Week end di inizio febbraio intenso a livello mondiale. Comincio da Las Vegas, dove è rientrato l’ex iridato WBA e WBC superleggeri e welter Keith Thurman (30-1), 33 anni, dominatore tra il 2015 e il 2018, antico vincitore di Leo Bundu nel 2014, reduce dalla prima sconfitta in carriera contro Manny Pacquiao, il 20 luglio 2019, che gli costò la cintura WBC. Dopo una sosta di due anni e mezzo, si è ripresentato sul ring, affrontando Mario Barrios (26-2), texano di 26 anni, di origini messicane, che aveva perduto l’imbattibilità il 26 giugno ad Atlanta contro Gervonta Davis (26), titolare nei superleggeri WBA, dal pugno proibitivo. Il salto di categoria ha forse pesato nell’economia del match, ma il rendimento del pugile della Florida, è risultato decisamente ottimale, ritrovando i colpi del repertorio da vero fuoriclasse. Con questo successo Thurman risale ai vertici e punta a tornare ancora su quel trono che ha detenuto a lungo, come ha detto nella conferenza stampa del dopo match. Anche per il superpiuma messicano Leo Santa Cruz (37-2-1), attivo dal 2006, campione in quattro categorie, fermato nell’ottobre 2020 da Gervonta Davis, un buon rientro ai danni di Keen Carbajal (23-3-1), trentenne dell’Arizona, che non perdeva dal 2015. Santa Cruz ha vinto largamente, pur combattendo con l’handicap di una ferita dal secondo round. Match intenso ed equilibrato nella prima parte, poi il calo di Carbajal e il netto vantaggio per Santa Cruz, che nonostante i 33 anni e la lunga attività, potrebbe ottenere una nuova opportunità nei piuma.
Il richiamo più importante in Europa si è tenuto al Motorpoint Arena di Cardiff nel Galles, per i promoter Benjamin Shalom e Nisse Sauerland,,molto attivi nelle ultime stagioni. Il clou vedeva la sfida nei medi tra il locale Liam Williams (23-4-1) e l’inglese Chris Eubank Jr. (32-2), 32 anni, che ha confermato il ruolo di favorito, stravincendo con una facilità incredibile, spedendo al tappeto il povero Liam, ben quattro volte. Una superiorità stridente, ma anche l’incapacità di vincere prima del limite, come poteva fare. Il problema di questo figlio d’arte è l’incapacità di saper gestire le emozioni, esprimendole nel modo peggiore, con gesti che l’arbitro avrebbe dovuto sancire e non lo ha fatto. Il vincitore ha lanciato la sfida al kazako Gennadiy Golovkin (41-1-1), 40 anni in aprile, che si autogestisce, titolare medi IBF e IBO, inattivo dal 18 dicembre 2020, la cui risposta è stata di non essere interessato al confronto con un ‘burattino del ring’. Debutto in Europa di Clarissa Shields (USA 12), campionessa WBC, WBA, IBF e WBF, sfidata, si fa per dire, dalla slovena Ema Kozin (21-1-1), gestita da Rudolf Pavlin, che le ha costruito un record fasullo, battendo rivali modestissime. Sul ring si è vista la differenza. E’ stata una vera mattanza e anche in questo caso l’arbitro Victor Loughen, avrebbe dovuto fermare il match dopo il quinto round e non farlo proseguire fino al decimo. Presente l’inglese Savanna Marshall (11), che detiene la cintura WBO, in trattativa per la sfida contro l’americana di Flint. Le due si sono ritrovate a bordo ring e se ne sono dette di tutti i colori. Ripromettendosi di redimere la questione a pugni. Per capire questo astio reciproco, occorre andare indietro negli anni. L’inglese, nella lunga carriera in maglietta ha preso parte ai Giochi di Londra e Rio, tre edizioni mondiali, vincendo quella del 2012 a Qinhungdao in Cina, battendo nell’occasione la debuttante Shields che aveva 17 anni, contro i 21 della rivale. Su quel successo la Marshall ha costruito un credito che ha sempre sventolato come una superiorità inesistente. Per contro la Shields è la dilettante che ha vinto più di tutte in assoluto. Non solo, dal 2012, l’americana non ha più subito sconfitte ma ha raccolto solo successi, compresi quelli da professionista. Nel 2013 ha vinto il mondiale youth, in sequenza i titoli iridati assoluti 2014 e 2016, gli ori olimpici 2012 e 2016, tutte manifestazioni nella quali la Marshall non è mai salita sul podio, perdendo da rivale poi battute dalla Shields, tra le quali la kazaka Volnova e in particolare l’olandese Fontjn, affrontata sei volte con cinque sconfitte. La Marshall il 12 marzo a Newcastle, difende la cintura WBO contro la belga Femke Hernans (12-3) 32 anni, battuta della Shields l’8 dicembre a Carson, perdendo tutte e dieci le riprese. Conclusa la facile difesa si apriranno le trattative per la rivincita, dieci anni dopo la prima sfida. Chi segue da qualche anno le vicende internazionali del boxing, ricorderà le imprese del namibiano Julius Indongo (23-5) che fece sensazione nel 2016, quando andò a Mosca e mise KO al primo round, il locale Troyanovsky, fino ad allora imbattuto con 25 vittorie, scalzandolo delle cinture welter IBF e IBO. L’anno dopo a Glasgow regolò ai punti Ricky Burns portandogli via il titolo WBA. La corsa venne brutalmente fermata da Terence Crawford che sul quadrato di Carson (Usa), lo alleggerì del capitale mettendolo KO dopo tre round a senso unico. L’africano restò una meteora, tornando al ruolo di collaudatore, proseguendo a svolgere l’istruttore ai militari di stanza a Windhoek, col grado di sott’ufficiale. Il 3 settembre 2021 aveva tentato di conquistare il titolo africano, ma il tanzaniano Hassan Mwakinyo (20-2) lo aveva spedito KO. L’altra sera ha affrontato a Cardiff l’inglese Chris Jenkins (23-4-3), dandogli lezione di boxe, ritrovando per una sera le vena del campione, ignorando i 38 anni sulle spalle e i 13 di ring. Una vittoria netta, che l’arbitro e giudice unico Reece Carter, nel ruolo dal 2007, ha tramutato in sconfitta (78-75), nel segno delle ruberie inglesi, una tradizione conclamata. Caroline Dubois, la sorellina minore di Daniel (17-1), 24 anni, il possente massimo che sembrava imbattibile, stoppato a sorpresa il 28 novembre a Londra dal più stagionato Joe Joyce (13), argento ai Giochi di Rio 2016, 36 anni, che lo ha messo Ko al decimo round, portandosi a casa ben cinque cinture (WBC Silver, WBO International, Commonwealth, BBBC ed EBU). Caroline, 21 anni appena compiuti, ha battuto ai punti la bionda lituana Vaida Masiokaite (2-15-4), passata pro nel 2018 a 30 anni, residente in Inghilterra, dove svolge con molta dignità il ruolo di collaudatrice, come ha fatto con la cioccolatina londinese, che ha tentato invano di vincere prima del limite.
Stando a notizie di fonte inglese, il promoter Frank Warren che dirige Tyson Fury (31-0-1) e ha vinto l’asta per la difesa, imposta dal WBC, contro il connazionale Dillian Whyte (28-2), ha dichiarato che sede e data del match sono in via di definizione, orientativamente verso maggio a Londra. Fury è reduce dalla vittoria su Deontay Wilder (USA 42-1) il 9 ottobre 2021 a Las Vegas, ottenuta per Ko all’11° round, dopo una battaglia drammatica, con entrambi i pugili al tappeto. Mentre Whyte si è preso la rivincita sul russo Alek Povetkin (36-3-1), che nella prima sfida il 22 agosto a Londra 2020 lo aveva messo KO al quinto round. Risultato capovolto il 27 marzo 2021 a Gibilterra. Nel contempo Eddie Hearn della Matchroom, sta lavorando per la rivincita tra il nuovo campione Olek Usyk (19), 35 anni, e quello spodestato Anthony Joshua (24-2), 32 anni. Entrambi professionisti dal 2013. Dell’ucraino il promoter inglese ha una partecipazione parziale, mentre Joshua lo ha guidato dall’esordio. Il confronto potrebbe aver luogo negli Emirati Arabi, interessati al confronto, nella prossima estate. La speranza di Eddie Hearn è che vinca Joshua, per poter realizzare il match del secolo contro Tyson Fury a Wembley con 100.000 spettatori, fuori dal Covid. Solo un sogno? Penso che non sia irrealizzabile, diciamo nel 2023.
Sempre in fase di trattativa, stavolta è ufficiale il raggiungimento dell’accordo tra le parti per riunificare in un solo campione, due cinture superpiuma. Al momento il messicano Oscar Valdez (30) è titolare WBC, mentre Shakur Stevenson (17) detiene la cintura WBO. Il primo ha 31 anni, pro dal 2012, campione piuma dal 2016 al 2019. Il 20 febbraio 2021 a Las Vegas, batte il connazionale Miguel Berchelt (38-2) una leggenda del boxing messicano, con un KO impressionante, dopo tre conteggi scalzandolo dal trono superpiuma WBC. Il 10 settembre a Tucson (USA) la prima difesa contro il brasiliano Robson Conceicao (16-1), oro ai Giochi di Rio 2016, dopo aver preso parte alle olimpiadi di Atene (2008) e Londra (2012) senza successo. Nel 2013 e 2014 ha disputato le WSB con l’equipe dell’Italia Thunder. Nell’occasione i giudici hanno assegnato la vittoria al messicano, uno addirittura con 7 punti, gli altri due con tre, il pubblico ha fischiato il verdetto ed in effetti mai come stavolta Valdez ha faticato e rischiato. Mancando di quella potenza che era il biglietto da visita nei piuma. Il più giovane Stevenson, 24 anni, che ai Giochi di Rio 2016, già professionista, perdeva in finale contro il cubano Robersy Ramirez per split decision, che il pugile del New Jersey non ha mai digerito, come buona parte degli spettatori, il titolo WBO lo ha detenuto due volte. La volta nell’ottobre 2019 dominando Joet Gonzales (23-1) a Reno, lasciandolo vacante l’anno dopo, per discussioni col suo team. Ripreso il 23 ottobre 2021 ad Atlanta a spese del non più verde marines Jamel Herring (23-3) sconfitto per KO al decimo round, adottando una tattica molto prudente, che comunque alla fine lo ha premiato. Una sfida molto attesa. Un confronto tutto filippino si è disputato a Digos City, tra i pesi paglia Rene Cuarto (20-2-2) che ha mantenuto il titolo IBF, battendo Pedro Taduran (14-4-1), già battuto un anno fa. Taduran è stato fermato al settimo round per ferita, al momento in netto svantaggio, due volte contato e in difficoltà evidente.
L’australiano George Kambosos (20), 29 anni, che il 27 ottobre 2021 a sorpresa ha scalzato Teofimo Lopez (16-1) nella sua New York, sfilandogli le cinture WBA, IBF e WBO leggeri, ha offerte di ogni tipo da sfidanti pronti a combattere anche in casa del campione. Interessante quella dei gestori di Vasiliy Lomachenko (16-2), Lou DiBella e Peter Kahn, disposti a pagare bene il match a New York, come quella della Golden Boy di Oscar De La Hoya, che propone l’imbattuto e giovane Ryan Garcia (20) a Las Vegas. Papà Bill Kambosos, nato in Grecia, è deciso a far combattere il figlio in casa, ma il governo australiano al momento non concede l’uso dei grandi impianti all’aperto a causa del Covid che sta imperversando. Sembra naufragato anche il contatto con un impresario europeo per far combattere il campione nel prossimo estate in una località turistica in Grecia. Mentre prende consistenza la sfida di Devin Haney (27), 23 anni, campione WBC, allenato dal padre Bill e gestito da Eddie Hearn (Matchroom) che propone la prima sfida negli USA e la rivincita in Australia, in caso di successo dell’americano. A proposito di Teofimo Lopez, il clan sta riflettendo su quanto è stato combinato da parte del pugile, nascondendo una situazione pericolosa dello stato di salute, prima dell’incontro, con rischi decisamente pesanti. Il suo manager David Mc Water, che dopo la gestione di alcuni dei più forti giocatori di basket, ha preso nella sua scuderia anche pugili, ha assicurato di essere rimasto scosso e che in futuro non accadrà mai più. Al momento è l’editore di Boxrec.com.
Giuliano Orlando