Boxe: a Vargas l'ultima chance per Rio 2016

Pubblicato il 4 luglio 2016 alle 11:07:52
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

Spiace doverlo dire, ma l’ultimo torneo di boxe dove si assegnano i restanti 26 pass per Rio 2016 (il via oggi a Vargas, in Venezuela), ventilato come la vetrina dei professionisti desiderosi di prendere parte ai giochi olimpici, è stato un doloroso e clamoroso flop. Oltre all’esiguo numero di partecipanti (79) e nazioni presenti (40) nella lista degli iscritti, nessuno dei campioni attesi si è presentato. Non solo Pacquiao o Klitschko, che sapevano tanto di operazione pubblicitaria, ma neppure il pakistano-inglese Amir Khan, che si era sprecato in elogi, per non parlare di tanti altri nomi che l’AIBA aveva fatto circolare.

In realtà la manifestazione è diventata un vero e proprio esame di riparazione dei bocciati alle qualificazioni continentali e delll’appena terminato torneo di Baku in Azerbaigian che aveva dato i ticket ai dilettanti, vere vittime di un regolamento che ha premiato in eccesso gli iscritti all’APB (la sigla dei professionisti AIBA), rivelatasi operazione sbagliata nei tempi e nei partecipanti. In un certo senso, a Vargas saranno proprio i dilettanti ad averne i benefici, visti i pochissimi pro presenti. Non solo: il torneo in questione stride con quello di Baku, dove hanno preso parte 92 nazioni e 375 pugili, per 39 pass, il 10% contro il 33% dei premiati a Vargas.

Troppo evidente l’errore e quindi la strategia del presidente Wu, che dovrà rivedere e non di poco il programma per Tokyo 2020. In Venezuela sono iscritti l’80% dei bocciati nei tornei di qualificazione e la conferma di una qualità modesta dei presenti. Citando a caso, il +91 kg cinese Mu, battuto dal nostro Vianello, così come il russo Omarov, eliminato agli europei 2015, prova a colmare l’unica casella vuota della Russia. Dei 79 presenti, una sessantina sono dilettanti che tentano l’ultimo aggancio per Rio, smentendo di fatto un torneo nato per i professionisti e rappresentato non certo al meglio. Il thailandese Ruenroeng, 36 anni, ex iridato mosca, scalzato dal filippino Casimero per ko, che si presenta nei leggeri. E poi il bulgaro Genov, 35 anni, attivo in Germania e con l’APB, modestissimo mediomassimo. E ancora il medio Hassan N’Jikam, nazionalizzato francese, che tenta  l’avventura olimpica col paese di nascita, il Camerun.

Gli altri professionisti sono decisamente modesti. Alcune nazioni cercano di trovare i pass mancati in precedenza, tra le quali l’Ucraina, la più delusa con un solo promosso, che porta in Venezuela ben 8 pugili, mentre la Germania è presente con quattro come gli USA, tre per Turchia, India, Ecuador e talia, sul ring col gallo D’Andrea, il leggero Tommasone e il superleggero Ballisai, guidati dal consigliere federale Musone, bronzo olimpico a Los Angeles ’84, e dal tecnico Gianfranco Rosi. Chi ha chiesto perché non siano stati preferiti Picardi, Valentino e Vangeli, spieghiamo che il primo e il terzo non potevano prendere parte al torneo, mentre Valentino negli allenamenti è parso sottotono.

La distonia evidente è che a Vargas, in  diverse categorie, con due o tre match vinti si va a Rio, mentre a Baku ce ne volevano almeno cinque. A Baku erano presenti da un minimo di 22 nei minimosca, fino a 50 nei medi, mentre a Vargas la categoria più popolata è quella degli 81 kg, con 13 iscritti, sotto le 10 le altre. Una vera tristezza. Sperando che l’AIBA capisca che la strada attuale è decisamente sbagliata.