Boxe, Mondiali massimi: vince Anthony Joshua

Pubblicato il 30 aprile 2017 alle 21:24:02
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

Allo Stadium di Wembley si è svolto il mondiale massimi, che il popolo della boxe sognava da anni. Ha vinto Anthony Joshua, il ragazzo di casa, 27 anni, imbattuto con 19 vittorie tutte per KO, il futuro di una disciplina che non morirà mai, nonostante i rintocchi dei detrattori, ma il suo avversario, l’ucraino Wladimir Klitaschko (64-5), 41 anni, il passato recente, non gli è stato da meno.  Una notte indimenticabile, lungo undici round capaci di esprimere tutte e emozioni immaginabili. Due giganti capaci di portare il pubblico sia sugli spalti che davanti allo schermo, al massimo dell’adrenalina. Entrambi hanno visto il precipizio davanti, prima Klitschko, centrato  al quinto tempo da un gancio sinistro devastante, seguito da altri pugni pesanti, capaci di farlo scivolare al tappeto. 

L’uomo dell’Est ha saputo rialzarsi, dimostrando una condizione incredibile, al punto che negli ultimi 30”, ha costretto Joshua sulla difensiva, sotto la reazione dell’ex campione. Il  round successivo presentava all’inglese il conto della fatica e dello stress nervoso speso per battere definitivamente Klitschko, che mostra un recupero degno di un ventenne. Ora è l’ucraino a dettare il tempo dei colpi e il diretto destro si stampa terribile sul viso del giovane avversario, una scossa elettrica attraversa il corpo dell’inglese che crolla al tappeto, quasi incredulo, Si rialza in tempo, anche se le gambe sembrano ancora incerte. E’ il primo momento in cui  il pubblico teme che il sogno di avere un campione da paragonare ai grandi del passato, stia crollando, come è stato per Joshua su quel destro-fucilata. Invece, il ragazzo di casa trova la forza e la lucidità di far passare la tempesta, si chiude e schiva i reiterati sinistri e destri che lo sfiorano senza colpirlo. La chiave della sfida in apparenza tutta ucraina, sta girando dalla parte del pupillo inglese. Aver superato quel frangente è stato determinante. I suoi 27 anni, hanno fatto il resto. Pur subendo fino all’ottavo round, si recepiva che la svolta non era lontana. Klitschko teneva bene il ring, sembrava tranquillo e in grado di farsi rispettare. In realtà Joshua stava ricaricando le batterie, per l’assalto finale. Primo segnale alla nona tornata, quindi il decimo round, molto equilibrato, con la differenza che l’ucraino stava spendendo gli ultimi spiccioli, mentre l’inglese ne aveva  ancora a disposizione.

La sentenza alla penultima ripresa, con un montante capolavoro, centrando il mento del rivale. Con quel colpo il campione suggellava una vittoria splendida perché ottenuta passando dall’inferno al paradiso. Klitschko da guerriero indomito si rialzava, cadeva e si rialzava ancora, ma la storia del match era finita e l’arbitro David Steele, a mio giudizio, avrebbe fatto bene a fermare la sfida di Wembley dopo il secondo conteggio. Per fortuna Klitschko è costruito nell’acciaio, avendo recuperato immediatamente la dura lezione conclusiva. Incontro da segnare con la matita rossa, degno di un mondiale massimi. Al termine del decimo round avevo perfetta parità: 95-95. E speravo finisse ai punti. Klitschko  si è presentato come forse mai in passato, anche se è sempre stato atleta esemplare. Ha offerto una prova maiuscola, usando sia il sinistro che il destro, dove si annidava il morso del cobra. Nella sesta ha tramortito il rivale, senza finirlo, ma a 41 anni, dopo oltre venti di attività, ci può stare. Per contro Joshua ha sicuramente tratto utilissima esperienza da questo incontro, il primo di fronte ad un campione vero. Senza pretendere gli venga messa una protesi d’acciaio alla mascella, l’urgenza di dare una migliore impostazione alla difesa lo sanno bene nel suo entourage. Al momento è bravo in tutto, ma deve migliorare e non poco. I margini ci sono. Di questo è consapevole. Muscolarmente impressionante, forse troppo. Buona la velocità dei colpi, migliorabile la coordinazione gambe-braccia. Sulla potenza non si discute. Il repertorio è sicuramente buono, il montante, uno dei colpi più difficili  da eseguire, che ha chiuso il match è stato un capolavoro di tempismo e coordinazione. Che sia stato contato fa parte dei rischi. Nessuno dei grandi campioni dei massimi, è passato indenne da questo ostacolo. Dempsey, Tunney, Louis, Walcott, Marciano, Patterson, Liston, Frazier, Foreman, Ali, Holmes, Tyson, Holyfield, Lewis, fino ai fratelli Klitschko, la loro storia comprende tale pedaggio. Siamo tra giganti. Sul futuro non mancano gli sfidanti, compresa la rivincita con Klitschko, sottoscritta nel contratto.

Dopo il match, lo stesso Joshua ha invitato Tyson Fury a sfidarlo, mentre Deontay Wilder (Usa) il titolare WBC, era a bordo ring, col proposito di riunificare le cinture. In questo momento il gigante londinese, sotto l’ala di Eddie Hearn, che gestisce più della metà della forza pugilistica inglese, non ha che l’imbarazzo della scelta. Da questo momento ogni rivale sa che i rischi saranno ben ripagati. I due protagonisti di Wembley si sono divisi una torta di quasi 30 milioni di sterline, che ammontano a oltre 35 milioni di euro.