Boxe, Mayweather-Pacquiao: la presentazione

Pubblicato il 30 aprile 2015 alle 10:51:23
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

La sfida del secolo, fissata il 2 maggio all’MGM Grand Garden Arena di Las Vegas, tra Floyd Mayweather jr. e Manny Pacquiao, a giudizio personale, visti i numeri che questo evento sforna a getto continuo, più che un match di pugilato ha tutta l’apparenza di una tabellina pitagorica. La difficoltà è seguirli tutti. L’aspetto tecnico è succedaneo al business che produce quotidianamente. Si passa da un primato all’altro, con una continuità perfetta, a conferma che la regia di questo spettacolo è gestita in maniera chirurgica, ogni mossa nel momento giusto.

Inizialmente, parliamo di qualche mese addietro, quando all’accordo, dopo trattative infinite, mancavano solo le firme, si riteneva che il tetto dell’affare sarebbe arrivato a 300 milioni (parliamo sempre di dollari). In questi giorni gli esperti ritengono che il traguardo del mezzo miliardo possa essere addirittura superato. Cifra da capogiro. Scrivo informazioni di dominio pubblico. L’imbarazzo è da dove iniziare.

Il record della pay per view di due milioni e mezzo, toccato per Mayweather-De La Hoya del 2007, si alza ad almeno un milione in più, e ogni acquirente paga una media sopra i 100 dollari. Festa assicurata per Showtime e HBO, le due emittenti che dopo discussioni infinite si sono accordate, assicurandosi il 50 % della sontuosa torta, il restante spetta ai due pugili. Anche l’incasso al botteghino cancellerà ogni precedente. I quasi 18mila spettatori assicurano non meno di 80 milioni all’organizzazione, che fa capo a Bob Arum e Mayweather.

Sui biglietti, i conti è impossibile farli. I biglietti realmente venduti agli spettatori sono solo 500, gli altri ceduti ad agenzie che ci hanno guadagnato mediamente il 30 %. Seguendo l’esempio delle maratona di New York, che non mette in vendita uno solo dei 30mila pettorali, ma li cede alle agenzie di viaggio, assicurandosi l’introito senza alcun disturbo e spesa, gli organizzatori hanno seguito lo stesso meccanismo. I biglietti tra i 350 e i 2mila dollari, rivenduti dai bagarini dai 1500 ai 40mila. Per i ritardatari, disponibile qualche decina di ticket, saliti dai 2mila al tetto di 100mila.

Il posto di bordo ring è una privilegio il cui prezzo mediamente costa qualcosa come 500mila dollari, che l’organizzazione non ha mai messo in vendita, già esaurito al nascere dell’evento. Inutile fare nomi, le star di Hollywood e i vip da miliardi di dollari in banca. I due protagonisti tra borse e introiti vari superano largamente i preventivati 200 milioni per l’americano che mette in palio le cinture welter WBC e WBA, mentre l’asiatico che rischia quella del WBO, tornerà nella sua nazione con non meno di 150 milioni.

Altro canale d’oro riguarda le sponsorizzazioni, una cornucopia che assomiglia al pozzo di San Patrizio. In questo Mayweather è inarrivabile. Per il paradenti ha trovato il modo di farsene fare uno da 25mila dollari e stamparne 100 copie da 10mila dollari a testa, ovvero un milione. Parliamo dell’oggetto di minor costo. Pacquiao sui suoi pantaloncini ha un capitale di due milioni e mezzo, la metà di quelli di Pretty Money! Accappatoio e altro su quella linea. La Birra Tecate scuce quasi sei milioni per il tappeto. Magliette, cappellini, scarpe e tutto lo scibile, comprese le bandierine e i mini guantoni, le previsioni si attivano sui 20 milioni ma in difetto.

Il movimento dell’evento riguarda la città e in particolare il costo di alberghi, ristoranti, spettacoli, negozi di abbigliamento e pure i taxi hanno triplicato le tariffe. Ciò che attira l’attenzione dei turisti è lievitato fino al 300 %. Un solo esempio: nella struttura che ospita l’evento, le stanze costano in media 200 dollari a notte, tra sabato e domenica "solo" 2200, tasse incluse. Una suite da 1200 a 4000.

Il comune di Las Vegas ha quadruplicato gli agenti in servizio. Cresce la delinquenza? Anche quella, in particolare i borseggiatori, che contano sulla distrazione tipica dei turisti per trasferire i portafogli da una tasca all’altra. Il vero problema riguarda l’arrivo in massa delle signorine di scarsa virtù. Un esercito alla caccia di clienti con argormenti suadenti. Purtroppo per loro, la legge del Nevada proibisce di svolgere questa professione e chi viene colto in fragranza di reato, corre il rischio di multe salate e soggiorni al fresco.

Gli scommettitori danno Mayweather favorito abbastanza nettamente, ma il maggior numero di puntate le hanno fatte i supporter di Manny. Le quote pagano 100 a 2000 il successo per Floyd, 175 a 100 sul filippino. Il pareggio indica un appetitoso 900 a 100, che ha indotto qualcuno a puntare 100mila dollari, che tradotto in vincita, significherebbe quasi un milioncino. In questa disamina tipicamente americana, alle operazioni di peso sono entrati in cassa 120mila dollari, pagati dai 12mila presenti, ovvero 10 biglietti verdi a testa.

C’è poi il circuito chiuso, che nella sola Las Vegas ha venduto 50mila ticket, ma è solo la prevendita: i soliti informati assicurano che si toccheranno i 10 milioni, senza contare che anche su questa opportunità quello pagato all’origine è aumentato del 200 %. Precisando che il fisco ovunque può incassa almeno il 40 % sul lordo.

Ci sono anche le emittenti straniere, a ingrossare il bilancio, compresa la nostra Deejay Tv, alla quale facciamo gli auguri e i complimenti per la scelta, dimostrando una lungimiranza, mancata clamorosamente ad altre emittenti. La diretta inizia alle 23 di sabato, con la trasmissione da Roma della serata allestita da Buccioni, imperniata su De Carolis-Alì Ndiaye per l’Internazionale supermedi IBF e il tricolore medi tra Buccheri e Manco. A seguire alcuni speciali di avvicinamento alla serata di Las Vegas.

Il collegamento americano a partire dalle 3 di notte fino alle 6. L’evento verrà ripetuto alle 9 della domenica, alle 14 e ancora alle 21.15. Hanno acquistato i diritti emittenti di tutti i continenti e solo quella filippina Solar Tv, ha pagato 10 milioni. Aggiungo un aspetto di raffronto, per leggere le qualità dei due. Mayweather ha iniziato nei pro nel ’96, dopo i Giochi di Atlanta dove giunse terzo con tanti rimpianti, convinto di essere stato defraudato dall’opportunità di centrare l’oro.

Quella subita da Floyd contro il bulgaro Todorov (9-10) è stata l’ultima sconfitta. Nei dilettanti ha vinto 84 volte e perduto otto match. Tra i professionisti è imbattuto dopo quasi vent’anni, con 47 vittorie. Campione del mondo in cinque categorie (superpiuma, leggeri, superleggeri, welter e superwelter), in pratica è iridato dal 1998. Non meno eclatante la carriera del filippino Pacquiao, nato a Kibawe il 17 dicembre 1978, 22 mesi più giovane di Mayweather. Professionista dal 1995 a 16 anni, militando nei mosca. Categoria dove conquista il primo mondiale (1998) al quale seguiranno altre cinque cinture (supergallo, superpiuma, leggeri, welter e superwelter). Il suo score indica 57 vittorie, 5 sconfitte e 2 pari.

Cinque gli avversari in comune. Il messicano Juan Manuel Marquez, affrontato quattro volte da Pacquiao, due vittorie, un pari e una cocente sconfitta per ko al sesto round nel 2012, mentre l’americano ha vinto nel 2009 ai punti. Il portoricano Miguel Cotto ha perso da entrambi, ko al dodicesimo con Pac, nel 2009, ai punti con Floyd nel 2012. Shane Mosley, battuto ai punti da entrambi, mentre l’inglese Ricky Hatton si è inchinato prima del limite con i due. Infine, il grande Oscar De La Hoya, battuto da May nel 2007, per split decision, molto contestata, mentre col filippino l’anno dopo ha ceduto all’ottavo round, per ferita, ed è stato l’ultimo match di una carriera inimitabile.

Non secondario il ruolo dei due campioni. Mayweather è l’antipatico in assoluto, la sua storia è emblematica. Mamma drogata, papà poteva essere un campione di rango, tanto da sfidare Sugar Leonard, ma non aveva la testa giusta. In carcere per spaccio di eroina. Il figlio è stato spesso al limite delle regole: pur pagando pegno, ha saputo evitare il peggio. Fa anche beneficenza e non poca, ma su questo versante non è molto loquace.

Il buono è Manny Pacquiao, idolatrato in patria, più popolare del presidente della Repubblica, che quando Pac rientra a casa, lo va ad accogliere all’aeroporto. In questo mese è uscito il film della sua vita, già nei circuiti Usa e in Canada, si chiama "Kid Kulafu". Racconta l’infanzia di un bambino più povero dei poveri, che partendo dal nulla tocca la cima del mondo. Il film si ferma al debutto sul ring a 10 anni. Vinto per ko. Il resto è ancora in atto. Due modi diversi di vivere la ricchezza e anche il futuro. May farà sempre più affari, dove ha intuito e fortuna, mentre Pac pensa di far politica a tempo pieno per aiutare la sua gente. Che spera in futuro di vederlo salire alla presidenza delle Filippine.

Nella serata è inserita anche la difesa piuma WBO del fenomeno ucraino Vasyl Lomachenko, il dominatore nei dilettanti dal 2008 al 2012: due Olimpiadi, titoli mondiali ed europei, contro Gamalier Rodriguez, un portoricano di 27 anni, imbattuto dal 2007. In altre occasioni, un clou con i controfiocchi, stavolta ignorato o quasi. Per non parlare degli altri cinque confronti in locandina. Per assurdo, neppure l’aspetto tecnico della sfida principale va oltre l’orientamento generale di un Pacquiao all’assalto e May in difesa attiva, con discreto vantaggio per Pretty Money, ritenuto più abile e resistente, anche se ha quasi due anni in più: 38 contro 36. Questa è Las Vegas, lo specchio di una società capace di allestire un evento tra due quasi quarantenni che per una settimana oscura tutto il resto dello sport mondiale. E chiamateli fessi.