Boxe, niente cintura per Tommasone: vince Valdez

Pubblicato il 4 febbraio 2019 alle 14:02:26
Categoria: Boxe
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Carmine Tommasone (19-1) ha perso, viva Tommasone. Il pugile avellinese, 34 anni, ha provato a conquistare il titolo mondiale WBO dei piuma, sul ring del Ford Center at Star di Frisco nel Texas, ma purtroppo il messicano Oscar Valdez (25) che difendeva la cintura per la quinta volta, era fuori dalla sua portata.

Troppo forte per i limiti dello sfidante, che possiede ottimi fondamentali, non supportati dalla potenza, l’arma principale del campione, nei cui guantoni si nasconde la dinamite. Con questi presupposti, la sfida era impari. Ci si chiede perché è stata accettata. Per svariati e giustificati motivi. Come hanno spiegato i Cherchi che lo guidano e accettati con entusiasmo dal pugile.

“Quando Salvatore Cherchi mi propose l’opportunità di potermi battere per un mondiale, sono saltato dalla gioia – conferma -, per ogni professionista è il sogno di una carriera. Avevamo anche valutato l’aspetto psicologico del suo rientro sul ring dopo un anno di stop. Lo scorso 10 marzo, a Carson (Usa) pur battendo l’inglese Scott Quigg (34-2-2), già iridato IBF e WBA, Valdez pagò cara quella vittoria. Pur sconfitto, Quigg gli ruppe la mascella, costringendolo allo stop forzato per quasi un anno. Una sosta così lunga vorrà dire qualcosa. Ecco perché i Cherchi mi hanno proposto questa sfida”. Il ring ha dimostrato che Valdez è ancora il terribile picchiatore di sempre e l’incidente è dimenticato. Valdez nel frattempo ha sostituito il vecchio trainer Manny Robles, affidandosi a Eddy Reynoso che prepara tra gli altri Saul Alvarez (51-1-2) il messicano più popolare del momento. In effetti Oscar è partito abbastanza abbottonato, dando a Tommasone l’iniziativa tanto da lasciargli il vantaggio del primo round. Il pugile campano, per nulla condizionato si è mosso bene sulle gambe e ha trovato bersaglio al viso di Valdez, comunque mai in pericolo. E’ stata l’unica ripresa assegnata al nostro. Nel secondo round il campione ha alzato il ritmo colpendo in particolare con colpi al corpo, senza sfruttare il maggiore allungo, col chiaro intendimento di togliere velocità sulle gambe all’italiano, l’arma principale per evitare la corta distanza, deleteria per la risaputa potenza del campione. Il match, pur orientato dal secondo round verso il messicano, è stato in equilibrio, anche nel terzo con Tommasone pronto alle repliche, anche se appariva chiaro l’abissale differenza di potenza. Valdez assorbiva senza difficoltà i precisi sinistri e anche qualche destro, mentre i suoi affondi erano terribilmente efficaci. Nel quarto la svolta: il campione chiude Tommasone alle corde, mette il montante destro a bersaglio due volte e ogni volta l’italiano è costretto al conteggio. Riprende con coraggio e tenta di replicare, ma si capisce che è solo questione di tempo. Passa indenne il quinto tempo, ritrovando il movimento delle gambe, non così il sesto, con un ulteriore conteggio e al settimo round, dopo un pesante montante destro al plesso, va ancora al tappeto. Con coraggio riesce a rialzarsi, ma giustamente l’esperto arbitro Mark Nelson lo ferma. All’angolo dell’italiano una sommessa protesta, ma si capisce che fa parte del gioco. Tommasone è comunque lucido e alza i guantoni in alto per far capire che ha assorbito bene i colpi del campione. Al verdetto grandi abbracci in segno di reciproca stima, entrambi recano sul viso i segni della lotta. Tommasone ha un slabbratura sotto l’occhio destro, Valdez è segnato su quello sinistro. Al momento delle interviste, siparietto sentimentale fuori programma. Tommasone chiama sul ring la sua compagna Laura Ambrosone, si inginocchia e offrendole un anello, le chiede di sposarlo. Baci e abbracci tra i due e atmosfera di festa, col clan del campione che applaude. Nelle interviste, del dopo match, lo sconfitto ammette di aver trovato un avversario troppo forte. “Valdez è veramente un terribile picchiatore, quando colpisce lascia il segno, specie al corpo, mi levavano il fiato. mi squassavano tutto. Con l’allenatore e i Cherchi, avevamo studiato la tattica giusta: muoversi in continuazione senza dargli bersaglio fisso. Ci ho provato ma quando mi fermavo per riprendere fiato, erano guai. Come tutti i messicani che amano lo scambio corto che fa spettacolo, scaricava bordate pesanti. Anche se era più alto non ha mai cercato i diretti. Sapeva perfettamente che doveva fermare il mio gioco di gambe e lo ha fatto. Io, purtroppo, non ho potenza, la mia è una boxe di precisione e contro un campione come Valdez non basta”.

Salvatore Cherchi il suo manager, ha elogiato la prova del suo amministrato. “Il messicano è uno dei più forti campioni di mondo e non solo nei piuma. Basta leggere il suo record per capirlo. Ricordo Valdez ai mondiali di Milano nel 2009, vincitore del bronzo a soli 18 anni. Per batterlo in semifinale ci volle quel fenomeno come era già Lomachenko. Sono passati 10 anni e Valdez ha confermato il suo valore”.

Christian Cherchi, che guida l’attività dell’italiano, guarda al futuro, anche se Tommasone ha 34 anni: “Carmine ha perso con l’onore delle armi. Dopo un periodo di riposo, programmeremo la ripresa dell’attività e non è da escludere un ritorno negli USA. Il pubblico lo ha applaudito, quindi è piaciuto. Inoltre, in Europa, dove non ci sono Valdez, può dire la sua. Quando riprenderà lo presenteremo nella sua Avellino, sicuri che avrà un’accoglienza degna di un campione”. Per contro il messicano ha già fatto saper che il suo sogno è quello di unificare il titolo battendo i detentori delle altre sigle a cominciare dall’inglese Josh Warrington (28), suo coetaneo, titolare IBF, non potente ma dalla tecnica raffinata, vincitore di Lee Selby e Carl Frampton, i due connazionali di vertice nel 2018. Disposto a combattere anche in terra inglese. Dal che si capisce che il messicano, consapevole della sua potenza, intende monetizzare il titolo, nel modo migliore.

Nel ricco cartellone di Frisco, il russo Sergey Kovalev (33-3-1) si è ripreso il mondiale mediomassimi WBO, battendo largamente ai punti il colombiano residente in Canada, Eleider Alvarez (24-1), 34 anni, che lo scorso agosto ad Atlantic City (Usa) lo aveva messo KO al settimo round, col russo avanti ai punti. Stavolta Kovalev, 35 anni, ha imposto la sua tattica ed è stato attento a non distrarsi, riportando una netta vittoria. Nei leggeri, il ghanese Richard Commey (28-2) si è imposto facilmente sul mancino russo Isa Chamev (13-2) finito KO al secondo round, diventando titolare IBF. L’altro russo Bakhram Murtazaliev, mantiene l’imbattibilità (11) superando il locale Elvin Ayala (29-18-1) 38 anni, per i titoli Usnbc del WBC.

Giuliano Orlando