La boxe italiana ha dato il primo esame dopo Londra

Pubblicato il 22 dicembre 2012 alle 12:24:08
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

L’edizione degli assoluti dopo i Giochi olimpici è da sempre la più delicata e spesso deludente, per la mancanza dei ricambi attesi. In Italia questo pericolo non è del tutto svanito, considerato che per oltre un decennio la nazionale ha puntato su un gruppo ristretto di alta qualità, che privilegiando il dilettantismo ha inaridito il settore pro. Colpa di un bacino dai numeri limitati. Dopo Londra è necessario il cambio della guardia di quasi tutti i titolari. Questa l’idea di Raffaele Bergamasco, il ct  rimasto alla guida della nazionale, dopo l’annuncio di Francesco Damiani di voler lasciare il ruolo, dedicandosi alla WSB ed eventualmente passare al ruolo di manager.

I campionati elite che festeggiavano la 90° edizione nella storica sede di Roma, hanno espresso più nomi nuovi del previsto, creando una boccata di ossigeno necessaria per non dover ripartire da zero. Non sarà facile rimpiazzare campioni come Mirco Valentino, Vittorio Parrinello e Vincenzo Picardi per non parlare di Clemente Russo, che a parole assicura di volerci riprovare anche a Rio de Janeiro, sempre che mantenga il ruolo di titolare. "Possibilità non tanto remota – conferma Bergamasco – tenendo conto che nel 2016 il casertano avrà 34 anni e l’attuale campione italiano, il fiorentino Turchi, ha 19 anni e grandi potenzialità, come ha dimostrato nei tornei giovanili internazionali. Non solo, nei 69 kg. ha vinto il calabrese Dario Morello, pure lui 19 anni e una bella personalità, considerando che in semifinale ha battuto Alfonso Di Russo, campione uscente nei 75 kg".

"Questi due nomi rappresentano le punte di un movimento giovane che ha espresso altri nomi. C’è poi un ulteriore aspetto confortante: molti match sono terminati sul filo del punto. I nomi nuovi apparsi all’orizzonte sono più numerosi di quanto potevamo azzardare alla vigilia. Cito Giuseppe Cafaro che ha 18 anni e una bella boxe, il gallo Cubeddu che forse renderebbe meglio a 52 kg., come il sardo Mura e il pugliese Ruggeri sempre diciannovenni. Della classe 1993, ho segnato il lombardo Ruberti (69 kg.), il medio Giuseppe Perugino, il siciliano Di Maggio, come il +91 Tommaso Rossano, l’ennesimo campano, fratello d’arte. Tra coloro che si sono fermati al bronzo, meritano attenzione il gallo Francesco Splendori, il massimo lombardo Spahiu e il corregionale Rondena nei +91, come il mediomassimo campano-brasiliano Manfredonia".
                                                       
Tra i titolati una scala valori? "A parte un voto extra per Roberto Cammarelle, alla cui partecipazione ero contrario. Mi sono ricreduto. Grazie a lui i campionati hanno avuto un riscontro superiore alle attese. Nei fatti ha permesso ai suoi quattro avversari di poter dimostrare il loro valore, senza mai spingere al massimo, evitando quella differenza che poteva creare un pericoloso squilibrio. Il massimo a Fabio Turchi e a Dario Morello, capaci alla prima presenza di conquistare il titolo, mettendo in evidenza una forte personalità. Quasi lo stesso ad Alfonso Di Russo che ha lottato strenuamente contro Morello in semifinale, bravo il gallo Riccardo D’Andrea che ha riscattato lo sbaglio del 2011. Bravissimi Fabio Introvaia e Raffaele Munno, titolari nei leggeri e nei medi con prove convincenti. Appena sotto Manuel Cappai nei 49 kg. non essendo stato troppo impegnato, mentre Donato Cosenza non era al meglio. Oltre le attese Adriano Sperandio campione mediomassimi in grado di migliorare, il mediomassimo Valentino Manfredonia, il mosca Iuliano Gallo come il leggero Michele De Filippo e il medio Luca Capuano. Non tutti vincenti, ma tutti  meritevoli di attenzione".

Appena sotto la media? "Il massimo Francesco Soggia, il mediomassimo Gianluca Rosciglione e Dario Vangeli oro nei superleggeri. Buon rendimento ma lasciando qualche dubbio. Stesso voto a Eugenio Indaco, dalle grandi  potenzialità. Riuscisse a dimagrire di 15 kg, avremmo un ottimo atleta nei supermassimi. Un sette ad Alessio Di Savino che meritava il titolo e Ciro Cipriano, forse al limite del loro rendimento. Stesso voto ma con possibilità superiori in prospettiva: Simone Begatin, Gianluca Picardi, Tommaso Rossano, Matteo Rondena, Sedik Boufrakech, Davide Festosi e Francesco Splendori. A Roma hanno dato segnali importanti". E i bocciati? "Nessuno, solo qualche rimandato illustre: Danilo Creati e Simone Fiori la cui esperienza in azzurro doveva consentirgli un rendimento più alto. Mentre Giuseppe Perugino ha pagato l’emozione ma ha grandi qualità".