanno esaltato i tanti spettatori accorsi al richiamo in guantoni. Anche stavolta il richiamo è stuzzicante. Già fissati due titoli WBC del Mediterraneo. Nei medi il detentore Dario Morello (22-1), calabrese residente a Bergamo, titolare di una palestra polivalente molto qualificata, verrà sfidato dell’ex tricolore, Luca Chiancone (9-0-2), il picchiatore triestino che ha un largo seguito, dopo aver incontrato due volte Hermi Yassin (13-1-1) per il tricolore. Lo svedese Goran Babic (8-1-2), 32 anni, origini serbe, mette in palio il Mediterraneo dei cruiser WBC, contro l’imbattuto congolese Jonathan Kogasso (11), prossimo alla nazionalità italiana, allievo di Vincenzo Gigliotti, residente a Pavia. Sul ring anche Paparo, Lorusso e Lisci. Oltre ad altre sfide da non perdere.

Giuliano Orlando