La boxe è tornata negli USA e in Europa, mentre in Italia è ancora al palo

Pubblicato il 19 giugno 2020 alle 14:00:07
Categoria: Boxe
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Facendo riferimento alla data del 14 marzo, come ultimo appuntamento del pugilato professionistico con l’eccezione del torneo di Londra dilettantistico per la qualificazione per Tokyo, pagina che non fa certo onore alla Task Force di emanazione CIO, quel sabato si sono svolte riunioni in Australia, Cile, Colombia, isole Fiji, Finlandia, Guatemala, Nuova Zelanda, Nicaragua, Russia, Inghilterra, Usa e Venezuela. Dopo quel fine settimana è sceso il silenzio assoluto, sotto l’attacco del Covid 19, interrotto dal richiamo isolato del Nicaragua, che nella sua capitale Managua il 25 aprile ha allestito boxe con tanto di mascherina per tutti, pugili compresi, tolta al suono del gong d’avvio. Non è stato un bell’esempio, semmai il contrario. Il risveglio reale è datato 6 giugno, sia pure limitato a cinque appuntamenti, nessuno di grande importanza. Comunque il segnale di una timida ripresa. Boxe a Pechino (Cina), Michoachàn de Ocampo (Messico), Namyangju e Siheung (Korea del Sud) e Abilene nel Kansas, subito etichettata come prima serata in guantoni del dopo Covid 19 negli USA. Martedì 9 giugno, gli USA fanno il bis a Las Vegas, per la TOP RANK di Bob Arum, con una serata di buon livello, senza titoli in palio. Ha combattuto Shakur Stevenson (14), titolare WBO piuma, battendo il portoricano Felix Caraballo (13-7-2) KO6. Il cubano Rosbeisy Ramirez (3-1), 26 anni, fuggito nel 2018, con la squadra cubana in allenamento a Aguascaliente in Messico, in vista dei Giochi Centroamericani, fissati a Baranquilla in Colombia. Con Cuba ha vinto due ori olimpici (2012 e 2016). Talento infinito, ma anche poco incline alla disciplina, ora sembra orientato a fare sul serio. Al terzo successo dopo aver perduto all’esordio, stavolta si è disfatto del dominicano Yeuri Andujar (5-4) investito dalle serie velocissime del cubano, costringendo l’arbitro a fermare il match dopo meno di un minuto dal via. Il ventenne Jared Anderson (4), gigante nero di Toledo (Ohio), ha riservato lo stesso trattamento ai precedenti tre avversari, tutti finiti KO. Il trentenne mancino Johnnie Longston (8-3), nella prima parte ha controbattuto ai colpi del più giovane rivale, ma alla terza ripresa il destro di Anderson centra l’avversario e per Longston, non c’è nulla da fare. Di basso livello la sfida tra i medi Quatavious Cash (12-2) e Calvin Metcalf (10-4-1) finito ai punti per il primo, dopo sei round noiosi. Molto rapido è stato anche il gigante romano Guido Vianello (7), rimasto a Las Vegas, continuando ad allenarsi sotto la guida di Abel Sanchez. Due minuti e 16” per spedire al tappeto Don Haynesworth (USA 16-4-1) dalla notevole stazza, che in avvio cerca di tenere l’iniziativa, mentre Vianello, tirato a lucido, si muove rapido sulle gambe, cercando la giusta misura per scaricare il destro. Quando arriva, l’americano frana al tappeto, riuscendo ad alzarsi prima dei 10”, ma l’arbitro ritiene non sia in grado di proseguire. L’11 giugno, ancora la Top Rank all’opera, sempre a Las Vegas, puntando sul mancino superpiuma Jessie Magdaleno (28-1) ex titolare supergallo WBO (2016-2018) scalzato da Isaac Dogboe (20-2), ghanese residente a Tampa, nazionalizzato inglese, a sua volta detronizzato dal messicano Emanuel Navarrete (31-1) attuale mondiale di sigla WBO. Magdaleno batte l’esperto dominicano Yenifel Vicente (36-5-2), già contato nei primi round e poi squalificato al decimo a causa dei reiterati colpi bassi. Per Magdaleno, dopo l’annuncio di Shakur Stevenson, intenzionato a lasciare la cintura WBO piuma, si affaccia la possibilità di tentare l’aggancio nei piuma, battendosi contro il Nordirlandese Michael Conlan (13) sfidante ufficiale, reduce dall’ultimo successo a spese del russo Vladimir Nikitin, il 14 dicembre scorso sul ring di New York. Lo stesso avversario che ai Giochi di Rio 2016, lo batte grazie ad una giuria in mala fede che opta per il russo, la sua faccia è una maschera di sangue per le ferite, tanto che alla visita per il match successivo, i medici lo dichiarano inabile a combattere. La rivincita mette in parte, le cose a posto. Lunedì scorso a Mosca, l’organizzatore Alex Popov con l’intervento dell’emittente Russia Match TV, mette in scena una riunione a porte chiuse. Incontro clou riservato al superleggero Khariton Agrba (3) molto attivo nei dilettanti da welter, anche se non ha mai vinto il titolo russo, come scritto erroneamente (eliminato nel 2014-‘15 e ’16, argento nel 2017 e 2018, battuto entrambe le volte da Andrey Zamkovay), vice campione nel 2019 ai Giochi europei di Minsk. Nato in Georgia il 22 ottobre 1995, ha sempre combattuto con la Russia. Al terzo match pro supera l’armeno Manuk Dilanyan (11-5-1) residente a Pyatigorsk in Russia, reduce da sette successi, dopo lo stop nel 2016 contro Magomedov Kurbanov (19) per il vacante WBC asiatico, superwelter. Match molto combattuto, concluso ai punti dopo dieci round spumeggianti. L’altro armeno impegnato, Andranic Grigoryan (11) prosegue nella striscia positiva, battendo nettamente il quarantenne Andrei Isayeu (30-15), sugli otto round. Nei massimi, Vladimir Ivanov (2) 28 anni, mette KO l’ucraino Igor Vilchitskiy (4-1), alla prima sconfitta. Secondo successo del supermedio Pavel Silyagin (2), 26 anni nativo di Novisibirsk in Siberia, campione russo dilettanti 2013, argento 2016, bronzo 2014 e 2018. Diversi tornei in Europa, ma nessuna vittoria. Buon tecnico, privo di potenza. Si è imposto sul connazionale Maxim Smirnov (8-7-3), 34 anni di Perm negli Urali, attivo dal 2004 al 2011, poi un lungo stop interrotto con un match isolato nel 2015 e ripresa nel 2020. Contro Silyagin ha fatto il perfetto collaudatore, perdendo ai punti sui 6 round.

Boxe anche a Konay in Polonia, dove il massimo di casa Mariusz Wach (36-6) 40 anni, si è imposto sull’espertissimo quasi coetaneo Kevin Johnson (USA 34-17) in un match al rallentatore. Wach ha vinto nettamente, alla distanza. I due nel lungo cammino da pro hanno incrociato i fratelli Klitschko. L’americano contro Vitaly (WBC) nel dicembre 2009 a Berna in Svizzera, presentandosi con 18 vittorie e 1 pari, sconfitto ai punti. Pure il polacco perse ai punti, da Wladimir, re di quattro cinture, nel 2012 ad Altona in Russia, sopportando una punizione al limite dell’impossibile. Si scoprirono tracce di anfetamine nelle urine del polacco, ma senza alcun provvedimento. La campionessa superwelter WBC Ewa Piatowska (14-1) ha collaudato la condizione in attesa della prossima difesa, contro Kanina Kopinska (13-33-4) che ha retto i sei round senza rischiare nulla. Nel 2016 Kanina ha affrontato l’irlandese Katie Taylor, al debutto da peso leggero.

A Berlino l’ex titolare superwelter WBO (2017) ed europeo (2014), il tedesco-ecuadoreno Jack Culcay (28-4) mantiene l’Internazionale WBO, battendo ai punti l’ostico francese Howard Copolite (18-8) 37 anni, che pur perdendo nettamente si è difeso con tenacia. Il tedesco Bjoern Schicke (16-1-1), 32 anni, ha perso l’imbattibilità e ceduto la cintura UE medi, al connazionale Marten Arsumanjan (10-1), 26 anni, impostosi per RTD al sesto round.

Mentre negli USA, si stilano programmi per i prossimi mesi, e anche in Europa si stanno allestendo riunioni a tempi brevi, in Italia l’incertezza domina in assoluto. Il governo ha aperto solo al calcio, messo alle strette dalla Federcalcio, facendo valere gli interessi economici che la disciplina muove. Giusto che il governo abbia recepito il messaggio, meno positivo che si sia fermata, senza nessun segnale sulle altre discipline. In particolare sul pugilato che a differenza di altri sport, non può partire a breve distanza dall’okay. Gli organizzatori italiani appaiono in grande difficoltà e la FPI non sembra avere la forza per ottenere risultati concreti. Davide Buccioni è esplicito, ma anche amareggiato: “Ho preparato un programma con la possibilità di vedere la riunione per “pay per view” a euro 4,99, visibile sia sul cellulare che sul monitor, e avrei anche il programma agonistico con titoli nazionali, ma in questa situazione non puoi prendere iniziative. I pugili che tanto hanno pazientato cominciano ad essere stanchi e stufi di aspettare. Anche perché non possono allenarsi e fare i guanti”.



Non meno preoccupati i Cherchi, che si sono visti azzerare il calendario Match Room Italy stabilito con la DAZN, e l’assenso di Eddie Hearn. Spiega Alessandro: “Sarebbe opportuno che il Governo capisse che lo sport italiano non è solo il calcio, che muove grandi interessi, e ha ottenuto quando chiedeva. Non dare segnali di attenzione alternativa, rischia di bloccare tutto, come è avvenuto per certe categorie imprenditoriali. D’altronde noi siamo imprenditori che danno lavoro ad atleti professionisti. Lasciando tutto nell’incertezza, significa cancellare l’opportunità della ripresa. Giusta la prudenza, ma esagerare non fa bene a nessuno. Il governo deve capire che per allestire una riunione dopo il via ufficiale, occorre una preparazione di alcuni mesi. Inoltre, le palestre da luglio si svuotano, quindi se ne riparla a settembre. Un danno notevole che evidentemente non è stato preso in considerazione”.

Giuliano Orlando