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Conosciamo i promossi ai quarti del Grand Prix WBC a Ryad (Arabia Saudita).
Vincono il piuma Qamili e il superleggero Priolo. Sconfitto il massimo Brito. La OPI 82 nell’organizzazione.
di Giuliano Orlando
Al Global Theater Boulevard di Riyadh City (ArabiaSaudita) il 20 e 21 giugno, si sono svolti gli ottavi del Grand Prix WBC, rassegna ad inviti, allestita da Mauricio Sulaimán, presidente dell’ente, con l’intervento finanziario dell’emiro saudita Turki Alashchik. Nel ruolo di promoter dell’event il nostro Christian Cherchi, con papà Salvatore, titolare della OPI 82, operativa nell’organizzazione.
In partenza 128 pugili, 32 per ciascuna delle quattro categorie presenti nel torneo: massimi, medi, superleggeri e piuma, in rappresentanza di 42 nazioni. Russia e Bielorussia non invitate. La prima giornata svoltasi in aprile, aveva visto i successi del piuma Muhamet “Eti” Qamili (16), del superleggero Fiorenzo Priolo (10) e del massimo Davide Brito (7-1). Sconfitto di misura il medio romano Giovanni Sarchioto (21-1) contro l’ucraino Maksyn Molodan (8-1), con molta responsabilità dell’angolo.
Nella seconda tornata che promuoveva i vincitori ai quarti, hanno vinto il piuma, Muhamet Qamili (16), 24 anni, gestito dalla OPI dei Cherchi e il superleggero torinese Fiorenzo Priolo (11), 22 anni, allievo di Cristian De Martinis. Si è fermato il massimo aretino (genitori domenicani) Davide Brito (7-1), 27 anni, residente a Miami in Florida, battuto per kot al quinto round, dal bosniaco Ahmed Krnjic (5), 28 anni, pro dal 2022, che a gioco lungo ha fatto valere la maggiore potenza, espressa in particolare dal montante sinistro, colpo che aveva costretto alla resa nel primo incontro di aprile, Yordy Valenzuola (6-3-1) del Guatemala, in meno di un round. Brito, vincitore all’esordio del francese Clément Gillet (7-2-1), era partito bene, colpendo a spostandosi lateralmente per due round. Tattica giusta contro un rivale più lento, ma pericoloso a corta distanza per la potenza dei colpi. Purtroppo dal terzo round l’italiano si fermava e Krnjic iniziava la rimonta che si concludeva al quinto tempo. Colpito al corpo, Brito finiva al tappeto. Nonostante si fosse rialzato prima dell’8”, l’arbitro decretava la fine del match. Le proteste del nostro pugile non cambiavano la situazione. Realisticamente, avrebbe potuto riprendere ma il verdetto era segnato, considerato sia il vantaggio del bosniako che l’evidente stanchezza di Brito. Ha sorpreso negativamente la condizione atletica carente, vera causa della sconfitta.
Un neo di vecchia data. Di ben altra consistenza le vittorie degli altri due italiani. Il piuma Qamili, 24 anni, nonostante una ferita al sopracciglio sinistro fin dal primo round, (testata) ha battuto il ghanese Holy Dorgbetor (14-1-1), 26 anni, pro dal 2019, una statua di bronzo, strutturato da leggero, con ottime basi tecniche. L’africano ha cercato di tenere lontano l’avversario usando i colpi lunghi con grande rapidità. Il nostro campioncino, nato in Albania, ma formatosi a Roma, dove risiede, ha combattuto con intelligenza, passando sotto la barriera dei pugni di Holy, col movimento del tronco per colpire preciso e continuo. Una prova perfetta, applaudita dal pubblico, forse il match più intenso della categoria. Qamili ha acume tattico e una condizione atletica incredibile. Oltre al carattere da vero guerriero. Segno che chi lo guida è di qualità. Il prossimo avversario sarà Troy Nash (5), 20 anni (USA) boxe lineare e grande tempismo, che ha dominato il kazako Zholdas Zhengissov (9-1) 26 anni, finora imbattuto. Alex Cherchi ammette che non sarà facile superare l’ostacolo, ma confida sui continui miglioramenti del suo pugile. “Muhamet è in crescita costante. La prova col ghanese lo conferma. Indubbiamente Nash ha qualità, ma meno esperienza dell’italiano. Staremo a vedere quando dovrà trovare la difesa contro un avversario che passa sotto i colpi e lavora al corpo. Il kazako era forte ma frontale, si offriva al rivale e non ha mai cambiato tattica. Sono fiducioso anche se ritengo Nash un ottimo elemento”.
Altrettanto drammatico e non meno spettacolare il successo di Priolo, sul quotato turco Efe Derin Konuk (13-1-1) 22 anni, pro dal 2020, residente a Dubai. Konuk era partito alla grande, facendo contare il torinese che, lungi dalla resa, ha fatto tesoro della distrazione, costruendo prima il recupero e alla fine la vittoria. Il turco è un buon colpitore, ma troppo rigido e questo ha fatto la differenza. Fiorenzo, muovendosi sul tronco, costringeva l’avversario a rischiare per trovare bersaglio. La tattica ha funzionato e alla fine la giuria ha premiato all’unanimità l’italiano. A metà agosto, per l’accesso in semifinale, troverà il sudafricano di colore Ntethelo Nikosi (9-2), 28 anni, vincitore del cinese Ju Wu (15-2-2), 25 anni, boxe lineare ma poco concreta. Nikosi è il tipico attaccante non stop, incurante della difesa, tattica che contro Priolo potrebbe diventare pericolosa. Il suo maestro Cristian De Martinis, ottimo professionista e ottimo insegnante, ha inquadrato bene l’avversario di Priolo: “Il sudafricano punta a demolire l’avversario sottoponendolo a pressione continua. Si basa sulla quantità e nei primi due match ha avuto ragione. Vedremo se anche contro Fiorenzo otterrà lo stesso risultato. Io sono moderatamente ottimista. Se penso che siamo arrivati al torneo, dopo un primo rifiuto, sostituendo un assente dell’ultima ora. Che Fiore ha disputato il primo match con l’adduttore della gamba destra infiammato, condizionato nei movimenti, non possiamo che essere soddisfatti. Stiamo vivendo un sogno incredibile, dal viaggio all’hotel extralusso, soggiorno fantastico, con Salvatore e Christian Cherchi che ci hanno facilitato in tutto, come fossimo di famiglia. Li ringraziamo di cuore. Abbiamo anche guadagnato un gruzzoletto che in Italia lo raccogli in anni di match. Siamo alle soglie del podio e ci crediamo. Torneo di altissimo livello, essenziale per crescere”.
In attesa di tornare a Ryad, cosa farete?
“Abbiamo sottoscritto un contratto di due anni con la Boxing Ashelli, di Miami in Florida, dove andremo prossimamente, senza escludere un match, in attesa di tornare negli Emirati Arabi. Fiorenzo si è allenato diverse volte a New York e Las Vegas, rendendosi conto che l’Italia non ha sbocchi di carriera e la federazione non propone nulla in prospettiva”.
La categoria dei massimi è quella meno qualificata, anche se annovera tra i presenti l’uzbeko Lazizbek Mullojonov (7), 24 anni, ovvero l’oro di Parigi nei 92 kg. Per la cronaca, ai Giochi i giudici diedero sconfitto all’esordio il nostro Aziz Mouhiidine con un 4-1, che puzzava di scandalo. Nei due incontri sostenuti a Ryad, l’uzbeko non ha incantato, ma questo è il suo metodo: vincere senza strafare. Negli ottavi ha superato in surplace il marocchino Youness Baalla (2-1-2), 26 anni, ma ne dimostra 30, solo grosso e modesto. Gli altri promossi. Devon Young (9) 27 anni (USA) ai danni dell’argentino Jonathan Vergara (8-3) 28 anni, scombinato nei movimenti, solo coraggioso e tenace. Devon ha boxe da dilettante senza lampi. Va meglio all’altro argentino Kevin Ramirez (10-0-1) 25 anni, contro il congolese Raegan Apanu (3-1) 23 anni, sempre in affanno, unico lampo nel secondo round, dove cerca di risolvere la situazione. Tentativo fallito e Ramirez, vince nettamente alla distanza. Dante Stone (20-1) 30 anni (USA) dimostra mestiere e furbizia, anticipando l’argentino Mendoza (5-1-1) 25 anni, per tutti i sei round. Il polacco Piotr Lacz (14), 27 anni, conferma di avere pugni pesanti. A farne le spese il croato Marko Milun (1-1), 28 anni, dalla lunga milizia in maglietta. Centrato dal destro del polacco, il mancino dal collo lungo, finisce KO al primo round. La sfida tra il sudafricano bianco Keaton Gomes (12-3), 26 anni e il bosniaco Alija Mesic (2-1) 22 anni, premia il primo, più attivo e veloce, mentre Mesic si spegne al quarto round. Nel derby ucraino, il più esperto e anziano Tsotne Rogava (12), 32 anni la spunta su Vitaliy Stalchenko (10-1), 25 anni, ai punti.
Gli otto promossi ai quarti nei superleggeri, oltre a Priolo. Il colombiano Carlos Utria (11) 21 anni, impostosi su Alan Crenz (15-2) argentino di 24 anni. Il kazako Sanatali (4) 25 anni, all’inseguimento del filippino Jerald Into (12-1), 25 anni, mai in partita. Spencer Wilcok (12), 25 anni del Canada, vince dopo aspra lotta contro il polacco Bartomiej Przybyla (9-2), 26 anni. Più concreto l’altro kazako Nurzhau Serikbayev (7-1) 25 anni, nei confronti dello spagnolo Jokin Garcia (1-3-1), 25 anni. Muhbiut Tursunov (7) dell’Uzbekistan, 25 anni, si conferma uno dei favoriti, dominando l’argentino Alan Dutra (15-1), 24 anni, che perde match e imbattibilità. Il messicano Michael Cabrera (17-2-1), 25 anni ingaggia una bella battaglia col connazionale Orlando Tirano (8-1), 17 anni, coraggioso ma ancora inesperto. Promosso anche Danylo Lozano (14), 22 anni, ucraino, che impone il KO al canadese Eric Basran (8-1), subito in difficoltà.
Nei medi esce l’ucraino Maksym Molodan (8-1), vincitore del nostro Sarchioto, superato dal francese Phrem Bariko (12) un colored che boxa di forza, incurante dei pugni ricevuti. Verdetto a maggioranza, a mio giudizio errato, per il transalpino, punendo il migliore. Bis francese con Lancelot de la Chepelle (17-1-1), 26 anni, superando Isaac Torrez (15-2), 24 anni del Venezuela, generoso ma meno preciso. Ottima impressione desta Petro Frolov (12-1), 21 anni, mancino ucraino netto vincitore di Saulo Saldivar (15-2-1) 27 anni del Messico. Promosso l’australiano Dylan Biggs (15-1), 23 anni ai danni del francese, nato in Camerun Ciril Suffo (10-1) forte, ma tecnicamente inferiore. Esce l’irlandese Paul Ryan (8-2) 26 anni, per merito dell’ottimo canadese Derek Pomerleanu (13), 25 anni. Emiliano Castro (13-0-1) ventenne messicano, la spunta sul connazionale Josè Montes (12-1), 28 anni, mentre l’altro ucraino Dmytro Rybalko (5-0-1) si impone sul jordano Mohammad Issa (10-1), 21 anni, sempre in difesa. Il colombiano Carlos Palacios (12-1), 24 anni, la spunta di misura su Hajjs Muhis (7-1-2), 27 anni della Finlandia, generoso, penalizzato dai giudici.
Nei piuma, fuori il kazako Alex Kovring (8-2) superato dal nigeriano Yusuf Fadisa (16) 25 anni, in linea e potente. Vincitore a maggioranza. Iman Lee (14) 26 anni, (USA) supera il messicano Hector Calderon (15-1-1) ai punti. Tra gli africani Bekizizwe Maitse (8-1) del Sudafrica, 22 anni e il tanzaniano Juma Choki (10-1-1) 25 anni, la spunta il primo, dopo aspra lotta. Più completo l’uzbeko Avubkhon Bakhtiyrov (8), 20 anni, nei confronti del colombiano Jhon Bolano (9-1), 20 anni, attaccante prevedibile, anticipato dai pugni precisi dell’asiatico. Brandon Mosquera (10), 21 anni, salva l’onore del Messico, superando l’inglese Gully Powar (12-1). Yoni Valverde (15) 24 anni, porta la Francia ai quarti, superando Tyshawin Denson (5-1), 21 anni, USA, ai punti. Ai quarti sono giunte rappresentanti di quindici delle 42 nazioni presenti al via. USA e Ucraina hanno portato quattro pugili ai quarti, seguono Uzbekistan, Messico e Francia con tre, quindi Sud Africa, Colombia, Kazakistan, Canada e Italia con due. Uno a testa per Argentina, Polonia, Bosnia, Nigeria e Australia. Eliminate: Germania, Spagna, Turchia, Ghana, Panama, Marocco, Danimarca, Finlandia, Cina, Egitto, Filippine, Romania, G.B. e Venezuela. Prossimo appuntamento a metà agosto, per promuovere i migliori quattro delle categorie a confronto. Le finali premieranno i vincitori con una borsa di 200.000 dollari.
Giuliano Orlando