Boxe, I programmi dell’Italia di Coletta e Renzini pensando ai Giochi di Tokyo

Pubblicato il 20 gennaio 2019 alle 12:01:07
Categoria: Boxe
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Il 2019 è l’anno decisivo per tutte le nazioni in vista dei Giochi di Tokyo. E’ la stagione in cui si disputano le selezioni per accedere alle Olimpiadi, fissate dal 10 al 24 ottobre 2020. Il pugilato non fa eccezione alla regola. Le grandi manovre per ottenere i pass stanno per iniziare, coinvolgendo circa 200 nazioni, con circa 3000 pugili impegnati in partenza nei vari tornei continentali e ai mondiali maschili e femminili, fissati fra settembre e ottobre, oltre ad una serie di tornei precedenti sparsi nei continenti. Tutto questo, mentre l’AIBA sta cercando di ricomporre lo strappo col CIO per evitare che la boxe, uno degli sport storici in assoluto, rischi situazioni difficili, quali la creazione di un’Associazione alternativa, che porti avanti l’attività fino ai Giochi. Il CIO mal sopporta la presidenza del russo-uzbeko Gafur Rahimov, mentre il vice presidente, l’italiano Franco Falcinelli sta operando per sanare una situazione non certo facile. Il cinese di Taipei, l’architetto WU, cacciato dalla presidenza AIBA per una serie di abusi amministrativi e altro, fa ancora parte del Consiglio del CIO con ruoli importanti.

 

L’Italia tramite i diretti responsabili tecnici, Giulio Coletta tra gli uomini ed Emanuele Renzini nel settore femminile hanno diramato le prime convocazioni. Il romano Coletta ha visionato una cinquantina di atleti, tra elite, youth e jr. convocati ad Assisi e alla Cecchignola a Roma, mentre Renzini ha tenuto il primo stage, presenti le migliori 30 azzurre, in previsione dei prossimi impegni, in particolare gli europei U22 e quelli dell’Unione Europea. Importanti anche le convocazioni di youth e jr.

Per questo 2019, il CF, ha nominato Roberto Cammarelle, oro, argento e bronzo olimpico e due volte iridato, team manager dell’Italia, mentre Giulio Coletta viene promosso, direttore tecnico di tutte le nazionali maschili. “Un 2019 molto impegnativo – spiega Coletta – che inizia dal 7 al 18 marzo con gli europei U22 maschili e femminili, a Vladikavkaz in Russia, (nel Caucaso settentrionale, capitale dell’Ossezia a 1500 km. da Mosca. Ndr), dove intendo portare la squadra quasi al completo a partire da alcuni dei protagonisti agli assoluti di Pescara, come Zara, Russo, A. Casamonica, Malanga, Sarchioto e Mouhiidine che testerò con altri al torneo di Minsk in Bielorussia a fine mese. Per quanto riguarda gli elite tra cui F. Serra, Cappai, Di Serio, Canonico, Maietta, Di Lernia, Arecchia, Faraoni, Manfredonia, Fiori e Carbotti, dopo il ritiro di Assisi iniziato il 20 gennaio fino al 5 febbraio, quando la squadra andrà in Ungheria a Debrecen, nel torneo “Bocskai Memorial” giunto alla 63° edizione, test importante, al quale seguirà uno stage in Russia”.

Una stagione senza tregua, visto che gli europei di agosto e i mondiali a Sochi, sempre in Russia a settembre, serviranno per ottenere il visto per Tokyo.

“Non solo questi appuntamenti, ai primi di settembre a Sofia in Bulgaria, si disputano gli europei youth M/F, la Francia intende allestire il campionato Comunità Europea a maggio, mentre a giugno ci sono i Giochi Europei fissati a Minsk in Bielorussia per le categorie olimpiche, che pare siano otto (52-57-63-69-75-81-91-+91) per gli uomini e cinque femminili che comporta una vera rivoluzione interna, sconvolgendo le scelte e la corsa alle categorie olimpiche. Una complicazione in più. Per gli jr. puntiamo agli europei (13 categorie) senza altri appuntamenti importanti”.

Col passaggio di Guido Vianello al professionismo, vi siete trovati senza un +91 esperto e valido. Si è proposto Clemente Russo, che però deve dimostrare di essere competitivo in una categoria per lui nuova.

“Il dopo Vianello è un’incognita che cercheremo di risolvere. Al momento purtroppo non abbiamo ricambi neppure tra i giovani. Con Clemente ci parleremo e vedremo come procedere. Chiaro che con lui puntiamo alle WSB, se si faranno”.

Alcuni pugili come Malanga, Buremi, Spada, Russo e altri potrebbero scendere di categoria, visto che regalano chili?

“Valuteremo, assieme ai medici competenti, la possibilità di far scendere di categoria alcuni atleti, in considerazione alle limitazioni e variazioni imposte dall’AIBA, in modo da utilizzare al massimo doti e possibilità dei ragazzi”.

 

Emanuele Renzini, nel settore femminile opera dal 2001, quando Franco Falcinelli, eletto pochi mesi prima presidente federale, lo contatta per affidargli il compito di inventare una squadra femminile in vista del primo mondiale dilettanti, fissato a Scranton negli Usa. In un deserto di praticanti, scova Simona Galassi che fa kikboxing, mancina con talento, ma senza esperienza di pugilato. Renzini ci ha visto giusto e Simona compie il miracolo, tradotto in oro mondiale. Che conquista altre due volte oltre a titoli europei. Passa professionista con i Cherchi e si ripete al meglio. Oggi Simona ha 44 anni, mantiene un fisico invidiabile e potrebbe anche essere un’opportunità per trasmettere il mare di esperienza, partendo dalle più giovani, che scelgono la noble art. Sarebbe una specie di ritorno alle origini, da quel 2001, con Renzini all’angolo. Un angolo che il tecnico occupa ancora oggi, salvo una parentesi volontaria, dal 2008 al 2012, quando Alberto Brasca lo contatta per proporgli di riprendere in mano il settore, qualora fosse stato eletto presidente. Cosa che

avviene e quindi Renzini torna alla guida della boxe femminile. Il mondo rosa in guantoni, negli ultimi anni è cresciuto a dismisura, in particolare in Asia ma anche in altri continenti come nell’Europa dell’Est con le nazioni ex URSS. Renzini, nel corso della sua attuale gestione ha portato all’Italia l’oro assoluto 2014 con Alessia Mesiano, bella e talentuosa, che ha compiuto un vero miracolo viste le forze in campo, oltre a titoli europei youth e assoluti. Non è andata bene ai mondiali scorsi a New Delhi, ragion per cui i soliti gufi hanno strillato di grande delusione, Italia allo sbando, confermando malafede e ignoranza della situazione. Cosa dovrebbe dire la Russia, tornata a casa con un bronzo, contando su una base di oltre 10.000 praticanti. Lungi dall’essere rassegnato, il tecnico azzurro, riparte verso Tokyo, con lo stesso entusiasmo.

“Perdere non è mai piacevole, ma servono anche le sconfitte. A volte basta un verdetto di misura, purtroppo da tempo i giudici in caso di equilibrio ci danno pollice verso. Ci mettiamo un pizzico di sfortuna, vedi la Cipollone e la Di Carlo ferme, e avremmo potuto raccontare una storia diversa. Ugualmente, pur con numeri limitati ripartiamo con fiducia ed entusiasmo. Il primo raduno si è concluso domenica, il successivo terminerà il 29 gennaio e potrò valutare la situazione”.

 

Dalle convocazioni si deduce che hai già definito la scaletta dei pesi, con diversi arrivi dalle youth del 2018 e alcuni nomi inediti, come la Fadda, la Flalhi e la Galizia. Tutto in funzione alle scelte per le cinque categorie ammesse ai Giochi?

 

“La situazione al momento è di valutare tutte le potenzialità del settore. Quelle presenti agli assoluti di Pescara e le assenti, che comunque fanno parte della nazionale. Con la dovuta prudenza, è necessario il ricambio, anche se i numeri sono molto limitati. A noi mancano atlete dai 75 kg. in su, che scelgono in particolare il volley e il basket. Perfino l’atletica leggera ne soffre. Poi c’è il problema delle scelte dell’AIBA, relativo alle cinque categorie femminili (51-57-60-69-75), che ci costringe a rivoluzionare i programmi. Privilegiando quelle che puntano a Tokyo e penalizzando le altre, che per due stagioni sono praticamente in ombra. Ai Giochi europei di maggio a Minsk, ne avremo la prima prova, per non parlare dei mondiali. Al momento debbo pensare agli impegni più attuali. Gli europei U22, in Russia a marzo, dove porterò una squadra quasi al completo. In lizza Bonatti, Marchese, Tessari; Sorrentino, Testa, Niccoli, Martusciello, Carini e Paoletti e forse qualche altra. Poi ci sono gli europei assoluti in agosto, ancora ignota la sede e quelli della Comunità europea in Francia a maggio. A novembre i mondiali, probabilmente in Russia. Questi i principali appuntamenti elite: A livello youth, europei a Sofia in Bulgaria ai primi di settembre, maschili e femminili. Oltre ai tornei che disputeremo per completare la preparazione in loco”.

 

Torniamo ai Giochi europei, che rappresentano il primo segnale pre Tokyo, visto che saranno riservati alle categorie che sembrano quelle decise dall’AIBA, anche se l’ufficialità manca ancora. Come vanno i lavori in corso, considerato che nella convocazione Testa e Mesiano figurano nei 57 kg., mentre Niccoli e Martusciello sono nei 60, tre nei 64: Amato, Floridia e Alberti; la Carini e Canfora nei 69, la ferrarese Galizia messasi in luce a Pescara nei 75, con la Paoletti. La ventenne Di Palma negli 81 e la Severin nei +81. Pesi reali o solo di transizione?

 

“Di sicuro non c’è nulla. La Testa è tornata nella sua categoria dei 57 quindi fa compagnia alla Mesiano, la Alberti sembra voglia tentare di scendere nei leggeri, proprio in vista di Tokyo. Tra le poche novità la Galizia che ha qualità e margini di miglioramento notevoli in una categoria olimpica. Il problema è che la società insiste per il professionismo. Personalmente la vedrei bene dilettante fino al 2020, dove potrebbe ottenere il pass per Tokyo. Dopo i Giochi potrebbe passare pro ancora giovane con la giusta esperienza e ottenere soddisfazioni. Questo il mio punto di vista. Adesso dipende dall’atleta. Ci sono anche altre ragazze che a giusta ragione, pensano di rientrare nella categorie olimpiche. Vedremo. Da parte nostra ogni cambio di peso, sarà seguito dai medici e dai nutrizionisti, tutelando la salute delle atlete su tutto”.

 

Da non dimenticare che fra le youth, abbiamo alcune punte, tra cui Martina La Piana, classe 2001, europea 2017 e vincitrice dei Giochi giovanili a Buenos Aires dove ha battuto le più forti rivali, oltre ad altre atlete di buon livello. In settembre agli europei a Sofia, capiremo se le nostre e i nostri youth, avranno compiuto il salto di qualità.

 

Giuliano Orlando