Boxe, il commento di Cammarelle sui Giochi Europei Minsk 2019

Pubblicato il 8 luglio 2019 alle 13:00:38
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

Abbiamo chiesto a Roberto Cammarelle, oro olimpico 2008 ai Giochi di Pechino, due ori mondiali (2007 – 2009) team leader della spedizione italiana ai Giochi europei di Minsk (Bielorussia) di scrivere il suo giudizio sulla seconda edizione della rassegna quadriennale. La prima nel 2015 a Baku (Azerbajan), Cammarelle fece il telecronista per Sky, stavolta il salto di qualità col ruolo di Team Leader della squadra italiana di pugilato. Importante anche la valutazione sul comportamento di giudici e arbitri, visto che Cammarelle ai Giochi di Londra 2012, venne defraudato dall’oro, che aveva stravinto contro l’inglese Anthony Joshua.

Questo il suo giudizio.

“Dal 18 al 30 giugno è andata in scena la seconda edizione dei Giochi Europei. Personalmente sono passato da commentatore Sky della prima edizione (Baku2015) a Team Leader della squadra italiana in questa seconda edizione. Quest’anno era un po’ più difficile in quanto il livello era più alto. Per quanto riguarda le donne, erano poche le partecipanti, ma selezionate tra le migliori emerse dagli Europei del 2018, mentre per gli uomini era valevole come Europeo, essendo ad iscrizione libera e l’anno preolimpico, c’erano tutte le nazionali europee. La squadra guidata dal sottoscritto e dai direttori tecnici, Coletta per il maschile Renzini per il femminile, con l’ausilio del fisioterapista e cutman Giulietti, era formata da 13 atleti, 10 uomini (tutte le categorie) e 3 donne (57,60,69). Nei 49 kg uomini il nostro rappresentante era Federico Emilio Serra. Il sardo, vincitore della comunità europea 2018, partiva come uno dei favoriti, anche se al sorteggio era solo testa di serie n°5. Il primo match contro il bulgaro Banabakov è stato vinto da Federico in maniera netta, dove il nostro azzurro ha imposto il ritmo conquistando da subito il centro del ring e dominando anche sul piano fisico il suo avversario. Ai quarti, per accedere alla medaglia, Serra ha incontrato l’azero Huseynov, vincendo nettamente ai punti tutte e tre le riprese. In semifinale ha incontrato il georgiano Alakhverdovi, che si era imposto sul quotato tedesco Ibrahim (testa di serie n°1) e sul forte inglese Ahmed, sempre sul filo di lana (due 3-2). La prima ripresa Federico ha comandato le operazioni dal centro del ring pressando e costringendo il suo avversario a soggiornare sulle corde, portando colpi efficaci a segno sia sul volto che sul corpo, mentre il suo avversario si limitava ad una sterile rimessa. Stesso copione nella seconda ripresa, anche se qualche colpo in più è andato a segno per il georgiano. Nella terza ripresa, incitato all’angolo a raccogliere le ultime forze e metterle in gioco, Serra aumenta il pressing e colpisce più volte l’avversario con combinazioni di colpi da campione, rischiando di farlo contare. Felici e soddisfatti della sua gara andiamo al verdetto: 3-2 per il georgiano! Risultato bugiardo che ha fatto storcere il naso anche agli spettatori lì presenti, che hanno fischiato sonoramente. VOTO 8,5.

Nei 52 kg uomini il nostro rappresentante era Manuel Fabrizio Cappai. Il sardo, delle Fiamme Oro, partiva come uno dei favoriti alla medaglia e al sorteggio era testa di serie n°3. Il primo incontro è stato vinto in maniera netta da Manuel, contro l’estone Serikov, dove l’azzurro in gran spolvero ha fatto tatticamente e tecnicamente ciò che all’angolo gli era stato chiesto, ovvero di imporre ritmo con attacchi in avanzamento, schivare la reazione dell’avversario e ricolpire con la mano dietro. Compito eseguito magistralmente e con personalità anche contro il georgiano Darbaidze ai quarti, garantendo la medaglia a Cappai. In semifinale Manuel ha combattuto contro il pugile spagnolo Escobar (testa di serie n°2), già affrontato e sconfitto a marzo di quest’anno. Il match è molto tattico all’inizio e Manuel bada troppo a non prendere colpi e mandando spesso a vuoto il suo avversario, ma rispetto alle altre prestazioni non ricolpisce il suo avversario una volta mandato a vuoto. Stesso copione nella seconda ripresa, con l’angolo che si sgola per chiedere a Cappai il colpo decisivo alla fine dello scambio. La terza ripresa Cappai capisce che deve aumentare il ritmo e fare qualcosa di diverso, andando più volte a segno e facendo indietreggiare Escobar. Peccato che la reazione è avvenuta troppo tardi e il 4-1 finale è la dimostrazione di questo. VOTO 8,5

Nei 56 kg il nostro rappresentante era Raffaele Di Serio. Il pugile dell’Esercito non era favorito ma comunque al sorteggio era testa di serie numero 5, complice la medaglia ai giochi del mediterraneo dell’anno prima. Il primo incontro Raffaele ha affrontato il francese Kistohurry, avversario già incontrato all’inizio dell’anno col quale aveva già perso. Di Serio non ha partecipato agli Europei U22 per poter preparare al meglio questa competizione, ma non è riuscito a sostenere il ritmo impressionante imposto dal suo avversario che l’ha costretto alle corde più volte. Sconfitta giusta e prestazione sottotono. VOTO 5

Nei 60 kg il nostro rappresentante era Francesco Maietta. Il pugile marcianisano non era inserito tra le teste di serie ma eravamo convinti che poteva arrivare a medaglia. Il primo incontro ha affrontato il bulgaro Rusinov, vincendo per split decision 3-2. La prima ripresa Francesco ha attaccato il suo avversario per poter mettere subito punti dalla sua parte ma l’arbitro ha punito la veemenza di Maietta con un richiamo ufficiale, vanificando quanto di buono avesse fatto tutta la ripresa. Seconda ripresa più accorta da parte di Francesco che mandava a vuoto l’avversario e rientrava con combinazioni efficaci. Terza ripresa sulla falsa riga della seconda ma complice la stanchezza del bulgaro Maietta risultava ancora più efficace nei suoi colpi. Per tre giudici il verdetto era pari ma avendo finito meglio Francesco veniva confermata la vittoria. Nel match dei quarti, quello che assegna la medaglia, Maietta ha affrontato l’inglese French. L’incontro parte bene per il nostro azzurro che riesce ad imporre il suo ritmo, colpendo l’avversario e sottraendosi dalla sua reazione. Seconda ripresa molto equilibrata, dove è stato l’inglese ad imporre l’iniziativa e Maietta ha rientrare efficacemente dopo l’azione del suo avversario. La terza ripresa l’inglese aumenta ritmo e pressione ed è più efficace rispetto a Maietta nel colpire. Risultato finale di sconfitta di 4-1 che ci ha lasciato l’amaro in bocca anche perché la prestazione di Maietta ci è sembrata all’altezza. VOTO 7 .

Nei 64 kg il nostro rappresentante era Paolo Di Lernia. Il pugile dell’Esercito non era tra i favoriti ma neanche tra le teste di serie e questo ci è sembrato strano. Il primo incontro ha affrontato il croato Pijetraj, vincendo nettamente per 5-0 grazie all’atteggiamento offensivo ed il ritmo alto tenuto per tutte e tre le riprese. Nel secondo incontro trova l’olandese La Cruz. Match che Paolo affronta, come sempre, con un ritmo alto e pressando il suo avversario costringendolo alle corde e limitandolo in sporadiche reazioni. Seconda ripresa straordinaria, dove Paolo è riuscito a far accusare il suo avversario un conteggio dopo aver preso un richiamo ufficiale per scorrettezze. Terza ripresa un po’ sotto tono, forse complice anche il calcolo delle riprese vinte che ha fatto rallentare il ritmo di Paolo che si è sporto ad attacchi più incisivi da parte del suo avversario. Tranquilli del verdetto. Abbiamo assistito ad un clamoroso abbaglio dei giudici: 3 vedono il pari e per preferenza assegnano la vittoria all’olandese! VOTO 7.

Nei 69 kg il nostro rappresentante era Vincenzo Mangiacapre. Il bronzo di Londra 2012 è tornato tra i dilettanti dopo una parentesi Pro (3 match) ed è stato inserito tra i favoriti come testa di serie n°4. Il primo incontro ha affrontato l’austriaco Rumpler, vincendo largamente più di come dice il risultato finale di 3-2. Sicuramente Vincenzo deve migliorare sulla tattica offensiva lasciata solitamente al suo avversario per poter mettere i colpi di rimessa, ma se non si viene colpiti e al contrario si colpisce non dovrebbero esserci mai dubbi, ma non è il caso a questi Europei! Discorso analogo per il secondo match contro il kosovaro Behrami. Il nostro Vincenzo parte come meglio non si può ed al primo colpo portato fa subire un conteggio al suo avversario. Quella che sembra essere una passerella in realtà è tutt’altro. Per colpa di quel colpo Vincenzo subisce un infortunio serio al braccio che avverte immediatamente. Finisce la ripresa limitandosi di non prendere colpi e rientrare quando serve. All’angolo ha detto di sentire un forte dolore ma di voler continuare. Con una mano sola fa quello che può e che è bravo a fare, non prendere colpi! Alla fine è stata premiata la volontà del kosovaro più che la bravura di Vincenzo. Quello che non quadra è l’assegnazione da parte di 3 giudici della sconfitta anche nella prima ripresa dove il kosovaro oltre a subire il conteggio non ha fatto che andare a vuoto per il ring! Dispiace perché Vincenzo ha subito un problema serio al bicipite e si è operato la settimana dopo il rientro a casa. VOTO 7.

Nei 75 kg il nostro rappresentante era Salvatore Cavallaro. Il catanese delle Fiamme Oro, ultimo bronzo agli Europei 2017, era tra i favoriti ed inserito testa di seria n°3 nella categoria più numerosa di tutto il torneo con 34 iscritti. Il primo incontro, anche per la tensione del match, Salvatore è partito contratto ed il suo avversario, lo svizzero Roque Vassquez, con scorrettezze ha aumentato il grado di stress per l’azzurro. Match mai in discussione ma che ha fatto arrabbiare molto l’angolo per il richiamo ufficiale preso da Salvatore dopo quello inflitto al suo avversario per una reazione scomposta ed evitabile. Nel secondo match contro il norvegese Gedminas, Salvatore parte subito forte ed attento imponendo il suo ritmo. Nella seconda ripresa il suo avversario tenta qualche reazione in più ma Cavallaro tiene tutto sotto controllo. Terza ripresa più equilibrata ma dove Cavallaro mette i colpi più puliti. Il verdetto di vittoria per 3-2 ci ha lasciato perplessi ancora una volta. Il terzo match ha visto affrontarsi Cavallaro e lo svedese Chartoi. Match in fotocopia del secondo, dove Salvatore comanda le azioni con attacchi fulminei, stando al centro del ring ed evitando le risposte del suo avversario. Match mai in discussione, che però trova sempre un giudice che vede il contrario assegnando la vittoria allo svedese ma non basta contro i 4 giudici a favore di Salvatore. In semifinale ha incontrato l’irlandese Nevin, che finora ha fatto un ottimo torneo battendo sia l’inglese che il favorito azero prima di conquistare la semifinale contro il turco. Capolavoro di Cavallaro che aggredisce il suo avversario e dopo 2 minuti della prima ripresa lo atterra con una combinazione gancio destro diretto sinistro micidiale. In finale ha trovato un mostro sacro, che sta dominando da due anni a questa parte, l’ucraino Khyzhniak. Cavallaro non è riuscito a contrastare la pressione e la forza del suo avversario nella prima ripresa. Nella seconda e terza ripresa ha usato una tattica più consona, cercando di evitare i colpi e rientrare nella guardia del suo avversario, che però si faceva trovare pronto ad una nuova reazione vanificando le iniziative di Salvatore. Sconfitta ineccepibile. VOTO 9.

Negli 81 kg il nostro rappresentante era Simone Fiori. Il romano delle Fiamme Oro non era tra i favoriti complice anche il passaggio nella categoria inferiore rispetto agli anni precedenti. Il primo incontro ha affrontato il bulgaro Nikolov. Match impostato subito sul ritmo da parte di Simone che ha comandato le azioni dall’inizio alla fine, vincendo in modo netto. Il secondo match ha affrontato il russo Khataev, uno dei favoriti alla vittoria. Prima ripresa regalata all’avversario più per la tensione che per la bravura del russo che si esponeva in avanti alla ricerca del colpo forte. Seconda e terza tatticamente e tecnicamente fatte benissimo, anticipando l’attacco dell’avversario e rientrando con colpi precisi una volta mandato a vuoto. Vittoria netta e passaggio del turno. Ai quarti Fiori ha incontrato lo slovacco Strinko. Il match è stato equilibrato solo la prima ripresa dove Simone ha trovato le combinazioni migliori, ma soprattutto ha dominato tatticamente il suo avversario. Nella seconda e terza il divario, complice la stanche dello slovacco, è stato più evidente. Vittoria e medaglia meritata. In semifinale Simone ha trovato l’azero (altro cubano) Alfonso Dominguez. Simone ha la mente sgombra, ha già fatto un grande risultato fino qua ma voleva stupire. La prima ripresa si è messo al centro del ring ha comandare le azioni, l’azero più avvezzo alla rimessa lo ha lasciato fare, limitandosi a portare qualche colpo di sbarramento contro gli attacchi a due mani di Simone. Seconda ripresa sulla falsa riga della prima con qualche sporadico attacco dell’azero ad intervallare il pressing di Fiori. La terza ripresa l’azero si è limitato a legare Simone e a portare alla fine l’incontro. Il risultato finale di 4-1 ci lascia sbalorditi e confusi. VOTO 9 Rispetto agli altri bronzi è stata la rivelazione della squadra azzurra.

Nei 91 kg il nostro rappresentante era Aziz Abbes Mouhiidine. Il campano di origini marocchine, atleta Fiamme Oro, a nostro sorpresa non è stato inserito nei favoriti e teste di serie nonostante il triplete (Europei U22, Giochi del Mediterraneo,Comunità Europea) del 2018. Il primo incontro lo ha visto contrapposto allo slovacco Michalek. Incontro mai in discussione dove la velocità di gambe e braccia è stata troppo evidente. Il secondo match lo ha visto di fronte al tedesco Waigel. Prima e seconda ripresa perfette da parte di Abbes che ha gestito la terza per la maggior pressione del tedesco. Ai quarti, per la lotta medaglia, ha trovato di fronte il favorito russo Gadzhimagomedov. Match complicato dalla veemenza scomposta del sovietico che attaccava a testa bassa, colpendo anche con quella il nostro azzurro. Alla fine della prima ripresa Abbes è venuto all’angolo sanguinante dal naso per un evidente testata che solo l’arbitro ha ignorato. Nella seconda Abbes cerca di mettere un po’ di azioni ordinate ma risulta più efficace l’atteggiamento scorretto del suo avversario. Terza ripresa con ritmi bassi Abbes mette i colpi migliori e riesce a non farsi coinvolgere nei clich che hanno contraddistinto le prime due riprese. Verdetto di 5-0 che ci ha lasciato dubbiosi. VOTO 7,5.

Nei 91+ kg il nostro rappresentante era Clemente Russo. Il campano della Penitenziaria, non è tra i favoriti visto la categoria non sua. Il primo match ha affrontato il croato Milun. Parte subito male l’avventura di Clemente che per cercare la misura giusta prende un colpo all’occhio destro limitandone la visibilità. Contro un avversario più alto Clemente deve accorciare ma non ci è riuscito per due riprese. Nella terza e ultima ripresa Clemente aumenta il ritmo dei suoi attacchi risultando meglio del suo avversario ma non è bastato per assegnare la viottoria che senza discussioni va al croato. VOTO 6 

Nei 57 kg la nostra rappresentante era Alessia Mesiano. La pugile delle Fiamme Oro non era testa di serie. Nel primo match Alessia, come spesso le accade, la prima ripresa è partita piano cercando di pressare la turca Burcu, ma non allungando quei colpi che le avrebbero permesso di andare a segno. Nella seconda e terza ripresa coi diretti riusciva ad entrare nella guardia della sua avversaria dimostrando solidità e buona forma fisica. Il secondo match, per conquistare la medaglia, ha combattuto contro l’olandese Betrian, ultimamente sua bestia nera! Prima ripresa tatticamente perfetta ma tecnicamente imprecisa, ha subito le risposte della sua avversaria che finiva l’azione. Seconda ripresa è riuscita a correggere gli errori della prima ripresa andando a segno in maniera pulita e dominando il ring. Nella terza ripresa si sono abbassati i ritmi delle due contendenti e Alessia si è affidata troppe volte a colpi singoli che comunque andavano a segno. Match equilibrato che 3 giudici su 2 hanno visto vincente l’olandese. VOTO 7.

Nei 60 kg la nostra rappresentante era Irma Testa. La campana delle Fiamme Oro, vincitrice degli ultimi Europei U22, non era testa di serie perché ormai non è più la sua categoria e i risultati migliori li ha conquistati nella categoria inferiore. Il primo match ha affrontato la giovane moldava Cravcenco. Dominando tutte le riprese e dando spettacolo per esecuzione e velocità dei colpi, Irma ha messo in pratica le indicazioni tecniche dell’angolo. Il secondo match ha affrontato la forte (n°1) irlandese Harrington. Irma è partita decisa e ha impostato sempre le azioni più belle facendo arretrare la sua avversaria. Ha fatto tatticamente e tecnicamente tutto quello che gli è stato chiesto, ma i giudici non hanno visto nulla di tutto ciò. Verdetto che ci ha lasciato esterrefatti perché ha del ridicolo! VOTO 8.

Nei 69 kg la nostra rappresentante era Assunta Canfora. L’atleta campana, qualificata col bronzo agli Europei 2018, era testa di serie n°4. Il primo incontro ha incontrato la francese Sonvico. La prima ripresa Assunta parte aggressiva e domina lo spazio e porta combinazioni di colpi molto lunghe. Nella seconda ripresa ha pagato un po’ fisicamente l’intensità dei colpi e abbassa i ritmi ma tatticamente rimane molto aggressiva. La terza ripresa ritrova le forze e torna a colpire con azioni prolungate che mettono il sigillo alla vittoria. Il secondo match, in semifinale, ha incontrato la tedesca Apetz (testa di serie n°1). Il primo round si è svolto come da copione con Assunta ad attaccare con combinazioni lunghe e la tedesca a difendersi. La seconda ripresa ha pagato ancora fisicamente la grande mole di colpi del primo round ed è stata anche imprecisa, di fatto regalando alla sua avversaria il round. La terza ripresa ha fatto ricorso a tutta l’energia fisica e mentale che aveva ed ha cominciato ad attaccare la sua avversaria con le solite lunghe combinazioni. Vittoria più ampia di quel 3-2 finale. In finale Assunta ha affrontato l’altra rivelazione del torneo, la polacca Koszewska. Molto più alta di Assunta la polacca ha saputo sin da subito sfruttare il maggiore allungo, imponendosi la prima ripresa. La seconda ripresa Assunta ha attaccato più col cuore che con la testa finendo per essere imprecisa e ancora lontana dal bersaglio. La terza ripresa, Canfora ha tirato fuori le ultime energie fisiche e tecniche, ha chiuso meglio gli spazi e ha portato le sue combinazioni di colpi che, complice la stanchezza della sua avversaria, sono andati a segno con continuità. Purtroppo la reazione è arrivata tardi e non è bastata per sovvertire il verdetto che l’ha vista perdere di misura. VOTO 9.

Per quanto riguarda i giudici, siamo molto scontenti almeno in due semifinali (Serra e Fiori). In generale abbiamo notato la qualità del giudizio molto bassa e troppo differente dalla realtà: all’interno della stessa ripresa un giudice da la vittoria ad un atleta 10-9 e l’altro addirittura 8-10! Sommando le riprese sbagliate alcuni verdetti erano all’antipodi 30-27 e 27-30..non è possibile! Prima di cominciare, nella riunione tecnica, ci hanno dato i parametri di assegnazioni del verdetto: colpi a segno con efficacia, miglior tecnica espressa, predominanza del match e fair play. Ma ogni arbitro ha interpretato questo a suo modo; forse è un errore far venire arbitri da altri continenti che hanno visioni diverse del pugilato rispetto ai loro colleghi europei. Anche se non deve mai essere un alibi, ma uno stimolo a fare meglio, l’errore arbitrale ci può stare ma in questo torneo era troppo alta la percentuale. Io ho pagato molto questo discorso, riviverlo da tecnico è stato duro! L’Ente internazionale deve fare subito qualcosa per risolvere questo problema, perché di verdetti fischiati ce ne sono stati diversi, le lamentele dei tecnici molte di più. Tra un po’ sarà tardi, perché al posto delle grida e dei fischi ci sarà il silenzio, perché il pubblico guarderà altro!”

Giuliano Orlando