Boxe: Pacquiao contro Marquez è poker a Las Vegas

Pubblicato il 7 dicembre 2012 alle 22:21:13
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

Las Vegas la città  del gioco, da sempre ha avuto un feeling privilegiato con la boxe. Interessi reciproci, i guantoni aumentano i clienti ai tavoli, fondamentali per la sopravvivenza dei casinò che  adornano la strip come una cornice infinita. Stanotte all’MGM Grand, uno dei più vetusti, si battono Manny Pacquiao (54-4-2) e il messicano Manuel Marquez (54-6-1) che a 39 anni ritrova per la quarta volta il filippino, apparso meno sicuro del solito nelle ultime due esibizioni. Vittoria contestata nel novembre 2011 contro Marquez e sconfitta imprevista di fronte a Tim Bradley (29) che gli ha tolto il mondiale WBO welter, lo scorso giugno.

Nonostante ciò è ancora l’uomo d’oro del boxing. Per questa sfida la Top Rank di Bob Arum che lo guida, assicura al campione del ring e parlamentare nel suo paese, una borsa di partenza di 25 milioni di dollari, che dovrebbe salire con l’introito pay-per-view di almeno altri 10 milioni. Per amore di verità la montagna di soldi non entrerà in toto nelle tasche di Manny, il fisco USA incassa circa il 40% più spese varie, in misura del 7%, lasciano comunque all’asiatico non meno di 20 milioni. Il poker tra filippino e messicano è al momento quello che stimola sia gli scommettitori che gli spettatori. Tra i due, l’equilibrio è stato costante, sin dal primo scontro del 2004 finito in parità e poi nel 2008 e 2008, vinti da Pacquiao solo a maggioranza. Marquez ha boxe intelligente e ottima scelta di tempo, più alto del rivale, sa tenerlo a bada usando il sinistro veloce con repliche di destro. Manny, che ama togliere il tempo al rivale facendo pressione, si trova male contro chi lo anticipa e lo contra. Il dominatore di Morales, De La Hoya, Cotto, Hatton, Margarito, e Mosley sembra incapace di superare l’ostacolo del messicano che nonostante i 39 anni, gode di fiducia anche dagli scommettitori, che lo pongono quasi alla pari. La disparità è nella borsa. Per lui “solo” 3 milioni che dovrebbero salire vicino ai dieci con i contatti a pagamento.

La boxe, data sempre in agonia, anche dagli addetti ai lavori, ha deluso i pessimisti venendo a conoscenza, che stanotte a Filadelfia nella riunione imperniata sui massimi Jenning Bryant (15) e il tongano Bowie Tadou (22-2) per l’USBA, il titolo americano, l’emittente NBC Sport Network, che da anni ignorava il pugilato, è tornata a trasmettere boxe in diretta e in chiaro, ovvero gratis. Segnale importante. Come l’incarico, per voce del numero uno dell’AIBA, Ching-Kuo Wu, che sta portando avanti piani mondiali ambiziosissimi, addirittura rivoluzionari, ha assegnato a Franco Falcinelli, il mentore della FPI, la nomina di vice presidente dell’ente mondiale, un ruolo mai ricoperto da un italiano e nel contempo presidente della Confederazione Europea. Falcinelli, che non si ricandida alla prima carica nazionale, avrà l’opportunità di dimostrare sia le ragioni della politica dell’AIBA che il ruolo dell’Italia nel contesto mondiale. Un riconoscimento a cui ambivano in molti.