A Tokyo Italia boxing è tutta al femminile

Pubblicato il 23 luglio 2021 alle 12:30
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

TOKYO. Di sicuro a questi Giochi ci sono la fiaccola accesa e la fuga dei maggiori sponsor, che assicurano alla fine della 32° edizione delle olimpiadi, un passivo economico di proporzioni gigantesche al governo e agli organizzatori del Sol Levante. Tutto il resto vive alla giornata a cominciare dal numero dei positivi che sembra in costante aumento. Ci vorrebbe un San Gennaro con gli occhi a mandorla per frenare questa pandemia e permettere uno svolgimento regolare dei Giochi. L’Italia è giunta a Tokyo in forze e il record di presenze, ben 384 (198 uomini e 186 donne), superando Atene 2004 con 367. L’augurio è che possano gareggiare offrendo il meglio, senza problemi di carattere extra sportivo.

Il pugilato, una delle discipline più longeve è presente con otto categorie maschili e 186 pugili, mentre quello femminile è salito da tre a cinque, rispetto a Londra e Rio, promuovendo 100 atlete. Promosse nei tornei di qualificazione continentale, conclusi per Asia e Oceania ad Amman in Giordania, l’Africa a Dakar in Senegal e l’Europa, svolto in due rate, la prima a Londra nel marzo 2020, bloccato dopo tre giorni, per l’insorgere della pandemia e concluso dopo 15 mesi, ai primi di giugno a Parigi. A causa del Covid 19, il torneo delle Americhe è saltato, come quello di ripescaggio previsto a Parigi, dove sarebbero convenuti tutti i bocciati delle prove precedenti. Dette manifestazioni non sono più di competenza dell’AIBA. Il CIO nel 2018 l’ha estromessa dall’organizzazione degli eventi riguardanti i pass per i Giochi, per una serie di accuse che vanno dal conflitto di interessi, alla situazione debitoria a quella del settore tecnico (arbitri e giudici) giudicato insufficiente. Per fortuna l’arrivo del nuovo presidente, il russo Umar Kremlev eletto a fine dicembre 2020, sembra aver cambiato radicalmente la politica precedente, con iniziative concrete a cominciare dal saldo di parte del debito pregresso, assicurando per la prima volta, premi in denaro a vincitori e vincitrici dei campionati più importanti nelle varie fasce d’età. Purtroppo, la situazione attuale paga la gestione di Wu e Kim, eletti nel 2006 che guidarono l’Aiba con iniziative folli a cominciare dal Congresso 2014 a Je-ju in Corea del Sud, portando l’associazione al fallimento totale, sia finanziario che politico. Il principio di onnipotenza dei due orientali, è servito a sfaldare una costruzione nata nel 1920 che, sia pure con momenti non facili e presidenti ancor meno probi, non aveva distrutto l’ente, come hanno fatto loro due. Il CIO ha demandando il compito organizzativo ad una Task Force che si è dimostrata un disastro totale, e non poteva essere altrimenti, non avendo i requisiti di base per organizzare tornei specifici dove occorrono esperienza e conoscenza a cominciare dalla scelta delle teste di serie. Come spesso accade la cura si è trasformata peggio del male. Non essendosi svolto il torneo delle Americhe, e neppure quello del ripescaggio che avrebbe rilasciato 32 pass maschili e 21 femminili, roba da mandare in tilt un superesperto, si è ricorsi alle classifiche degli ultimi mondiali (2017-2019) maschili e femminili (2018-2019), oltre ai tornei continentali. Non entro nello specifico, mi limito a dire che dei presenti sia nel 2017 e 2018, alcuni sono passati pro, altri hanno smesso. La scelta è risultata un fritto misto che ha scontentato molti e soddisfatto pochi. Non solo, la Task Force ha fatto tutte le ultime scelte inviando i nomi al CIO che le ha spedite al Comitato Organizzatore dei Giochi. Ignorando nel modo più assoluto la stampa. Non ritenendo necessario metterla a conoscenza delle scelte. Per conoscere la situazione devi andarti a cercare attraverso il sito del CIO nomi e il resto. Purtroppo i nostri Salvatore Cavallaro nei medi e Aziz Mouhiidine nei massimi, non sono stati ripescati. Per cui, e lo dico con grande malinconia e tristezza, sarà la prima volta nella storia dei Giochi, con l’Italia assente tra gli uomini. Per contro difenderanno i colori azzurri, quattro splendide realtà del boxing femminile: Giordana Sorrentino, Irma Testa, Rebecca Nicoli e Angela Carini. Presenti in quattro categorie su cinque è un bel colpo, in particolare per la Nicoli (60), che dopo problemi infiniti è riuscita a farcela sia pure in zona Cesarini, grazie alle mani magiche di Fabio Morbidini, voluto dal c.t. Renzini e la disponibilità del neo presidente D’Ambrosi, molto attento a risolvere le problematiche più urgenti.

Nel dettaglio le azzurre.

Mosca (51): Giordana Sorrentino, 21 anni di Roma, nel corpo dei carabinieri, record: 36+20-. Cresciuta nelle ultime due stagioni, boxe molto sostanziosa, mancina dai pugni pesanti, è arrivata alla boxe, dopo aver praticato pattinaggio a rotelle, che le ha procurato un problema al ginocchio e la necessità di cambiare sport. Il pugilato era il più vicino, praticato dal nonno e dallo zio. Non un avvio folgorante ma cresciuta graduale, scendendo dai 57 kg. (la categoria di Irma Testa, alta 1.74 contro l’1.54 di Giordana) agli europei youth 2018 a Roseto degli Abruzzi, battendosi alla pari con la ceka Triebelova che vinse il titolo, ai 54 degli assoluti del 2019 a Roma, agli attuali 51, dove alla preolimpica a Londra ha messo in riga la tedesca Gottlob e l’armena Grigorian testa di serie n. 2. Tornata a Parigi per la definitiva promozione, pur non in perfette condizioni fisiche e un arbitro da buttare, ha superato la Radonovic, (poi ripescata), per la quale la federazione serba ha investito un capitale, assicurandosi il pass per Tokyo. Non rientra tra le favorite, ma questo non le vieta di sognare il podio, che sono la cinese Yuan Chang, la turca Cakiroglu, la giapponese Tsukimi Namiki e l’altissima mancina Hsiao-Wen Huang di Taipei, mentre l’indiana Mery Kom, 38 anni, la più medagliata nei 48 kg. (cinque mondiali), difficilmente realizzerà il sogno già fallito a Londra nel 2012.

Piuma (57): Irma Testa, di Torre Annunziata, compirà 24 anni il 28 dicembre. Nelle FFOO, curriculum impressionante, iniziato dalle jr. dove vinse il mondiale nel 2013, bissato nelle youth 2015 fino all’europeo èlite 2019. Senza contare tornei e ori nell’U22. Record: 125+ 24- 1. Oro a Parigi al torneo europeo per Tokyo, anche se la Task Force confermando l’incapacità di valutare le atlete nel modo giusto, l’aveva escluse dalle teste di serie. Mettendola di fronte alla russa Vorontsova, argento mondiale 2019, in una sfida da dentro o fuori. Irma ha dominato la rivale, vincendo anche il torneo. Ha già preso parte ai Giochi di Rio, esperienza che dovrebbe risultare utilissima a Tokyo, dove è tra le teste di serie. Confermando ignoranza totale la stessa Task Force l’ha messa solo al sesto posto nel ranking mondiale. Le rivali più quotate sono Yu-Ting Lin di Taipei del 1995 e la giapponese Sena Irie classe 2000, oro e argento alla preolimpica asiatica ad Amman in Giordania, mentre sul fronte europeo l’azzurra ha già battuto tutte le migliori, comprese l’irlandese Walsh e l’inglese Artingstall molto quotate dal ranking. Sulla capitana azzurra tutta l’Italia sogna.

Leggeri (60 kg): Rebecca Nicoli, milanese dove è nata il 14 settembre 1999, residente a Pavia, guardia mancina, record: 39+ 11- 1=, fa parte delle FFOO. Scoperta dal maestro Gianni Birardi nel 2016, quando entrò in palestra accompagnata dai genitori per fare ginnastica e perdere qualche chilo di troppo. Praticava equitazione. “Mi chiese di poter tirare qualche pugno al sacco, per pura curiosità. Capii subito che la ragazzina oltre che coordinata aveva potenza incredibile. Ne parlai con Laura Tosti che capì al volo le qualità della ragazzina dal sorriso solare, che non temeva nessuna”. Debutta da youth a Sofia nel luglio 2017, con nove incontri all’attivo, vincendo il torneo Balkan, tra la sorpresa generale nei 64 kg. Battendo anche l’indiana Boro la favorita. Tre mesi dopo è titolare ai mondiali di categoria a Gawahati in India, dove viene data sconfitta dalla stessa Boro, con un 3-2 scandaloso. Nel 2018 a Targu Jiu in Romania, vince gli europei U22 a soli 19 anni, assieme a Irma Testa che trionfa nei 57 kg. Deve rinunciare agli assoluti di Pescara a fine 2018 per problemi alla schiena. Resta in cura diversi mesi e sembra essersi ripresa, tanto che vince gli assoluti di Roma 2019, battendo in finale la Amato campionessa d’Europa. Titolare alla preolimpica di Londra nel marzo 2020, al terzo giorno quando dovrebbe debuttare contro la slovacca Triebelova, il torneo si ferma per l’insorgenza del Covid. Torna a casa senza aver combattuto. Un mese dopo accusa problemi all’anca e deve sottoporsi ad un intervento chirurgico. Costretta alle stampelle per camminare. Nessuno ritiene possa più pensare ai Giochi. Nessuno salvo Renzini che chiede aiuto a Fabrio Morbidini, il fisioterapista che per anni permise a Cammarelle di combattere malgrado la schiena a pezzi. Giorno dopo giorno Rebecca, che aveva sempre sperato nel miracolo, migliora al punto di poter prendere parte ad un torneo in Cecoslovacchia: “Basta che salga sul ring, per riprendere confidenza al combattimento dopo tanti mesi di assenza. Il risultato non conta”. Queste le previsioni di Renzini. Rebecca vince il torneo e inizia a pensare che Tokyo non è poi irraggiungibile. Si presenta a Parigi al 60% della forma. Sia pure con fatica, ottiene il pass per i Giochi. Batte la Triebelova, perde dalla emergente inglese Dubois, ma si impone alla greca Pita nel ripescaggio. Come si presenta ai Giochi? “Da guerriera come è sempre stata – dice Renzini – e magari diventa la sorpresa della categoria. Debutta e quindi nessuno le chiede miracoli, che ha già fatto arrivando alle Olimpiadi”. In questa categoria si prevede una finale tra l’irlandese Harrington, 32 anni e un carnet di vittorie che vanno dall’argento 2016 e l’oro mondiale 2018 e la brasiliana Soares Ferreira, 28 anni, oro iridato 2019, battendo la coetanea cinese Cong Wang. Sempre che la giovane e abilissima inglese Dubois (20 anni) non faccia da guastafeste. Da podio la coreana Yeonji e la forte indiana Baatth Kaur.

Welter (69 kg). Angela Carini, alta 1,72, napoletana, residente ad Afragola, fa parte delle FFOO, si è formata alla scuola dei Brillantino a Marcianise nel casertano. Nelle giovanili ha vinto tutto e oltre, europei e mondiali, ma anche da elite non scherza. Argento europeo e mondiale 2019 a Madrid e Ulan Ute nei 64 kg. la sua categoria. Fa i 69 kg., per i Giochi e perché non si ferma davanti a nessun ostacolo. Le poche sconfitte le fanno venire l’orticaria. Dopo essersi qualificata a Parigi per i Giochi, ha preso parte agli U22 a Roseto degli Abruzzi, perché l’argento del 2019 in Russia non le stava giusto. Così in Abruzzo ha conquistato l’oro. Mancina naturale, ma anche capace di cambiare guardia, mobile sia sulle gambe che sul tronco, ha incontrato tutte le migliori a soli 22 anni. Sulla carta la turca Busenaz Surmeneli, iridata in carica (2019) e vincitrice a Parigi, appare la netta favorita, in virtù di un pugilato completo, molto simile a quello maschile, muovendosi con tempismo e abilità, ha una costruzione muscolare che le permette di saper colpire a distanza come nel corpo a corpo. Rivali da temere la cinese Hong Gu e la Chin Chen di Taipei. Il resto sembra inferiore. L’azzurra punta giustamente al podio.

Nei 75 kg. per la successione a Claressa Shields, fuoriclasse americana che fece il bis (Londra e Rio), oggi la professionista più pagata in assoluto, detentrice di tutte le cinture medi e oltre, sono diverse le pretendenti, anche se nessuna ha il suo carisma. L’Asia punta sulla cinese Li Qian già oro mondiale 2018, assente nel 2019, ma tornata alla ribalta nel marzo 2020 alle qualificazioni di Amman in Giordania, dove ha dominato il campo ed è spuntata l’australiana Caitlin Parker. Ambiziosa anche la vecchia Europa con l’olandese Fontjn classe ’87, la russa Magomedaliva, 33 anni e la gallese Price 27 anni, che dopo aver avuto in regalo il mondiale 2019 ai danni della tulipana, si è dimostrata all’altezza della situazione a Parigi, battendo l’ambiosa irlandese O’Rourke e in finale la russa Magomedalieva alla quale scendere nei 75 kg. non deve essere facile. L’Italia in questa categoria ha fatto male i conti, puntando prima sulla Severin e poi dando alla Canfora il compito di salvare la categoria. Due fallimenti previsti.

Venerdì ci sono i sorteggi e tutti incrociamo le dita, perché molto dipenderà dalla sorte e dagli incroci. La Task Force non ci ha mai favorito e questo purtroppo pesa e non poco. L’augurio è che per i Giochi di Parigi 2024, si torni alla normalità, affidando all’AIBA, se avrà risolto i non pochi problemi che la precedente amministrazione ha lasciato irrisolti, visto che i sostituti non sono stati all’altezza, i compiti istituzionali. La TF, ha allestito male ogni torneo e peggio il resto. Sul piano teorico hanno portato a termine tutti i compiti, lasciando per strada più feriti che guariti. Per dirla tutta, l’operazione è stata eseguita alla perfezione, ma il paziente è morto.

Anche se non tratto il torneo maschile, per l’amarezza di sapere che nessun azzurro è presente, un primato che fa solo male, mi sento in dovere di ringraziare Alexander Egorov, direttore esecutivo dell’EUBC, braccio destro del presidente Franco Falcinelli per avermi inviato la lista dei promossi a Tokyo delle Americhe. Nella quale sorprende l’assenza del mediomassimo, dove nella selezione tenutasi all’Havana a fine 2020, si era imposto Arlen Cardona Lopez, oro di Rio nei medi. salito negli 81 kg. Al suo posto veniva indicato Yoenlis Hernandez, 23 anni una delle pochissime novità. Il c.t. Rolando Acebal, aveva annunciato la squadra per Buenos Aires, nella preolimpica poi saltata. A quel punto deve essere successo qualcosa. Gioco forza tornare alla situazione precedente, rimettendo Cardona Lopez nei medi, mentre Julio La Cruz, oro di Rio negli 81 kg. impossibilitato a fare il peso, saliva nei 91, mentre Erisland Savon +91, dava malinconicamente addio al sogno olimpico, battuto nella selezione dal giovane Carlos Castillo, fermato a sua volta da Danier Pero, che ricordiamo avversario del nostro Guido Vianello a Rio. Dei sette cubani presenti, Veita (52), Alvarez (57) e La Cruz (91) sono alla terza presenza ai Giochi, Iglesias (69) addirittura alla quarta, Lopez (75) e Pero (+91) alla seconda e solo Andy Cruz (63), oro ai mondiali 2019 a Ekaterinburg, 25 anni è al debutto. La media è di 28 anni, una delle più vecchie. Gli Usa saranno in cinque tra gli uomini con Duke Ragan (57), Keyshawn Daniel Davis (63) Delante Johnson (69), Troy Isle (75) e Richard Torres (+91). Tutti pugili di vasta esperienza, anche se alla prima olimpiade. Ragan, Isle e Johnson presero parte ai mondiali 2017, quest’ultimo fece il bis anche nel 2019, assieme al bronzo mondiale youth 2016, Richard Torres (+91), classe 1999, finito drammaticamente KO contro il professionista uzbeko Jalolov, 28 anni, favorito a Tokyo, con tanto di ricovero in ospedale. Il settore femminile USA è coperto nelle cinque categorie con Virginia Fuchs (51), Yarisel Ramirez (57), Rashida Ellis (60), Oshae Jones (69) e Naomi Graham (75). Tutte hanno esperienza nei mondiali 2018 e 2019, nessuna ha preso parte a Rio. La Fuchs e Graham, bronzo 2018, stessa posizione per la Ellis nel 2019. Sono 19 le nazioni presenti a Tokyo, ma sette: El Salvador, Guyana, Haiti, Jamaica, Panama, Portorico e Trinidad e Tobago, con un solo atleta. In rapporto ai previsti 49 posti (33 uomini e 16 donne) sono stati rilasciati 60 pass. Per coprire la percentuale del torneo di ripescaggio di Parigi annullato.

Giuliano Orlando