"Claudia una vita di corsa" di Ugo Manera: la recensione

Pubblicato il 10 novembre 2020 alle 13:00:53
Categoria: Libri di Sport
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Quando un padre racconta con le parole della figlia, una vita meravigliosa finita troppo presto. Claudia Manera a cura di Ugo Manera – Claudia una vita di corsa – Fusta Editore – Pag. 192 – Euro 19.00.  

L’autore è abituato a scrivere, come a scalare. E pure a lottare, iniziando fin dalla tenera età.  Salendo nella scala sociale con sacrifici notevoli, non avendo il supporto di una famiglia abbiente. Da operaio a caporeparto e poi direttore dello stabilimento alla Ferodo di Mondovì. La passione per l’alpinismo lo porta a far parte del Club Alpino Accademico Italiano e poi nel Group Haute Montagne francese. Partecipa a quattro spedizioni himalayane, e apre una via sul Changabang sulla cima dell’Himalaya indiano a quota 7000 metri,  sale sulle Ande, nel 2003 scrive “Pan e Pera” libro autobiografico. Nel 2017 perde la figlia Claudia, in un incidente stradale a Londra. A quel punto nasce l’idea di rendere ancora viva la creatura adorata. Chi era Claudia? Una studentessa modello, voti alti e molta partecipazione alle varie attività sociali e anche agonistiche. Consegue la maturità scientifica e come premio va a scoprire l’Inghilterra, assieme ad alcuni amici. Organizzano un lungo viaggio con auto a noleggio, purtroppo al ritorno nei pressi di Auxierre in Francia, forse per la stanchezza, Mario che era alla guida finisce fuori strada, viene sbalzato fuori e batte la testa contro un sasso, trovando la morte. Gli altri tre se la cavano, ma per Claudia la perdita le lascia tracce profonde, anche se esteriormente sembra aver superato quel brutto momento. La sua vita è una giostra rutilante che non si ferma mai. Nel periodo universitario scrive racconti e mette in scena addirittura “La Mandragola” di Machiavelli. Traduce due importanti volumi di letteratura alpinistica per la Vivalda Editori e per la Sperling & Kupfer. Dopo la laurea, si getta nei master che ottiene negli USA. A seguire il lungo e affascinate viaggio in India nel 1990, una nazione che l’affascina e che descrive con passione, cercando di capirne l’anima e le contraddizioni sociali, comunque eccezionalmente formativo. Scrive molto, moltissimo, compone poesie di qualità e profondità. Passa dalla fotografia al disegno e alla pittura in un percorso creativo che il libro bene illustra, con le opere migliori. Poteva mancare lo sport? Figuriamoci, nel 1999 partecipa alla maratona di Torino, che diventa una specie di missione con sé stessa. Nella sua continua ricerca di nuove emozioni ed esperienze, prova il ciclismo, il nuoto e addirittura il biathlon e il triathlon, parentesi vissute con grande impegno. Nel 1992 decide di vivere a Londra che risulta fondamentale anche in  futuro. Quando, anni dopo, sempre in Inghilterra, l’impegno agonistico diventa prevalente su tutto, decide di abbandonare l’insegnamento e lavorare nella prestigiosa biblioteca del King’s College London. Infine, diventa poliziotto volontario. Scelta che la soddisfa, senza che ne soffra quello della biblioteca. Nel 2017 tutto questo si ferma, improvviso e tragico. A quel punto, papà Ugo sente che questa meravigliosa figlia non poteva venire dimenticata. Per questo ha scritto un libro dove la figlia è voce e guida e lui l’amanuense.

Giuliano Orlando