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Boxe spettacolare al Principe con la OPI 82.

Pubblicato il 7 dicembre 2025 alle 23:12
Categoria: Boxe
Autore: Wilma Gagliardi

 

Boxe spettacolare al Principe con la OPI 82.

Akrem vince col brivido, Lenzi per KO. Il presidente Bugada squalificato un anno, per aver permesso a magiari e belgi di allenarsi in Lombardia. Una vendetta? A Calangianus nel sassarese De Rosa abbatte Eloyan e Valentino spodesta Aroni

di Giuliano Orlando

Il primo amore non si scorda mai. La OPI 82 è tornata nello storico Teatro Principe, venerdì scorso 5 dicembre, dopo averlo riaperto alla boxe sempre il 5 dicembre 2014, grazie alla tenacia di Alessandro Cherchi, il più giovane della covata fatta nascere da papà Salvatore, recentemente premiato dalla WBC come Personaggio 2025. Con la collaborazione di Cristian Cherchi, si sono riaccese le luci ed il gong ha fatto sentire il suo squillo nella struttura la cui storia in guantoni nasce nel lontano 1949, scuola formativa di boxe durata fino al 1963, facendo salire sul ring tutto il meglio di uno dei periodi più prolifici del nostro pugilato.  Per capirne il suo contributo, basta ricordare che nel vecchio Principe combatterono Mitri, Loi, Formenti, Garbelli, Lopopolo, Bossi fino a Benvenuti dilettante. Tutto esaurito nella struttura di Viale Bligny, posta tra Porta Romana, non lontana dall’università Bocconi. La serata ha mantenuto le promesse della vigilia, salendo di tono col proseguire delle sfide. Ad aprire lo spettacolo tre round tra i massimi dilettanti Alex Stana della Testudo, prossimo al debutto tra i pro e Abdramane Bamba, gigante di colore della Grignani di Lodi. Il primo combatte di forza affidandosi a colpi isolati, mentre Bamba ha un repertorio tecnico più ampio, rimasto in ombra per due roundtirato fuor in quello conclusivo, meritandosi il pari molto generoso.                                   

Il piuma gestito da Simone Verdicchio, Yossef Al Mourchid (2), 25 anni, residente a Bolzano, bronzo nel 2021 e vice campione italiano dilettanti nel 2023 battuto in finale da Baldassi, altri podi negli anni precedenti. Torna a Milano, dove al debutto nel 2024 aveva superato Andrea Destefani e Nicolò Setaro a Carugate, fermo diversi mesi, per infortunio alla mano destra. Come da pronostico la resistenza dell’inglese Mohamed Al Warith (0-9), dopo due round a senso unico si spegne con l’abbandono prima dell’avvio del terzo. Invece di sedersi all’angolo, l’inglese prende la strada degli spogliatoi, senza neppure salutare. Al Mourchid ha offerto un buon pugilato, essenziale e molto efficace, in particolare al corpo, portando ganci e montanti precisi, determinanti alla resa di Al Warith. Inedito per i milanesi il piuma albanese Muhamed Mena (9), 27 anni, pro dal 2018, dove ha debuttato e vinto sette degli otto match disputati. Il pugile allenato da Franco Cherchi alla OPI , ha ammorbidito Fernandez Ermes Dimithra (1-1), 35 anni, nato in Sri Lanka, abitante a Palermo, già visto a Milano, incamerare due successi.

Stavolta è andata peggio. Troppo diversa la potenza dei colpi a favore di Mena. Per quattro round ha retto, nel quinto la resa, dopo due conteggi. Il superwelter Fabrizio Tibiletti, allievo di Renato De Donato, debutta da pro e incrocia il bianco latte inglese Jake George Jones (0-3), orgoglioso e mestierante, per reggere alla maggiore consistenza e continuità offensiva del milanese.  Nel corso del sesto e ultimo round finiscono le energie di Jones che subisce due conteggi. Coraggiosamente si rialza ma l’arbitro ritiene che l’avventura sul ring a Milano, sia conclusa e lo rinvia all’angolo. Con giustificata curiosità il pubblico ha seguito la prova di Raffaele Montella (4), ventenne gestito dalla OPI 82, contro l’argentino Sergio Javier Escobar (28-47-5), che di anni nel ha più del doppio, pro dal 2005. Dopo 15 stagioni in casa, salpa per l’Europa, prima in Francia e poi a Palermo dove risiede. Collaudatore esperto e dignitoso, pur perdendo i sei round ha retto bene, di fronte ad un giovane in pieno miglioramento, che ha martellato l’avversario senza soluzione di continuità. Giustificati gli applausi per entrambi.                                                   

Le due sfide principali riguardavano il massimo Diego Lenzi alla terza prova da pro, opposto al senegalese Goran Niang (7-3-2), 31 anni, attivo nel Togo, Nigeria, Ghana e Belgio, che lo sovrasta di 35 cm, alla seconda trasferta in Italia. Nella prima a luglio, perse ai punti sugli otto round contro Roberto Bevilacqua (11-2) mancino romano di 39 anni. Il clou era affidato al welter tunisino Akrem Aouina (13-0-1), 31 anni, residente da anni in Italia, seguito dall’ex campione del mondo Giacobbe Fragomeni nel suo gym Fight Club. Avversario il longilineo inglese Tom Hill (12-4) la posta in palio è il WBC World Silver ad interim. Che a tempi brevi dovrebbe divenire ufficiale. Lascio ad Alessandro Cherchi il commento sui due confronti in questione. “Lenzi è giovane, un vantaggio non trascurabile nella carriera in particolare di un massimo. Finora ha costruito il personaggio con dichiarazioni oltre la linea del suo attuale valore grazie ai siti. La vittoria prima del limite su Niang è importante, ma solo un passo avanti. Perlomeno si trattava di un collaudatore ben diverso dai primi due avversari, nullità assolute”.  I due aspetti della prestazione. Quella positiva e la negativa? “La buona tenuta e l’esplosività quando arriva a bersaglio. Meno colpi ma più sostanziosi. Inutile sparare pugni fuori misura. Deve acquisire mobilità sul tronco, al momento carente. Sul piano promozionale deve creare il personaggio giusto, non esagerato ma concreto, facendo un passo per volta. Inoltre deve confrontarsi con sparring adeguati, diversamente mancheranno i progressi necessari. Diego non è un nostro pugile, anche se potrebbe interessarci. Deve fare esperienza, come è stato contro un rivale scomodo, che legava e abbracciava. Bravo ad aver colto l’attimo giusto per metterlo KO”.                                                                                                          

  Il welter tunisino Akrem Aouina, della OPI 82, anche se si allena con Fragomeni, ha conquistato la cintura vacante WBC World Silver ad interim, col brivido, dopo un momento davvero difficile nel quarto round, sorpreso scoperto dal preciso montante destro al mento dell’inglese, che lo messo al tappeto, col rischio di finire il match innanzi il tempo. Bravo ad aver recuperato alla grande, dimostrando una preparazione perfetta. “Premesso che Akrem è un atleta serio da sempre, addirittura troppo riservato. Hilll non era ostacolo proibitivo, ma sappiamo bene che il serbatoio inglese è talmente ricco che anche pugili di seconda schiera sono pericolosi. Come è avvenuto. Intanto il nostro non deve sprecare energie svolazzando con colpi troppo volanti per far danni. Infatti nella seconda parte, anche se giustamente stanco, ha messo in pratica la tattica giusta. Non farsi trovare passivo nel contatto, trovando il tempo per colpire e uscire lateralmente. Hill era pericoloso solo con un rivale frontale, diversamente il miglior tasso tecnico di Aouina doveva fare la differenza. Nella boxe si tirano pugni e certe situazioni vanno messe del conto. Importante saperne uscire al meglio. Su questo è stato bravissimo a conferma di qualità che vanno affinate fino a   diventare automatiche”. Un rientro destinato a proseguire? “Certo, nel 2026 torneremo al Principe avendo come obbiettivo non troppo lontano l’Allianz. Contiamo sul rientro di Ivan Zucco, non certo fortunato. Dopo la sconfitta contro l’inglese Callung Simpson (18) a Londra lo scorso giugno, dopo averlo fatto contare nel primo e terzo round, stava preparandosi al rientro, interrotto per una scivolata accidentale che gli ha procurato la rottura di due falangi della mano destra. Probabile il suo rientro proprio al Principe verso febbraio-marzo.

                                                                                                                                                                      Non era presente alla serata il presidente della Lombardia Massimo Bugada, che la Commissione disciplinare su denuncia del presidente federale, inerente il fatto che una squadra belga e una ungherese si siano allenate in Lombardia, senza mettere al corrente la Federazione Centrale. Nonostante la scelta dei due team, fosse stata fatta in forma privata. Il reato è stato ritenuto talmente grave da infliggere la squalifica di un anno! Non entro nel merito specifico, anche se si potrebbe trattare, uso il condizionale, essendo una mera ipotesi, della vendetta personale del presidente FPI? Indispettito per le dimissioni di Massimo Bugada, dal Consiglio Federale, eletto col numero maggiore di consensi. Per la cronaca, il presidente in carica venne confermato con due soli voti di vantaggio (444 e 442) sull’ex presidente vicario uscente Fabrizio Baldantoni.                 

 A Calangianus nel sassarese, per la Promoboxe Italia di Mario Loreni, serata ricca di emozioni e soprese. Il salernitano Francesco De Rosa (12), 28 anni, pro dal 2021, ha mantenuto l’imbattibilità e conquistato l’europeo silver supergallo, battendo il detentore Geram Eloyan (13-6), 33 anni, nativo dal 2016, armeno di nascita e belga di adozione, alla prima difesa, dopo aver superato al termine di dodici round intensi il peruviano Jordan Camacho (11-1) che gli italiani ricordano bene, avendo messo KO il nostro La Femina il 26 ottobre 2024 a Palermo, per la cintura vacante. Eloyan si era imposto a San Sebastian il 23 maggio scorso, facendolo anche contare nell’undicesimo round. In Sardegna tra i due è stata battaglia spietata e spettacolare. De Rosa ha impostato la sfida sullo scambio corto, imponendo un ritmo sostenutissimo e l’armeno faticava a reggere. Che spezza in virtù della potenza del gancio sinistro, spesso determinante nel corso della lunga carriera.

Cosa che avviene nella sesta ripresa, quando il colpo mancino che arriva alla mascella del salernitano, costretto al tappeto. Eloyan capisce di avere il match in mano e si scatena. Costringe alle corde De Rosa e l’arbitro lo conta per la seconda volta. Ma Francesco è orgoglioso e forte, più forte della previsione negativa. Torna alla carica e attacca come un forsennato, trovando un rivale che risponde colpo su colpo. Incredibile la resistenza di entrambi. La svolta al decimo tempo. La serie di Francesco è insostenibile anche per il pur tetragono armeno, che barcolla e si appoggia alle corde per non cadere. L’arbitro capisce che Eloyan ha esaurito le riserve e lo ferma, quando manca un minuto alla fine della ripresa. Una vittoria clamorosa e fantastica per il guerriero di Salerno. Il belga su sei sconfitte, ben tre portano le firme di italiani. Prima di De Rosa, aveva perso contro Rigoldi nel 2022 e La Femina nel 2023.

Francesco si era messo in luce anche all’estero. Nell’ottobre 2023 in Germania si impone sul boliviano Farlin Condori residente in Spagna, il 29 giugno 2024, compie l’impresa clamorosa a Londra, mettendo KO la speranza inglese Nyall Berry (16-1), fino ad allora imbattuto, all’ottavo tempo. L’europeo EBU è il prossimo obbiettivo. Altra sorpresa nel tricolore dei supermedi, tra il locale e detentore Andrea Aroni (11-2), 31 anni, alla prima difesa e lo sfidante Riccardo Valentino (9-4), 30 anni, di Marcianise pro dal 2019. La sfida per otto riprese vede la costante superiorità di Aroni, più preciso e continuo. Nella nona tornata lo sfidante trova la combinazione giusta e Aroni entra in crisi, subisce il successivo attacco di Valentino, va al tappeto e non è più in grado di recuperare. Risultato inatteso, che premia la maggiore potenza di Valentino, bocciato in precedenza nei tentativi di conquistare l’europeo IBO e il Mediterraneo IBF. Nel cartellone i gallo locali Fabio Crobeddu (6) e Nicola Mancosu (15-5) battono rispettivamente Yin Caicedo (11-36-5) e Jeison Cervantes (13-44-3) sui sei round.                                                                                                                                                         

Giuliano Orlando