Boxe: a Sofia gli Europei femminili, con 7 azzurre

Pubblicato il 13 novembre 2016 alle 16:30:33
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

La città di Sofia accoglie la decima edizione degli Europei femminili elite dal 15 al 23 novembre nella capace Sport Hall (7.000 posti). Prima volta della Bulgaria a ospitare la rassegna continentale in rosa, due mesi dopo i Giochi di Rio. Anche se può considerarsi di transizione, la rassegna conferma quanto il movimento sia in continua crescita. Al via 28 nazioni e 144 atlete sul ring. Per il presidente Eubc, Franco Falcinelli, è il fiore all'occhiello femminile organizzativo e non mancano i motivi per giustificarne la soddisfazione. Evento giovane, nato nel 2001, dopo due edizioni di prova con la Coppa Europea nel '99 e 2000. La prima ospitata in Svezia, la seconda in Francia. Dominio russo come previsto, Svezia, Grecia, Turchia e Francia le altre protagoniste. Il debutto a St. Amand-les-Eaux in Francia nel 2001, 77 atlete, 14 nazioni, 12 categorie, solo 11 ori assegnati, nessuna iscritta nei 77 kg. Russia padrona: 6 ori e 4 bronzi, Turchia e Francia 2 ori a testa, Norvegia un oro. L'Italia debutta alla grande nella 2a edizione a Pecs, (Ungheria) 2003. Galassi e Davide colgono l'oro, Tosti e Cannizzaro il bronzo. A Riccione nel 2004, Galassi e Davide al bis. Chiacchio, Tosti e Piazza al bronzo. Nel 2005 in Norvegia, terzo oro per la Galassi, Tosti argento.  A Varsavia 2006, la Imbrogno e Calabrese terze. A Vejle in Danimarca nel 2007, presente solo Marzia Davide, uscita al primo turno. Si torna sul podio a Nikolaev in Ucraina nel 2009, bronzo a Marzia Davide. Nel 2011 a Rotterdam, Calabrese, Cordio, Verrecchia e Marenda lottano, ma nessuna medaglia. A  Bucarest in Romania nel 2014, l'Italia sotto la regia di Emy Renzini, guida una nazionale capitanata dalla rientrante Davide e si presenta con giustificate ambizioni. Marzia conquista l'oro dopo 10 anni, e porta il bilancio personale a 3 ori e un bronzo. Argento all'esordiente Severin e bonzo alla promettente Mesiano. Alla vigilia dell'edizione di Sofia, il medagliere azzurro dice: 6 ori, 2 argenti e 9 bronzi.

La preparazione per questi europei non è stata tra le più tranquille per l'Italia. Ce ne spiega il motivi Emanuele Renzini, il responsabile delle Nazionali femminili: "Certo, sarebbe stato tutto diverso avessi potuto avvalermi di tre titolari come la Cipollone (54), la Mesiano (57) e la Testa (60), che per ragioni diverse sono in bacino di carenaggio anche se spero di recuperarle presto. Preso atto della situazione abbiamo fatto di necessità virtù e con Laura, ci siamo messi all'opera per mettere assieme una squadra che pur pagando lo scotto dell'inesperienza, facesse leva sul temperamento. Così debuttano agli europei assoluti Silva (48), Mostarda (51), De Laurentiis (54), Donniaco (57). Corazza (60)  e Canfora (69), unica ad aver esperienza ad alto livello l'Alberti (64) anziana di 22 anni, la capitana che meriterebbe un po' di fortuna".

La situazione delle tre assenti come si presenta?
"La Cipollone soffre alle mani da tempo, ed è proprio la potenza che ne determina il problema. Stiamo studiando una fasciatura particolare per cercare di ovviare al pericolo, oltre all'impostazione dei colpi. Un vero peccato perché l'abruzzese ha tutto per salire sul podio alle manifestazioni importanti, la Mesiano è stata operata alla mano destra, sta guarendo ma non voglio farla rischiare. Potrebbe prendere parte agli assoluti, se la situazione non presenta problemi. Irma Testa, fosse stato per il suo orgoglio, avrebbe preso parte agli europei. L'ho dissuasa, perché anche se il problema alla schiena è meno grave del temuto, non si può preparare  in un paio di settimane tale impegno. Sarà ai campionati italiani a Bergamo e vedremo quale rendimento è in grado di esprimere, visto che tutte le avversarie tenteranno di batterla".

E' vero che Marzia Davide ha provato a rientrare, dopo la delusione della mancata qualificazione a Rio?
"Esatto, ma lei stessa ha capito che doveva decidersi prima. E' venuta ad Assisi, è andata a disputare un torneo in Svizzera col papà che è il maestro, ma la prova non l'ha soddisfatta e da grande atleta ha deciso che non era il caso. Mi spiace, perché Marzia è stata la più bella bandiera azzurra con la Galassi".

Due grandissime come la Shields (Usa) e la Taylor (Irlanda) plurimedagliate, ori olimpici e mondiali ha scelto di passare professioniste, la tua opinione?
"Hanno fatto benissimo. Il mio augurio è che riescano a sfondare nelle pro. Sarebbe una fortuna per tutto il movimento femminile, che al momento è circoscritto tra le dilettanti anche se in grande espansione".

La previsione in chiave azzurra di questi europei?
"Vista la situazione speriamo che il sorteggio, spesso avverso, cambi direzione. La nostra carta più quotata è la Alberti, ma non sottovaluterei la Silva e la Canfora, due guerriere come tutte le altre. Ripeto se riusciamo a superare i primi turni, tutto è possibile. Al momento una medaglia sarebbe il massimo, anche se con un pizzico di fortuna potremmo anche migliorare. Di certo è che nessuna scenderà dal ring senza aver dato tutto. Questa è l'unica certezza che mi sento di grado anticipare".