Boxe: UE a Valladolid, Russo sconfitto all’esordio ripensa al futuro. Domani Serra, Maietta, Di Lernia, Cavallaro e Aziz puntano alla finale

Pubblicato il 16 novembre 2018 alle 17:00:12
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

La nona edizione dei Campionati Unione Europea ha orzato la boa delle semifinali, portando cinque azzurri sul podio. Domani vedremo chi compirà l’ulteriore passo avanti per potersi battere per l’oro. Un metallo che nelle precedenti manifestazioni è arrivato solo 11 volte, quattro delle quali a firma di Roberto Cammarelle. Domani sapremo chi, di Serra (49), Maietta (60), Di Lernia (64), Cavallaro (75) e Aziz (91) avrà saputo compiere l’impresa della finale. Serra, contrariamente a quanto scritto sul sito federale, non affronterà il georgiano Alakverdov, ma il più pericoloso locale Molina, che avrà tutto il tifo del pubblico. Maietta, un 56 kg. prestato ai leggeri, dopo aver battuto il romeno Suciu e il finnico Khataev, trova il più quotato inglese French, e solo una superprova potrebbe promuoverlo. Speravamo in Di Serio nei 56 kg. ma il campano ha confermato che i progressi, nonostante il talento, fanno passi da tartaruga. Col francese Rodriguez ci aveva già vinto due volte, stavolta è bastato che Jordan prendesse l’iniziativa e Di Serio è sfumato come nuvoletta al sole.

Per inciso, tutta la squadra azzurra non è parsa al meglio e questo preoccupa non poco. Di Lernia nei 64 kg. al momento non ha faticato più di tanto, anche se contro il belga di colore Diallo, complice l’arbitro mediocre, ha rischiato la sconfitta. Trova il danese Jensen, difficile ma non impossibile. Per la finale, difficile possa spuntarla con l’inglese Luke McCormak. Arecchia nei 69, si è confermato il solito inaffidabile, nonostante il talento che possiede, spesso lo dissipa con atteggiamenti incredibilmente negativi. Cavallaro (75) nell’unico match ha battuto il mediocre Venko, slovacco, ma affermare che abbia convinto sarebbe una bugia. Ci vorrà un pugile ben diverso, più mobile, preciso e continuo contro l’inglese Fail, che picchia e sa difendersi. Negli 81 kg. l’ancor giovane Antonaci conferma di non saper compiere il salto di qualità. Non si pretendeva la finale, ma almeno battere l’austriaco Dzambekov, un mancino scolastico che usando la velocità ha precluso ogni opportunità all’azzurro, incapace di cambiare ritmo, subendo senza trovare la giusta contraria. Purtroppo Antonaci sta fallendo tutte le opportunità che gli vengono offerte. Nonostante le due vittorie, dire che si sia visto l’Aziz degli europei U22, sarebbe una bugia. Ha vinto giustamente, ma contro lo spagnolo Satipo è parso fermo sulle gambe e poco rapido di braccia, le specialità del campano. L’inglese di colore Cheavon Clarke è uno tosto, più forte che abile, ma solo usando le armi della velocità e dei rientri sarà possibile andare in finale. Dove potrebbe ritrovare il croato Toni Filipi da lui già battuto. Sempre che Aziz ritrovi la condizione finora latitante. Siamo pessimisti? Piuttosto realisti e questo stato generale dell’Italia preoccupa. Aspettando che ci sia un tecnico responsabile, designato ufficialmente. Che abbia la personalità capace di ottenere la piena fiducia di tutta la squadra, dove ci sono giovani ma anche atleti che hanno personalità e quindi spesso si gestiscono da soli. A buon intenditor poche parole.

Al quintetto manca il nome di Clemente Russo, iscritto nei +91, categoria non sua, ma tra i 91 kg. c’è l’emergente Aziz, 20 anni contro i 36 del casertano. Russo è stato sconfitto all’esordio del torneo, contro il modesto spagnolo Drissi, un longilineo dai limiti evidenti, che ha vinto per la semplice ragione, che l’attuale ex campione iridato (2 volte) e argento olimpico (due volte) è la lontana ombra del vero campione. Lo dico con amarezza, perché ritengo che Clemente faccia parte dei grandi dilettanti italiani e questo tramonto fa solo male. Mi chiedo perché questa caparbietà a volersi fare del male, rovinando l’immagine di pugile vincente?. L’ho chiesto al tecnico Giuseppe Foglia, che lo allena da anni alle Fiamme Azzurre. Pensavate di risorgere a questa rassegna?

“Inizialmente non pensavamo di partecipare, poi ci hanno suggerito di farlo e ci siamo adeguati. I fatti hanno dimostrato che è stato un errore. Nel contempo è chiaro che il passato non lo ritrovi più. Ho parlato con Clemente consapevole della prova negativa e mi ha chiesto di concedergli una prova d’appello al di fuori della decisione che prenderà dopo. Ci siamo messi d’accordo così. Il 22 dicembre a Lanciano nel chietino affronta l’irlandese Cartj, un massimo discreto di 24 anni, che, una ha già affrontato Garbotti. Dopo quel confronto decideremo in modo definitivo”.

Non sarebbe il caso di non avere dubbi sul ritiro, magari con una vittoria? Clemente ha 36 anni, da oltre i decennio è sul palcoscenico da protagonista, perché insistere, pur sapendo che il passato non ritorna, considerato che la sua boxe è sempre stata impostata sui riflessi e la velocità:

“Clemente non è uno stupido e vedrete che prenderà la decisone giusta. Non farmi aggiungere altro”.

Dei 124 pugili in rappresentanza di 25 paesi, sono rimasti gli ultimi 40 che hanno diritto al podio. Oggi le 20 semifinali. L’Inghilterra come previsto, pur mandando qualche titolare e diverse riserve, ha fato il pieno, tutti i nove presenti sono arrivati in semifinale vincendo sempre nettamente. Segue l’Italia con cinque, la Spagna con quattro, tre ciascuna Georgia, Polonia e Francia, due per Bulgaria, Romania, Irlanda, Slovacchia, Croazia e Moldovia, un danese. In tutto 13 nazioni. Prevista abbuffata inglese, il resto e non sarà molto, alle altre dodici nazioni.

Giuliano Orlando