Boxe: Ward toglie a Kovalev le tre cinture dei mediomassimi

Pubblicato il 20 novembre 2016 alle 21:10:50
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

L’appuntamento pugilistico dell’anno, fissato a Las Vegas, nel Nevada, ha sorriso ad Andre Ward (31) californiano di Frisco, quindi ragazzo quasi di casa, che sfila al russo Sergey Kovalev (30-1-1), di cui abbiamo parlato nel dettaglio in sede di presentazione, le tre cinture (WBA, IBF e WBO) mediomassimi, che il pugile di Kopeysk, cittadina degli Urali, aveva conquistato tra il 2013 e il 2014, battendo prima il gallese Cleverly e poi l’inossidabile Hopkins.

L’esame di Las Vegas rappresentava il test più importante per un decollo che gli avrebbe permesso di dettare la sua legge, in termini di borse, finora non all’altezza del suo valore. Emblematica quella ottenuta da campione, contro lo sfidante: meno di un milione e mezzo, contro i cinque di Ward, che aveva alle spalle anni (2009-2013) da dominatore nei supermedi, avversari battuti di altissima qualità quali Kessler, Abraham, Green, Dawson e Froch. I fatti, ovvero il verdetto gli ha dato ragione come avevano previsto gli scommettitori, sia pure di una sfumatura. E tale è stato il giudizi dei tre giudici, che hanno emesso in fotocopia un 114-113, condiviso da una parte dei media, in particolare quelli delle emittenti, ma rifiutato dal pubblico con sonori fischi.

Match condotto a non grandi ritmi, ugualmente intenso, grazie alla potenza del russo, che nel secondo round, ha fatto assaggiare il tappeto al grande rivale. Strutturalmente la differenza era notevole, mediomassimo imponente Kovalev, meno aiutante Ward che resta un supermedio, anche se la bilancia parla diversamente. Personalmente ritengo che un pari avrebbe rispecchiato la verità della sfida, dando atto a Ward di essere uscito dall’incubo di una disfatta che dopo il ko sembrava cadergli addosso. Il merito dell’americano, confermatosi campione di grande intelligenza tattica, è stato quello di orientare la battaglia sull’attacco oculato evitando lo scambio serrato dove aveva tutto da perdere. Round dopo round, ha saputo ricucire il disavanzo, arrivando al dodicesimo round sulla stesa linea o quasi. Kovalev ha compiuto l’errore di vivere sul vantaggio acquisito nella prima metà, dove i suoi colpi arrivavano a bersaglio e facevano male.

Alla boa del sesto round, il vantaggio poteva essere di almeno quattro punti, eroso nella seconda metà con fatica, ma anche con lucidità da Ward, che non rischiava, aiutandosi con qualche tenuta di troppo, che ci può stare tra vecchie volpi del ring. Dopo il verdetto, alla gioia del vincitore, che prosegue una striscia di imbattibilità impressionante. Non perde dal 1999, quando era ancora jr. e il suo record in maglietta (114+5-) annovera due titoli USA (2001 a 16 anni da medio e nel 2003 da mediomassimo) oltre che campione U19 nel 2002, la qualificazione ai Giochi di Atene nel 2004 a vent’anni, dove conquista l’oro nei mediomassimi, l’ultimo in ordine di tempo per gli Usa. Un predestinato, sicuramente, e come capita spesso, con un pizzico di fortuna. Lo sconfitto, giustamente ha avuto parole dure, definendo politico il verdetto e chiedendo una immediata rivincita.

Il secondo incontro dovrebbe riscuotere più attenzione, essendoci il precedente di un risultato non accettato dal pubblico. Kovalev ha confermato una grande miglioramento tecnico, dimostrandosi non solo potente ma sapendo anche muoversi con rientri e schivate. Tutto questo è venuto fuori per metà incontro, poi la concentrazione si è affievolita e il senso tattico di Ward, che ha saputo capovolgere le sorti di una sfida che altri avrebbero perduto largamente, ha dato la svolta. Entrambi ultratrentenni, hanno dimostrato che il meglio ormai viene espresso nell’età solo qualche decennio addietro, ritenuto il tempo dell’addio. A questo punto ci domandiamo quanto potrà dare la debuttante Claresa Shields, 21 anni, oro a Londra e Rio, tre volte iridata nei 75 kg. in una carriera iniziata battendo Franchon Crews (Usa), sui quattro round dominati, tra gli applausi degli spettatori che hanno intravisto in questa ragazzona ben proporzionata e talentuosa, la continuazione della figlia di Ali, con qualcosa in più.

Tornando alle faccende italiane, a Manzano nel Friuli il mosca Mohammed Obbadi, 23 anni, italiano di origine algerina, ha conquistato il vacante titolo dell’Unione Europea, battendo nettamente l’ostico Silvio Olteanu (16-11-1), 38 anni, romeno residente in Spagna, ex europeo e vincitore di Andrea Sarritzu (2012), rivale di grande esperienza che ha messo a frutto. Ugualmente il giovane residente a Firenze, nonostante la scarsa esperienza, ha mostrato qualità che fanno sperare in un futuro europeo a breve. Due giudici hanno indicato 116-112, 118-109, mentre lo svizzero segnava un 114-114, che ha dell’incredibile. Ci chiediamo come questo signore possa essere designato a giudicare una sfida continentale. Il match oggi in differita su Sportitalia, alle 12.20. Altri risultati: leggeri: Festosi (9) b. Janic (Ser. 6-13) ko 2 t.; superleggeri: Maccaroni (8-3-4) b. D. Calì (3-10) 6 t; piuma: Zaman (Pak. 4-3) b. Galici (2-5) 6 t.