Boxe: Soro impone la sua legge, Blandamura crolla

Pubblicato il 21 giugno 2015 alle 19:32:19
Categoria: Boxe
Autore: Fabio Codebue

Confesso di provare sensazioni contrastanti dopo aver assistito ai due incontri titolati proposti dalla Principe Boxing Events di Alex Cherchi nel Teatro milanese tornato al primo amore del ring, dopo il lunghissimo silenzio. In partiolare il dispiacere di sapere a priori ciò che il quadrato ha poi emesso. Inizio dal tricolore superleggeri, che il campione Andrea Scarpa (18-2) ha mantenuto con irrisoria facilità, spedendo ko l’udinese Emanuele De Prophetis (16-8), 39 anni, passato professionista dieci anni addietro, quindi piuttosto tardi, alternando pugilato ad altri sport da combattimento. Scarpa per contro, undici anni meno, dopo un avvio leggermente claudicante, inizia il cammino giusto, sfruttando le qualità che già da dilettante aveva fatto intravvedere anche se poco sfruttate, sulle quali, il suo storico maestro Fillippo Grasso a Torino, giurava. Da professionista mostrava continui progressi, culminati con vittorie importanti: nel 2012 campione italiano superpiuma, impresa incredibile, per un atleta di 1,83, fermare la bilancia sotto i 59 kg. mettendo ko Cipolletta a casa sua. Difendeva lo scettro nel 2013, riservando la stessa sorte al più quotato Pagliara, il 21 giugno dello stesso anno, dava un grosso dispiacere all’ottimo mancino Renato De Donato, costretto alla resa al 7° round, davanti al suo pubblico a Milano, lasciando al foggiano-torinese il tricolore superleggeri. Cambia procuratore, da Cavallari alla OPI2000, e fa esperienza lasciando vacante la cintura, proiettato su traguardi europei.

Disputa cinque incontri e in attesa di arrivare oltre l’Italia, riconquista il titolo nazionale, battendo dopo una battaglia tosta il tenace vogherese-campano Acatullo, che riesce a reggere i dieci round, soffrendo niente male. La Lega Pro che gestisce l’attività  professionistica anche se ancora sotto l’ombrello della FPI, indica De Prophetis sfidante ufficiale, nonostante un record che avrebbe dovuto far riflettere e non poco. Il friulano dopo aver appeso i guantoni come pugile nel 2010 e averli ripresi nel 2014 a 38 primavere e questo doveva già far riflettere, inanella una vittoria e tre sconfitte a fila (Tolppola, Acatullo e Randazzo), bilancio a dir poco fallimentare. Imporlo come sfidante ufficiale, lascia sconcertati. Cosa ci si poteva aspettare di diverso dal KO, contro un picchiatore in ascesa? Infatti Scarpa, dopo 2’50” ha chiuso la faccenda con un destro d’assaggio e un sinistro decisivo. Bene ha fatto l’arbitro a chiudere il match, evitando ulteriori danni ad un atleta che dovrebbe capire come sia giunto il tempo del ritiro.

Passiamo all’europeo medi, vinto di forza dal francese Michel Soro, statua di bronzo dalla boxe essenziale, non uno sconosciuto, visto che l’ultima vittoria, prima di Milano, porta il nome di Glen Tapia (23-1), numero tre WBO e imbattuto, nei superwelter, finito ko alla quarta tornata, dopo un paio di conteggi. Questo sul ring di Newark (Usa). Basta andare su yutube per capire il soggetto, cercando nel limite del possibile di starne alla larga. Perché dico questo? Non certo per spirito polemico, ma senso pratico. Emy Blandamura è un delizioso tecnico, repertorio vasto: mobile e veloce, preciso, coraggioso e anche generoso. Il punto debole è la mancanza di potenza, neo decisivo tra atleti da 75 kg. E’ vero che a 35 anni, non si può negare una seconda opportunità così importante, ma un conto è affrontare un rivale alla tua portata, un altro e trovarsi di fronte a Soro, evitato in Europa come la peste, che per combattere va negli USA, dove lo scorso anno pareggia con Antoine Douglas (17-0-1) grazie ad un verdetto iniquo, per la cronaca il nostro Messi, qualche mese prima era finito ko in due round. Lo scorso maggio disastra Tapia e sale ai vertici mondiali superwelter. I mentori di Blandamura hanno ritenuto che il gioco valesse la candela e ci hanno provato. Ognuno è libero di scegliere. C’è sempre qualcuno che fa bingo, il difficile è sapere di chi si tratta. Al  Principe questo non è accaduto e il nostro atleta, dopo otto round di coraggio e sofferenza, ha pagato la differenza di potenza ed è finito ko. E adesso? Io faccio il cronista e dico francamente che la sconfitta di Emy mi addolora. Era prevista e questo mi inquieta. Avrei atteso un rivale meno ostico. Ma è solo un modesto parere personale. Resta il fatto che questi “cugini” da qualche mese fanno i predatori a casa nostra. Prima la poliziotta Hamadouche scippa la Torti, poi il gitano Vitu mette out Fiordigiglio, sabato è stata la volta di Soro. Per noi la vittoria di Di Rocco contro Lepelley, e non poteva essere diverso. Il 4 luglio sempre al Principe, il non più verde Sarritzu (34-7-5), 38 anni, affronta il francese Vincent Legrand, 24 anni, imbattuto (16) titolare UE. Mah.