Boxe, mondiali donne alle semifinali: un solo podio per le azzurre

Pubblicato il 26 maggio 2016 alle 08:59:47
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

Dopo 245 incontri nel corso di sei giorni, per approdare in semifinale, la maratona iridata al femminile si concede un giorno di riposo. La nona edizione, ospitata ad Astana in Kazakistan, presenti 64 nazioni e 285 atlete, ha confermato l’alto livello tecnico generale e l’allargamento delle nazioni in ascesa, con la sola eccezione dell’Africa, continente in crisi da tempo, compreso il Marocco. Ben 19 nazioni sono giunte a medaglia, con Cina e Kazakistan a quota 6, gli Usa a cinque, mattatrici attese, deludenti Russia, India e Italia in particolare.

Le azzurre sono passate dai tre podi (Gordini, Davide e Mesiano) ad uno solo. Delle sette presenti, la sola Mesiano (57) ha ripetuto la posizione del 2014, mentre Calabrese (48), Davide (51), Cipollone (54), Testa (60), Alberti (64) e Severin (81) sono uscite prima. Il c.t. Renzini che giustamente difende la squadra, non può ignorare che qualcosa è mancato, salvo la Davide che aveva fatto meglio della tedesca Nimani, le altre hanno lottato ma perso giustamente. Non solo, la Mesiano ha strappato il verdetto contro la russa Kuleshova, per il classico capello, con un 2-1 fortunato. La giovane Testa, 18 anni, già promossa ai Giochi è parsa fuori forma, superata dalla ventenne svedese Alexiusson, una brevilinea che ha sempre anticipato la campana, priva di iniziativa. Sicuramente a Rio sarà diverso ma è chiaro che dovrà anche compiere un salto di qualità, considerato che sono approdate in semifinale,quindi promosse a Rio, non solo l’irlandese Taylor, star assoluta con cinque ori mondiali, decisa a bissare quello olimpico di Londra, ma anche la finlandese Potkonen e la francese Mossely, che la Testa aveva battuto a Samsun nelle qualificazioni europee, oltre alla russa Beliakova.

La sorte delle già qualificate ai Giochi è stato un vero disastro. Delle 16 presenti si sono salvate solo la Adams (G.B.) nei 51 kg e la Shields (Usa) nei 75 kg. entrambe vincitrici a a Londra, tutte le altre fuori prima delle semifinali, a conferma che la concentrazione dopo una qualificazione non regge a due impegni importanti. Questa situazione rende attuale anche il problema del numero chiuso. Quando nei 51 e 60 kg. sono iscritte  49 e 47 atlete, quindi sei incontri in otto giorni per le finaliste, i conti non tornano. Tra le bocciate figurano la bulgara Petrova Stanimira (54), la panamense Bylon (69) una meteora fatta vincere nel 2014 a dispetto dei valori, ma per i soliti giochi geopolitici e la russa Magomedalieva (+81) apparsa in scarsa condizione. La Russia presente con 9 atlete ne ha lasciato 8 per strada, salvandosi con la Beliakova nei leggeri, che ha permesso il secondo accesso russo ai Giochi, mentre nei 51 kg. la Saveleva,  presente a Londra, inciampava nella cinese Ren (28 anni), già mondiale  2008 e 2010, presente a Londra e promossa a Rio, che ha dovuto rinunciare nei quarti per un guaio alla mano sinistra, dando via libera alla francese Ourahmoune, elemento di valore che si affianca alla Mossely con due francesi a Rio.

La Cina si conferma a livello femminile mattatrice, quattro sul podio nel 2014 (1 oro, 1 argento e 2 bronzi), stavolta è salita a sei e a giudizio personale porterà a casa due o forse tre ori. Le cinesi fisicamente resistenti, hanno istruttori stranieri molto bravi, capaci di farle migliorare parecchio e a Rio non faranno da comparse. La squadra di casa, il Kazakistan sperava di centrare le due caselle mancanti, traguardo raggiunto solo dalla Shekerbekova (51) confermatasi molto forte atleticamente, mentre nei leggeri la Volossenko non ha saputo trovare il bandolo della danese Rasmussen, veterana di 35 anni, due figli e tanta passione, a sua volta fermata dalla scatenata messicana Torres, i cui sventoloni sono stati ignorati dagli arbitri, restii a dare richiami nonostante l’evidenza dei fatti. E’ capitato alla nostra Severin (81) che ha portato i colpi più puliti, contro la sbracciate dell’americana Crews (Usa). La kazaka Tsoy, arbitro del match, ha invitato almeno sei o sette volte la statunitense a non tirare sventole, ma si è ben guardata dal richiamarla ufficialmente, condizione che avrebbe capovolto il risultato.

La formazione di casa ha sei atlete sul podio e almeno due ori sono assicurati. Oltre le attese la Finlandia e l’Australia con due semifinaliste. Le nordiche portano la Potkonen a Rio, un risultato sulla carta impensabile, conoscendo i limiti tecnici di questa atleta di 28 anni, possente ma niente più. Diverso il discorso sulla emergente Gustafsson (69) 24 anni e in costante crescita. L’Australia sale sul podio con la Scott (81) molto esperta, ma ancor più con la Nicolson (64), vent’anni ad agosto, che ha fatto fuori l’indiana Pavitra, seconda testa di serie e la turca Basar in modo netto. Come l’Italia, una sola semifinalista oltre alla Russia, anche per Germania, Thailandia, India, Korea del Nord, Canada, Taipei e Olanda, mentre ne hanno due Turchia, Irlanda, Bulgaria e Gran Bretagna.

Al momento sono state completate le caselle nei leggeri e nei medi, mentre manca un nome nei 51 kg. che potrebbe andare alla Lin di Taipei, 19 anni che ha battuto la Magliocco (Venezuela) titolare a Londra e la bulgara Petrova, mondiale uscente nei 54 kg. battendo in finale la nostra Davide, impegnando la Adams oltre il pensabile. Delle 36 di Rio, ne mancano solo 5. Una spetta al Brasile, le altre quattro le assegna la commissione dell’AIBA, scegliendo paesi assenti. Giovedì le venti semifinali e venerdì 27 maggio i confronti per le dieci medaglie d’oro. Tra le favorite l’irlandese Taylor (60) per raggiungere i sei mondiali e l’americana Shields (75) per il bis, mentre le due cinesi Yang  e Wang (81 e +81) difficilmente lasceranno alle rivali. Per la nostra Mesiano missione quasi impossibile contro la bulgara Eliseeva, 35 anni, fermata nei quarti  dalla cinese Yin nei leggeri nel 2014, farà valere esperienza e una boxe sfuggente e difficile da interpretare. L’augurio è che la romanina faccia un altro miracolo per salvare il bilancio rosa.