Conclusa la prima edizione italiana U22 a Rocca Porena, con ritorni e conferme, ma anche novità importanti

Pubblicato il 12 luglio 2021 alle 23:30
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

ROCCA PORENA. Addio al Guanto d’Oro e benvenuto alla prima edizione degli assoluti U22, allestiti a Rocca Porena, già sede nel 2017 dell’8° edizione dell’Unione Europea femminile. Nella splendida località del contado di Cascia, dove nacque S. Rita, patrona degli impossibili e di Napoli, a distanza di quattro anni, è risuonato il gong dell’attività. La FPI ha organizzato col Comitato Umbro, il primo campionato élite maschile e femminile, che ha avuto il merito di porre all’attenzione dei tecnici, alcuni nomi interessanti e il ritorno sul ring nel settore femminile, di atlete che il covid 19, aveva costretta all’inattività. Al via si sono presentati 89 maschi e 30 femmine, numeri piuttosto ridotti, che hanno ugualmente permesso di vedere cose interessanti. Otto categorie per gli atleti, sei per le atlete. Nei 56 kg. ha vinto con pieno merito, il campano Michele Baldassi, nato il 4 novembre 2002, il più giovane dei 10 iscritti, ma anche il più titolato nel settore giovanile. Oro agli europei jr. nel 2018, bronzo tra gli youth nel 2019, affronta la prima stagione da élite vincendo con sicurezza il titolo. In finale ha battuto il militare Danilo Mosconi, classe 2001, bronzo agli assoluti di Avelino, che si era imposto sul coetaneo Caratelli dopo una bella battaglia in semifinale. I leggeri hanno scompaginato tutte le previsioni. Il sardo Daniele Oggiano classe 2000 e il siciliano Daniele Salerno, classe 2002, prime due teste di serie, il primo oro e argento ai campionati italiani youth 2017 e 2018, il secondo campione 2020, si sono fermati a sorpresa prima delle finali. Oggiano in semifinale ad opera del lombardo Francesco Paparo, ventenne della Francis Boxe di Rho nel milanese, che ad Avellino era giunto terzo, battuto dal quotato Giuseppe Canonico, azzurro fin da jr., tricolore youth e agli assoluti 2017 e 2018. Inoltre, l’allievo del maestro Francis era alla prima esperienza tricolore, per cui l’indubbio talento mostrato a Rocca Porena, era rimasto inespresso. Il trionfo dovrebbe assicurargli l’interesse dei tecnici federali. L’altra sorpresa è arrivata da Latisana nell’udinese, allievo del maestro Nicotera, alla prima uscita fuori dai confini regionali, con soli 15 incontri alle spalle. Il giovanotto è stato adottato dal maestro Nicotera, ottimo pugile negli anni ’80, trasformando il ragazzo dal carattere difficile, dall’ingresso in palestra in un giovane esemplare, radicalmente cambiato nel carattere, un tempo aggressivo e ingestibile. L’ennesimo miracolo di una disciplina la cui potenza terapeutica è esemplare. Oggi è un esempio per i compagni. “Lavora in un hotel, rendendosi indipendente e appena finisce, viene in palestra che è la sua vera casa. Abbiamo accolto l’invito per questi campionati per fare solo esperienza e arrivare secondi, battendo uno dei favoriti, il siciliano Salerno campione youth in carica, è andata oltre più rosea previsione. Dopo questo risultato si sente stimolato a fare molto, molto di più”. Per il vincitore Paparo, che ha saputo mandare in confusione il più titolato ed esperto Oggiano, c’è il profumo della chiamata in azzurro. Sia pure embrionalmente ha qualità oltre la media e a vent’anni appena compiuti può benissimo crescere ancora. Per un lombardo che spunta, un altro esce dal torneo decisamente deluso. Samuele Grilli, allievo del maestro Calandrino, dopo un percorso da jr. in azzurro, ha perduto l’abbrivio e si pensava che questo torneo potesse rimetterlo in pista. Purtroppo è uscito al primo match, battuto dal siciliano Reina, con un 5-0, discutibile, nel corso del torneo i giudici sono scivolati spesso su valutazioni errate. In questa classifica i due emiliani Finocchiaro e Beccalori sono stati spesso protagonisti andando fuori verdetto. Speriamo tornino in forma. Fuori Grilli, nei 64 kg., si è fatto largo Morello, classe 2002, elemento concreto, del gym Carini di Palermo, giunto in finale ai danni del corregionale Reina che ha opposto fiera resistenza, ma senza successo. Ancora un siciliano dall’altra parte del girone, il longilineo mancino Cristian Sollima, salito a spese di Innusa e del brevilineo pugliese Barile, molto battagliero. La finale ha visto prevalere il miglior tasso tecnico di Morello. Nei 69 kg. passerella di under 20, con il successo finale del romano Giacomo Micheli, allievo del gym romano del Quadraro, che ha avuto la meglio su Manuel Lombardi dell’Arcesi Team, che si presentava da campione italiano youth 2020, oltre che vincitore in semifinale del quotato mancino Luca De Chiara. La sorpresa in negativo è stata la sconfitta, sia pure d’un soffio di Salvatore Cavallaro, della palestra di Giovanni Cavallaro, fucina di campioni, numero uno tra gli emergenti, bronzo ad Avellino, azzurro di punta nelle giovanili, forse poco in forma, fermato in semifinale da Micheli sul filo del punto. Per Micheli un successo importante. Stesso discorso per un altro romano, il medio Mario Manfredi, allievo della Boxe Arcese, argento agli assoluti di Avellino, superato dall’enorme esperienza di Salvatore Cavallaro, ma fiero antagonista fino alla fine. Lo studente di biologia, stavolta ha fatto valere le ottime qualità che può ulteriormente migliorare. A Rocca Porena è andato fortissimo, battendo l’emiliano Kobba, l’abruzzese Dyachok entrambi reduci dagli assoluti di Avellino, dominando in finale, il catanese Simone Buremi, 22 anni, tricolore youth 2017-2018, azzurro agli europei giovanili, nel dimenticatoio tra gli èlite, poco aiutato dalla struttura che non è quella del medio. Per il vincitore, l’opportunità di ambire agli europei. Negli 81 kg., il pescarese Luca Iovoli, carabiniere scelto, tricolore youth nel 2017 e assoluto ad Avellino lo scorso gennaio, ottimo agli europei U22 di Roseto degli Abruzzi a giugno, dove tenne testa al russo Kolesnikov vincitore del titolo, ha forse pagato un eccesso di attività, cedendo in semifinale al romano Filippo Bruni, presente agli assoluti e compagno di palestra di Manfredi, che ha superato il titolato avversario con la spinta dei giudici, abbastanza benevoli. Sull’altro fronte l’emiliano di provenienza ghanese, Alfred Commey, nato in Italia, visto all’opera agli assoluti, perdere dal pugliese Antonaci, si è presentato a Cascia riveduto e corretto dal maestro Michel Galli del gym di Reggio Emilia, al punto da stupire tutti. Prima ha battuto il laziale Eziandi, poi ha superato Domenico Vinciguerra, tricolore youth in carica, uno dei giovani prospetti nazionali, classe 2002, superato netto dal mancino di pelle scura, che ha mostrato varietà di colpi, mobilità e scelta di tempo notevoli. Qualità alle quali si sono arresi tutti gli avversari, compreso l’ambizioso e valido Bruni, che dopo due round combattutissimi, ha ceduto alla resistenza del mancino emiliano, dotato di resistenza incredibile, mantenendo lucidità fino al termine. Il nuovo campione ha 19 anni e ci si può lavorare parecchio. Nei 91 kg. si sono presentati in quattro: Antonio Maniscalco antico campione youth 2017, il campano Francesco Coppola che l’ha battuto di stretta misura assicurandosi la finale, oltre a Matteo Nori, ventenne milanese, allievo della Testudo di Alessio Taverniti che tornava sul ring dopo una sosta di oltre un anno e il calabrese Roberto Lizzi, allievo del maestro Ercole Morello, in grande crescita, dopo l’esordio agli europei U22 a Roseto degli Abruzzi, tenendo botta col georgiano Yordanyan, la cui esperienza e potenza lo sovrastavano, dimostrando carattere e abilità portando il match alla fine. L’esame di Rocca è Porena doveva confermare la crescita e così e stato. Superato bene Nori, che ha fatto un ottimo rientro, in finale faceva altrettanto con Coppola. Unico handicap, del calabrese 19 anni, la struttura da mediomassimo. Nei +91, il romano Vincenzo Fiaschetti, che nel 2018, ottenne l’argento agli europei youth a Roseto, a sua volta protagonista nella stessa località per l’U22, ha vinto senza problemi il titolo italiano alla prima edizione, con due match facili. Sia Frison il lombardo della KBK di Vigevano, che il siciliano Scala della Dresda, non gli hanno creato problemi.

Nonostante il numero limitato di presenze, solo 30 atlete, con diversi forfait, il torneo femminile è stato l’occasione per rivedere sul ring, nomi interessanti. In particolare la pugliese Erika Prisciandaro nei 48 kg. oro europeo youth 2019 a Sofia, nei 54 kg. Sharon Prisco bronzo europeo jr. 2017, titolare agli europei youth 2019 sempre a Sofia, argento agli assoluti di Avellino, superata in finale da Giulia Lamagna e Biancamaria Tessari, nei 57 kg., oro europeo youth 2018. La Prisciandaro ha vinto battendo la veneta Parigi e in finale la Parraciani del gym Torre Angela di Roma, che ha attaccato per tutti i tre round, impegnando la più quotata rivale fino all’ultimo istante. Nei 51 kg. rientro di Mery Di Bari, oro agli assoluti di Pescara 2018. A Cascia, dopo aver battuto la toscana Rachele Fiore, ha dovuto dare spazio all’emiliana Hasnaa Bouyij, 21 anni, di origine marocchina, residente a Piacenza dal 2009, studentessa di economia, si allena nel gym della Salus e Virtus del maestro Roberto Alberti, lo scopritore di Roberta Bonatti. Stavolta si è preparata al meglio. “L’esperienza negativa di Avellino – ha ricordato – dove dopo aver battuto la lombarda Franchi prima del limite, subii lo stesso trattamento dalla Savchuk, che vinse il titolo, mi è servita. Stavolta ho superato una delle migliori della categoria. Chissà che non arrivi la chiamata in azzurro”. Per l’agente delle FFOO, Prisco è bastato un solo match per ottenere il tricolore U22 nei 54 gg. Ma la piemontese Alessia Garofalo, classe 2000, cresciuta all’ombra della Mole presso l’Accademia della Boxe, l’ha fatta sudare oltre le previsioni., tenendola sotto pressione per tutto il match. Biancamaria Tessari non saliva sul ring dagli assoluti 2019 a Roma, quando vinse il titolo assoluto, risultando la più giovane di quell’edizione, superando per due mesi la romana Giordana Sorrentino, una delle quattro azzurre promosse ai Giochi di Tokyo. Pur mostrando la ruggine della lunga assenza dal ring, ha battuto la sarda Borto, la laziale Zanellato e in finale l’altra piemontese Marzolino, dai sette polmoni, non sufficienti per fare meglio della veronese di stanza a Udine. “Ero ferma dal 2019, dopo un periodo difficile per tutti, sono tornata in palestra per non perdere la condizione atletica. Ci tenevo a rientrare per vincere, cosa che mi è riuscita, ma lo studio resta la priorità assoluta. Confesso che dopo i successi di Roseto a Roma, la pressione mi condizionava troppo, Così ho deciso di rallentare e ne sono contenta. La boxe continua ad essere la passione ma senza esagerare”. Nei leggeri, ancora l’Emilia sugli scudi con Giada El Okabi, ventenne di padre egiziano e mamma italiana, allieva della Costantino Boxe di Ferrara, giunta al primo successo importante. La finale è stata una battaglia, perché la toscana Jaya Diligenti si è dimostrata una guerriera fino all’ultimo. Ma alla fine, Giada le è stata superiore. Questo successo la rilancia, visto che a 20 anni si può sempre sognare. Giada ricorda: “Ho iniziato a seguire la boxe giovanissima, vedendo con nonno Paolo, grande appassionato, film di boxe e a 15 anni ha chiesto alla mamma di andare in palestra e lei rifiutò. Iniziò la lotta col nonno e alla fine abbiamo vinto noi. Ho debuttato a 16 anni e nel 2017 ho difeso l’Italia agli europei jr., a Sofia in Bulgaria, affrontando purtroppo all’esordio l’inglese Gemma Richardson, che vinse l’oro e lo bissò anche nel 2018. In seguito ho preso parte ad alcuni raduni, compreso uno stage in Irlanda, Quando pensavo di non avere altre opportunità, questa vittoria spero sia quella del rilancio. Questo il mio sogno. Tra l’altro, dopo la scomparsa di nonno Paolo, i genitori si sono sentiti in dovere di diventare a loro volta i miei primi fans”.

Dopo due sconfitte, il Piemonte riesce nell’ultima finale, quella dei 64 kg. a vincere il tricolore nell’esordiente U22. Il colpo lo ha messo a segno Arianna Cornio, 21 anni di Torino, allieva del maestro Benoit Manno, del gym da lui fondato nel 2014, al primo successo importante. Prima batte la pugliese Loiacono, poi la favorita campana Miriam Tommasone, giovane di 19 anni, che fa parte della nazionale giovanile. In finale trova la laziale Donatella Ferrante, reduce dal successo sulla forte veneta Stasha Dal Pozzo. La sfida è equilibrata, ma la torinese ha più motivazioni e alla fine è la meno giovane a spuntarla e a portare al Piemonte il primo tricolore U22. Per la prossima edizione, l’augurio è che i numeri aumentino perché questa rassegna ha il merito di dare spazio all’età di mezzo, non meno importante di chi è più o meno giovane.

Giuliano Orlando