De Carolis strepitoso, Scardina, KOT al quinto. Sconfitti Prodan e Cecchi

Pubblicato il 15 maggio 2022 alle 11:00
Categoria: Boxe
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MILANO. La vita agonistica può riprendere alla soglia dei 38 anni, come ha dimostrato il romano Giovanni De Carolis (31-10-1) che nella tana di Daniele Scardina (20-1), l’ex Palalido, ora Allianz Cloud, una stupenda bomboniera, esaurita in ogni ordine di posti, riportando il pugilato indietro nel tempo, addirittura al periodo di Giovanni Parisi l’ultimo fuoriclasse del nostro boxing, ha letteralmente travolto il fino ad allora imbattuto milanese, apparso incerto e lento, la brutta copia di quello che il pubblico si attendeva. La sfida è durata praticamente 4 round, anche se il risultato tecnico indica KOT al quinto. De Carolis ha dominato il match con grande personalità, cedendo solo la terza ripresa di stretta misura. Tutto il resto è stato di scuola romana, con grande partecipazione degli oltre 500 tifosi giunti da Roma e dintorni, fiduciosi di tornare a casa trionfanti. De Carolis si è presentato tirato a lucido senza un filo di grasso, con un piano tattico preciso, studiato assieme ai suoi maestri Italo Mattioli e Luigi Ascani, che hanno preparato questa sfida consapevoli, in ragione dell’età, che poteva essere l’ultimo treno da non perdere. Portandosi a Roma l’Intercontinentale WBO supermedi. Sul fronte di Scardina, l’ottimismo di facciata, stando a quanto mi è stato detto dal suo angolo, non era per niente giustificabile. A dieci giorni dal confronto, Scardina era quattro chili sopra il limite. Mi chiedo quale funzione ha il nutrizionista che non opera gratis. Inoltre Scardina era lento, teso e incapace di usare le lunghe leve. Per contro De Carolis già al primo round aveva messo in crisi l’avversario e lo faceva ogni volta che partiva all’attacco, di fronte ad un avversario passivo, rassegnato. La conclusione del match è stata crudele per Scardinal alle mercè di un rivalle che lo ha punito con precisione chirurgica, facendolo contare tre volte. Una tale involuzione ha giustamente fatto arrabbiare il suo storico maestro Pino Caputo. “Non faccio processi a nessuno, dico solo se per andare a Miami ad allenarsi e tornare a Milano in quello stato, sarà necessaria una riflessione. Nelle ultime esibizioni Daniele ha fatto come i gamberi. Questa la realtà dei fatti. Nella boxe si vince e si perde, ma così non va bene. Una sconfitta ai punti ci può stare, De Carolis anche se non più verde resta un signor pugile. Non si vince un mondiale vero in Germania se non hai qualità. Le motivazioni che aveva Giovanni, doveva averle anche Daniele. Così non è stato”. Questa è la boxe. La gioia del vincitore, la tristezza dello sconfitto, che per la prima volta assaggia l’amaro della disfatta e conclude la serata all’Ospedale San Carlo per la TAC e le altre viste di controllo, presente la mamma, non il suo tecnico. Per fortuna con esito negativo su tutta la linea. Perdere non significa la fine della carriera, insistere con gli stessi metodi di allenamento è autolesionista. Il programma allestito dalla Matchroom Italy dei Cerchi, la diretta della DAZN e la presenza di Eddie Hearn, il presidente dell’ente tra i più importanti al mondo, il cui successo organizzativo non è certo passato in sott’ordine, ha offerto emozioni anche oltre le attese. Il welter ucraino, residente da oltre un decennio a Milano, Maxim Prodan (19-2-1), 29 anni, che rientrava a combattere dopo la sfortunata esibizione contro l’albanese Florian Marku (11-0-1), il 25 settembre 2021 a Tottenham nel sottoclou del mondiale massimi Usik-Joshua, non pensava certo di incamerare la seconda sconfitta. Invece è accaduto che il venezuelano Luis Romero (11-5-1) ha capovolto nel settimo round, una situazione che in quello precedente sembrava disperata. Romero era finito al tappeto su un sinistro al mento ma per sua fortuna, il round si stava concludendo. Nel minuto di riposo ha potuto riprendersi e Prodan ha commesso l’errore di buttarsi dentro per concludere, sottovalutando la precisione e la velocità di Romero. Prodan purtroppo non sa difendersi, diventando così un bersaglio facile al punto che l’arbitro ha fermato l’incontro, dando a Romero la giusta vittoria. Al momento dello stop Prodan, era in vantaggio di due punti per tutti i giudici. Nelle riprese precedenti il venezuelano si confermava rivale scomodo, ma a gioco lungo l’ucraino che aveva mostrato progressi nelle schivate, sembrava potercela fare. Bastava ragionare e concludere le restanti due riprese al piccolo trotto, per vincere. Purtroppo così non è stato.

Confesso che un europeo così brutto non lo avevo mai visto. La spagnola di Valencia, Mary Romero (8-2), 37 anni, mamma di due figlie, ha riportato a casa l’europeo supergallo che metteva in palio contro la romana Maria Cecchi (7-1), 24 anni, sconfitta nettamente, dimostratasi ancora immatura per questo trofeo. In sede di cronaca, tutti i media si sono scagliati sulla romana, colpevole di una plateale testata, che l’arbitro ha punito con due punti al passivo. Decisione giusta, ma che la campionessa abbia espresso boxe è stata una pia illusione. Attaccava come un toro, buttandosi avanti testa compre, innervosendo l’italiana che nei pochi momenti di boxe pulita, portava buoni colpi. La Romero si dimostrava ottima attrice, con sceneggiate degne del teatro napoletano. La verità è che l’arbitro non è stato capace di condurre il match sui binari corretti. La Romero ha debuttato nel 2015 a 31 anni, svolgendo un solo anno di attività, quindi stop per la seconda maternità fino al 2019. Nei due anni iniziali raccoglie due vittorie e altrettante sconfitte. La prima all’esordio contro la connazionale Melania Sarroche che aveva alle spalle dieci incontri con otto vittorie e che mesi addietro ha combattuto per il mondiale WBO supergallo in Francia, oltre che europea gallo dal 2017 al 2019, per salire di categoria. La seconda sconfitta nel 2016 in Russia, contro Tatyana Zrazheevskaya ai punti. Dal rientro ha vinto cinque incontri, conquistando l’europeo vacante il 18 gennaio 2020 in Spagna contro modesta bulgara Ivanka Ivanova (4-18-3) abituata alle sconfitte, la prima difesa sempre in casa contro l’inesperta inglese Amy Timlin (4-1-1) 22 anni, fermata all’8° round. Personalmente avrei interrotto il match di Milano dopo il quinto round per un no-contest. L’unica parentesi negativa di una serata di grande spettacolo. Nella parte iniziale, il medio Joshua Nmomah (12) residente a Novara, ha disputato otto riprese in fotocopia, dominando il magiaro Gabor Gorbics (26-27-2), ben contento di non correre rischi, salvo l’ultima tornata dove Jushua si è sentito in dovere di aumentare il ritmo offensivo. Mi chiedo quale utilità abbiano questi confronti per la crescita, salvo l’opportunità di una borsa per i due. Si sapevano le difficoltà nel confronto da parte del cruiser Oronzo Birardi (4) barese, residente in Germania, doppio passaporto, contro il romeno Ovidiu Enache (6-10), 32 anni, di stanza a Capaccio nel salernitano fin dai tempi del dilettantismo. Pro dal 2016, dopo un avvio disastroso sette sconfitte a fila, ha iniziato un buon recupero, realizzando sei vittore e due sconfitte. La terza all’Allianz contro Birardi, molto contestata sia dall’angolo che dal pubblico. Ci poteva stare anche un pari, visto che nel terzo e quarto round, alcune serie hanno messo in affanno il più giovane, 21 anni, che ha saputo reagire, pur pagando l’inesperienza. In apertura ha debuttato al professionismo il supermedio Daniele Reggi (1), 24 anni, milanese di Cernusco con un seguito di tifosi incredibile, che hanno incoraggiato il giovane debuttante con grandi cori. Daniele ha impiegato tre round per far arrendere il veronese Luca Barbessi (0-4), che ha opposto ben poca resistenza. A questo punto, i responsabili di Barbessi, dovrebbero chiedersi se vale la pensa di continuare.

Molti tra pugili in attività ed ex, presenti alla serata. Da Emiliano Marsili a Francesco Grandelli e Nicholas Esposito, oltre a Guido Vianello il massimo romano, che tornerà a combattere negli Usa a luglio dopo una lunghissima sosta, necessaria per rimettere a posto le mani e poter combattere senza il pesante handicap. Emiliano Marsili si è detto pronto a difendere il titolo UE contro il francese di origine marocchina Jaouad Belmehdi (15-0-3), 24 anni, recente vincitore prima del limite di Luca Maccaroni (17-9-4). A bordo ring anche Stefano Zoff, Gianluca Branco, Emanuele Blandamura e pure il campione internazionale dei supermedi WBC Ivan Zucco, sorridente e disponibile a battersi con Giovanni De Carolis: “Faccio parte della colonia dei Cherchi, per cui mi atterrò a quanto mi consigliano. Finora è andato tutto nel migliore dei modi. Ho conquistato il titolo italiano, poi l’Internazionale WBC, in futuro vedremo cosa scegliere”.

I commenti a bordo ring, relativi alla sconfitta di Scardina, erano tra i più vari. Passando dalla preparazione sbagliata alla sottovalutazione di De Carolis, altri sui limiti di tenuta e la non crescita tecnica. Tutti d’accordo nel ritenere la pronta riprea a tempi brevi. Personalmente ritengo che ci voglia una svolta importante e una maggiore consapevolezza che a certi livelli, devi cercare solo di crescere, che vuol dire tanto lavoro e tante rinunce.

Giuliano Orlando